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Allarme personale all'ospedale di Lipari. Il Nursind di Messina guidato da Ivan Alonge rivela che gli infermieri sono chiamati in media a 25 reperibilità mensili quando la regola stabilisce un massimo di sei al mese. E ciascun dipendente ha in media due soli giorni di riposo al mese, a volte anche solo uno. “Il personale chiamato in reperibilità durante le ore notturne – spiega ancora Alonge - si è spesso ritrovato a svolgere anche il servizio mattutino programmato, con punte di 15 ore lavorate ininterrottamente”. Una situazione emersa da un'indagine del Nursind negli ultimi 9 mesi lavorativi che ha fatto scattare adesso l'allarme.
“Il personale che presta servizio mattutino – prosegue Alonge - viene spesso chiamato il pomeriggio per rientrare in servizio, per esecuzione di esami e altro senza alcuna disposizione di servizio, senza pagamento di straordinario accumulando surplus orario. È stato rilevato che il personale ha ancora un cospicuo numero di giornate di ferie da smaltire dell’anno precedente. E il personale verrebbe chiamato in regime di reperibilità anche per l’utilizzo dell’emogasanalizzatore, strumento che può essere utilizzato anche da altre figure professionali”.
Il Nursind spiega di essere “a conoscenza di una nota inviata dal responsabile del complesso operatorio nella quale richiede due unità di personale infermieristico” e di avere chiesto alla Direzione generale dell’Asp 5 di Messina “urgente risoluzione considerata la gravità dei fatti. L’Asp 5 di Messina il 28 maggio 2018 ha inviato nota con la quale ha comunicato di voler utilizzare altre graduatorie per inviare personale infermieristico per l’emergenza esposta. Ma ad oggi nessun provvedimento efficace è stato messo in atto”.
Alonge quindi chiede un intervento urgente perchè “i pazienti che afferiscono al servizio meritano di ricevere un assistenza dignitosa e non di essere assistiti da personale che non ha effettuato il normale riposo e sottoposti a continuo stress lavorativo. Si chiede agli organi preposti un intervento al fine di ristabilire quantomeno una condizione di sicurezza per gli utenti, dignità professionale e rispetto della vita privata per i lavoratori”.

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di Lillo Miceli

stata pubblicata sulla Gurs di oggi la nuova rete ospedaliera siciliana. Con il decreto firmato dall’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, potrà partire la riorganizzazione dell’assistenza sanitaria ospedaliera che avrà una nuova geografia: non ci saranno tagli di posti letto, anzi ci sarà un incremento di 1.400 nuovi posti letto che, sommati ai circa 17mila già attivi, faranno cresce la disponibilità ad oltre 18mila posti letto.

La nuova rete ospedaliera tende a riequilibrare il numero di posti letto per acuti e quelli di lungodegenza, destinati ad aumentare. Un fenomeno che coinvolgerà anche le case di cura private che dovranno trasformare da acuti a lungodegenti 133 posti letto.
 
Non è una questione di lana caprina la distinzione tra “acuti” e “lungodegenti”: cambia infatti notevolmente il costo del rimborso. Appena i direttori generali delle Asp e delle Aziende ospedaliere avranno ricevuto il via libera dall’assessore Borsellino, potranno, in base alle piante organiche, bandire i concorsi per l’assunzione di centinaia di medici e di infermieri. Finora il sistema sanitario regionale si è retto sul lavoro di medici e parasanitari con contratto a tempo determinato.
 
La Regione ha tre anni di tempo per portare a regime la nuova organizzazione, che si basa sulle grandi aziende ospedaliere e quelle di alta specializzazione come il “Civico” di Palermo e il “Cannizzaro” di Catania, e le Aziende ospedaliere di Palermo, Catania e Messina. Le piccole strutture, invece, diventeranno ospedali riuniti, accorpati per distretti e con specializzazioni diversificate. Per esempio, a Palermo, oltre l’azienda di alta specializzazione “Civico” e l’azienda ospedaliera “Cervello-Villa Sofia” e il Policlinico universitario, sono previsti tre distretti: il primo, riunisce gli ospedale di Partinico e Corleone; il secondo, quello di Termini Imerese e Petralia Soprana; il terzo, l’ospedale “Ingrassia” di Palermo e Villa delle Ginestre, centro per la riabilitazione e la cura dei paraplegici, mai decollato. Gli ospedali di questi tre distretti ricadono sotto la giurisdizione dell’Asp 6 di Palermo.
 
Tre distretti sono previsti anche a Catania, oltre ai grandi ospedali: il primo, riunisce gli ospedali di Acireale e Giarre; il secondo, Biancavilla, Bronte e Paternò; il terzo, gli ospedali di Militello Val di Catania e Caltagirone.
 
Due i distretti, invece, previsti a Messina: il primo comprende l’ospedale di Patti, Sant’Agata e Mistretta; il secondo, Milazzo, Barcellona, Lipari e Taormina.

Due i distretti pure in provincia di Agrigento: il primo, comprende l’ospedale San Giovanni Di Dio del capoluogo e gli ospedali riuniti di Canicattì e Licata; il secondo, gli ospedali di Sciacca e Ribera.
 
Nel Nisseno, è previsto un distretto che comprende l’ospedale di Caltanissetta, quello di San Cataldo e quello di Mussomeli; il secondo accorpa Gela, Niscemi e Mazzarino.
 
L’ospedale di Siracusa con quelli di Avola e Noto, darà vita al primo distretto della provincia aretusea; il secondo distretto, sarà composto dagli ospedali di Augusta e Lentini.
 
In provincia di Ragusa, l’ospedale “Arezzo” con Vittoria e Comiso daranno vita al primo distretto, mentre il secondo sarà formato dagli ospedali riuniti di Modica e Scicli.
 
Trapani, Alcamo e Pantelleria, costituiranno il primo distretto; Marsala, Salemi, Castelvetrano e Mazara del Vallo il secondo.
 
Pure la provincia di Enna avrà due distretti: il primo, Enna-Piazza Armerina; il secondo, Nicosia-Leonforte.
 
Successivemante, si passerà all’accorpamento delle unità operative. Per esempio, se due ospedali riuniti hanno ciascuno 10 posti letto in chirurgia generale, si creerà un reparto con 20 posti letto in uno dei due nosocomi. Non saranno tagliati posti letto ma, secondo alcuni calcoli, dovrebbero esserci 500 primari in meno. Ed ancora, negli ospedali in cui saranno chiusi i punti nascita per il basso numero di parti, rimarranno comunque i reparti di ostetricia. Infine, oltre l’Ismett di Palermo, mantengono lo status di “sovraprovinciali” l’Oasi di Troina, il Bonino Pulejo di Messina e il polo di riabilitazione di Enna.

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