di Enrico Cuccodoro*
Per gli Amici lettori del Notiziario delle Isole Eolie annoto qui alcune mie brevi valutazioni circa le energie da impiegare costruttivamente per la tutela della Carta costituzionale repubblicana, nello sviluppo di libertà e diritti con piena, incisiva dignità del nostro vivere civile.
Di fronte al binomio fedeltà alla Repubblica - Costituzione, non occorrono molte parole per richiamare la comune consapevolezza sulla specificità della Costituzione. Altresì, il concetto di fedeltà, similmente complesso al pari del primo, reca in sé una molteplicità di profili evocati e di volta in volta evocabili. I due citati “microcosmi”. hanno in comune l’orizzonte temporale: il passato – che evoca accadimenti istituzionali, politici e sociali tanto decisivi e qualificanti per la tradizione del Paese, – il presente – carico di inquietudini nel contesto dei nuovi tempi e delle sfide contingenti – e, poi, il futuro – che in attesa degli esiti idonei – forse, al fine del poter riuscire ad annodare, pur sempre, fili e nodi costituzionali presenti nel tessuto aperto della transizione praticabile verso accettabili cambiamenti. Tutto ciò, nell’auspicabile idem sentire de republica, qualità non competitiva o contendente, bensì sintesi proficua nell’omogeneità culturale da tendere intorno a questioni veramente di fondo della comunità sociale, così da renderla più giusta.
Come fu annotato decenni fa, anche adesso avvertiamo, tutti, come questo nostro momento, difficile e sospeso, resta dilaniato da “cataclismi fisici e metafisici”, tali da impegnarci in favore del patrimonio comune che, di generazione in generazione, può opportunamente sedimentarsi verso la nostra Costituzione: bandiera di libertà, missione costante di impegno civile e morale, baluardo di democrazia per l’Italia e per l’identità che come Nazione ci distingue in Europa e nel mondo, secondo principi di legalità e giustizia, equilibrio fra poteri al centro e nei territori, rispetto convincente della sovranità popolare, infine ora, incisiva, appassionata aspirazione alla pace.
Repubblica e Costituzione, perciò, significa dovere sempre trattare della complessità che la forza di popolo è in grado di imputare nello statuto dei governanti per i governati alla “cittadella delle istituzioni”, custodi di ragione del Paese. É per tali tendenze di ragionevolezza e buon fondamento di ragione che si possono ascrivere e affermare tanto richieste di rinnovamento ponderato, quanto espressioni potenziali di integrazione quali risorse indispensabili nel dare vigore e continuità alla necessaria partecipazione al “patriottismo costituzionale”.
Senza enfasi alcuna, pertanto, il “valore della Costituzione” è segno della nostra sostanziata forza di identità plurale, del peculiare raccordo fra le generazioni a presidio della libertà, dei diritti e doveri, della giustizia, contro ogni barbarie, prevaricazione e tirannia. Di sicuro, secondo tali linee ispiratrici incardinate nella Legge fondamentale e via via nelle intervenute integrazioni, si possiede fra le mani, non un “libro dei sogni”; ma pur nel bisogno di pienamente completarsi e attuarsi per lettera e spirito della sua energia programmatica, quale disposizione che si amplifica e via via si espande guardando a ciò che evolve, la Costituzione vive la storia della Nazione se le regole e i principi condivisi sono accolti dai cittadini e presenti nella esigenza di coesione e sostegno della comunità, nei tempi e nelle fasi in apparente mutamento della società contemporanea.
Tanto nelle riconosciute, accertate pagine di esperienza storica, quanto nell’interesse specifico della politica odierna, a presidio di estesi diritti e perfezionate garanzie di consapevole cittadinanza, in grado, davvero, di saper muovere lo sguardo oltre contingenze e necessità, convenienza e facile tornaconto, ebbene, si deve poter valutare e decidere, sempre, in ragione e largo consenso per l’intera Casa comune degli Italiani.
Con la fierezza delle parole di Sandro Pertini Costituente, giova rammentare a tutti e, specialmente, alle nuove generazione che la nostra Carta Repubblicana: “non ci è stata donata su un piatto d’argento da qualcuno…, non è caduta dal cielo, non è il frutto di una elaborazione di un gruppo di esperti dietro una scrivania. Essa è stata una conquista di tutto il popolo italiano, della sua storia, delle sue forze politiche; è scaturita direttamente dagli ideali e dalla cultura della Resistenza, dalla fede e dalle convinzioni di migliaia di morti antifascisti”.
*Costituzionalista-Direttore di “Quaderni Salentini”. Istituzioni e Società Civile-Coordinatore nazionale Osservatorio Istituzionale per la libertà e la giustizia sociale “Sandro e Carla Pertini”
28 SETTEMBRE 2021
L’Intervista del Notiziario al prof. Enrico Cuccodoro, a lezione con"Gli Impertinenti”