Vulcano - Nell’area della baia di Levante tra la pozza dei fanghi ancora chiusa per il rischio gas e il mare che bolle nuove verifiche dell’Ingv per ben quattro giorni. Rientrano nell’ambito del progetto “Pianeta dinamico – Wundervul (Toward a wider understanding of Vulcano)”.

Difatti è in pieno svolgimento “l’esperimento”. Si tratta di un set di misure geofisiche e geochimiche svolte in contemporanea da vari gruppi di ricerca delle sezioni INGV di Palermo, Catania (Oe), Napoli (Oo), Roma (Ont) e Roma 1. I ricercatori effettuano misure di flusso di Co2 dalla superficie della vasca di fango e dal suolo, misure di concentrazione in aria di Co2 e H2S, misure areali di temperatura del suolo, misure infrasoniche attraverso una mini-rete di sensori acustici cui è associato un velocimetro, misure di degassamento sottomarino con un idrofono, misure 2d di resistività elettrica.

Nell’area è stata installata anche una stazione meteo, con anemometro. “Sarà così possibile – spiegano i vulcanologi - creare un geodatabase integrato di dati relativi a questa specifica area dell’Isola, molto affollata in estate ed esposta quindi a vari fenomeni pericolosi”.

Il laghetto termale – come è noto – per alcuni anni era stato sequestrato dalla procura della Repubblica di Barcellona. Contestava illeciti edilizi. Poi dopo il ripristino dello stato dei luoghi da parte della società Geoterme che lo gestisce, si stava per riaprire per la gioia anche dei turisti che arrivavano da ogni parte del mondo per i benefici che fisicamente ottenevano con i fanghi, ma l’aumento della fuoriuscita dei gas, ha bloccato il tutto.

Ora con i nuovi rilievi si intende accertare se la pozza finalmente potrà essere riaperta. I vulcanari non vedono l’ora perché è un traino a livello turistico.

2 SETTEMBRE 2023 
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