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di Marcello Saija

Ho letto con grande interesse l’articolo sul “Notiziario” dell’arch. Domenico Giuffrè sui problemi amministrativi di Santa Marina e Lingua. Una cosa mi ha colpito più di altre e mi ha sollecitato: la “cultura dell’accoglienza”, concetto su cui rifletto da un po' e che sembra il perno della riflessione del mio amico Domenico.
Quando sono arrivato per la prima volta a Santa Marina, cinquantaquattro anni fa, ho trovato un luogo bellissimo abitato da una comunità spopolata dall’emigrazione, sostenuta da un economia marginale e chiusa in se stessa con pochi strumenti culturali sia negli amministratori che negli amministrati. Sono stato accolto con cortesia e con curiosità, ma non ci voleva molto a capire che appena dietro la facciata c’era una spessa coltre di diffidenza: FURASTERU, FRUSTALU E MANNALU, diceva qualcuno scherzando , ma qualche altro lo diceva piuttosto seriamente!
Storicizzando, col tempo, ho capito che quel motto era il frutto di una cultura antica, di intere generazioni che avevano visto arrivare dal mare i pericoli e che talvolta per sopravvivere erano stati costretti alla pirateria. L’Ottocento aveva innescato un processo di modernizzazione mercantile che poteva cambiare le cose. Era però durato troppo poco. Prima e soprattutto dopo la fillossera, ma ancora nel secondo dopoguerra i più avevano varcato gli oceani. La divisione in tre Comuni (segno di debolezza e di crisi) e la Società Eolia di Navigazione non erano riusciti a recuperare processi virtuosi di crescita e la comunità era andata rapidamente invecchiando, diventando in breve la pallidissima rappresentazione di quel che era stata nella sua breve età dell’oro.
Ed è così che i primi visitatori degli anni Sessanta vedono Salina. In dieci anni il turismo cresce e ferma l’emigrazione. Tutti, però, giovani e vecchi sono impreparati a governare il fenomeno ed indirizzare in modo corretto il nuovo nascente modello di sviluppo.
Forse nessuno dice più: FURASTERU, FRUSTALU E MANNALU ma, senza una solida “cultura dell’accoglienza”, non tarda a farsi strada una nuova interpretazione del vecchio motto: il turismo si fa strappando al turista il più alto vantaggio economico possibile ed offrendo il minimo indispensabile di quanto richiesto per l’ospitalità.
Salvo, naturalmente, chi gestore d’albergo, di ristorante o di Case-vacanze ha, da qualche anno, scelto di praticare la strada del giusto rapporto qualità- prezzo, ma non credo che costoro siano la maggioranza!
Queste le principali carenze della cultura privata dell’accoglienza!
C’è però una carenza ancora più grave che riguarda la mano pubblica; una carenza che a lungo andare rischia di incidere sui processi turistici molto di più delle private defaiances ed è l’incapacità dei nostri amministratori di rendersi conto che a Santa Marina e a Lingua i problemi più vistosi sono generati dalle barriere che impediscono una corretta fruizione del mare. Il mare – è fin troppo evidente - è la motivazione prima dei flussi, ma non sembra che di questo i nostri amministratori si rendano bene conto.
Più volte l’ho fatto presente al nostro giovane sindaco in incontri privati e da ultimo pubblicamente. Ho appoggiato questa amministrazione convinto che questi problemi, da me sollevati fin dagli incontri elettorali, fossero punti prioritari del programma. Ho però fino ad oggi ottenuto risposte vaghe. Francamente mi aspetto di essere convocato per seguire insieme a chi vuole la call per il concorso di idee e mi aspetto di poter discutere gli esiti progettuali con l’amministrazione e, visto l’articolo dell’architetto Giuffrè, anche con la minoranza consiliare.
Ho apprezzato particolarmente che Domenico Giuffrè abbia posto al primo punto della sua analisi sulle cose da fare la necessità di acquisire proposte d'intervento per riqualificare i water–front di Santa Marina Salina e di Lingua, l'area del laghetto, le piazze sul mare e le zone portuali limitrofe alle stesse.
Credo che in questa fase sia necessario l’apporto di tutti nella consapevolezza che andare in questa direzione significa finalmente affrontare il problema cardine del nostro sviluppo turistico. Io non ho soluzioni precostituite. So, però, che è oltremodo importante porre al centro dell’attenzione questi problemi e decidere tutti insieme vagliando gli apporti che sicuramente ad una pubblica call giungeranno copiosi. E’ necessario farlo con fantasia. Lo ripeto da anni. Ma bisogna farlo subito. E’ già tardi!

NOTIZIARIOEOLIE.IT

20 NOVEMBRE 2018

Da Santa Marina Salina in linea Domenico Giuffrè "Il mio sogno..."

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