di Ennio Fiocco
La lunga vacanza del prof. Rossini. (dal Notiziario delle Eolie del 08 novembre 2024)
Marco Leto (1931 + 2016) è stato un regista, scrittore, sceneggiatore. La sua carriera cinematografica ebbe inizio negli anni “50 come assistente di Franco Rossi ne Il seduttore. Lavorò poi per molti registi, tra i cui Mario Monicelli e Florestano Vancini. Realizzò poi molteplici le sceneggiature collaborando anche per la TV.
Come regista lo ricordiamo per La villeggiatura, film del 1973 che gli valse la partecipazione al festival di Cannes e il Nastro d'Argento come miglior esordio. In quest'ultima opera, con la collaborazione di Lino Dal Fra e Cecilia Mangini, il regista realizzò uno tra i più significativi film politici degli anni “70 con una analisi profonda della cultura italiana durante il periodo fascista. Nella trama il professor Franco Rossini, condannato a cinque anni di confino, viene destinato a Lipari perché non ha giurato fedeltà al fascismo. Qui ha modo di comprendere più a fondo la retorica del potere, colloquiando con un commissario di polizia disponibile al dialogo, e quella dei rivoluzionari confinati come lui.
Comincia quindi a pensare alla fuga. Vi è da evidenziare che, durante il ventennio, chi si opponeva al regime veniva perseguito. In particolare, con il Regio Decreto numero 1848 del 1926, vennero promulgate leggi eccezionali sulla sicurezza dello Stato e riscoperto il confino di polizia per gli antifascisti. Le commissioni provinciali per l’assegnazione del confino di polizia, spedirono come pacchi postali nelle “isole maledette” migliaia di antifascisti. Le isole più note come colonie di confino fascista sono state Lipari, Ustica, Pantelleria, Ventotene, Ponza e le Tremiti.
Nonostante il film sia ambientato a Lipari, il regista Leto sceglie come principale location per le riprese Ventotene, la più piccola dell'arcipelago delle Pontine. Il saggio sui rapporti tra il carceriere e il sorvegliato nell'isola del confino, analizza un aspetto nascosto del sistema di sorveglianza del ventennio. Il film, ispirato alla vicenda di Carlo Rosselli, si avvale anche sui rapporti familiari del regista, che è il figlio di Guido Leto che è stato a capo dell’OVRA (Opera Vigilanza (o Volontaria) Repressione Antifascismo, che è stata la denominazione non ufficiale della polizia politica dell'Italia fascista).. La pellicola in bianco e nero è basata su una rigorosa ricostruzione storica e archivistica della vita di confino.
Lo scopo del sorvegliane non era solo di tenere sotto controllo gli antifascisti a lui affidati, ma, quando si imbatteva in personaggi di rilievo, di ottenere con ogni mezzo la loro capitolazione politica. E' proprio il caso del confinato docente e del controllante. Il saggio analizza il comportamento di quest'ultimo come di tanti altri funzionari dell’epoca, che svolsero una loro nascosta e efficace politica di proselitismo a favore del regime. In sostanza dalla vicenda traspare l'aspetto nascosto del sistema di sorveglianza del periodo del fascio. Gli attori sono molto bravi. Infatti, Adalberto Maria Merli è un buon protagonista, ma la parte del leone finisce per farla Adolfo Celi nel ruolo che riveste; attorno ai due ci sono altri nomi importanti come quelli di Milena Vukotic, Roberto Herlitzka, Gianfranco Barra e John Steiner.
Le scene della Villeggiatura sono state interamente ambientate a Ventotene, ad eccezione di quella finale della fuga dalla bianca scogliera di pomice, girata a Lipari, mentre gli interni a Cinecittà, dove la villa di Rossini è stata ricostruita sul modello di quella effettivamente presa in affitto da Carlo Rosselli durante il suo confino nell'isola di Lipari. Vi è dire che in un primo momento il regista aveva pensato di ambientare il film a Ustica, ma alcuni problemi di natura tecnica e cinematografica rilevati dopo aver eseguito un sopralluogo sull’isola gli fecero cambiare idea. L’isola di Ventotene presenta non poche analogie con Lipari, ma non ne eguaglia le particolari caratteristiche naturali e architettoniche.
Ciò ha costretto il regista ad effettuare degli esterni della pellicola alle Isole Eolie. Quest'ultimo così spiegò il tutto: “Buona parte degli esterni de “La Villeggiatura” furono girati a Ventotene, perché durante la preparazione ci rendemmo conto che lo sviluppo turistico dell’isola di Lipari ci avrebbe reso difficile ricostruire l’epoca del film...L’immagine del Castello visto dal mare e l’uscita dei confinati dallo stesso furono girate a Lipari, e così tutta la sequenza finale della salina”. Peccato che la pellicola non è stata girata interamente a Lipari!