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di Maria Alessandra Sferrazza

Egregio Presidente Mattarella,
rivolgo anche a Lei il mio appello (da palermitana a palermitano) unitamente a quello di tutti i docenti siciliani che, a causa della legge 107, sono stati sballottati al nord. Posti invivibili, isolati e privi di collegamenti. Non lo augurerei neanche al mio peggior nemico.
Tante sono le situazioni assurde e paradossali. Un esempio? La mia collega Maria Grazia Bonica, eoliana, mandata sul Monte Amiata in provincia di Siena. Eppure a Filicudi mancano proprio le maestre. Cosa dire dinanzi a ciò? Nulla.
E' il periodo delle festività, dovremmo esser più sereni a casa nostra e invece...la spada di Damocle pende sui nostri destini e su quelli delle nostre famiglie. Avrei tante cose da chiederle, tante domande e soprattutto una: perché avete approvato la "Buona scuola"?
Di buono, mi creda, non ha proprio nulla e non son solo io a pensarla così, a prescindere dal fatto che la stia subendo sulla mia pelle.
Vede, tutte le volte che scendo a casa mia a Palermo mi informo sulla situazione delle scuole della mia città. Al solito mi viene detto che ci sono tanti posti vacanti. Da li la mia profonda rabbia. Perché ci viene negata la possibilità di poter lavorare per i nostri ragazzi e per la nostra terra? Perché? La Sicilia è sicuramente la più bisognosa di potenziamento, di docenti e di continuità... Noi, illo tempore, vincitori di concorsi provinciali e lasciati nelle GAE per oltre 20 anni.
Perché si continua a mortificare il Sud e il suo capitale umano? Perché?
E inoltre, perché continuare a mostrarsi sordi nei confronti di una classe docente che ininterrottamente per 2 anni ha chiesto un confronto diretto col Governo? Perché perseverare in logiche spietate, prive di senso e soprattutto con una percentuale di mobilità del 30%? Perché non occuparsi prima dei trasferimenti con un PIANO DI RIENTRO e poi pensare alle assunzioni? Tanti perché...che sono i tanti perché a cui noi docenti non riusciamo più a far fronte, i perché dei nostri figli, dei nostri genitori anziani, dei nostri affetti. Mi creda Presidente, questa non è una buona scuola. E' una pessima scuola!
Glielo chiedo a nome di tutti i docenti siciliani, intervenga e ponga fine a questo danno esistenziale. Riporti il buon senso al Governo, che ne è chiaramente privo.
Provi almeno Lei a immedesimarsi.
Buon Anno Presidente!

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Chi con le parole abbonda con i fatti affonda!

La letterina scritta dal figlio di una collega campana e che ha fatto il giro del web in questi giorni, è uno dei tanti esempi che rende palese il disagio profondo che grava sulle spalle di migliaia di docenti del Sud costretti a lavorare a migliaia di km di distanza dal proprio luogo di residenza.
La scuola non è un concetto astratto, la scuola richiede un rapporto di sinergia tra docenti e famiglie, la scuola è fatta da chi la vive giorno per giorno e ne conosce i punti di forza e le criticità, la scuola è tanto davvero tanto.
Dopo due contratti di mobilità sottoscritti contro la volontà dei docenti maggiormente interessati e coinvolti dalle operazioni dei trasferimenti, c'è sfiducia e sconforto da parte di chi si è sentito tradito da chi doveva invece tutelarlo. Diversi docenti, a fronte di ciò, hanno infatti già disdetto le proprio tessere sindacali e il numero sicuramente tenderà a salire in vista della nuova mobilità.
Ci appelliamo al buon senso, il danno arrecato dalle legge 107 è enorme. Ormai tutti i docenti si trovano in uno stato di necessità, un vero e proprio danno esistenziale a cui bisogna porre rimedio in tempi rapidi. Non si può continuare ad ignorare!

L'insegnante non esiste, la famiglia non conta, i bambini/gli alunni possono pure esser privati del loro diritto allo studio, la continuità educativa neanche a parlarne, con docenti sballottati un anno a 1500 km da casa, un altro anno a 1600 km: è questa la "scuola" di cui tanto si blatera? Invece gli ultimi vincitori dei concorsi sotto casa. Eppure noi, vincitori di 3-4-5 concorsi regionali ( per esser precisi provinciali, il che è ancora più grave), ci ritroviamo in questa situazione davvero imbarazzante.
Appunto, la scuola è destinata a rimanere un concetto astratto fino a quando non si deciderà a guardarne il cuore, l'anima.
Giorno 6 dicembre, a Roma, le mie colleghe dei vari Comitati spontanei hanno organizzato un incontro invitando tutte le sigle sindacali dietro a un invito ufficiale. Ebbene, si son presentate solo: la Gilda degli insegnanti, COBAS, USB e UNICOBAS.
L'incontro era un'occasione per un confronto diretto a cui tutti dovevano partecipare, eppure mancavano la CISL, UIL, CGIL e SNALS.

I colleghi che in pochi giorni hanno organizzato l'incontro, che hanno messo energie sacrificandole alla propria vita, avevano il diritto quantomeno ad avere una risposta dalle suddette sigle sindacali e non l'indifferenza, leitmotiv a noi ormai ben noto.
Di contro, apprendiamo che il 14 dicembre proprio quelle sigle sindacali che si erano negate all'incontro, organizzano a Montecitorio un'assemblea pubblica:
"...CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola Rua e Snals Confsal organizzano un incontro pubblico per la #scuolabenecomune.
Una scuola bene comune per l'intera società, comunità aperta alla partecipazione, fondata su pluralismo, autonomia, collegialità: è questa la scuola tratteggiata nel "Manifesto per la scuola di tutte e di tutti".
Un incontro pubblico, a partire dalle 16.00, per raccontare la scuola possibile, quella fuori dalle strettoie della burocrazia, quella fondata sulla libertà di insegnamento, quella non più fanalino di coda...."
Tutto ciò appare inquietante.
Riflettete seriamente su queste parole: "...scuola bene comune... comunità aperta alla partecipazione...collegialità...libertà di insegnamento...etc....".
Di quale scuola state parlando? Signori, la realtà non è questa!

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---Egr. Presidente Musumeci,
inizio questa email congratulandomi per il risultato riportato da Lei in queste ultime elezioni sebbene io, trovandomi fuori sede come tanti altri docenti (questi i prodromi di ciò che seguirà in questa email), non abbia avuto modo alcuno di poter votare.
Sono una delle tante docenti entrate in ruolo nel nord Italia, in un paese senza nulla della bassa bresciana, per effetto della legge 107. Ho 43 anni, sono palermitana e con mamma anziana e sofferente al seguito. Non avevo altra soluzione, non mi è neanche stato dato il tempo. Ho dovuto sradicarla dalle sue abitudini e tutto, portarla con me. La mia storia, unitamente a quella di tutti i miei colleghi siciliani finiti al Nord, è una storia fatta di lacrime, pensieri, solitudini che si perpetuano da due anni.

Ho avuto il suo indirizzo email dalla collega Maria Grazia Bonica e dal Dott. Francesco Rizzo, consigliere comunale a Lipari.
Mi son permessa di scriverLe, avevo bisogno di avere un contatto diretto ed esporLe (anche se immagino Lei sia ampiamente al corrente) quello che tutti siamo stati costretti a subire. Sì, subire!
In questi anni noi docenti ci siamo uniti in Comitati spontanei, ci siamo supportati, mobilitati per cercare di far qualcosa eppure, nonostante le innumerevoli iniziative, ci siamo ritrovati dinanzi a un Governo sordo.
Potrei pure entrare nel merito della legge 107 ed elencarle tutte le lacune, Le potrei parlare del famoso algoritmo, potrei elencarle le innumerevoli sentenze che si son pronunciate a favore di noi docenti, potrei dirle di quanto sia stato ingiusto immettere in ruolo i vincitori del concorso 2012 su quelli che erano i nostri posti, congelati per oltre un ventennio e per giunta sotto casa.
Noi docenti fase C provenienti dalle Gae e con 15-20 anni di insegnamento alle spalle, beffati e sballottati al Nord. Noi vincitori di CONCORSI REGIONALI!!!!!
Vede, mentre le scrivo, io non riesco a pensare solo a me stessa. Penso sempre ai miei colleghi, ai loro bimbi privati della mamma o del papa', a chi come me ha la responsabilità di un genitore anziano da accudire.

Sono tanti i nomi dei colleghi del Sud che ho avuto modo di conoscere: Maria Grazia Bonica, Luisa Buggea, Maria Morreale, il mio collega Federico che da Lecce è finito a Novara e tanti altri. Avremmo tutti il diritto di lavorare in modo sereno e vicino alle nostre famiglie. Ciò che guadagniamo finisce tra affitti, utenze, spostamenti più le spese delle nostre case giù, utenze e tutto il resto.
Quando mi son messa al pc, ho pensato molto al "tono" che avrei utilizzato per scriverLe ma, inevitabilmente, il cuore prevale su tutto ciò che sto mettendo nero su bianco.
La scuola, caro Presidente Musumeci, è di chi la vive!

La Sicilia è una regione a statuto speciale, io ho serie difficoltà a pensare che non ci sia una soluzione al problema ormai diventato una emergenza sociale. Il tempo pieno, le mense nelle scuole, il sostegno per i bimbi portatori di handicap e il potenziamento. Il potenziamento, certo, risorsa grandissima ma non al Nord, bensì al Sud. I nostri ragazzi hanno diritto e bisogno di potenziamento, penso ai ragazzi dello Zen o di altri quartieri disagiati in giro per la Sicilia.
Presidente,
la prego di non abbandonarci. Ci faccia tornare a casa, alle nostre vite. Faccia in modo che venga concordato un piano di rientro.

Colgo l'occasione per porgerLe cordiali saluti.

La lettera è anche condivisa dalle insegnanti Maria Grazia Bonica. Luisa Buggea e Maria Morreale

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LIPARI - Le isole minori delle Eolie sono senza maestre e una decina di loro, trasferite al Nord, hanno spedito un documento al nuovo governatore della Sicilia, Nello Musumeci, per poter rientrare a casa. La prima firmataria dell'appello è Maria Alessandra Sferrazza, di Palermo, costretta a emigrare in un paesino vicino a Brescia. "Sono una delle tante docenti entrate in ruolo per effetto della legge 107 - racconta - Ho 43 anni e una mamma anziana e malata al seguito. La mia e quella di tanti colleghi è una storia fatta di lacrime e solitudine. In questi anni ci siamo uniti, mobilitati, ma il governo è sordo".
"Sono tanti i colleghi del Sud che ho avuto modo di conoscere - aggiunge - Ciò che guadagniamo finisce tra affitti, utenze, spostamenti. Ho serie difficoltà a pensare che non ci sia una soluzione a un problema diventato un'emergenza sociale. Il potenziamento è una risorsa grandissima per le scuole, ma perché al Nord e non al Sud? I nostri ragazzi ne hanno diritto, penso ai quartieri disagiati delle città siciliane".
"Presidente - conclude la professoressa rivolgendosi a Musumeci -, ci faccia tornare alle nostre vite. Faccia in modo che venga concordato un piano di rientro". (ANSA).

RASSEGNA STAMPA

CORRIERE.IT

Alle Eolie mancano le maestre ma a noi ci mandano a lavorare al Nord

 

LIBERO.IT

Eolie senza insegnanti, le maestre del 'Nord' scrivono a Musumeci per ...

 

QDS.IT

La rabbia degli insegnanti: Eolie senza maestre, noi trasferiti al Nord ...

 

BLOGSICILIA.IT

Eolie senza insegnanti, le maestre del 'Nord' scrivono a Musumeci per ...

 
 

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