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di Ettore Resta

Giunti a casa Baddino, fiutato una ciotolina con i croccantini, ne mangiò un bel poco, poi si portò alla ciotola dell’acqua. Allungata la lingua e:  ploc, ploc, ploc, con veloce leccate la bevve tutta e quando il recipiente fu vuoto si portò alla cuccia. Al muro vi era appoggiata una bicicletta, Liliana la guardò. Nel sentirla lamentare le chiese: vuoi uscire? Ma essa non rispose e lei continuò: più tardi ti porterò a fare un giro. La bici la guardò continuando a non dir nulla. Fatta la doccia, dopo cena verrò a prenderti. Ed essa scuotendosi rispose. Lascia perdere…mi secca, vai a piedi, invece di me porta a spasso il cagnetto. Bel consiglio, gelosa la signorina...cammina solo al mattino...commentò la capitana. Stava per rientrare in casa quando guardato intorno: che strano. Si disse. Ma questa non è casa mia. Come abbiamo fatto ad essere a Filicudi! Qui siamo a Pecorini ! Sorridendo Emanuela intervenne: la grotta dei pirati è quella delle foche monache!  Dalla casa accanto la gatta Lea attendeva ansiosa il ritorno di Baddino, ma notato il suo non giungere, fatto un acrobatico sbadiglio sporgendo al massimo la sua ricciuta lingua, silenziosamente cercò di accoccolarsi nuovamente su se stessa. Le marinaie, entrando, appoggiarono alcuni indumenti sulle spalliere delle sedie e si stesero una sul divano, l’altra sul letto…il tempo di dire: domani andremo al castello... sei gentile, ma non devi sacrificarti per me. Domani raggiungeremo tutte le isole riprese Emanuela.

Liliana rimase a bocca aperta, poi aggiunse: non so! Dimmi il vero, non mi hai riconosciuta. Sono, tua cugina, quella che seguiva i tuoi messaggi al telefonino…sono la figlia piccola dello zio con cui tu chattavi. Nell’udire, la giovane triestina sorrise ancora più, ed esclamò: e tu forse non hai apprezzato abbastanza le mie capacità. Volevo raggiungere le isole e vi siamo arrivati!  In quello non echeggiò risposta, tranne un: roonf, roonf. Il giorno aveva spento la luce. Domani andremo a vedere la Canna con le sue lucertoline nere e capo Graziano a vedere i reperti archeologici e le ruote di pietra. Ruote di macine vero? Credevo fossero collane per le mogli degli isolani.  Buona notte avrebbe detto in sogno Liliana. Il cagnetto l’indomani non avrebbe abbaiato, sinceramente sarebbe mancato l’affetto del suo saluto. Giacché amava il sorgere del sole, sarebbe uscito a scardarsi e quando si sarà riscaldato abbaierà e vorrà entrare...Carino, quando si sveglia gli farò una carezza. In quel sognare un leggero cigolio lasciò entrare Lea, una peste di gatta che preferisce di notte dormire poco e curiosare molto...Sgattaiolando di soppiatto cercò Baddino. Era in pieno sonno. In quello approfittò per sbirciare dentro. Curiosando, notò che un rubinetto lasciava cadere gocce d’acqua su di un coperchio capovolto posto nel lavabo ed il rumore basculante emesso era simile ad un trotto.  Tloc, tloc,..tloc, tloc…, tloc tloc… ed il pelosetto correva avanti e dietro abbaiando a più non posso in cerca del cavallo. Lea sedutasi sul cuscino in un angolo di un divanetto di vimini, nel vedere tutti in preda al sonno profondo, sollevata la zampa anteriore destra: Miaoooooaaaaaaaaaaaah!  miagolò mostrando la lunga lingua semi arrotolata insieme ad una grassa beffarda risata simile ad uno sbadiglio...(fine)

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L’Intervista del Notiziario al comandante Ettore Resta, l’artista sulle ali

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