bartdi Mario Gianpaoli

Cari amici del Notiziario, ho scritto per il nuovo libro di mia madre Mariella Delfini, questa brevissima favola che non tutti conoscono:

“Ma tu tieni a Coppi o a Bartali?”…60 anni fa questa era la domanda in ogni discussione di ciclismo. Il dualismo Coppi-Bartali divideva in due l’Italia (e spesso anche l’Europa). Coppi “il campionissimo”, “l’airone”,  vince le sue gare con distacchi mostruosi, distrugge gli avversari…Bartali “l’uomo di ferro”,  è l’unico che gli sta a ruota e a volte riesce a batterlo. Sono avversari, nemici ma anche amici e accendono i cuori degli sportivi in quel triste periodo che precede la seconda guerra mondiale.  Bartali era anche l’uomo del regime, Mussolini contava su di lui per dimostrare che l’Italia vinceva anche all’estero e “Ginettaccio” non fa nulla per prendere le distanze dal fascismo. Ma Bartali continua a pedalare e le sue gambe fanno lavorare il suo grande cuore. E così, solo dopo la sua morte, si verrà a sapere che si era servito della sua fama e delle sue gambe per fare il corriere, trasportando documenti, carte, passaporti che avrebbero salvato la vita a centinaia di Ebrei destinati a essere estradati nei  famigerati campi di sterminio nazisti. Bartali è morto senza rivelare il suo magnifico segreto. Ma oggi noi siamo venuti a conoscere e quando ci chiederanno : “Ma tu tieni a Coppi o a Bartali?” sapremo cosa rispondere.

 

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