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Marevivo saluta il nuovo Ministero del Mare lanciando un appello su Legge Salvamare e Aree Marine Protette

Mentre Marevivo, dal Museo Darwin Dohrn dove si svolgeva il convegno “Il mare di Napoli: morte o rinascita”, lanciava il suo ennesimo appello per ottenere una cabina di regia per il mare, è arrivata la notizia che tra i ministeri del nuovo governo era stato previsto un dicastero, anche se senza portafoglio, per il Mare. 

“Ci auguriamo che il nuovo Ministero del Mare possa ricoprire quel ruolo di collettore e coordinamento di tutte le istanze che compongono la gestione corretta di un bene comune, dalla sua salute al commercio, dal turismo alla protezione, dalla pesca al trasporto. È oggi quanto mai necessario dedicare la giusta attenzione alla salvaguardia di un bene prezioso come l’ecosistema marino” ha dichiarato Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo.

Il convegno, moderato dal giornalista Alessandro Cecchi Paone e organizzato con la Delegazione Marevivo Campania, insieme alla Fondazione Dohrn, alla Stazione Zoologica Anton Dohrn e alla Federazione Italiana Canoa Kajak, ha delineato un quadro che ritrae lucidamente lo stato di salute del Golfo di Napoli, analizzando le tematiche, quanto mai attuali, degli impianti di depurazione, dei fondi europei finanziati e non ancora finalizzati, dell'overfishing, delle Aree Marine Protette, delle foreste marine a rischio e della perdita, con conseguenze gravissime, della biodiversità.

Altri importanti appelli sono emersi durante l’incontro che ha visto, intorno al malato mare, scienziati e politici, direttori di Aree Marine Protette e ambientalisti. In primis, l’urgenza di velocizzare i decreti attuativi della Legge Salvamare, licenziata dal Parlamento l’11 maggio dopo quattro lunghi anni di iter legislativo, un provvedimento importante che consente ai pescatori di riportare a terra i rifiuti, soprattutto quelli plastici indistruttibili, che creano grandi danni alla vita del mare e alla salute umana. Il provvedimento prevede sistemi di raccolta delle macroplastiche galleggianti alla foce dei fiumi e tanto altro.

La depurazione delle acque, illustrata dall’Ing. Gualtiero Parisio, Coordinatore del Comitato tecnico-scientifico di Marevivo, e le foreste sommerse grandi produttrici di ossigeno dalla Prof.ssa Simona Fraschetti dell’Università Federico ll, purtroppo in grande regressione, sono stati i temi portanti delle relazioni accompagnate da immagini sconvolgenti del prima e dopo di fondali subacquei completamente desertificati e ricoperti di rifiuti di ogni genere.

La preziosa biodiversità marina molto ricca ai tempi della nascita della Stazione Zoologica Anton Dohrn alla fine del 1800, raccontata dal Presidente Ferdinando Boero e dal Vicepresidente Enzo Saggiomo della fondazione Darwin Dohrn, si è fortemente ridotta tanto da richiedere con forza l’istituzione di Parchi Nazionali Marini sempre più estesi, controllati e sostenuti da fondi adeguati.

È il tema di un altro appello lanciato dai due direttori delle AMP presenti: Antonino Miccio del Regno di Nettuno e da Maurizio Simeone Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola, che ha proiettato un video del troppo pieno di un depuratore che sversa le sue acque luride a pochi metri della zona protetta.

Le istituzioni presenti, dal Commissario di Governo Maurizio Giugni, all’Assessore del Comune di Napoli con la Delega al mare Paolo Mancuso, all’Assessore regionale al turismo Felice Casucci hanno risposto alle tante sollecitazioni mettendo in evidenza la difficoltà di portare a compimento i progetti a causa di estenuanti lungaggini burocratiche che ci costringono a subire multe per infrazione sull’ordine dei 60 milioni annui per la mancata depurazione.

Anche a causa degli aumenti per materiali ed energia, i progetti hanno subito un incremento insostenibile per le casse dello Stato. L’economia legata al mare del Golfo di Napoli sta subendo da troppo tempo danni incommensurabili: per questo bisogna intervenire subito e bene.

A seguire uno spettacolare ed emozionante flash-mob sul bordo del mare a Santa Lucia, in Via Caracciolo, con il plastico sugli scarichi in mare realizzato dai giovani studenti e dall'Associazione Scugnizzi a vela, ha dato voce al mare malato con le maschere dell’urlo di Munch indossate da giovani e meno giovani, donne e uomini, bambini e insegnanti, per sostenere a gran voce le richieste di urgenti soluzioni concrete.

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