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di Valentina Iorio

Stretta sul reddito di cittadinanza. Anche il no a un’offerta a chiamata diretta da un datore di lavoro privato rientra nel calcolo dei rifiuti che possono far perdere il sostegno. È la novità introdotta da un emendamento presentato dal centrodestra e approvato dalle commissioni della Camera, anche grazie ai voti del Partito democratico e di Italia Viva, ma con il voto contrario del Movimento 5 Stelle. «Non possiamo dire che è colpa del reddito di cittadinanza se non si accettano più certi lavori. I cittadini oggi vogliono anche una qualità del lavoro. Come si può costruire un progetto di vita con contratti di questo tipo», ha detto il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte, commentando il voto delle commissioni.

La novità
Le offerte congrue possono essere proposte «direttamente dai datori di lavoro privati» ai beneficiari che firmano il Patto per il lavoro, che prevede l’obbligo di accettare almeno una di tre offerte. Pena l’esclusione dal sussidio. Il datore di lavoro privato comunica il rifiuto al centro per l’impiego ai fini della decadenza. La modifica è frutto di emendamenti identici riformulati presentati anche da Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), Riccardo Zucconi (FdI), Rebecca Frassini (Lega), Paolo Zangrillo (FI), da Lucia Scanu e Manuela Gagliardi (Misto). Un emendamento quasi identico era stato presentato da Marialuisa Faro, passata nel frattempo da M5s a Ipf, che lo ha ritirato. La norma prevede che il ministro del Lavoro definisca attraverso un decreto ad hoc le modalità di comunicazione e di verifica della mancata accettazione dell’offerta di lavoro.

L’obiettivo della norma
La misura, nelle intenzioni dei proponenti, è finalizzata a risolvere il problema della carenza di manodopera, in particolare nel settore ricettivo e più in generale del turismo, che secondo molti datori di lavoro e gestori di attività sarebbe proprio dovuta al fatto che molti percettori di reddito di cittadinanza preferiscano rifiutare un’offerta di lavoro e magari integrare con qualche lavoretto in nero.(corsera.it)

Eolie, collegamento da Sapri in 4 ore boom di presenze

Boom di presenze sui mezzi Alicost lungo la tratta Sapri-Isole Eolie. Parte col botto l’estate per la società guidata dall’amministratore delegato Fabio Gentile. I viaggiatori premiano la scelta fatta dalla compagnia, che ha deciso di potenziare il servizio diretto con l’arcipelago siciliano, raggiungibile oggi in appena quattro ore. Salerno, il suo Golfo e più in generale la Campania non sono mai state così vicine ad alcune delle mete più ambite dai turisti: merito degli sforzi messi in campo da Alicost, società che quest’anno festeggia i 25 anni di attività. Un traguardo che Alicost ha deciso di celebrare mettendo a disposizione dei suoi utenti una serie di servizi che consentiranno loro di godere di benefici eccezionali.

Premiata in particolare la scelta di riconfermare, e anzi potenziare, il collegamento marittimo da Sapri alle Eolie, raggiungibili come detto in appena quattro ore. Il servizio è attivo dal 16 giugno e sono previste offerte e promozioni per famiglie e bambini. In appena due settimane il collegamento con l’arcipelago siculo ha ottenuto riscontri più che positivi.

“Con grande orgoglio affrontiamo questa nuova stagione turistica del mare nel Golfo di Salerno - commenta soddisfatto Fabio Gentile, patron della compagnia marittima Alicost - Per i nostri 25 anni di attività ci siamo messi in gioco, puntando a nuove destinazioni per il 2022. In primo luogo, la conferma del collegamento marittimo da Sapri alle Eolie, che sta ampiamente ripagando gli sforzi compiuti in sede organizzativa”.(cilentonotizie.it)

di Francesca Barberi

Reddito di cittadinanza, parte la fase 2 nei Comuni. Per i beneficiari del sussidio scatta infatti l’obbligo di svolgere i cosiddetti Puc, progetti di pubblica utilità.
Lo prevede il decreto del ministero del Lavoro che impone ai beneficiari del sussidio di offrire, nell’ambito del Patto per il lavoro e del Patto per l’inclusione sociale, la propria disponibilità per la partecipazione a progetti, utili alla collettività, da svolgere nel comune di residenza. La mancata adesione al patto da parte di uno dei componenti il nucleo familiare comporta la perdita del reddito di cittadinanza.

Chi è tenuto allo svolgimento dei progetti di utilità collettiva

Tra i beneficiari del reddito di cittadinanza sono però escluse dai patti per l’inclusione sociale alcune categorie: gli occupati con reddito da lavoro dipendente superiore a 8.145 euro o autonomo superiore a 4.800 euro; gli studenti; i beneficiari della pensione di cittadinanza; gli over 65; le persone con disabilità; i componenti della famiglia che hanno carichi di cura verso bambini piccoli o disabili e altre categorie.

Cosa sono e quanto durano i «Puc»
I progetti dovranno essere individuati a partire dai bisogni e dalle esigenze della comunità. Il catalogo spazia dall’ambito culturale a quello sociale, passando per ambiente, attività artistiche, formazione e tutela dei beni comuni.
Le attività - non retribuite - non devono però coinvolgere i beneficiari del reddito di cittadinanza in lavori o opere pubbliche né le persone coinvolte possono svolgere mansioni in sostituzione di personale dipendente dall’ente pubblico (o dell’ente gestore nel caso di esternalizzazione di servizi) o dal soggetto del privato sociale.

Per esempio, una persona con competenze acquisite nell’ambito dell’assistenza domiciliare alle persone anziane non può “sostituirsi” a un operatore qualificato, ma, eventualmente, potrà costituire un supporto per un potenziamento del servizio con attività ausiliarie, come la compagnia o l’accompagnamento presso servizi.
Ancora: nell’ambito della manutenzione del verde pubblico, dovranno essere previste forme di supporto agli operatori degli enti locali, che mantengono la responsabilità delle attività.
Impegno minimo: 8 ore a settimana

L’impegno minimo richiesto è di 8 ore settimanali, fino ad un massimo di sedici. La programmazione delle otto ore settimanali può essere sviluppata sia su uno o più giorni della settimana sia su uno o più periodi del mese, fermo restando l’obbligo del totale delle ore previste nel mese, compresa la possibilità di un eventuale recupero delle ore perse nel mese di riferimento.

I Comuni dovranno istituire un registro dei partecipanti ai Puc, in cui registrare le presenze giornaliere dei beneficiari del reddito di cittadinanza, l’ora d’inizio e fine dell’attività.(sole24ore.it)

L'INCHIESTA DEL CORRIERE DELLA SERA

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