Eventi e Comunicazioni

di Salvatore Leone

Il 3 aprile del 2003 un comitato interministeriale per la salvaguardia di Venezia per gli amici Comitatone, approvò in via definitiva il progetto del Mose. L’idea era del 66. Opera nell’operare per operare sulla salute di Venezia. I 187 centimetri d’acqua il 12 novembre dovevano essere l’occasione del collaudo. La prova del fuoco per l’acqua alta ma ancora una volta si è rimandato tutto. Uno dei più grandi progetti infrastrutturali della storia italiana non è ancora pronto, bloccato da una tempesta di problemi tecnici, di scandali a base di arresti, commissariamenti ed infinite beghe politiche. Dovrebbe entrare in funzione alla fine del 2021, con appena 5 anni di ritardo. Ma la mancanza dell’accento sulla e finale del nome spiega tutto. Mose è la sigla di Modulo Sperimentale Elettromeccanico. Destinato a restare sott’acqua. Quello con l’accento sopra separava le acque con le cernie. Il Mose è il lusso da 5,3 miliardi di soldi pubblici che arriveranno a 7 miliardi, oltre alla manutenzione che supererà i 100 milioni, vero affare per la pensione di alcuni. Le cerniere delle paratoie diranno il resto. Meglio le cernie, da sempre. Il capolavoro non è stato costruire Venezia ma il sistema per salvarla.