di Martina Costa
È stato presentato nel giardino del Centro Studi di Lipari il romanzo “Resisti, cuore” di Alessandro D’Avenia, docente, scrittore e studioso di Lettere Classiche.
Tra il verde degli alberi fioriti, il profumo della conoscenza, ed un vario pubblico di lettori, D’Avenia racconta delle “Odissee” della nostra vita. Un viaggio che ha come unica forza motrice la vita stessa.
Cari amici e lettori del Notiziario delle Isole Eolie, in una società che quasi ci obbliga all’omologazione, al modellamento dell'uno con l’altro ed alla castigazione delle nostre idee, dobbiamo sentire il bisogno di metterci in viaggio.
Itaca non è mai stata la meta, neanche per Ulisse: egli sapeva bene che sarebbe stato il viaggio in sé l’unica destinazione.
Un viaggio non facile -ancora oggi indichiamo con il termine ‘Odissea’ un evento, una situazione, travagliata, difficile-, che diventa, però, tappa fondamentale per crescere e maturare.
Ulisse sceglie il coraggio di vivere, lo fa rinunciando persino al suo nome, resistendo alla possibilità di vivere serenamente con la bella Calipso e di ricevere l’immortalità.
Ulisse sceglie la via difficile, la più tortuosa, sceglie di mettersi alla prova.
Parte da re di Itaca e ci fa ritorno da mendicante. Ma ci fa ritorno perché il suo destino è la mortalità, che guarda con gli occhi della gioia.
Gioia, sì, perché sa che la vita è una storia di antifragilità: Ulisse viene posto a numerosi “urti”, ma non cede. Si abbatte, certo, è deluso, si sente sopraffatto, ma non molla la presa.
Ne uscirà rafforzato, senza dubbio, ne varrà la pena. Al suo ritorno ad Itaca, lui che aveva perso persino la sua identità, verrà riconosciuto, dalla forza potente dell’amore, che mai permetterà la vittoria alla tenebra più oscura, da Penelope e Telemaco.
Quante volte abbiamo, come Ulisse, naufragato prima di tornare alla nostra Itaca?
Quante volte abbiamo scontato guerre che non ci appartenevano? Ulisse lo fece per dieci anni, combattendo una guerra che non era sua.
“Resisti, cuore” ripercorre i ventiquattro canti dell’Odissea inserendoli nella nostra vita quotidiana, la vita vera, e lo fa in modo scorrevole, chiaro, a tratti autobiografico, e senza dubbio emozionante.
Ecco che il viaggio di Ulisse è come un viaggio alla ricerca dell’Io.
É la curiosità del nuovo mondo, è la sete di conoscenza, è il suo volersi scoprire come uomo.
Un multiforme nel suo essere.
Eppure, Ulisse, affrontando il suo viaggio, si identifica come Nessuno.
Ulisse, è colui che vuole tornare alla terra promessa, dove tutto è niente e nessuno, dove l’identità precostituita diviene identità primordiale.
Cadono le maschere, cadono i pregiudizi, cadono gli adesivi che ci auto-incolliamo per raggiungere canoni e modelli (pre)stabiliti da un sistema-mondo.
Per restare al passo, pensiamo.
Ma quale passo?
Probabilmente quello di una società il cui tempo è dettato dall’orologio del progresso: la fiumana di verghiana memoria…
La buona notizia è che noi possiamo salvarci, proprio come Ulisse, togliendoci di dosso tutte queste etichette prestampate che abbiamo incollato sulla fronte del nostro cuore.
Diventiamo, per un pò, sconosciuti a noi stessi, offuschiamo, resettiamo, se è il caso.
Chiediamoci cosa vogliamo veramente da questa vita, perseguiamo obiettivi, attingiamo saggezza dai nostri valori, prendiamoci cura di noi stessi.
Oggigiorno, questo significa coraggio: il coraggio di vivere la propria vita non come spettatori ma come protagonisti.
Una poesia che cito e che mi piace particolarmente, “Itaca” di Konstantinos Kavafis, recita:
«Itaca ti ha dato il bel viaggio: che cos’altro ti aspetti?»
Non dobbiamo rimanere delusi se troveremo Itaca povera, la saggezza sarà ormai in noi. E, «con tutta l’ esperienza addosso già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare».
Un bellissimo messaggio di primo Novecento quello che Kavafis ci dona: la vera meta è il cammino stesso.
Lo stesso messaggio che Alessandro D’Avenia vuole consegnarci: siamo esseri mortali, viviamo a pieno questa vita, mettiamoci in discussione, mettiamoci in gioco, non permettiamo alla paura di sbagliare di prendere il sopravvento, è nello sbaglio che troviamo la chiave di lettura.
Emozioni, sfide, gioie, vittorie e sconfitte: sono la “valigia” necessaria.
Un invito, quello di mettersi in viaggio alla ricerca della conoscenza a tutto tondo. Per acquistare la saggezza della vita. Una vita che ci vuole on the road. Una vita che odia le ancore.
Grazie ad Alessandro D’Avenia, ed un ringraziamento speciale al Centro Studi Eoliano fucina di istruzione e conoscenza, una delle pietre miliari delle Isole Eolie.
Mi piace pensare che “Resisti, cuore” fu anche detto da Eolo, ad Ulisse, quando, dopo essere sfuggito dalla furia di Polifemo, trova ospitalità e protezione proprio alle Isole Eolie. Eolo regalerà ad Ulisse un otre contenente i venti contrari alla navigazione, per permettere una navigazione verso la patria-casa, serena e tranquilla. Il resto è storia…
Il cuore di Ulisse resisterà!