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di Ennio Fiocco

Frans Vervloet in giro per il sud.

Frans Vervloet (Belgio 1795 + Venezia 1872) è stato un artista di formazione tardo settecentesca. Sin da giovanissimo dimostra propensione per l’arte, essendo cresciuto in una famiglia di pittori e studia presso l’Accademia di Belle Arti di Malines in Belgio, dove esordisce come paesista e pittore prospettico. Completa la formazione a Bruxelles, dove ottiene una borsa di studio per studiare e Roma. Successivamente si trasferisce a Napoli ed entra nella cerchia della Scuola di Posillipo.

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Pur risiedendo a Napoli, e precisamente a Chiaia, viaggia molto nel Sud Italia, visita la Puglia, la Calabria e la Sicilia. Esplora la Toscana e il Lazio e si spinge fino alla Dalmazia e alla Turchia, sempre desideroso di nuovi soggetti sia paesaggistici che di interni. Negli anni Quaranta si dedica ad una lunga serie di vedute napoletane per lo zar Nicola I di Russia e allo scoppiare dei moti del ’48 si rifugia a Gaeta. Instancabile osservatore e viaggiatore, lavora anche a Venezia, Livorno, e Firenze. Si trasferisce definitivamente a Venezia negli anni Sessanta, dove muore nel 1872.

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Le sue opere sono conservate al Museo di San Martino a Napoli, al Museo di Capodimonte, a Malines, a Bruxelles ed anche in collezioni private. Le numerose committenze che riceve anche dopo essere stato nominato professore onorario dell’Accademia di Napoli, lo spingono a compiere

viaggi in cerca di motivi suggestivi e nuovi. Quando si sposta a Palermo realizza l'Interno della Cappella Palatina e La cattedrale e poi parte per Istanbul dedicandosi alla realizzazione di una serie di luminose vedute della città dal Bosforo. In particolare, in Turchia esegue una serie di soggetti tipicamente orientali, come anziani che fumano oppio a terra, interni di barbieri e donne in preghiera.

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La critica insiste sulla straordinaria importanza dei suoi dipinti e creatività artistiche come la perfetta realizzazione dell’equilibrio tra le esperienze napoletane e la matrice fiamminga. Sul punto, la prof.ssa Picone (in “Il Fuidoro”, I, 1954, pp. 139-142) evidenzia lucidamente la poetica artistica del pittore belga cosi descrivendola: “Pur essendo sensibile al gusto locale, serbava intatto un suggestivo accento permeato nel sottofondo di esperienze fiammingo-olandesi”.

Il re Ferdinando II (Palermo 1810 + Caserta 1859) ha una missione che è quella di creare un nuovo consenso intorno al governo dei Borbone, così consolidando il sistema monarchico e governando per quasi trenta anni un regno che arriva a conoscere pienamente.

In questo periodo Napoli, la capitale e sede della corte, è la terza città d’Europa, dopo Londra e Parigi. In tale contesto, la predilezione della corte per la varie espressioni figurative trova conferma nella corposa presenza nelle residenze reali di dipinti di genere tra cui vedute d’interni, nature morte, marine acquistate alle esposizioni, in gran parte opera di artisti attivi fuori dai circuiti accademici e più legati al mercato e al turismo internazionale. I luoghi di destinazione delle realizzazioni artistiche saranno gli appartamenti privati dei Borbone, estranei al tono aulico delle stanze di rappresentanza, dove troveranno invece collocazione le imponenti opere allusive al secolare prestigio della famiglia reale.

In tale contesto, tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta del 1800 le sale si alimenteranno delle vedute d’interni di chiese e conventi realizzate dal Carelli, Abbati, De Francesco ed anche dall'artista che oggi presento ai lettori Frans Vervloet, che si distinguono “per un lenticolare descrittivismo e un’intima religiosità”. Dalla ricerca eseguita ho rinvenuto: una veduta di Stromboli con barche e figura femminile (vista di spalle), eseguita nel 1838 dal Vervloet su carta, con tecnica a matita e custodita a Napoli presso il museo di San Martino, nonché alcune opere interessanti dell'artista, che presento ai lettori nella loro bellezza e semplicità.

L'artista belga si è immerso in un mondo di pace, armonia e serenità, realizzando appieno il suo fine artistico con un'arte equilibrata e pura che non inquieta.

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