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di Alfredo Anselmo

Si è tenuto a Milazzo, il convegno “Autonomia e Indipendenza della Magistratura, un Diritto dei Cittadini un Dovere dei Magistrati” organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Barcellona P.G., dalla Fidapa BPW-Italy sez. di Milazzo e dalle associazioni Sciarpabianca ed Hermes.

Inizio fra il patriottico e l’istituzionale con i relatori in piedi e Giusy Aricò a cantare l’Inno Nazionale. Quindi parola all’avv. Maria Rosaria Cusumano, moderatrice dell’evento, che ha salutato i presenti introducendo il tema in discussione. “Questa non vuol essere una commemorazione, perché il giorno della strage ci leviamo il cappello e il giorno dopo ce lo rimettiamo, non vogliamo questo, il nostro proposito è riflettere sulla disaffezione da parte dei cittadini nei confronti della Magistratura. Gli argomenti di stretta attualità quali la scoperta della Loggia Ungheria, la riforma Cartabia devono aiutarci a prendere coscienza su cosa ha significato il sacrificio di Falcone e Borsellino, vittime della mafia.”

Secondo intervento di saluto è stato quello dell’avv. Natascia Fazzeri, Presidente della Fidapa ma anche in rappresentanza dell’Ordine degli Avvocati, la quale ha tenuto a ringraziare prima il Sindaco per la presenza e per la bellissima location, poi la Cusumano per aver coinvolto la sua associazione, quindi ha così proseguito: “Noi vogliamo creare un pensiero critico, il dialogo e il confronto sono le colonne portanti di ciò che dovrebbe essere la società. Quest’anno festeggiamo 10 anni nei quali abbiamo fatto tanto a Milazzo. Questa sera mi trovo anche in questa doppia veste, in qualità di consigliere dell’Ordine degli Avvocati e porto i saluti del Presidente che ha avuto un contrattempo e non è potuta venire. Abbiamo accolto con entusiasmo l’invito.

A seguire ha preso la parola il Sindaco dott. Pippo Midili, che ha dato il benvenuto a tutti gli intervenuti per la presenza in questa giornata che cade con qualche giorno d’anticipo rispetto all’anniversario della strage di via D’Amelio. “Non mi interessa aprire un dibattito politico riguardo la Magistratura ma credo che questa dovrebbe essere autonoma e in grado di decidere senza pressioni di nessun tipo. Grazie per questo evento e grazie anche alla Fidapa per quello che ha fatto in questi 10 anni.

Il Giudice Onorario Ennio Fiocco, nel proprio intervento, ha fatto innanzitutto riferimento al libro scritto da Sallusti e Palamara nel quale viene evidenziato un ‘sistema’ con varie correnti legate alla politica, una vera e propria spartizione che non fa onore ai magistrati e ci si chiede a chi rispondano questi ultimi? Alla legge? al CSM? Fiocco ha così proseguito: “Una riforma va fatta, non possiamo attendere altro tempo. La riforma voluta dalla ministra Cartabia soddisfa certamente una parte dell’avvocatura. Aristotele parlando del giudice lo definisce l’uomo del giusto mezzo. Quando due parti vanno in conflitto fanno riferimento a lui per una sentenza imparziale. Per cui è fondamentale l’autonomia di giudizio del magistrato nell’interesse della giustizia stessa e non certo di qualcuno in particolare.” Facendo poi riferimento ad una dichiarazione dell’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, Fiocco ha sottolineato come non si debba confondere la libertà di critica con denigrazione, insinuazione, calunnia. Gettare discredito significa minare i pilastri del nostro ordinamento democratico.” Il Giudice Onorario ha chiuso il proprio lungo intervento facendo riferimento alle figure di Borsellino e Falcone,” legati a doppio filo per cui prima isolati entrambi quindi eliminati perché anima del maxiprocesso ma non solo… loro sono stati l’esempio più importante di indipendenza ed autonomia. Comunque qualche mela marcia non deve farci perdere la fiducia nella Magistratura onesta e corretta.”

Molto attesa ed anche interessante la relazione dell’ex Senatore Avv. Domenico Nania il quale ha evidenziato come in trent’anni, dal 1965 al 1995, in Sicilia vi siano stati 250 delitti mafiosi nei quali sono morti magistrati, docenti, politici; ma in questo lungo tempo una seria lotta alla mafia non vi era stata, fu Giovanni Falcone a comprendere che bisognava cambiare l’impianto e fare una legge sui pentiti che comportasse benefici.
Da bravo investigatore comprese che bisognava seguire il flusso di denaro e per questo si è avvalse dell’abilità di Borsellino che aveva pure un’ottima memoria. Furono i primi a scoprire la struttura verticistica di Cosa Nostra e proposero l’istituzione della Procura Nazionale Antimafia, una struttura centralizzata in modo di avere il panorama della situazione a 360 gradi e non spezzettare le varie inchieste. Queste visioni da parte di entrambi portarono alla loro morte e Nania ricorda che il potere politico dopo la scomparsa di Falcone restò inerme invece di proteggere Borsellino, lui stesso aveva pensato di proporlo come candidato alla Presidenza della Repubblica, ma non se ne fece nulla.

Il Sen. Nania ha poi ricordato altri episodi, come quando Falcone fu accusato di essere amico di Giulio Andreotti da Leoluca Orlando e fu poi soggetto ad una sorta di gogna mediatica da una precisa parte politica e lo stesso giornalista Saverio Lodato giornalista scrisse delle sevizie subite dal giudice ad opera del CSM, che non votandolo alla Superprocura nei fatti lo condannò a morte. “Oggi i magistrati vanno in tv e dicono da che parte stanno, questo è inaccettabile, occorre tornare al magistrato indipendente” la significativa chiusura di Domenico Nania.

A seguire ha parlato Benedetto Gianlombardo, dell’associazione Antiracket FAI, il quale ha prima ricordato il Giudice Alfonso Giordano, scomparso qualche giorno fa, che fu l’indimenticabile Presidente del maxiprocesso, dopo che ben 12 giudici avevano rinunciato. “Vorrei dedicargli un applauso perché si può avere paura ma quando c’è il senso di dovere questo va oltre la paura.” Gianlombardo ha poi ricordato anche il giudice Caponnetto, cedendo

infine la parola al Giudice Onorario Gianluca Manca che, dopo i ringraziamenti, ha ricordato che conobbe il figlio e la sorella di Paolo Borsellino, con i quali si sente accomunato dalla ricerca di verità e giustizia. “All’epoca delle stragi mi trovavo in Inghilterra ed acquistai un the con l’immagine di Andreotti che guardava da sopra una nuvola le macchine della strage di via D’Amelio. Spiace constatare che purtroppo in quel periodo le istituzioni erano più votate al male. Credo che una trattativa tra Stato e Mafia vi fu realmente e dovremmo chiederci tutti perché le stragi finirono improvvisamente?

Il convegno si è chiuso con le parole di Maria Rosaria Cusumano che si è detta compiaciuta per quello che è stato un dibattito plurale, a più voci. “Lo Stato siamo tutti noi tutti. Quando c’è una strada sassosa, se poi tolgo i sassi e non concimo e la coltivo non darà frutti. Questi convegni servono concimare per dar frutti.”(orawebtv.it)

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