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Dettagli...

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di Angelo Giorgianni

OSPEDALE DI LIPARI: DA OGGI IL PRIMO CARDIOLOGO. SI TRATTA DEL DOTTOR MARCO CERRiTO, DIRIGENTE MEDICO DEL PAPARDO DI MESSINA.
Nei prossimi giorni anche il dott Giovanni Trapani, medico a tempo determinato dell’Ospedale di Reggio Calabria ed in graduatoria dell’Asp di Messina, avendo prestato il suo consenso, prenderà servizio come cardiologo a tempo determinato presso l’ospedale di Lipari.
Detto incarico sarà rinnovato fino alla immissione in servizio dei titolare a seguito di pubblico concorso, già bandito ed in corso di espletamento.
La convenzione con i cardiologi dell’Ospedale Papardo, comunque, resterà vigente per assicurare eventuali turni scoperti ovvero emergenze.
Alle parole iniziano a seguire i fatti.
Sono consapevole che una rondine non fa primavera .... ma normalmente preannunzia la primavera.
Speriamo che dopo il lungo inverno giunga finalmente la Primavera anche per l’Ospedale di Lipari.

OSPEDALE DI LIPARI: DALLE PAROLE AI FATTI... ED I FATTI SI COMMENTANO DA SOLI.
Promissio boni viri est obligatio: “Bandiremo a breve tanti altri concorsi a tempo indeterminato, anche per i Primari, e intendiamo coprire tutti i posti in organico- dice il Direttore Generale Paolo La Paglia - per garantire i LEA e le attività sanitarie nei nostri Ospedali, soprattutto quelli posti nelle aree disagiate.” E Lipari è area disagiata, con LEA da garantire!

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Nella foto il dottor Marco Cerrito con il direttore generale del Papardo Mario Paino

OSPEDALE DI LIPARI: DALLA PAROLE SI PASSA AI FATTI... IL DIRETTORE GENERALE DELL’AZIENDA OSPEDALIERA PAPARDO DOTT. PAINO HA APPROVATO IL TESTO DELLA CONVENZIONE PROPOSTA DAL DIRETTORE GENERALE DELL’ASP DOTT. LA PAGLIA PER L’UTILIZZO DI DIRIGENTI MEDICI DI CARDIOLOGIA PER 38 ORE SETTIMANALI. NELLE PROSSIME ORE ENTRAMBI FIRMERANNO DIGITALMENTE LA CONVENZIONE.

Nei giorni scorso il direttore generale dell’Asp dott. La Paglia, per fare fronte alle carenze di organico della Cardiologia, aveva chiesto ed ottenuto l’autorizzazione all’Assessorato in deroga per l’espletamento della procedura concorsuale per la copertura di due posti di Dirigente medico di cardiologia ed aveva chiesto la disponibilità dell’Azienda Ospedaliera Papardo per attivare una convenzione sempre nello stesso settore.

In particolare, il dott. La Paglia, “tenuto conto la grave carenza di Dirigenti Medici specialisti in Cardiologia, al fine di potere assicurare i turni di servizio presso il P.O. di Lipari, ha chiesto la disponibilità dell’Azienda Ospedaliera Papardo, al fine di attivare un rapporto di collaborazione per l’utilizzo di Dirigenti Medici di Cardiologia, per n. 38 ore settimanali da espletarsi al di fuori dell’orario di servizio. “

In esito a detta richiesta i Direttori Generali dell’Asp e dell’Azienda Papardo “hanno provveduto a concordare uno schema di convenzione, con decorrenza dal 18.11.2019e sino al 17.01.2020, eventualmente rinnovabile” ed oggi il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Papardo dott. Paino ha deliberato l’autorizzazione alla stipula della convenzione predetta ed ha inviato la la delibera e la convenzione all’Asp di Messina, per le successive incombenze. Nei prossimi giorni “la predetta convenzione dovrà essere firmata digitalmente dalle parti”.
Un altro passo importante per superare le criticità della Cardiologia...

OSPEDALE DI LIPARI: FINALMENTE DALLA PAROLE SI PASSA AI FATTI... L’ASSESSORE
RAZZA HA FIRMATO L’AUTORIZZAZIONE IN DEROGA PER LA COPERTURA DI DUE POSTI DI DIRIGENTI MEDICI DI CARDIOLOGIA.

Nei giorni scorso il direttore generale dell’Asp dott. La Paglia, per fare fronte alle carenze di organico della Cardiologia, aveva chiesto l’autorizzazione all’Assessorato in deroga per l’espletamento della procedura concorsuale per la copertura di due posti di Dirigente medico di cardiologia, già bandita e pubblicata.
Oggi, l’Assessore Razza ha firmato la nota per l’autorizzazione al reclutamento predetto e, pertanto, il Direttore Generale dell’Asp di Messina potrà riattivare la procedura, con tempi brevi di espletamento, qualora possa utilizzare gli idonei della graduatoria di un concorso per Dirigente medico di cardiologia, già espletato dall’ASP di Siracusa.

OSPEDALE DI LIPARI: DURA LEX SED LEX.

Da manovale del diritto, sommessamente, ritengo precisare che la disposizione aziendale a cui si fa riferimento nella lettera, evidentemente, non è altro che una disposizione attuativa di una legge che si applica, non solo a Lipari, ma anche in tutto il territorio nazionale.
Infatti, il richiamato divieto di superamento delle 12 ore di servizio è sancito da una normativa, che disciplina i turni ed i riposi nella Sanità pubblica, a cui nessuno si può sottrarre, perchè in quanto legge tutti hanno l’obbligo di osservarla e non è certamente derogabile con il consenso dei lavoratori e nel caso in esame dei medici.

In particolare, l’art.14 della legge 161 del 2014 entrata in vigore nel 2015 cancellando precedenti regole alle normative sui limiti degli orari di lavoro del personale delle aziende sanitarie impone in maniera stringente di attenersi ad alcuni vincoli orari. Piu' precisamente impone un tetto di 48 ore in cui è possibile prestare lavoro al massimo nel corso di una settimana riconoscendo undici ore di riposo consecutive durante le ventiquattr'ore della giornata e almeno una intera giornata di 24 ore di astensione dal lavoro durante la settimana.

La ratio della norma è chiaramente riconducibile da un lato alla obbligatorietà della garanzia della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro dall'altro tende in sanità a garantire la sicurezza dei pazienti che non possono correre il rischio di trovare ad affrontare im una emergenza un professionista stanco stressato fisicamente e psichicamente poco resistente e con insufficiente lucidità indispensabile per affrontare le emergenze.

Da questo punto di vista non può non essere coerente il richiamo alla osservanza dell'obbligo di legge attuato dalla direzione sanitaria. Invero, in applicazione della normativa citata, già in precedenza avevamo registrato la impossibilità per gli anestesisti dell'azienda ospedaliera Papardo di potere effettuare prestazioni aggiuntive presso l'ospedale di Lipari in quanto per carenze di organico della struttura di appartenenza erano già obbligati a svolgere prestazioni aggiuntive, che avevano raggiunto il massimo consentito dalla legge. Per questo gli stessi erano impossibilitati a venire anche a Lipari per quanto avrebbero voluto!

Il problema non è nuovo ..... Io stesso, nella mia lettera al Presidente Musumeci nell’agosto del 2018, avevo denunziato la carenza del Pronto Soccorso di Lipari, evidenziando che , pur con la presenza a supporto dei medici del 118 che garantiscono fino a un massimo di 72 ore settimanali (autorizzate con delibera aziendale) corrispondenti a due unità mediche, i quattro medici in servizio ( a quella data) sono insufficienti a garantire adeguata turnazione, a meno che non si voglia disattendere le norme europee sulla sicurezza negli ambienti di lavoro sancito dalla legge 161 del 2014, che non consentono orari superiori ad undici ore consecutive di lavoro.
Ed allora, a fronte di questa criticità, non potendosi evidentemente violare la legge, bisogna aumentare il numero dei medici, in misura tale da coprire legittimamente i turni.

In questa logica, Il Pronto Soccorso di Lipari, per osservanza del contratto di lavoro dovrebbe essere dotato di un numero non inferiore a sette medici, poichè è una unità operativa ad attività continua (con presenza medica di almeno una unità per 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno). Infatti, sette medici è il numero minimo per potere effettuare una normale turnazione, concedendo riposi e congedi a norma di legge, è fatti salvi casi di malattie o impedimento.
Questa fisiologica copertura di organico dobbiamo chiedere all’ASP e non certo patologiche deroghe a divieti di legge!

----Ospedale di Lipari, Crisi Idrica ..... La Speranza è l’ultima a morire, ma è deprecabile ...... anche differire di un solo secondo la ineludibile valutazione e la soluzione di problemi di vitale importanza per gli Eoliani e per la loro Economia. Io, comunque, non mi arrenderò! E voi?

Ho sentito il dovere civico e morale di scrivere una lettera pubblica a tutti i Consiglieri ed all’Amministrazione per chiedere una discussione con spirito unitario di alcuni problemi (Ospedale di Lipari, Crisi Idrica ....) che a mio avviso stanno progressivamente uccidendo l’Economia Eoliana, negando un futuro ai giovani nelle loro isole.
Ho ritenuto oltre che un dovere un atto di amore tentare di rappresentare il disagio di un intera comunità, nella speranza che tutti i consiglieri animati dallo stesso mio amore, con un sussulto di orgoglio avrebbero superato pseudo divisioni e/o sterili contrapposizioni, per dare concrete risposte alle aspettative dei nostri concittadini, che guardano con preoccupazione al futuro di queste Isole.
Ho registrato tante manifestazioni di affetto e di stima, di tanti cittadini comuni, alcuni a me sconosciuti, che si sono riconosciuti tra i sottoscrittori ideali di quella mia lettera, che, peraltro, nei contenuti rispecchiava anche lo spirito di interventi di consiglieri di maggioranza e di opposizione e di tante altre persone che sui social manifestavano preoccupazione ed indignazione sugli stessi temi. Questa sintonia apparente tra Cittadini e Rappresentanti Istituzionali, mi sembrava il contesto ideale per un azione comune in difesa di diritti sacrosanti degli Eoliani e della loro Economia e così ieri, così come un anno fa (per gli stessi temi) , fiducioso mi sono presentato in Consiglio ... ma ho rivisto un film già visto.
Infatti, stessa scena desolante di una Istituzione, presente con il suo presidente Biviano e con un numero insufficiente di consiglieri, ma incapace di dare tempestivamente le attese risposte ai cittadini, con una sola variante significativa l’opposizione (quasi al completo) presente in aula, forse anche disponibile a discutere di Ospedale, Carenza Idrica con la maggioranza rappresentata solo dal Consigliere Bertè e dal Consigliere Sabatini, che assentandosi al secondo appello, ha decretato lo slittamento della seduta a Domani....
Ma non sarei onesto con me stesso e con voi, se volessi sottacere la delusione di vedere che il pubblico, nonostante l’importanza degli argomenti e le dilaganti proteste su fb, fosse rappresentato solo da me e da Daniele Corrieri, presenze coerenti con le distinte posizioni espresse sui social..... ma ampiamente insufficienti e non significative rispetto alle pubbliche denunzie di tante persone, anche conoscenti e “amici”, prodighi nel segnalare inefficienze e/o presunte illegalitá e asseritamente pronti ad epocali battaglie civili in difesa dei loro diritti e di quelli della Comunità.
Mi voglio illudere che queste ultime assenze non siano sintomo di rassegnazione rispetto all’ineluttabilità di alcuni eventi e, quindi, di sfiducia nella capacità delle Istituzione di dare risposte alle loro legittime aspettative di soluzione dei problemi e di tutelarli da presunte ingiustizie subite, ma siano dovute ad una sottovalutazione della importanza della loro vigile presenza, anche rispetto ad una Istituzione che, a causa di incomprensibili assenze, oggi non ha dimostrato adeguata e tempestiva attenzione nei confronti di vere e proprie emergenze proposte alla loro valutazione.
Invero, non riesco a capire quale logica possa avere ispirato quello che mi auguro sia solo un rinvio della trattazione di questi argomenti, dato che nella rappresentazione virtuale sui social tutti, assenti e presenti, hanno riconosciuto la gravità di questi problemi e l’urgenza delle soluzioni, rifiutandomi di pensare che questo rinvio (decretato sulla pelle dei cittadini), sia stato determinato, come qualcuno mi suggerisce, solo dall’esigenza di non condividere l’iniziative assunte anche da Angelo Giorgianni.
In ogni caso, a prescindere dall’esito delle iniziative predette, voglio rassicurare i miei amici sul mio proposito di avvalermi di tutti gli strumenti accordati dallo Stato di Diritto a tutela dei nostri diritti. Infatti, ribadendo un concetto già espresso in passato, nella mia vita, fortunatamente, non mi sono mai illuso, facendo affidamento su altri, nel rivendicare legalità e giustizia, sia pur nella speranza che alcuni valori e principi diventassero patrimonio comune e che, passando dalle parole ai fatti, ognuno reclamasse i suoi diritti senza piegarsi al pietismo di logiche clientelari.
In ogni caso, io non mi potrò mai rassegnare a tale stato di cose, perchè diversamente dovrei rinnegare un mio impegno civile e professionale in cui ho creduto e ancora credo, e, pertanto, anche se il mio impegno predetto non è gradito a qualcuno, che si vede minacciato nei suoi interessi personali e/o politici e/o economici, io non mi tirerò indietro.

E SE QUALCUNO DOVESSE MORIRE PER LE DISFUNZIONI DELL’OSPEDALE DI LIPARI? LE RESPONSABILITÀ PENALI SICURAMENTE SAREBBERO DEGLI ADDETTI AI LAVORI, MA LA RESPONSABILITÀ MORALE SAREBBE DI TUTTI QUELLI CHE SONO RIMASTI SPETTATORI PASSIVI ...... CITTADINI INCLUSI.<br />L’Ospedale sprofonda ogni giorno di più, con l’impossibilità di effettuare anche gli interventi di urgenza ed il Consiglio, tra la proposta di una immediata manifestazione di protesta e quella di una seduta consiliare, a cui invitare l’Assesore Razza ed il Manager La Paglia, sceglie quest’ultima strada ..... senza alcuna certezza sulla praticabilità e sui tempi di questa soluzione..... che anzi in questi ultimi minuti sembra sia stata già bocciata dal dott.La Paglia.<br />Ma Dio non voglia che si debba effettuare un intervento chirurgico di urgenza su un paziente (magari un familiare o un amico) che non è possibile trasportare in elicottero (per le sue condizioni o per quelle meteo) e che il ritardo dell’intervento non determini un pregiudizio per la salute dello stesso o la sua morte.<br />Credo che in questa malaugurata ipotesi, a prescindere dalle gravi ed articolate responsabilità civili e penali di tutti quelli che dovevano intervenire per riattivare la sala operatoria,di coloro, comunque, che avrebbe dovuto adottare le misure idonee ad evitare che questo problema si verificasse e di chiunque aveva un ruolo in materia e non lo ha svolto adeguatamente, responsabilità per le quali qualcuno potrebbe essere anche chiamato a rispondere di lesioni o addirittura di omicidio colposo, in caso di evento letale ............, in ogni caso vi è una grave ed incommensurabile responsabilità morale di tutti quelli che avrebbero potuto fare qualcosa ed hanno preferito prendere tempo o peggio astenersi. Analoghe responsabilità di tanti altri rimasti indifferenti e/o inerti, avendo ritenuto che il problema non li riguardasse o non fosse prioritario o dovesse essere risolto da altri.<br />E da ultimo, ma non per ultimo, la responsabilità di una politica autoreferenziale, sempre più distante dalla gente e dai suoi problemi, più attenta ai suoi interessi che a quelli di coloro che gli hanno conferito la loro rappresentanza.<br />Sono ogni giorno più convinto che questa politica, per motivazioni varie, che prima o poi comunque saranno svelate, non sia capace di dare risposte ai gravi problemi della gente comune, senza santi in paradiso, e pertanto bisogna rassegnarsi e abbandonare ogni residua speranza nella politica, come in atto rappresentata,in attesa che questa stessa gente, consapevole e indignata spazzi via definitivamente questa deludente classe politica.<br />Ed ora non mi resta che guardare fiducioso all’intervento della Magistratura....</p> <p>---Ospedale di Lipari: Prendi tre, paghi due .... o forse anche tre? Ma i medici assegnati al Pronto Soccorso, che al momento sembrerebbero l’unica certezza, sono tre in aggiunta a quelli in ruolo o due di questi sono in sostituzione di altri due medici trasferiti o trasferendi a Milazzo ed un terzo sarebbe destinato a sostituire altro medico ..... ? E l’attivazione della Riabilitazione ci sarà? Ai posteri l’ardua sentenza!!</p> <p>L’atto aziendale, tanto atteso, presenta dei lati per me oscuri, sicuramente perchè non addetto ai lavori, e spero che qualcuno più esperto di me li possa chiarire.<br />Al riguardo, l’attivazione di riabilitazione e recupero funzionale all'ospedale di Lipari riguarda i quattro posti già previsti dalla rete, ma non si ha nessuna certezza sulla realizzazione in considerazione di un asterisco presente nell’atto aziendale che prevede l’attivazione compatibilmente con la massa finanziaria. Ciò significa che la prevista attivazione sarebbe condizionata per legge ad una disponibilità economica alquanto incerta, e, rebus sic stantibus, aggiungerei tanto improbabile da non giustificare a mio avviso la enfasi degli annunci. Al riguardo basti solo pensare che I locali della riabilitazione devono essere reperiti e prevedono apparecchiature, palestre, piscina, oltre che personale dedicato, quali fisioterapisti, logopedisti, tecnici della riabilitazione.<br />A prescindere da ciò, in ogni caso, non è a me noto come e dove si intenda recuperare i luoghi in cui ubicare la riabilitazione, dato che fino ad oggi non si è riusciti a reperire i locali della lungodegenza e della pediatria nè a spostare l'area chirurgica vicino alle sale operatorie, liberando i posti destinati alla lungodegenza. Ma tutto questo sembra utopico, e mi piacerebbe sbagliarmi, se parametrato alle condizioni precarie in cui versa la struttura territoriale già esistente, presumibilmente, per carenza di risorse umane e materiali.<br />Infatti, la situazione attuale della riabilitazione pubblica a Lipari è drammatica per la grave carenza di personale tecnico e assenza di quello amministrativo e di qualsiasi apparecchiatura di terapia fisica.<br />Invero, Il centro aveva due fisioterapiste, di cui una ha ottenuto il trasferimento a Milazzo, e sembrerebbe non sia stata sostituita con figura di pari livello professionale, ma con una terapista della riabilitazione PSICHIATRICA che non potrebbe svolgere alcuna mansione riabilitativa motoria. Pertanto in atto vi sarebbe una sola fisioterapista, la quale per seri motivi di salute, sarebbe costretta spesso ad assentarsi, senza venire sostituita.<br />In questo stesso contesto sembrerebbe presente a tempo pieno un solo medico fisiatra ma che, per motivi a me ignoti, da dicembre, benchè presente, non svolgerebbe il lavoro di fisiatra a servizio dei pazienti, e detto servizio sarebbe stato affidato per un solo giorno la settimana ad un suo collega proveniente da Messina, con inevitabile aggravio dei costi e dei tempi di prenotazione. A ciò si aggiunga la gravissima criticità del servizio domiciliare riabilitativo, che è un servizio distrettuale, ma che sarebbe erogato sempre dai privati convenzionati, con tempistiche bibliche e trattamenti onerosi per le casse pubbliche.<br />Il Centro predetto, peraltro, è relegato in una struttura a Canneto, in cui l’accesso al primo piano, è garantito esclusivamente attraverso un montacarichi, quindi precluso ai pazienti claustrofobici ed interdetto a tutti in assenza di elettricità. Lo stesso ha una unica via di fuga, attraverso una scala ( che sembra sia stata interdetta perchè inagibile) e comunque con uscita all’esterno senza porta antipanico, sostituita da un cancello ben chiuso con solida catena è valido lucchetto..... la situazione descritta si commenta da sola!<br />In questo contesto, l’urgenza di un trattamento riabilitativo , le carenze e le tempistiche del servizio pubblico, costringerebbe così un gran numero di pazienti a rivolgersi ai privati (convenzionati e non)!<br />Ciò premesso ........ sono più confuso che persuaso, e la mia confusione aumenta nel vedere che sono stati assegnati tre medici al pronto soccorso.<br />Infatti, nella nota dell’Asp si legge che i medici “sono stati così distribuiti in base ai posti vacanti: 1 a Milazzo; 3 a Lipari; 3 a Patti, 1 a Sant’Agata e 2 a Mistretta. Successivamente l’ASP di Messina rilascerà il Nulla Osta per mobilità presso altre Aziende ai dirigenti che avevano vinto la mobilità.”<br />Ora poichè nel bando di mobilità risultava un solo posto scoperto al pronto soccorso di Lipari, non vorrei che i due medici apparentemente assunti in più fossero il posto fantasma di una dottoressa già da molto tempo formalmente a Lipari ed in pianta stabile a Milazzo dall’anno scorso e un altro posto di una dottoressa di recente assunta a Lipari (che avrebbe già concordato i turni a Milazzo), evidentemente prevedendo un prossimo trasferimento (vincitrici entrambe di mobilità?) o quel che peggio destinati a coprire anche una terza prossima scopertura per sostituire altro medico in malattia da vari mesi, che avrebbe chiesto di essere trasferito ad altri servizi.<br />In quest’ultima malaugurata ipotesi tre medici arriverebbero al Pronto Soccorso di Lipari e tre andrebbero via ....<br />Quindi nessuna novità positiva per l’Ospedale di Lipari, che deve rassegnarsi a quella che sembra una lenta ma inesorabile agonia?<br />Si impone chiarezza sia su queste circostanze che su altre già da me e da altri rappresentate ......... perchè "timeo danaos etiam dona ferentes" !<br />In ogni caso, in adempimento di un mio dovere civico, rappresenterò la situazione della "anità" per le valutazioni del caso, in tutte le sedi competenti.

UN ALTRO MEDICO DELL’OSPEDALE DI LIPARI IN PROCINTO DI ESSERE TRASFERITO A MILAZZO? SOGNO O SON DESTO? LA REALTÀ RISCHIA DI SUPERARE OGNI PIÙ FERVIDA FANTASIA ......SE CIÒ FOSSE QUALCUNO EVIDENTEMENTE VUOLE METTERE A DURA PROVA LA PAZIENZA DEGLI EOLIANI.
Il direttore La Paglia ha sostanzialmente ricondotto le criticitá dell’Ospedale di Lipari alle carenze di personale ed alla difficoltà di reperire personale disponibile. A prescindere dalla non condividisibilità di questa analisi, lo stesso ha testualmente affermato che “nei concorsi di bacino preferiscono prestare servizio nei grandi ospedali siciliani (per Messina Policlinico e Papardo) e rifiutano sedi disagiate come Mistretta, Lipari, S. Agata M.llo e che “Nelle more dei vincitori di concorso quasi tutti gli avvisi per contratti a tempo determinato banditi per l’Ospedale di Lipari relativi a medici, infermieri e ausiliari sono andati deserti per il diniego degli aventi diritto ad accettare il posto sull’Isola” . Quindi lo stesso dovrebbe con ogni mezzo evitare ulteriori trasferimenti verso altri Ospedali.
In questo contesto, mi sono talmente compiaciuto della notizia che a Lipari è stata assunta nei giorni scorsi la dottoressa Deleo al pronto soccorso, portando a quattro i medici in servizio allo stesso pronto soccorso, (sempre insufficienti ma, comunque, migliorando la situazione), che, questo fatto lo ho anche sognato..... ed il sogno non è stato a lieto fine. Infatti, mi sono svegliato angosciato ed indignato perchè avevo vissuto un fatto di una gravità inaudita. Infatti, nel mio sogno la neoassunta dottoressa era in procinto di essere trasferita al Pronto Soccorso di Milazzo ed era stata già prevista nei turni di Milazzo, benchè assegnata a Lipari. 
Preoccupato che il sogno potesse essere una premonizione, ho chiesto informazioni e mi è stato risposto che questo paradossale trasferimento sarebbe possibile anche grazie a un bando di mobilità interna di pronto soccorso all'azienda sanitaria del 26 agosto, con scadenza tre settembre (pubblicato solo sul sito dell’azienda) che, a mio modesto avviso, date le prospettate difficoltà di coprire i posti a Lipari avrebbe dovuto prevedere correttivi (che non ha) come percentuali di scopertura, insularità .... proprio per evitare di aggravare la situazione del nostro ospedale.
Mi auguro con tutto il cuore che si sia trattato solo di un brutto sogno, perchè sarebbe grave ed intollerabile per questa Comunità che si ripetesse la stessa scena che abbiamo visto con la dottoressa Murgano (trasferita dal Pronto Soccorso di Lipari a quello di Milazzo) e che anche questa nuova assunzione a Lipari fosse solo una illusione, anche perché significherebbe perseverare in uno scellerato ed inaccettabile disegno di smobilitazione dell’Ospedale, che a questo punto potrebbe profilare, ove fosse reale, ipotesi di evidente illegittimità, da segnalare , comunque, in tutte le sedi competenti per la valutazione. 
Evidentemente,se anche questa circostanza si verificasse, sarebbe non solo un ulteriore prova dell’atteggiamento di indifferenza rispetto alle proteste crescenti degli Eoliani, ma quasi una sfida alle Istituzioni, a partire dal Consiglio Comunale chiamato a gran voce dalla Comunità ad occuparsi del problema Ospedale, con l’organizzazione di proteste eclatanti. 
Se il mio sogno si trasformasse in realtà, gli Eoliani e le loro Istituzioni raccoglierebbero questa sfida?? 
Ai posteri l’ardua sentenza!!

ESPLOSIONI DELLO STROMBOLI O TUONI, PUBBLICARE O NON PUBBLICARE POST SULL’ATTIVITÀ ERUTTIVA SE POSSONO DANNEGGIARE IL TURISMO: DUBBIO AMLETICO .... LO STROMBOLI DA PROBLEMA A RISORSA!

Video, fotografie, hanno documentato anche ieri, la spettacolare ripresa dell’attività eruttiva dello Stromboli, che ha suscitato preoccupazioni, “censurate” anche se le stesse si sono dimostrate fondate, tant’è che oggi il Dipartimento della Protezione Civile ha disposto il passaggio di allerta per il vulcano Stromboli dal livello giallo ad arancione e l’attivazione della fase operativa di “preallarme”. 
Invero, qualcuno udendo le esplosioni, legittimamente preoccupato lo ha comunicato su fb, ma qualche altro lo ha redarguito affermando si trattasse di tuoni e ha stigmatizzato questo comportamento perchè dannoso per il Turismo. I richiamati fatti successivi hanno confermato che erano le esplosioni dello Stromboli, quelle che hanno sentito e segnalato gli Eoliani ieri, ed erano legittime le relative preoccupazioni.
Evidentemente, siccome sino a prova contraria la buona fede va presunta, qualcuno ha sentito il temporale, qualche altro le esplosioni dello Stromboli, e le due versioni non sono in contrasto .... perchè potrebbero dipendere dalle circostanze diverse di tempo e di luogo di chi ha sentito e riferito ..... 
La vicenda, che ripropone una diversità di opinione già registrata il giorno precedente tra altre persone, è però caratterizzata da un intervento di un rappresentante dell’Amministrazione Comunale, che, invero, solo successivamente ha precisato di intervenire non “come istituzione ma come libero cittadino amante delle isola con una famiglia che fa turismo da sempre”. In particolare, Quest’ultimo censura i “leoni da tastiera” accusandoli di “danno mediatico”, e dopo avere richiamato i comunicati dell’Istituzione ”per raccontare la realtà”, li invita a pubblicare solo ed esclusivamente foto reali per invitare i turisti. 
Non avrei partecipato a questa ulteriore discussione, se il soggetto predetto avesse da subito dichiarato di esprimere la sua opinione da privato cittadino, dato che sul punto il giorno prima avevo già espresso ai miei amici il mio pensiero dissenziente (prospettando invece i risvolti socialmente positivi) in riferimento all’invito ad alcuni Eoliani che avevano postato documentazione fotografica relativa all’attività eruttiva, a non pubblicare altro per non danneggiare il turismo.
Pertanto, in considerazione del ruolo di Amministratore Comunale dell’autore del summenzionato post, a fronte di una manifesta contrarietà a legittime pubblicazioni e preoccupazioni, successivamente dimostratesi fondate, sono intervenuto per rivendicare il nostro diritto, immune da qualsiasi censura istituzionale, di condividere con gli amici foto, video ed esprimere le proprie emozioni, i propri sentimenti le proprie preoccupazioni, nei limiti stabiliti dalla legge (anche penale) e rispettosi della verità . Ho, peraltro, contestualmente ribadito l’importanza dei comunicati dell’Autorità, certo che l’Istituzione si muova, sempre e comunque, nella logica prioritaria della Tutela della Pubblica incolumità e dell’interesse pubblico, che esige una reale valutazione e rappresentazione dei fatti, e che, sicuramente, non indulge a sottovalutazioni dettate da preoccupazioni diverse. 
La discussione sviluppatasi in esito a questi post, comunque, evidenzia che si confrontano due correnti di pensiero sull’esigenza di limitare la divulgazione di queste notizie, ammesso e non concesso che questo possa essere controllato esclusivamente con l’illegittima “censura” o con consensuale “autocensura”.
La delicatezza dell’argomento, che coinvolge diritti costituzionali, quali la libertà di opinione e di tutte le sue manifestazioni, impone qualche prudente riflessione. 
Per sgombrare il campo da ogni equivoco, non merita nessuna attenzione, ma solo disistima e sanzioni, il comportamento di chi si nasconde dietro un interesse pubblico (danno all’Economia) o, comunque, lo strumentalizza per difendere esclusivamente un suo interesse economico e, con cinismo e/o disprezzo per la tutela dell’incolumità pubblica manterrebbe riservate queste notizie, costi quel che costi, con comportamenti squallidamente è pericolosamente “omertosi”.
Il mio ragionamento esclude anche chi professionalmente esercita il diritto di cronaca, adempiendo ad una Importante funzione sociale nell’ambito delle regole ordinamentali (etiche, civili, penali, disciplinari) e, quindi, si limita ai tanti cittadini che attraverso i social condividono con i loro amici documenti (fotografici o meno), fatti ed opinioni.
I limiti, evidentemente solo etici, a tale diritto, dati per scontati quelli giuridici, che dovremmo autoimporci deriverebbero dall’allarme suscitato dalla divulgazione o documentazione di fatti veri, che potrebbero scoraggiare i flussi turistici verso le nostre isole. 
Ma è tutt’altro che scontato tale danno della divulgazione di queste notizie, dato che, comunque le nostre Isole vengono portate all’attenzione internazionale per un fenomeno, che se gestito in maniera adeguata da minaccia, può convertirsi in una grande opportunità… 
Infatti, se l’Istituzione si attrezza adeguatamente e si dimostra capace di gestire questa eventuale emergenza e questo dato diventa patrimonio comune anche dei potenziali interessati ad una vacanza alle Eolie, questo spettacolo della natura ed il “respiro” di Iddu, può essere un ulteriore richiamo per il turismo, sempre più interessato ai vulcani italiani. Si potrebbe per esempio promuovere una giornata di studio, riflessione e festa dedicata ai nostri Vulcani, in cui organizzare manifestazioni specifiche, come occasione di conoscenza e promozione di queste affascinanti e benefiche macchine geologiche e di informazione e discussione delle problematiche della sicurezza.
Ciò premesso, ritenuto che in una scala di valori è assolutamente prioritaria la tutela dell’incolumità pubblica, non può essere messa in discussione la necessità di diffondere, con documentazioni e notizie, reali situazioni di pericolo anche tramite social, dato che l’informazione nell’immediatezza di questi avvenimenti, può agevolare il compito delle Autorità e può salvare qualche vita umana. 
Mi sembra assolutamente scontato, che dovremmo invece evitare di fare da sponda a notizie non verificate o deformate da un incontrollato passaparola, che suscitano immotivato allarme, e che divulgate possono destare ingiuste preoccupazioni, rivolgendosi, invece, alle Istituzioni preposte per le verifiche e per le informazioni.
Concludendo, nella nostra realtà abbiamo due vulcani, di cui uno particolarmente attivo, che possono essere un problema ma che sono sicuramente anche una grande risorsa, se saremo capaci di gestirli con senso di responsabilità ed equilibrio ed affidandoci per le necessarie valutazioni esclusivamente alla competenza degli esperti. 
In ogni caso, come ci insegnano coloro che, in ogni parte del mondo, normalmente convivono con i terremoti ed i vulcani, l’ansia di abitanti e turisti si evita con la corretta informazione in ordine alle regole di convivenza con questi fenomeni ed in particolare con la spiegazione degli eventi ed anche delle improbabili evoluzioni, divulgando i comportamenti da tenere in caso di emergenza, tutto ciò periodicamente ed a prescindere dagli stati di allerta. 
A conferma di quanto sopra, Seneca sosteneva il rapporto, inversamente proporzionale, tra la mancanza di conoscenza di un fenomeno “naturale” e l‘amplificazione della paura. In particolare parlando della paura terremoti: “Per noi che ignoriamo la verità, tutti i fatti sono più terribili, soprattutto quelli la cui rarità accresce la nostra paura: i fenomeni che ci sono familiari ci paiono meno impressionanti; quelli insoliti fanno più paura ...... Tutti questi fenomeni provocano in noi ammirazione e timore: e poiché la causa del nostro timore è l’ignoranza, non vale la pena di sapere, per non avere più paura?”

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