Cari Amici lontani e vicini, Buon Natale dal Notiziario delle Eolie e un caro saluto a tutti Voi dal Sole sempre libero delle Eolie e come sempre buon Notiziario a tutti...


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di Irene Salpietro

Berlino è quel ragazzo con i capelli lunghi, i piedi neri che se la ride sulla metro, straparla e mangia caramelle? O Berlino è questa signora composta, con gli occhi blu, severi e la bocca serrata? Può pure darsi che Berlino sia la ragazza che urla con il rossetto sulle guance. Ride.. o piange. Ride o piange? Berlino ride o piange? La signora con gli occhi blu mi sembra dica, sempre con la bocca serrata, che non c’è niente da ridere e niente da piangere. Ma Berlino ride e piange, allo stesso tempo, sulla metro, sotto il sole, tra i tamburi, con l’inchiostro, con gli occhi dolci o con gli occhi allucinati, o anche.. con la bocca serrata. Ride e piange. Allora è una pazza.
Berlino è una vecchia dissennata, è un po’ ubriaca, ma che dico, è un bambino felice, felicissimo, che ha voglia di giocare.

Berlino è un artista di strada e la sua lacrima; è un comico sfrenato e dissacrante, che ride di tutti e allora tutti si trovano a ridere; un adolescente confuso che ora pensa a divertirsi, poi ci pensa al resto, o già ci ha pensato, in un’altra vita. Poco fa era un anziano un po’ pessimista, con la pancia piena di birra. Faceva dolci ritratti e gli brillavano gli occhi: io dico che tanto pessimista non era. E il bambino era poi così felice? Sempre sempre? O ride perché ha già pianto? E Berlino? Anche lei ha voglia di giocare ora? Come sta? E chi è? È tedesca? Ho visto che ha scritto su un muro, in francese: identité perdue. E chissà se l’ha fatto con la gioia di una bimba impaziente o se era malinconica. O se era impaziente, malinconica e gioiosa. Berlino non si fa afferrare. Si fa guardare però.

Non sempre è sensuale, ma è sensuale il fatto che si faccia guardare, quando piange, quando ride a crepapelle, quando grida e quando suona, con il rossetto sulle guance. La guardo e basta, ride, rido anche io, piange, piango. Anzi a volte lei ride, io piango; lei piange, io rido. Anche più strano. È strana lei o sono strana io? Berlino non si fa afferrare. E nemmeno mi afferra. Mica glielo devo spiegare perché rido o perché piango.

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