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di Ennio Fiocco

Alfred Bergeat, il tedesco che amava le isole.

Alfred E. Bergeat (1866 + 1924) è stato un vulcanologo e scienziato tedesco. La sua famiglia produceva oro a specchio in una fabbrica di pittura su porcellana. Da giovane studiò mineralogia e geologia all'Università di Monaco e in seguito, grazie ai risultati del suo lavoro di abilitazione sul vulcanismo degli archi insulari, in particolar modo dell'isola di Stromboli e le Eolie, divenne un ricercato vulcanologo specializzato in petrografia.
Da una mia ricerca on line ho rinvenuto una sua pubblicazione molto tecnica di fine ottocento scritta in tedesco e conservata presso il British Museum di Londra, che ho tradotto, dal titolo “Die äolischen Inseln” e cioè “Le isole eolie”.

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Ho estrapolato per i lettori alcune parti, comprensivi di disegni e fotografie (queste ultime realizzate proprio dallo scienziato) che appaiono interessanti.
Il Bearget è rimasto nell'arcipelago per dodici settimane “Pasqua e autunno 1894 e Pasqua 1898” trascorrendo “il periodo dal 21 al 26 alle Isole Lipari. Marzo 1894 (Lipari e Fossa di Vulcano), il 10-22 ottobre Dicembre 1894 (tutte le isole) e 27-31. Marzo 1898 (Lipari e Vulcano Sud)”. Argomenta nella prefazione che “per studiare le isole ho impiegato 82 viaggi giornalieri di sette ore medie (a Lipari 36, su Salina 15, Vulcano 10, Stromboli 7, Filicudi 6, Panaria 4 e Alicudi 4)....Ho fatto i miei primi due viaggi da solo...”.

Afferma che “i due vulcani attivi dello Stromboli e Vulcano hanno sempre attirato l'attenzione dei geologi e dei processi vitali di queste strane eruzioni non sono meno conosciuti di quelli di qualunque altro vulcano... le Isole Eolie hanno per l'ultima (e prima) volta nella sua interezza una descrizione quasi esattamente cento fa anni fa: in quel periodo era impegnato nei suoi studi il bravissimo Spallanzani e ci lasciò una relazione che era una delle più eccellenti delle scienze naturali del tempo...I risultati del mio viaggio sono durati tre anni, con alcune interruzioni..si basa su appunti di diario e, soprattutto, su una ricca raccolta di campioni di rocce e terreno...Le immagini di paesaggi avvicinano il soggetto.

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L'immagine di copertina colorata era basata su Acquerello del pittore Adolf Höfer di Monaco, al quale ne ho disegnato uno da me lo schizzo era disponibile e le fototipi mostrano una mia piccola selezione di fotografie scattate sulle isole per la riproduzione; infine” sono stati “creati una serie di disegni basati su fotografie e schizzi....”. Il trentenne vulcanologo tiene a precisare che “Con la presente descrivo una delle aree vulcaniche più interessanti della terra; portatelo a conoscenza dei lettori...”.

Propongo ai lettori un bel disegno (firmato Cacilie Bader) da cui si nota lo Stromboli visto dallo Strombolicchio, nonché alcune foto interessanti del Bergeat, tra cui:
la tavola XIV Sopra: Bottaro, Lisca nera e Dattilo, dietro Panaria; sopra il Bottaro; si vede Salina delineata. Vista dalla Lisca bianca. Sotto: Veduta dal versante occidentale di Monte Chirica (Lipari). Quattropani davanti. Sopra a destra Salina con Lingua e le tre cime principali. In lontananza Filicudi. Interessante appare il passaggio di una piccola imbarcazione a vela con un uomo che la conduce; la tavola XVI. Sopra: Rinella e il Monte dei Porri a Salina. Sotto: Capo Graziano (Filicudi) dalla Val di Chiesa. Mostra chiare terrazze sulla spiaggia; la tavola XVIII Sopra: Veduta dal Castello di Lipari verso sud.

Prima sulla città e poi a destra la vetta inclinata della Fossa di Capistello, alle sue spalle a destra il monte di S. Salvatore. A sinistra sullo sfondo la sagoma del Vulcano da Punta Luccia a Cima del Monte Saraceno. Sotto: Vista dal Castello di Lipari verso la città e le vette di Lipari del Monte Guardia (a sinistra) e del Monte Giardina (a destra).

L'immagine qui sotto non è una continuazione esatta dell'immagine sopra. In particolare a destra si intravedono una moltitudine di uomini e ragazzi seduti sul muraglione; la tavola XXI: Due grandi bombe dell'eruzione della Fossa del 1888-1890 nei pressi delle Pietre Cotte.
Una pubblicazione che, ancora una volta, ci fa conoscere le Eolie nella loro bellezza di un fine ottocento raccontata anche dalle immagini disegnate e dalle fotografie dell'epoca.

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