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di Pina Cincotta in Mandarano

Se gli abitanti di Capri urlano di essere abitanti di una Italia minore anche se bella, noi di Panarea cosa dobbiamo urlare? Questo ci dovrebbe riferire il nostro referente comunale che incassa la tanto desiderata tassa di sbarco e poi la gestisce senza chiederci qualche consiglio. Panarea è un pezzo del vero made in Italy, è la bellezza curata grazie ai privati del posto che qui trascorrono 365 giorni all'anno e non solo qualche periodo dell'estate. L'alzati e cammina deve essere sempre sotto gli occhi vigili di tutti perché dal tutt'uno possono arrivare i guai.

LA RICETTA DI PINA CHE FA LECCARE I BAFFI

=== primi piatti ===
LINGUINE AL PESTO EOLIANO (Con verdura di campagna)
Ingredienti (per 4 persone): 300 gr. di rapuddi, 150 gr. di finocchietto, 100 gr. di borragine, 100 gr. di zozzini, 30 gr. di spinaci, olio extravergine d'oliva, sale e peperoncino.
Preparazione: lavare bene le verdure, asciugarle e pestarle sino a ridurle in un pesto, aggiungere piano piano l' olio e il sale.
Scolare le linguine e condirle con il pesto spolverando con poco pane grattugiato tostato.

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Chi vive e opera a Panarea tutto l'anno non può subire la concorrenza sleale di chi arriva e apre attività ad inizio estate e poi chiude ai primi giorni d'autunno e parte. Magari creando durante l'estate anche disturbi acustici, pagando o non pagando tutte quelle tasse che i residenti pagano tutto l'anno. Noi di Panarea li chiamiamo i furbetti dell'isoletta che arrivano, si scelgono i posti migliori, intascano, danneggiano, spesso non si sa chi sono e se cerchi di allungare il naso si rischia pure qualche "sguardo storto".

=== primi piatti ===
Minestra di ceci
La sera, per l'intera notte, lasciate ammorbidire in acqua 800 gr di ceci con un pizzico di bicarbonato. Trasferite i ceci con la loro acqua (che deve ben coprire i legumi) in un tegame, salate e, a fuoco basso schermato, portate a cottura. In un altro tegame di terracotta, fate soffriggere, in olio d'oliva, due cipolline affettate, unite due pomodori ben maturi, spellati e tagliati a spicchi, un pizzico di rosmarino, peperoncino rosso macinato, sale e pepe nero. Aggiungete i ceci con l'acqua di acqua di cottura e lasciate che insaporiscano. Servite questa minestra ben calda.

---Le tasse vanno pagate perché solo così possiamo avere i buoni servizi. Ho saputo adesso come anche la vedova del capo dei capi della mafia siciliana è andata al Comune di Corleone per pagare la tassa sui rifiuti. Però a rate. Fra madre e figlia sono circa 1000 euro. Corleone è sempre stata una zona franca fiscale, i mafiosi e i loro parenti non hanno mai pagato le tasse e naturalmente si dice che chi doveva incassare per conto del comune era immanicato con le cosche. Adesso al comune ci sono ben 3 commissari che mandano le cartelle esattoriali e i cittadini vogliono essere modelli di onestà, magari in silenzio e senza lasciare tracce. Alle Eolie niente di tutto questo al momento.

=== secondi piatti ===
VITIDDU CHI CACUCCIULI (vitello con carciofi)
Ingredienti: 900 gr di vitello, 500 gr di pomodori maturi, 50 gr di burro, 4 carciofi, farina bianca, vino bianco, una foglia di cipolla, olio, sale
Preparazione: tagliate dal pezzo di vitello 12 fettine dello stesso spessore. Appiattirle con il batticarne e infarinarle. In una padella mettere un po'd'olio e 20 gr di burro. Far liquefare il burro e adagiare le fettine di vitello. Salare. Rigirarle dall'altra parte e salare. Non appena colorite spruzzarle con qualche cucchiaio di vino bianco. Far evaporare alzando la fiamma. In una casseruola mettere 4 cucchiai di olio e il rimanente butto, unire la foglia di cipolla tritata con qualche cucchiaiata di acqua. Dopo 5 minuti aggiungere i pomodori tritati finemente. Salare il sugo e lasciarlo cuocere a fuoco vivace per 5 minuti. Spuntare i carciofi e prendere soltanto il cuore. Tagliare i cuori di carciofi a fette e unirli al sugo. Cuocere per 20 minuti. Versare il sugo nella padella e lasciare insaporire le fettine di vitello per alcuni minuti.

Mentre affettavo le mie melenzane, da preparare con l'olio buono, mi sono ad un tratto ricordata del periodo più bello di Panarea. Quello della lacrima della cernia bruna di Panarea che chiedeva aiuto al mondo. L'appello funzionò e fino ad un certo periodo Panarea rimase l'incontaminata. Talmente incontaminata che quando andavo in altri posti ammiravo il brutto e le cose brutte del mondo. Adesso che l'effetto cernia va scemando. perché gli anni passano anche per gli appelli, chi ha quei ricordi nel cuore deve ricordarli per quando non ci saremo più.

=== contorni ===
Nbroglio indo o' lenzuolo
Ingredienti per 4 persone: 4 peperoni gialli, 4 melanzane, 4 patate, 4 pomodori, basilico, sale, aglio e olio.

Preparazione: in una padella friggete i peperoni che avrete tagliato a fette e poi, se troppo lunghi, dimezzati. Friggete anche le patate tagliate a dadini e le melanzane tagliate a fette. In un tegame unite tutte le fritture con un po' di olio, uno spicchio d'aglio, sale, basilico e pomodoro. Fate cuocere poco, circa 5 minuti.

Le grandi famiglie di una volta che erano composte da una quantità di persone che a volte raggiungevano anche le 20 unità fra qualche nonno, genitori e figli. Gente che viveva con quattro soldi ed elemosinava alcune mungiture di capre per combattere la fame. Tempi neanche tanto lontani che ricordano le famiglie numerose che oggi non si riescono più a formare. Durante il periodo elettorale c'era la fila davanti alla casa di questi nuclei. Casa che era composta da massimo 2 stanze e un bagnetto. Eppure anche con la fame vivevano o convivevano bene.

Quando dico e scrivo che i militari sono la salvezza di Panarea e dei suoi abitanti dico la verità che alcuni non vogliono ascoltare. I militari sono stati e sono un punto di riferimento certo. Un bene da salvaguardare. L'incidente del 2 gennaio 2018 ancora oggi è la prova che Panarea ha bisogno di questi eroi che anche al buio ed a rischio della propria vita non lesinano nessun soccorso. Perché il molo di Panarea era al buio nessuno ancora lo ha detto. L'isola felice deve essere anche l'isola sicura. Sia d'estate che d'inverno. Le tasse che si pagano servono anche a questo in ogni tempo.

Alcuni anni addietro, all'insaputa di tutti, mi sono fatta un bel regalo. Ero a Lipari è all'improvviso ho voluto ritornare bambina. Da San Pietro ho imboccato il vicolo delle monache quello dove i miei avi attaccavano gli asini e sono andata verso Diana. Guardavo le piastrelle che hanno sostituito le pietre di epoca romana. Che patrimonio archeologico buttato via. Poi, da San Leonardo, ho preso la vecchia mulattiera fino all'Annunziata e li sulla destra prima della chiesa cercavo il grande Restuccia che montava zoccoli di ferro a tutti gli asini delle Eolie. Superata la chiesa dell'Annunziata ho ammirato ancora i filari di fichi d'India fino a casa "Turnieddu", quella di "zu Iacupu" e poi l'ulivo di "cummari Anciula, la casa di "patri" Fonti e da "za Anciulina" subito dopo quella di "cummari Tarina" e poi casa mia sempre fresca ma ormai messa a nuovo. Ero a Cugna. Quattro lacrime, uno sguardo al cielo e l'altro calato sui vigneti che seguono i tempi e la vita. Un percorso che dovevo fare da sola per ritrovare me stessa. E le mie nuove forze che non si sono smarrite in questa strada vecchia che è stata un percorso di vita per la mia famiglia.

La vita di Panarea ha dei ricordi anche artistici. Pittori che qui venivano a cercare ispirazione, amori e sole. Fra questi artisti, il primo che ricordo, mi porta al viso gentile di Renato Guttuso. Spesso ospite nella villa bellissima dell'avvocato Perotti situata alla Caletta. Li mi raccontava di un suo amore di lusso che gli aveva sconvolto la vita. A Panarea ammirava l'isola e sognava i quadri che avrebbe dipinto però in altri luoghi. L'ultima volta che incontrai Guttuso, mentre gli servivo la sua pasta con le sarde, mi disse che a Roma avrebbe usato i pennelli per dipingere la mia sagoma dentro un angolo di Panarea.

Vaccini si, vaccini no. Io ho ancora tracce del vaccino segnato sul braccio che mi fece l'indimenticabile dottor Marrara (padre) di Pianoconte. Un amico e un medico fine per tutti oltre che un amante della caccia. Oggi bisognerebbe inventare un nuovo vaccino che é sempre piu indispensabile. Quello contro la politica irresponsabile che sempre piu é il vero pericolo per tutti. All'inventore di questo vaccino immediatamente dovrebbe andare il premio Nobel.

L'inverno di Panarea è giornalmente uno "scialo" anche quando i mezzi non riescono a collegarci. Così noi abitanti, abituati alle bellezze dell'isola, restiamo fermi a meditare non su cosa mangiare ma su cosa ammirare di più. Così riscopriamo quelle piccole cose e i pochi bambini presenti che fanno ancora festa. Per loro dobbiamo sempre avere il coraggio di non arrenderci, di non farci "infinocchiare" dalle parole politiche. A Panarea il tempo non si ferma. Ci possono essere solo persone da fermare quando il senso dello stop è doppio!

Dopo le mangiate con tante "piattate" arrivano le "dietate". Almeno in testa. Perché mangiare è bello quando é sano e naturale. Ricordatevi che bisogna mangiare gustando anche i sorrisi. Io non sono una grande maestra della cucina, sono una semplice alunna che continua ad imparare preparando piatti dopo piatti. La mia bravura è che riesco ad accoppiare i piatti secondo il viso dei clienti e dagli occhi riesco ad intravedere il loro appetito. La mia età è cresciuta con la qualità del buon vivere e per esso lotto senza demordere.

Anche per Panarea passano gli anni. Se è vero che sono i migliori a finire, noi abitanti di questa semplice isola divina non sappiamo ancora se si stava meglio quando si stava peggio. Finito il vecchio anno inizia il nuovo. Cosa lasciamo e cosa ci aspettiamo. Questo non è il problema. Il problema oggi è fare gli auguri di Buon Anno a tutti. Nessuno escluso. Con il Notiziario delle Eolie siamo a posto anche per questo.
Auguri con tanto affetto.

Che ci porterà la tassa di sbarco a Panarea? Se ho capito bene 40 mila euro per pagare la caserma dei Carabinieri per l'estate. E' uno scherzo o il Comune di Lipari si sostituisce ai ministeri che dovrebbero provvedere. Ma quanto ha incassato il Comune di Lipari con la tassa di sbarco di Panarea? Ancora non si sa. Ma i vari appelli ci sono stati. Tutti sanno che i soldi dell'incasso per lo sbarco nell'isola devono essere spesi nell'isola che ha procurato i soldi. Compresi quelli incassati e mai spesi riferiti agli anni passati. Giusto così o si fa quello che si vuole senza il rispetto delle regole o regolamenti che sono chiari, precisi e trasparenti sia prima che dopo Natale.
Buone feste amici miei!

Ho un barcone di auguri da spedire da Panarea. I primi vanno a tutte le forze dell'ordine che quando sono presenti nell'isola sono una festa per la tranquillità. Anche il nuovo prete, arrivato ultimamente, merita un buone feste e che il Signore protegga anche lui. La guardia medica dell'isola merita un abbraccio per lo spirito e la buona volontà che mette nel curare, noi e i turisti, con i pochi mezzi a disposizione. Imbarco anche gli auguri per la politica eoliana anche se per Panarea ha mostrato poche attenzioni. Ai lettori del Notiziario delle Eolie spedisco "baci&abbracci" ricordando anche gli eoliani lontani che sono partiti in cerca di lavoro. Sia chiaro, io voglio bene a tutti, non odio nessuno ma se devo tirare le orecchie, riesco a farlo volentieri per il bene delle Eolie.

Io guardo questo fuoco natalizio dello Stromboli. Penso alla bellezza e pure al pericolo. Ricordo quella violenza avvenuta in un periodo dell'anno simile a questo. Apro il balcone di casa mia e sento la televisione che parla di una finestra fra la Sicilia e la Calabria, che parla del mar Ionio e della Sicilia che cammina , che si distacca, dell'Etna e del suo canalone che per me è collegato allo Stromboli e da questo prosegue verso il Vesuvio. I magnifici 3 dicevano i nostri vecchi, ciascuno arde in modo diverso ma il carattere è sempre quello. Forte, caldo, illuminante e nerbuto. Poi mi dicono Pina sei un vulcano ed io chiudo il balcone.

Oggi è venuta la mia amica parrucchiera. Mi vuole bene e ama la mia ricciolinità. Abbiamo parlato di quello che continuamente vediamo a Panarea. Non solite cose ma cose d'amore, di Natale, di auguri dell'ultima sfornata di "pani caliatu, sasizza di casa e nacatuli buoni" e di brutta cronaca. Ma l'argomento più bello è stato l'albero di Natale della Chiesa, fatto con l'aiuto di tutti i fedeli che adesso col nuovo prete vedono nuova luce brillare e nuovi cuori aprirsi. Ma la nostra lingua batte dove il dente duole. Perché? Perché la Chiesa da il buon esempio. Quale? Cambiare alcune volte serve.

Anche il Papa si prepara all'incontro con Dio. Riesce come un veterano della vita a parlare della morte. Papa Francesco ha detto: "pensare alla morte non è una fantasia brutta, è una realtà. Se è brutta o non brutta dipende da me, come io la penso, ma che ci sarà, ci sarà. E lì sarà l'incontro col Signore, questo sarà il bello della morte. Bisogna pensare che la nostra vita avrà fine. E questo fa bene". Io abitante nel paradiso di Panarea aggiungo che bisogna prepararsi si al volo verso l'altro paradiso ma non bisogna dimenticare questo paradiso chiamato Panarea che fino a ieri ci ha reso la vita dolce ma che adesso sa di amarognolo. Assaggiare per credere.

Quante persone arrivano a Panarea per allontanarsi dallo stress delle città che ormai sono produttrici di arrabbiature. Vengono a Panarea nel pieno inverno per ritrovarsi e ritrovare anche me. Io 7 parole le ho per tutti. Questi amici turisti si dimenticano i problemi, le tasse, il traffico, le banche, l'inquinamento e i rischi delle città. Qui si siedono dove vogliono e bere un caffè non è un gesto industriale ma la ricerca del piacere già quando si accarezza la "tazzulilla". Potrò mai raccontare a queste persone che la maggior parte dei loro problemi li abbiamo anche noi isolani di Panarea? Almeno con loro faccio finta di niente, come fanno alcuni politici con me.

A Panarea il rosario ritorna nelle mani dei fedeli. Come a Stromboli. Il cambio in corsa si vede e si tocca. A Stromboli mi dicono che si radunano ogni volta 100 fedeli. Veramente fedeli. Un ritorno alla chiesa come ai vecchi tempi mentre sale l'allerta per "Iddu". Tutti vogliono e vogliamo bene a questo don Giovanni che ha l'abito talare anche nel cuore e non solo sul corpo. Questo è un prete solare e comunicante. E' un carabiniere di Dio. Cosi siamo tutti contenti e preganti. Certo c'è chi non va ancora in chiesa a fare il segno della croce ma va a fare un sorriso a chi ha bisogno realmente. Mentre ci sono politici che amano Dio davanti al popolo e fregano il prossimo da dietro. Chi non ricorda la frase del buon padre Sciacchitano che ricordava come i politici portavano per i popoli scarpe tutte di sinistra o tutte di destra. Mai una di destra e una di sinistra. Ma erano i tempi di quando si passavano i pantaloni con le pezze da padre ai figli.

Aliscafi e navi approdano, più o meno, a Panarea in funzione delle condizioni meteo-marittime. I vacanzieri di Natale ancora non si vedono, ma arriva qualche pacco dono da chi tornerà nell'isola solo d'estate. Quando arriveranno nuovamente i carabinieri. C'é anche chi ha fatto le valigie e parte verso luoghi dove si sente più in buona compagnia. La Svizzera è il luogo preferito. A me restano le baciate di chi arriva e di chi parte. Io resto, dove devo andare, questa è la mia casa, la mia terra e il mio amore. Anche se resto sola ed in caso di bisogno devo contare solo sulle mie forze. Come ho sempre fatto.

Oggi chiedo a me stessa cosa vuol dire Panarea. Panarea è anche l'isola dell'amore e location ideale per tutto e tutti. Da sempre. Anche per i matrimoni che qui hanno il loro super fascino, l'ammirazione, la gioia. Eleganza, allegria e giovialità, questo il misto perfetto delle nozze celebrate su questo scoglio. Rito religioso nella chiesa e brindisi sulle stradine tra gli applausi e aperitivo sul mare tra la curiosità dei passanti che possono scandire con il battito delle mani questi momenti di allegria. Tutto può essere accompagnato dalle note della prima tarantella di voce eoliana. Panarea sa essere magica in ogni occasione e sa conservare i suoi momenti nei momenti di chi arriva per esserci stato. Che vogliamo fare? Siamo così. Anche nel viva gli sposi!

Spesso ci sono tante combinazioni della vita che la gente pensa al destino. Chi cercava di capire la provenienza di camuffate antenne telefoniche trovò i serbatoi dell'acqua, chi girò dalle parti di Ditella vide i bagni con i rubinetti d'oro. Questa è la Panarea della ricchezza e della tecnologia. Dove tutto si sa e tutto bisogna camuffare. L'apparire, in questo pezzo di energico arcipelago eoliano, fa ancora sostanza. Tanta.
Intanto aspettiamo l'interesse maggiore per le isole siciliane per il quale il presidente Musumeci ha varato uno specifico assessorato. Io ci credo perché conosco l'uomo. Ho visto come è cresciuto e penso che aiuterà a crescere le Eolie col filo diretto con Palermo.

Devo sinceramente dire che i 4 comuni eoliani vanno d'amore e d'accordo. Queste voci vengono importate da Panarea dove solo una sirena suona continuamente l'allarme. Quella sirena serena sono io. Leni, Lipari, Malfa e Santa Marina sono già dei comuni dove non esiste la minoranza e neanche la maggioranza. Sono una famiglia nella famiglia. Tutti d'accordo. Come diceva Madama la Marchesa o Vanna Marchi. Loro per vendere qualche cosa ed io per comprare l'unica cosa che è la sicurezza anche sul lavoro.

A Panarea, come nelle fiabe, arrivò una volta un generale dei carabinieri. Ricordo le sue scarpe lucide ed il profumo della sua divisa. Uno spettacolo. Panarea quel giorno aveva il cuore pieno di gioia. Che momenti. Noi di Panarea siamo eoliani con qualche cosa in più. Noi siamo abituati a tutto, a partire da emigranti e ad arrivare da questuanti. Figli di tutto e di nessuno. Il mio riferimento è stato il tricolore patriottico e la striscia rossa verticale dei pantaloni dei carabinieri. Questo desideriamo sotto l'albero di Natale. Per essere più buoni bisogna sentirsi più protetti.

Aspettando il Natale, a Panarea aspettiamo un bel programma per il festeggiamento delle feste. Come solitamente avviene in ogni parte del mondo. Sia ricco, che meno ricco o povero. La misura economica di Panarea non deve far testo. Deve far testo cosa il Comune di Lipari ha preparato per una delle sue sei isole conosciuta in tutto il mondo come l'isola dei Vip. Una strana vita questa di Panarea e dei suoi abitanti.
Questa è l'isola senza bandiera nazionale, riposta in qualche cassetto del palazzo e li dimenticata. Ciascuno di noi dovrebbe sapere a chi cantare "Hallelujah", come e in quale lingua. Intanto... "il minore abbassa, il maggiore alza e il re confuso compose...".

Anche Panarea vive di calcio, la gente ne parla e si accanisce per il tifo. A Panarea non c’è una squadra di calcio, qualche bambino ha qualche palla sgonfia e la tira contro la porta di casa. Si sentono le urla della madre che dicono che si possono rompere i vetri. I bambini di Panarea avrebbero il piacere di avere qualche punto ritrovo, un campetto, una squadra dove unirsi e fare amicizia, fare quadrato come si dice in gergo. Invece ciascuno per proprio conto senza fare e seminare unione. Questo incide sul valore degli isolani che crescono con l’idea della terra da comprare ma non coltivare. L’isola vista come merce di scambio, come seme di ricchezza materiale e non di ricchezza sociale. Oggi siamo così, domani saremo peggio. Nessuno ci pensa.

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