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di Ettore Resta

Prima di doppiare la spiaggia ed i campeggi, i gabbiani volarono ruotando su una larga ribollente macchia blu. Stanno facendo festa ai pesci in superfice. A confermarlo furono gli stessi volatili che tenendo il pesce pescato nel becco cercarono di poggiarsi sulla battagliola per ingoiarli. Baddino però iniziò ad abbaiare così forte da farli volar via. Nella foga del volo i pesci ancora vivi sfuggivano tornando in mare costringendo i bianchi volatili a rituffarsi. E’ geloso del proprio spazio. Direi li sta ripagando per le risate ricevute. Sorrisero nuovamente. Da li a poco un aliscafo andando veloce sulle ali passò sui pesci interrompendo la mattanza. Lo guardarono passare. Che veloce. Che eleganza. Noi abbiamo attraversato l’Adriatico sulle ali come loro.  Altri motoscafi suonarono con le trombe come dire alla ridi ridi con aria di superiorità: toglietevi dai piedi  e le scoiattoline vistesi sorpassate, non vi fecero caso. La costa alta e scoscesa era piena di alberi d’ulivo, pini ombrellati e villette estive nascoste.  Quella in basso ha la cisternetta d’acqua dolce filtrante dal mare. Una sorgiva? Può darsi. Un’altra imbarcazione velocemente li sorpassò. In alto della costa un lungo edificio con chiesetta si era circondata da altri giganteschi pini ed alberi di datteri mostrando anni nobili. Continuando ad andare: quella è la grotta dell’oro. Era il covo dei pirati impiccati... Si dice vi nascondessero i loro tesori. Altri dicevano che nel suo interno vi era una chioccia d’oro, ma nessuno l’ha mai vista. Nella parte esterna della roccia, all’altezza uomo, era stato costruito in cemento una piccola parete che serviva da serbatoio per la raccolta delle gocce d’ acqua dolce sorgiva. In basso un legnetto fungeva da tappo e chi spillava era obbligato a ritappare bene per agevolarne la raccolta. Io l’ho bevuta commentò la capitana,  era leggerissima e dava la sensazione di non averlo fatto... Comoda. Lo era, ora è sepolta dalla terra da quando hanno realizzato la panoramica.  Peccato. A chi lo dici... Guardando verso l’alto un altro castelletto fortificato fece la sua apparizione. 

Al tempo napoleonico era un deposito d’armi, dicono.  Emanuela stette ad ascoltare ed ammirare, poi aggiunse: ma la Sicilia non era controllata dalla marineria inglese?  Liliana cadde in imbarazzo e lei notandolo cambiò discorso. Andiamo al castello?  No, è lontano e siamo stanche… ed affamate. Il castello è grande, molto grande, per visitarlo è necessario un giorno… Stiamo arrivando al nostro ormeggio. Quando furono nei pressi, Liliana iniziò ad ammainare le vele avanzando con l’abbrivio. Preso il mezzo marinaio, stette per agganciare la boa. Tirate su le cime per legarle alla barca esclamò: il viaggio per oggi è finito.  Emanuela chiese: dici? Il canotto doveva servire per traghettare ma non toccò acqua. Il pelosetto dal pelo corto non attese, dalla prua stava per tuffarsi e raggiungere la riva. Saliremo a piedi attraversando i campi, non vedo l’ora di arrivare a casa. Gli zaini li lasciamo a bordo, verremo a prenderli domani o qualche altro giorno. E non se li rubano? No, nessuno tocca nulla... A si? Allora tutti toccano tutto..! Esclamò scherzando Emanuela. (Continua)

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L’Intervista del Notiziario al comandante Ettore Resta, l’artista sulle ali

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