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di Carmela Grasso

Anche in sandali e pareo... Quando l'arte chiama! #Lipari #MareMotus #MareEolie. Fino al 30 settembre.

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---Fino al 30 settembre Lipari ospita la mostra "Eolie 1950-2015. Mare Motus" allestita nella ex Chiesa S. Caterina. A cura di Lea Mattarella e Lorenzo Zichichi, l'esposizione è l'ultimo step di un grande progetto comunitario biennale - Mareolie - concepito dall'architetto Michele Benfari (già direttore del Museo archeologico) e dall'archeologa Maria Clara Martinelli per valorizzare in chiave contemporanea l'area fortificata del Castello, già sede del prestigioso Museo Bernabò Brea. La mostra - che sarà visitabile a ingresso gratuito fino al 30 settembre - raccoglie i lavori dei fotografi Martin Parr, Elger Esser, Nan Goldin, Gioberto Noro, Carlo Gavazzeni Ricordi, Raffaela Mariniello, Alice Pavesi Fiori e Veronica Nalbone, tra le video installazioni l'opera di Elena Bellantoni. E poi artisti come Valerio Berruti, Rosario Bruno, Franco Accursio Gulino, Laura Panno, Mauro Di Silvestre, Alessandra Giovannoni, Silvia Camporesi, Cristiano Pintaldi, Bruno Ceccobelli, Andrea Di Marco, Fathi Hassan, Alberto Biasi, Velasco, Paolo Picozza, Mimmo Paladino, Gonzalo Borondo, Emilio Greco, Carin Grudda, Francesco Messina, Francesco Vaccaro e rappresentanti del Sud America come Samy Benmayor, Gianfranco Foschino e Sebastian Yrarrazaval oltre ad autori di installazioni di grande impatto come Gregorio Botta, Elisabetta Novello e Riccardo Monachesi. Non mancano i lavori dei grandi maestri del Novecento siciliano come Carla Accardi, Fausto Pirandello, Renato Guttuso, Antonio Sanfilippo, Piero Guccione, Emilio Isgrò, Pietro Consagra, Salvo, Ferdinando Scianna, insieme ad una testimonianza di Alberto Burri che collega la mostra all'esperienza di Gibellina. Da non perdere nelle ex Carceri le installazioni site-specific degli artisti Matteo Basilé, Tahar Ben Jelloun, Ettore de Conciliis con Alex Caminiti, Teresa Emanuele, Ernesto Lamagna, Igor Mitoraj, Piero Pizzi Cannella, Fabrizio Plessi e Maurizio Savini.

Ingresso gratuito. Orari 10-19: aperto tutti i giorni.

IL COMMENTO

di Calogero Pirrera

Nan Goldin, Stromboli at Dawn, Italy, 1996 - collezione privata Valentina Bonomo, Roma

Nan Goldin, Stromboli at Dawn, Italy, 1996 – collezione privata Valentina Bonomo, Roma

SICILIA TERRA METICCIA
Il punto di partenza di questa mostra è costituito dalla condizione di isola dell’arcipelago eoliano, di Lipari e della Sicilia stessa. Una terra che per posizione geografica favorevole ha sempre acceso gli appetiti di numerose potenze pronte a invadere e conquistare. Dominazioni il cui risultato più importante oggi è l’interessante meticciato culturale che ha contribuito a rendere la Sicilia un luogo mitico, percepito dai siciliani e non, come un macrocosmo ammaliante dove tutto si confonde e mescola.
Una percezione che vari eventi storici hanno però alterato, la cui sintesi è presto detta nel passaggio dal pastore Dafni che, secondo la leggenda, nei campi della Sicilia inventò la poesia bucolica, ad altri pastori che alla lira sostituirono la lupara. Ma senza disturbare Teocrito o Sciascia, il rischio che il sublime si mischi con il pittoresco è sempre dietro l’angolo. Ma questa è la Sicilia, oscura e policroma, prendere o lasciare.
Il tema dell’isola è solo il buon pretesto per allargare la ricerca ad altri concetti connessi, come il mare e l’acqua, le bellezze della Sicilia e le sue peculiarità, l’isolamento, la prigione e la libertà espressiva, richiamate in una doppia esposizione negli spazi dell’ex chiesa di Santa Caterina e in quelli dell’ex carcere del castello.

Silvia Camporesi, Planasia #13 (La Mensa), 2014

Silvia Camporesi, Planasia #13 (La Mensa), 2014

LE OPERE IN CHIESA
L’ex chiesa ospita nell’abside alcuni importanti artisti siciliani d’origine, come Fausto Pirandello, figlio del celebre Luigi, o come Renato Guttuso, Pietro Consagra, Carla Accardi, Emilio Isgrò e Salvo. Ma anche artisti che hanno lavorato in questa terra, come Alberto Burri, del quale è presente un Bianco Cretto eseguito nel 1969, alcuni anni prima della realizzazione del Cretto di Gibellina. Lungo la navata sono esposte interessanti vedute di isole eoliane, come Stromboli e Alicudi, nelle fotografie di Nan Goldin e di Veronica Nalbone.
Immancabili le icone della Sicilia da cartolina nell’affascinante bianco e nero di Fernando Scianna, che mostra gli astanti alla festa di Santa Rosalia a Palermo, o ancora la particolare visione della pittura di Cristiano Pintaldi, che dipinge un magnetico fumo evanescente di pixel che sormonta un vulcano dopo un’eruzione.
Trova spazio anche la critica sociologica del britannico Martin Parr, che espone la sua idea di consumismo turistico con due foto, una delle quali scattata nella Grotta Azzurra nell’isola di Capri, accalcata dalle navette dei turisti.
Ancora in questo spazio è possibile osservare una serie di opere dipinte di Silvia Camporesi, eseguite con una raffinatissima tecnica di colorazione di fotografie in bianco e nero. Gli effetti sono da natura morta della pittura olandese del Seicento, basta osservare la Planasia #13 (La Mensa), opera che porta una quiete, un silenzio, forse ispirati dal luogo che questa serie ritrae, cioè alcuni spazi dell’ex carcere dell’isola di Pianosa.

Mimmo Paladino, Sonno Sogno, 2015 - courtesy Galleria Valentina Bonomo, Roma

Mimmo Paladino, Sonno Sogno, 2015 – courtesy Galleria Valentina Bonomo, Roma

LE OPERE IN CARCERE
Questa serie di opere introduce idealmente nel percorso delle celle dell’ex carcere di Lipari, dove già l’anno scorso avevano lasciato il loro contributo artisti come il marocchino Tahar Ben Jelloun o ancora Fabrizio Plessi e Piero Pizzi Cannella. Questi ultimi, in due celle differenti, affrontano il tema dell’acqua, quella vista negli schermi all’interno della barca in legno d’abete del primo, e quella immensa e dipinta della Mappa del Mondo del secondo.
Molto interessanti gli interventi site specific realizzati quest’anno, come quello di Gregorio Botta. Ancora l’acqua, questa volta dentro le giare, una materia ben manipolata e ben illuminata, tanto da fuoriuscire dalla terracotta in movimento sulla parete, un riflesso mobile come una fiamma e come l’acqua stessa.
La poetica di Mimmo Paladino insiste invece sull’originaria destinazione d’uso dello spazio, creandone uno claustrofobico quanto poetico, abitato da figure dormienti nell’acqua, con una luce fioca da galera, forse anche un po’ urtante, e per questo molto ben riuscito. Il desiderio di libertà è di contro lo spunto per il delicato intervento di Riccardo Monachesi, che ha realizzato una serie di ali in creta smaltata che scappano da quel luogo, e dal pavimento vanno verso l’alto, forse a redimersi da un isolamento e da un’isola che per qualcuno è stata appunto una prigione.

Gregorio Botta, Senza Titolo, 2015

Gregorio Botta, Senza Titolo, 2015

UN MUSEO IN FIERI
Nonostante ci sia un’evidente disparità qualitativa e di senso in alcune opere rispetto ad altre (sono presenti quarantacinque artisti con le più diverse tecniche), la mostra si fa apprezzare per aspetti di grande interesse, come il nucleo di artisti storici sistemati nell’abside dell’ex chiesa di Santa Caterina, così come alcune opere della navata, o come ancora gli interventi site specific nelle celle dell’ex carcere, alle quali si dà una nuova vita e una nuova funzione.
Queste ultime opere adesso fanno parte del complesso museale del Castello, dove ha già sede il Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea. Un museo che conserva gli straordinari vasi policromi del Pittore di Lipari, risalenti a quasi duemilacinquecento anni fa.

Lipari // fino al 30 settembre 2015 Eolie 1950/2015. Mare Motus a cura di Lea Mattarella e Lorenzo Zichichi Castello di Lipari

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