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di Francesco Coscione

Quando il Titanic stava affondando e le scialuppe non bastavano, alcuni uomini si travestirono da donne per potersi salvare. Cambiano i contesti e le epoche ma l'atteggiamento resta uguale. Presidenti di nazioni e regioni che si vaccinano per primi per dare l'esempio (?),richieste di corsie preferenziali per i luoghi che vivono solo di turismo e, adesso, la forte pressione di politici di ogni ordine e tipo che dicono che "loro" sono categorie a rischio perchè "loro" rappresentano il popolo. Mi sembra corretto vaccinare prima i parlamentari dei malati oncologici, sicuramente i primi ambiscono a una vita più lunga di chi ha un cancro.

Meglio proteggere loro rispetto ad un operatore ecologico o un autista. Il Fatto Quotidiano di oggi riporta: "Da giorni sono in pressing su Federico Marini, potente direttore del polo sanitario Palazzo Madama che più che un medico, ora che il timor panico da Covid morde, è diventato come il profeta per tanti senatori. Che lo fermano, lo assediano, lo implorano. La richiesta è sempre la stessa: quand’è che noi senatori potremo vaccinarci? […]". E altri giornali evidenziano notizie simili.
Mio nonno chiamava questo tipo di persone "i senza vergogna" e io la penso allo stesso modo.

Lipari, ancora interventi dell'elisoccorso

Lipari - Un 70enne con l'elisoccorso è stato trasferito al Papardo di Messina per problemi respiratori. Non si tratta di covid.

Una giovane per problemi ginecologi sempre con il velivolo del 118 è stata trasferita a Milazzo e ricoverata in ospedale.

La richiesta è stata sempre fatta dai medici dell'ospedale di Lipari.

Al Sig. Sindaco del Comune di Lipari, Alle Forze dell'ordine presenti sul nostro territorio
Ai cittadini eoliani e agli ospiti in vacanza

Quando ami qualcuno o qualcosa cerchi, per quanto possibile, di accudirla nel migliore dei modi. Questo è il motivo che mi spinge a scrivere questa lettera. Pur riconoscendo la buona gestione della fase emergenziale nel nostro Comune da parte delle istituzioni e i recenti appelli del Signor Sindaco alla cittadinanza, è sotto gli occhi di tutti la quasi totale mancanza di rispetto delle norme governative da parte dei cittadini.

Questo è un accorato appello affinchè si intensifichino i controlli, nelle modalità che si riterrà opportuno, e il fattivo rispetto delle normative da parte degli abitanti. Qui non si tratta di opinioni personali, negazioniste o no, ma di rispetto di una legge, o DPCM, dello Stato. Posso dissentire verso una legge o una norma ma devo comunque osservarla, ne va anche della nostra immagine, nei confronti dei turisti, alcuni dei quali sui social media o per telefono, chiedono se qui si attuano le norme di sicurezza, prima di decidere se venire in vacanza.

So per conoscenza personale che vi sono a Lipari una parte delle attività turistiche, commerciali, artigiane e di cittadini che attuano le norme con coscienza e questo gli fa onore. Purtroppo non è così per tutti. Abbiamo fatto, in modi diversi, molti sacrifici in questi mesi e molti ne faremo, ci sono state sofferenze atroci a confronto delle quali mettersi una mascherina per entrare qualche minuto in un locale non mi sembra granchè.
Grazie e buone vacanze.
 

Molti di noi siamo in trepidante attesa per il ritorno a Lipari dei nostri figli, nipotini e parenti che, bloccati da questa quarantena, sono lontani da tanti mesi. Abbiamo vissuto tutti per mesi con apprensione e timore la situazione locale e quella delle altre regioni dove i nostri cari vivono.

Adesso contiamo i giorni che ci separano da un lunghissimo abbraccio, speriamo, con loro. Ma c'è un però. Si chiama assoluto menefreghismo delle regole, studio assiduo di come aggirare divieti, capacità innata e acquisita di utilizzare tutte le scuse possibili, virus compreso, per fare ciò che vogliamo nell'assoluta mancanza di rispetto verso tutto e tutti. I mezzi di trasporto possono viaggiare a pieno carico per evitare di gravare su una poverissima compagnia di navigazione che dovrebbe moltiplicare le corse, gli esercizi pubblici devono lavorare, giustamente, e quindi chi gli dice di mettersi la mascherina nei luoghi chiusi.

Quelli dietro ai banconi di esercizi commerciali e simili la mascherina la tengono sotto il mento e parlano e respirano dentro tazze, piatti, alimenti e altro, le distanze di sicurezza, anche all'aperto, sono ancora obbligatorie o mi sono perso qualcosa? Non vengono rispettate da nessuno. Certo io queste cose non le capisco, io ho lo stipendio sicuro e la pancia piena. I muraglioni sono pieni giorno e notte di gente senza protezione ne altro ligi alla parola di Zangrillo. Abbiamo rotto i cabbasisi per mesi alle istituzioni se a Lipari arrivava una mosca e adesso nessuno dice più una parola.

Le forze dell'ordine, che sono deputate al controllo del territorio, che compiti hanno in questo frangente? Ma si certo siamo a Luglio, c'è poco turismo, vogliamo farli impaurire con le mascherine come al Pio albergo Trivulzio? Nascondiamo tutto come abbiamo sempre fatto e tutto andrà bene. Poi, scusate, se i turisti non mettono la mascherina perchè la devo mettere io? Sono forse più scemo di loro? Certo che no, io sono furbo, io sono il più intelligente e furbo abitante del mondo. Io, in quanto tale, posso decidere al posto di Dio e della legge e poi fra una bestemmia e l'altra pretendiamo che San Bartolo ci protegga tanto lui è buono.

Certo non tutti facciamo parte di questo "mucchio selvaggio" ma dobbiamo dimostrarlo! Invece di postare inutili foto di munnizza ai cassonetti per dare vanagloria a chi la butta, evidenziamo il non rispetto delle regole, richiamiamo, facciamoci sentire. La parte bella e civile di queste isole abbia il coraggio di alzarsi in piedi, smettiamo di dire sempre: ma siiii, vabbèèèè, ormai si sa che è così. Facebook è pieno di foto di assembramenti, ci sentiamo onnipotenti ma attenti... siamo coscienti che se dovesse esserci un caso di Covid 19 qui possiamo chiudere nel vero senso della parola? Coscienza? Forse ho usato il termine sbagliato. Buone vacanze!

 

---Mi fa piacere comunicare che l'Amministrazione, nella persona dell' Assessore Massimiliano Taranto, mi ha contattato per quanto riguarda le carcasse di vecchie auto presenti nell'isola precisando che, in attesa dell' approvazione del bilancio, non si può procedere al reperimento dell'area di sosta dove spostare le auto dopo la rimozione. Non si può utilizzare il mega parcheggio perchè sarebbero, come in passato, ulteriori costi.
La sensibilità e la disponibilità dell' Assessore Taranto gli fa onore e, indipendentemente da qualunque pensiero politico, lo colloca fra coloro che si adoperano per l'attuazione delle proprie competenze (e non solo), e che sempre sono disponibili al dialogo. Grazie e buon lavoro.

NOTIZIARIOEOLIE.IT

Gli amici di località Ponte, dopo un anno dalla prima segnalazione, attendono ancora che le carcasse delle auto (presenti anche in molti altri luoghi dell' isola) vengano rimosse.

Ricordiamo che la responsabilità degli autoveicoli è del proprietario al quale si può risalire attraverso la targa o il numero del telaio.

Non mi si venga a dire che in un oltre un anno le forze dell'ordine non hanno trovato pochi minuti per risalire al proprietario e "obbligarlo" alla rimozione o provvedere direttamente addebitandogli le spese?

Oppure non si ..."può" o non si vuole fare???
L'unica smentita in cui crederemo e nel vedere l'attuazione di quanto sopra.

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Seguendo i giornali locali, regionali e nazionali, si ha la netta sensazione di una separazione assoluta tra la politica, le intenzioni, ammesso che siano tali, e i fatti concreti. Si passa da parole trionfalistiche per concessioni di diritti imprescindibili, a immagini e notizie da far rabbrividire e tutto nella stessa giornata. Quasi nessuno ha la vera percezione che le isole minori sono una realtà assolutamente diversa da ogni altro luogo italiano. Tutti lo dicono ma poi nessuno attua questo che resta una favola da bambini creduloni. Nessuno si è trovato a vivere qui quando non può volare neanche l'elicottero della marina militare, quando il mare e il vento soffiano talmente forte da fare paura, quando le piccole isole restano isolate per giorni.

Viviamo di dobbiamo, faremo, cercheremo, vedremo, speriamo, auspichiamo, tutti verbi che io definisco alla coniugazione di futuro infinito. I cittadini di Ginostra o Alicudi sono uguali a quelli di Milano, Roma, Messina? No! Non hanno gli stessi diritti ma gli vengono chiesti gli stessi doveri per tasse e balzelli. Scarichiamo la nostra rabbia su cose stupide e inutili invece di incanalarla in una civile ed educata protesta per far capire che non siamo stupidi creduloni, che le parole non ci incantano, che le promesse non ci sciolgono come caramelle appiccicose col retrogusto che sa di: ti ho fregato, stai buono e a cuccia, zitto e obbediente.

Ci arrabbiamo e insorgiamo quando ci dicono che il sud è succube e dipendente di entità nascoste dentro lupi in veste di agnelli ma siamo incapaci di svegliarsi, di parlare, di scrivere, di uscire dalla società da bar: "sono tutti ladri e tutti delinquenti" per poi passare a ossequiare il primo cappedduzzu che incontriamo che fa passare per regalo ciò che è un sacrosanto diritto. Sveglia grande popolo eoliano oppure smettete di lamentarvi e continuate a vivere da succubi se è ciò che vi piace.

---Nel Paese Italia il diritto di pensiero e critica vive un momento difficile così si può dire tutto e il suo contrario nel giro di poche ore facendo opportunisticamente in modo che i nemici diventino amici e viceversa. Un modo come un altro per prenderci in giro e trarne vantaggi. Sono stato critico verso l'Amministrazione quando pensavo fosse giusto e l' ho elogiata altre volte. Non conosco personalmente l' Assessore Massimiliano Taranto e neanche le sue idee politiche e questo mi facilita nello scrivere. Un punto a suo favore sta nel coraggio che ha avuto ad accettare alcune delle deleghe più complicate specialmente alle porte dell'estate quando si deve affrontare tutto e non si ha mai il tempo per farlo. Un altro punto è che un giorno gli ho posto una domanda su un social e mi ha risposto, come fa garbatamente con tutti, nel giro di pochissimo. Descrive e pubblica le iniziative e chiede collaborazione ai cittadini. Non ha mai utilizzato il "passato" politico-amministrativo come alibi. Ha iniziato con umiltà ma in modo attivo e concreto. Purtroppo la sua attività si scontra con molteplici fattori. Uno è quello gattopardiano: “Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi.” e “I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria.” e questo modo di pensare spesso risiede nei cittadini comuni e nelle stanze del potere. Ma siamo anche un popolo con millenni di storia cultura e civiltà. Un altro è che a molti di noi fa tanto comodo incolpare gli altri (l' Amministrazione) della nostra inciviltà. "Siccome i cassonetti sono pieni io butto la spazzatura in mezzo alla strada". Ma se ti scappa mentre sei al Corso e non c'è un bagno pubblico la fai li??? A Lipari si sta muovendo qualcosa, per favore non pretendiamo magie per risolvere decenni di vuoto. Faccio i migliori auguri di buon lavoro all'Assessore Taranto dicendogli che non sarà facile. Qui se pulisci il mio vicolo sei bravo, se domani ci trovo una carta sei un incapace. I cittadini civili non ci vantiamo di essere perfetti ma ci teniamo a fare il possibile in coscienza e in pratica e questo è ciò che chiediamo all' Amministrazione, niente di più. Il quotidiano è stato abbandonato ma il paese ne ha urgente bisogno anche se si devono fare sacrifici rinunciando a cose e attività non primariamente necessarie.

 

---Qualche giorno fa sono salito sull'autobus, con mia moglie, alla stazione di Milazzo per andare al porto. Insieme a noi sono salite altre due coppie diciamo nostre coetanee, sulla sessantina. Il mezzo era pieno di ragazzi delle scuole medie e superiori, io le chiamo ancora così, che occupavano tutti i posti a sedere e qualcuno in piedi. Avevo tutti auricolari a entrambe le orecchie collegati a quella che ormai è divenuta la loro appendice, lo smartphone. Nessuno di loro parlava col vicino, avevano gli occhi stanchi, quasi spenti, un paio dormivano con il viso coperto dal cappuccio della felpa. Alla fermata si alzavano quasi come automi e scendevano senza proferire una parola. Stanchi alle sette di mattina come se fosse già notte, una notte infinita, senza soluzione di continuità nelle loro vite trascinate dal nulla verso il nulla. Stereotipi del Nichilismo dilagante che ha fagocitato i valori sostituendoli col vuoto assoluto. Ai "miei tempi" noi ragazzi ci alzavamo per cedere il posto agli anziani e alle donne, adesso noi anziani siamo trasparenti davanti a loro, evanescenti come un fumo che il vento sospinge e fa sparire. Molti di questa ultima generazione, non aspettano neanche la morte, sono già in un nulla costante. Non ce l'ho con loro, anzi il contrario. Faccio un mea culpa pensando che la prima cosa che abbiamo messo in mano a loro non sono valori ma cellulari, incapaci di scrivere e parlare con vocabolari di duecento parole e quindi inabili a pensare. Oggi i genitori misurano l'amore con gli euro spesi per regali. Un tempo facevamo errori che generavano rimorsi, sensi di colpa e depressioni più o meno latenti. Oggi nascono depressi per il continuo senso di inadeguatezza. Danza, inglese, palestra, scuola e su tutto internet, il grande fratello maggiore che ti dice che o hai un milione di like o sei nessuno e allora arriva Hikikomori che ti tiene in casa forse per sempre fino a morire suicida o per mancanza di rapporti, vita, amore.
Il problema non è ciò che viene dall'esterno ma ciò che non abbiamo più dentro. Il vuoto tende a essere riempito, noi siamo vuoti e, ciò che è più drammatico, non ce ne rendiamo conto. Regaliamo ai nostri figli e nipoti valori, etica, bellezza, sogni e amore o, un giorno, gli smartphone ce li tireranno contro come un boomerang e ci diranno che siamo stati genitori incapaci di amare. A quei ragazzi su quell'autobus forse nessuno (famiglia o scuola) ha insegnato a cedere il posto ad un anziano, per questo gli voglio bene e cerco di comprenderli.

 

----Si segnala una perdita continua d'acqua, in località ex scuole elementari dell'Annunziata all'altezza dell'incrocio con la strada per Pianogreca, che ha già provocato danni al manto stradale con la formazione di una buca che costituisce pericolo per i mezzi in transito. Chiediamo la pronta riparazione. Grazie.

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Le pagine dei giornali si sono riempite in poche ore della notizia che, in occasione della finale di Supercoppa Italiana che si terrà a Gedda, in Arabia Saudita, le donne potranno andare allo stadio non accompagnate dagli uomini ma saranno relegate in un settore a parte. Sono certo che è unanimemente condivisa la repulsione per questo tipo di emarginazione nei confronti delle donne che ha suscitato atteggiamenti e parole di scandalo, tutte, ripeto, condivise senza eccezione. E fin qui niente da obiettare.

Ciò che invece mi da la nausea, peggio delle uova marce, è la assoluta incapacità di guardare in faccia in modo oggettivo ad una completa perdita di identità che, in nome dell'unico vero dio in cui questa società crede e adora, il denaro, abbiamo letteralmente calpestato in tutte le sue sfaccettature. In suo nome abbiamo buttato nella spazzatura tutte le nostre radici, il nostro modo di pensare e di vivere. Siamo stati capaci di schiodare da ogni dove Crocefissi e icone, vestire statue, coprire quadri per compiacere il ricco turista che si sarebbe scandalizzato. Abbiamo evitato Presepi e canti natalizi per non rovinare la digestione delle merendine americane ai bimbi d'oltre mare, ci riempiamo la bocca e le tasche in salotti televisivi usando a sproposito la parola accoglienza sperando che nessuno dei profughi si innamori dei nostri figli e voglia sposarlo, abbiamo venduto le nostre squadre di calcio a paperoni orientali che comprano "persone" come fossero maiali da ingrasso (economico) e che, quando si stancano, buttano via tutto come un giocattolo vecchio, abbiamo trasferito le nostre migliori aziende all'estero per eludere le tasse e poi farcele svendere ritrovandoci in bocca cioccolatini made in China e regalando mutande con la faccia di CR7 pagandole tre volte il valore e ingozzando di soldi i suddetti paperoni.
Parlo agli scandalizzati della domenica, a quelli che dormono e scrivono su Facebook improperi verso gli arabi ma poi pagano Sky e magari vanno a Gedda a vedere una partita di due squadre ITALIANE per contendersi una supercoppa ITALIANA o presunta tale che si gioca in un paese dove i diritti civili non ci sono neanche nei libri. Per favore cerchiamo sul vocabolario la parola COERENZA e smettiamo di levare scudi che servono solo a mettere in pace una coscienza incapace di pensare. Quando un popolo è vuoto di valori, gli altri vengono a riempirli dei loro. Se non provvediamo non abbiamo scampo.

IL PLAUSO

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di Nino Costa

POPOLO POVERO DI VALORI

Un caloroso BRAVO a Francesco Coscione per quanto ha scritto sulla povertà dei valori umani della società contemporanea. Sulle sue considerazioni e sul suo grido di allarme non si può non manifestare condivisione. Il suo grido investe sì, la realtà attuale con le sue assurdità ma preoccupa essenzialmente il futuro quando, forse, le generazioni a venire si troveranno nel baratro e non vi sarà nemmeno un novello Coscione che potrà additare la via maestra.

Come sempre, è utile ricordare che la famiglia, la scuola e la politica rappresentano un trinomio inscindibile per la formazione di una sana ed equilibrata società civile dove i valori morali di ciascun individuo devono prevalere su di ogni altro aspetto del vivere comune.

CHE MALE C'E'?

Non intendo fare dissertazioni su origini e comparazioni tra la festa di Halloween e quella di Ognissanti. Ciò che ritengo importante è che chi sente dentro l'appartenenza e la gioia di credere nel Dio della vita, della luce, della risurrezione, della speranza, della misericordia, dell'amore e di tutto ciò che di positivo nella vita può esistere, dovrebbe pensarci prima di dire "che male c'è?" a partecipare a festicciole, riunioni, cene e altro di simile per esaltare buio, morte, sangue, terrore, disperazione e odio. Siamo fulminei nel trovare le parole giuste per redarguire chiunque faccia e non dica, ma molto lenti e pigri nel vedere i nostri "che male c'è?". Le Messe nei Camposanti stridono in modo insopportabile con la veglia fatta di maschere imbrattate di spavento e sangue. La scelta tra Gesù e Barabba rivive ogni giorno, siamo coraggiosi nel dire: sono cristiano e, pur con le mie fragilità e le mie cadute, credo nel Dio della vita. Forse ci derideranno ma dentro avremo la gioia incomparabile di sentirci uomini e donne libere di dire "no" ad una società che vuole convincerci che ciò che conta è apparire e non essere, stordirsi per non pensare, esorcizzare la morte e la sofferenza. Il primo novembre festeggiamo il nostro onomastico: auguri.

 

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