di Ennio Fiocco
Ante Pavelić e gli Ustascia a Lipari.
Ante Pavelić (1889 +1959) è stato un leader dello stato fascista in Croazia dal 1941 al 1945. Quando il re Alessandro istituì la dittatura in Jugoslavia, Pavelic fuggì in Italia, dove fondò un'organizzazione nazionalista clandestina denominata Ustascia, il cui obiettivo era quello di ottenere l'indipendenza della Croazia dalla Jugoslavia. In particolare, diresse le attività terroristiche dei suoi seguaci direttamente dall'Italia e prese come modello il movimento fascista italiano e, quando Hitler salì al potere in Germania, implementò l'antisemitismo. Prese parte all'assassinio del re Aleksander a Marsiglia nel 1934 dopo venne arrestato a Torino, da dove fu poi rilasciato. In un primo tempo vennero creati in Italia dei campi militari per trattenere gli Ustascia che tuttavia in seguito vennero sciolti e questi ultimi internati alle Eolie. Dopo l'accordo tra Italia e Jugoslavia (il trattato Ciano-Stojadinović) nel 1937, il campo di Lipari venne pure sciolto e Pavelić venne internato a Siena.
Trattò gli affari interni esercitando il terrore e mettendo fuori legge serbi, ebrei e rom e perseguitando duramente i croati se non erano d'accordo con le sue proclamate politiche di purezza razziale e di genocidio, rimanendo fedele a Hitler e alle sue politiche fino alla fine. Nella primavera del 1937 il ministro degli esteri Galeazzo Ciano e Milan Stojadinović, la sua controparte jugoslava anch’egli fascista, firmano un trattato di amicizia reciproco, in cui l’Italia si impegna formalmente a rispettare i confini jugoslavi e a disgregare il corpo paramilitare degli Ustascia.
Le squadre croate vengono poi separate ed inviate anche in Sardegna e in remoti villaggi del sud Italia, per poi via via rimpatriate progressivamente in Jugoslavia. Con l'Italia che attacca l’Albania, la Jugoslavia è nella morsa del fascismo e sicuramente Ante Pavelic diverrà un importante alleato perché Mussolini intende conquistare quei territori che considera irredenti e che vanno governarli col pugno d’acciaio. Proprio nel Gennaio del 1940 Pavelic incontrerà Galeazzo Ciano, che lo investirà del compito di conquistare il paese slavo.
Nel febbraio del ’40 Pavelic va a Firenze, organizza un centro di comando e pianifica la rivoluzione croata. Il 1° Aprile del 1941 è il momento della riscossa, l’avvocato proclama l’indipendenza della Croazia ed entra con 200 Ustascia dirigendosi verso Zagabria. I nazisti però erano arrivati una settimana prima di lui proclamando la fine della Jugoslavia. Il dittatore Pavelic venne nominato poglavnik, o leader, del governo croato. Iniziò così un regime feroce e crudele con centinaia di migliaia di serbi e di ebrei assassinati nei campi di sterminio.
Subito dopo la guerra, Pavelic fuggendo da Zagabria il 6 maggio del 1945 ebbe ripiego in Argentina, passando per l'Austria e l'Italia, dove continuò a sostenere l'indipendenza croata. Fuggì dopo un tentativo di assassinio in Spagna dove morì nel 1959. Da una mia recente ricerca on line, che presento ai lettori, ho rivenuto una cartolina (di cm. 19,7 x 25,8), la cui fotografia in bianco e nero (di cm. 11,5 x 17,4 cm.) è stata scattata a Lipari “tra il 1931 e il 1935”.
La fotografia “mostra il Ante Pavelic e membri del movimento ustascia in Italia; stanno prestando giuramento sull'isola di Lipari. La scheda del movimento ustascia contiene titoli stampati che non sono stati compilati. Mussolini aveva dato rifugio e aiuto materiale agli emigranti croati. Pavelic aveva organizzato e raccolto circa 500 emigranti e aveva fondato l'organizzazione di emigranti "Ustasa - hrvatski oslobodilacki pokret" (Ustascia - Movimento di liberazione croato). I membri erano per lo più situati nelle isole italiane di Lipari, Stromboli, Giglio e nelle città di Bovigno, Brescia e Torino.
A Verona si trovava la tipografia del 'quartier generale ustascia', nella quale veniva stampato il giornale ustascia. Fu lì che nel 1932 furono creati i primi regolamenti organizzativi, l'Ustase - hrvatska revolucionarna organizacija UHRO”. Il luogo potrebbe essere identificato in una zona isolata e sicuramente distante dal centro abitato di Lipari.