Tribunale, riapertura il 6 ottobre. E non può essere a metà
Disposta la riattivazione delle sezioni distaccate delle isole minori. Di Tursi (presidente dell'Associazione forense): "C'è la possibilità che assegnino solo le cause successive. Ma il funzionamento degli uffici elbani deve essere pieno"
In osservanza del decreto emanato dall’ attuale ministro della Giustizia in data8/5/2014, è stata disposta la riapertura delle Sezioni distaccate dei Tribunali della tre isole minori, con inizio di funzionamento fissato al prossimo 6 ottobre (per l’ Ufficio di Portoferraio). Lo schema del decreto legislativo del 27/1/2014 (emanato poi il successivo 19/2/ con il n.14), aveva previsto il ripristino delle tre Sezioni distaccate insulari (Ischia- Portoferraio e Lipari) “ in considerazione delle oggettive e peculiari difficoltà di collegamento dei luoghi insulari” (art. 10). Nel pieno rispetto della normativa succitata, e dei criteri di economicità e funzionalità a cui è improntata la stessa riforma della geografia giudiziaria , anche questi Uffici dovranno essere pienamente operativi e produttivi, così da svolgere la funzione assegnata loro dal legislatore. Allo stato, in assenza di specifiche disposizioni ministeriali, sussiste la possibilità che il decreto del Ministro venga attuato, assegnando alla Sezione di Portoferraio esclusivamente i procedimenti ( civili e penali ) che andranno ad iniziare dopo la data del 6/10/2014, e non già tutto il contenzioso pendente dinanzi alla sede centrale di Livorno, già proveniente dalla Sezione soppressa, o instauratosi dopo la sua chiusura.
Nel primo caso, l’ Ufficio verrebbe riaperto esclusivamente per la trattazione di pochissimi procedimenti , che non giustificherebbero i pesanti costi per la riapertura della Sezione ed il suo mantenimento, contravvenendosi così a quei criteri di efficienza ed economicità ai quali deve comunque sempre improntata l’amministrazione della Giustizia. Sotto altro profilo, tale attuazione del decreto ministeriale contrasterebbe con le stesse esigenze contenute nello schema del d. l.vo n. 14/2014, laddove si intendono rimuovere i gravi disagi delle popolazioni insulari. La mancata trattazione su questi territori, quantomeno del contenzioso già pendente (e quindi la ripresa di una accettabile funzionalità dell’Ufficio), renderebbe sostanzialmente vana la riapertura, costringendo comunque la popolazione, le forze dell’Ordine e la Polizia Penitenziaria (Casa di reclusione di Portoazzurro) a recarsi sistematicamente a Livorno, laddove è pendente tutto il carico proveniente da Portoferraio. Parimenti dicasi per lo svolgimento dei servizi Unep nelle sedi insulari, laddove non venisse ripristinato direttamente nelle Sezioni Distaccate. Ciò comporterebbe trasferte giornaliere degli stessi addetti agli uffici Unep da Livorno a Portoferraio, con tempi di esecuzione abnormi e costi insostenibili per gli utenti ( stante l’ammontare della lunga trasferta).
Anche in questo caso, tale organizzazione del servizio (trasferte da Livorno a Portoferraio dei dipendenti via terra e via mare), contrasterebbe con criteri di efficienza ed economicità. L’attuazione effettiva delle norme che hanno disposto la riapertura delle Sezioni insulari, passa in realtà necessariamente attraverso il pieno funzionamento di questi Uffici, costituito dalla trattazione di tutti i procedimenti già pendenti e derivanti dal territorio di competenza , comprese le esecuzioni (quantomeno quelle mobiliari) ed i servizi Unep. Una diversa attuazione vanificherebbe, di fatto, il complesso percorso legislativo, nonché l’espressa volontà del legislatore, esattamente individuata nello schema di decreto legislativo del 27/1/2014, laddove la piena ed efficiente riapertura si rende necessaria per superare le oggettive e peculiari difficoltà di collegamento dei luoghi insulari.
*Presidente Associazione forense elbana
I COMMENTI.
di Salvatore Leone
Luca Zaia presidente del Veneto torna alla carica sul Tribunale di Bassano, in vista del Consiglio dei Ministri che potrebbe affrontare anche il tema dei tagli nel sistema della giustizia. "CHI ADESSO PUÒ SALVARLO – HA SOTTOLINEATO – È LA STESSA COMPAGINE GOVERNATIVA CHE HA CHIUSO UN TRIBUNALE IN GRADO DI GARANTIRE TEMPI DI giustizia ASSOLUTAMENTE AL DI SOTTO DELLE MEDIE DI ALTROVE".
Ormai, lo sappiamo tutti, il taglio dei Tribunali è stato una pessima riforma. Tutto è peggiorato. E del resto i disagi, i ritardi ed i maggiori oneri patiti da tutti i cittadini che chiedono giustizia, specialmente per quelli che vivono nelle isole. Per la soppressione dei tribunali sono all'ordine del giorno: unghe code in cui si imbatte in cancelleria oltre ai maggiori costi per le notifiche ed i pignoramenti, per arrivare fino ai tempi più lunghi per la fissazione di una causa. I Liparoti se ne sono già accorti. Quindi che il 6 ottobre il Tribunale di Lipari riapra a regime pieno. Altrimenti abbiamo scherzato...
di Angelo Pajno
Soppressione tribunali "minori": non è finita!
La pubblicazione della nota del collega Li Tursi - presidente della Associazione Forense dell'isola d'Elba, ha fotografato in maniera impietosa quella che si appalesa come una colossale "presa per i fondelli" per le popolazioni insulari.
La tanto sbandierata riapertura - ancorchè " a tempo"- delle sedi tribunalizie distaccate di Ischia, Portoferraio e Lipari rischia infatti di essere un rimedio peggiore del male ove si consideri, almeno per quanto riguarda nello specifico l'Ufficio eoliano, che i disagi lamentati ed ai quali l'art. 10 del D.lvo 19.02. 2014 n.14 espressamente dichiarava di voler porre rimedio rischiano, paradossalmente, di amplificarsi, duplicandosi.
Con apposito decreto, infatti, il Presidente del Tribunale di Barcellona P.G. ha disposto che Lipari riavrà solo una parte del contenzioso pregresso trattenendo presso la sede principale materie di primaria importanza quali tutti i procedimenti sommari (ricorsi d'urgenza, possessori, ecc.), quelli per decreto ingiuntivo, quelli mobiliari, la volontaria giurisdizione.
Altrettanto pregiudicata risulta poi la situazione in sede penale ove, a seconda dell'incardinamento dei diversi processi, questi saranno trattati a Barcellona o a Lipari, con duplicazione della presenza di testi istituzionali (carabinieri, G.d.F.,VV.UU, funzionari degli uffici comunali, ecc.) e di privati cittadini, oltre che delle parti interessate.
Dovrà poi trovare soluzione anche il ripristino integrale dell'Ufficio UNEP (per intenderci: gli ufficiali giudiziari) atteso che, con l'accorpamento all'ufficio UNEP di Barcellona, il costo delle notifiche e delle esecuzioni ha subito un incremento tale da essere oggi difficilmente sostenibile dal cittadino - utente eoliano; si sfiora la denegata giustizia.
In sintesi: un massacro!
E senza contare le difficoltà per gli avvocati che si troveranno spesso ( e non certo volentieri) ad essere contestualmente impegnati innanzi il Giudice di Pace di Lipari, il Tribunale di Barcellona e quello di Lipari con consequenziali istanze di rinvio e quindi allungamento dei tempi di definizione dei processi e delle cause.
Davvero un bel risultato, complimenti.
Occorre quindi una incisiva azione degli operatori del diritto eoliani e delle istituzioni locali affinchè la riapertura della sede liparese diventi definitiva (la "temporaneità" non serve a nessuno) e sia adeguatamente presidiata da personale di cancelleria e giudicante stabile e di carriera non essendo ulteriormente tollerabile l'affidamento della funzione giurisdizionale ad un GOT , per sua stessa definizione un magistrato "a mezzo servizio", o a cancellieri "condivisi" con altri uffici e quindi dalla presenza saltuaria.
L'impegno degli avvocati eoliani è certamente assicurato ( con le fisiologiche eccezioni), ci auguriamo che altrettanto facciano le istituzioni in quanto troppo rischioso appare affidarsi alla sola carta TAR.
Per l'intanto rinnova fiducia la notizia che la sempre più attiva regione Abruzzo ha deliberato, nominando i relativi delegati, il ricorso ad una nuova iniziativa referendaria su tre quesiti formulati in maniera tale da superare - si spera - le osservazioni della Consulta che, nel dicembre del 2013, ha dichiarato inammissibile la precedente iniziativa.
A questo punto basta che altri quattro Consigli regionali si associno perchè si possa ritornare a sperare in una consultazione popolare sulla soppressione (meglio sarebbe dire: sconsiderata falcidia ) dei tribunali c.d. minori.
Naturalmente non mi faccio illusioni circa la partecipazione della Sicilia, già assente eccellente nella precedente iniziativa, impegnata, ora come allora ( ma guarda!), a discutere di rimpasti di giunta ed amenità del genere.
Sursum corda, quindi.
----Addio debitori-furbetti che tacciono o nascondono i propri beni da pignorare al creditore e all'ufficiale giudiziario. Con il nuovo decreto legge di riforma della giustizia civile approvato nell'ultimo Consiglio dei ministri viene modificato sostanzialmente il processo esecutivo. Lo scopo dell'intervento è, da un lato, una maggiore tutela dei creditori e, dall'altro, una semplificazione delle procedure. Le maggiori novità riguardano l'esecuzione forzata mobiliare e il pignoramento presso terzi. Nel primo caso consentiranno, da un lato, la possibilità per l'ufficiale giudiziario di scovare i beni del debitore collegandosi con le banche dati in uso al fisco e, dall'altro lato, per incentivare quest'ultimo in termini di efficienza, una maggiorazione sulla retribuzione dallo stesso sulla base del risultato ottenuto. Infine, in caso di pignoramento della casa, quest'ultima dovrà essere sloggiata immediatamente.