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I barcaioli narrano che la statua sia stata realizzata da uno scultore danese in vacanza nell’isola di Vulcano agli esordi degli anni Sessanta, il quale si sarebbe innamorato perdutamente di una “vulcanara”, al punto che l’avrebbe ispirato per creazione di una scultura marmorea. Per l’appunto la “Sirenetta” collocata successivamente sullo scoglio che sorge nei pressi di valle Roja.

Ovviamente, si tratta di una balla colossale, verificata attraverso un’accurata ricerca effettuata, con la preziosa collaborazione di un parente di chi quella scultura l’ha fatta realmente realizzare.

Quella statua che domina un piccolo “atollo” proprio all’ingresso del porto di Levante, viene comunemente intesa come la “Sirenetta”, ma in realtà non si tratta di una vera “Sirenetta” benché si tratti di una scultura raffigurante una giovane donna attraente. A differenza della “vera Sirenetta” di Copenaghen, la scultura di Vulcano riproduce una donna con gli arti inferiori (si scorgono comunque poco anche da vicino), e non della “tradizionale” pinna.

Secondo le nostre ricerche, si sarebbe trattato di un “errore” dello scultore, tenuto conto che nelle intenzioni di chi l’ha fatta realizzare c’era la volontà di riprodurre pedissequamente la scultura di Copenaghen.

Chi la fece realizzare?

Enzo Compagno, medico, direttore del reparto di Chirurgia dell’ospedale di Lipari, palermitano di origini ma ormai trapiantato a Lipari da una vita, ci ha aiutato a ricostruire la “vera” storia della “Sirenetta” di Vulcano.

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Pippo Compagno, morto nel 2020 all’età di 84 anni, durante la seconda ondata della pandemia, era cugino di Enzo e nel lontano 1956, prima di essere assunto dalla Regione, all’assessorato agli Enti Locali, era l’uomo di fiducia di Attilio Castrogiovanni, avvocato nativo di Linguaglossa, in provincia di Catania, con la passione per la politica. Fu deputato all’Ars e ricoprì a lungo il ruolo di segretario del Movimento Indipendentista Siciliano. Castrogiovanni, oltre a svolgere la professione di avvocato, si occupava di edilizia, ed era approdato a Vulcano sul finire degli anni Cinquanta. E proprio a Vulcano aveva deciso di realizzare in quell’isola ancora “vergine” un villaggio turistico. Avrebbe dovuto sorgere in corrispondenza di Valle Roja, laddove – riferisce Enzo Compagno – non lontano quindi dalla “Sirenetta”. Il villaggio non venne mai costruito, mentre i primi insediamenti abitativi vennero successivamente realizzati a porto Levante.

Castrogiovanni decise all’epoca dei fatti (siamo nel 1956) di abbellire la zona dando incarico a Pippo Compagno di fare realizzare una scultura da collocare proprio in quello specchio di mare. Compagno era reduce da un viaggio nei Paesi nel Nord Europa – racconta il cugino -, e pensò bene di “copiare” la statua simbolo di Copenaghen. La scultura l’avrebbe realizzata un artista catanese – purtroppo non è stato possibile risalire alla sua identità -, il quale sulla base di una fotografia fornita dallo stesso Compagno riprodusse la scultura, ma solo parzialmente.

La statua sarebbe (il condizionale è d’obbligo) stata collocata nell’agosto del 1956.

Le differenze con la Sirenetta di Copenaghen

La prima differenza riguarda il materiale. Quella “originale” danese è stata realizzata in bronzo, mentre la scultura di Vulcano è realizzata in marmo. mentre la Sirenetta danese ha i capelli raccolti e volge lo sguardo verso il mare con la testa leggermente china, quella eoliana, non ha i capelli raccolti e volge lo sguardo verso il cielo. Infine, la differenza più evidente è rappresentata come detto dalla parte inferiore. E’ differente anche la postura e la posizione delle braccia.(messinaoggi.it)

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La Sirenetta di Copenaghen 

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