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A Taormina si torna a parlare di chiusure invernali e mancata destagionalizzazione. In una nota, l’Associazione Imprenditori per Taormina esprime malcontento e critica alcune recenti dichiarazioni del sindaco Mario Bolognari, che dopo i dati positivi fatti registrare dai parcheggi nel periodo delle festività natalizie aveva parlato di “segnale incoraggiante che gli imprenditori taorminesi che chiudono dovrebbero comprendere”.

Come riporta Emanuele Cammaroto sulla Gazzetta del Sud – edizione di Messina, l’associazione sottolinea che “la tanto agognata destagionalizzazione, che potrebbe evitare le chiusure invernali di hotel e negozi, non solo non riguarda qualche presenza in più nei parcheggi cittadini ma si realizza con politiche mirate”.

L’Aipit chiede pertanto al primo cittadino di concentrarsi su altri fattori, dalla riapertura del Palazzo dei Congressi, essenziale per una concreta destagionalizzazione, alle soluzioni in tema di viabilità in vista della prossima stagione turistica, e ancora sull’uso del suolo pubblico, del piano regolatore e del piano del commercio.

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Coronavirus, circa 50mila cancellazioni nelle adv. Assoviaggi: ora sgravi per agenzie colpite

La psicosi da Coronavirus minaccia anche la salute delle imprese del turismo, a partire dalle agenzie di viaggio. Da quando si è diffuso l’allarme, infatti, circa 50mila viaggiatori hanno cancellato un viaggio già prenotato, e altre decine di migliaia hanno annullato i preventivi. Sono queste le prime stime dei danni subiti dalle agenzie di viaggio per l’effetto Coronavirus che emergono dal sondaggio lanciato da Assoviaggi Confesercenti su un campione rappresentativo delle agenzie di viaggio italiane.

L’ondata di cancellazioni ha colpito tutto il settore: quasi il 50% delle agenzie ha subito cancellazioni e ha dovuto rimborsare i viaggiatori. E se per il 48% di queste la spesa per pratiche di rimborso è stata inferiore ai mille euro, per un altro 37% la somma ha oscillato tra i 1.000 e i 5.000, mentre per ben il 15% restante è stata oltre i 5.000 euro.

Le agenzie segnalano il 20,3% di cancellazioni proprio per la Cina, mentre ben il 32% di annullamenti riguarda il resto dell’Asia (oltre il 52% in totale). Ma c’è anche un 22% delle agenzie che ha dovuto rimborsare pratiche per l’Europa – Italia inclusa – ed un altro 26% altre destinazioni (America, Africa e altre).

Effetti anche sull’incoming: il 37% ha rimborsato clienti provenienti dalla Cina, mentre un altro 14% ha risarcito clienti da altri paesi dell’Asia (51% in totale). Alle cancellazioni però si aggiungono i cambiamenti di meta: il 44% delle agenzie ha ricevuto richieste di riprogrammazione della meta, con dispendio di lavoro, risorse e nuova assistenza ai clienti.

E anche il futuro è un’incognita: l’87% delle agenzie di viaggi dichiarano rallentamenti nell’andamento delle prenotazioni rispetto allo scorso anno, e quasi il 72% delle agenzie ha già ricevuto disdette rispetto a preventivi già elaborati.

“Il sondaggio condotto in questi giorni – afferma Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi – ci consegna, purtroppo, una fotografia preoccupante delle ripercussioni che la fase di picco dell’allarme Coronavirus ha avuto sugli agenti di viaggio. Una delle categorie maggiormente colpite proprio perché è la prima figura professionale al quale si rivolge il viaggiatore che decide di posticipare, modificare o annullare una partenza. Per questo, raccogliendo le istanze delle imprese in questo momento di crisi, chiediamo al Governo mirati e tempestivi provvedimenti per contenere gli effetti negativi sul settore: dagli sgravi contributivi e fiscali – il 46% delle risposte emerse – al posticipo delle scadenze relativamente alle imposte nazionali e locali (il 37%), all’attivazione degli ammortizzatori sociali (il 12%). L’auspicio è che il peggio sia ormai alle spalle, ma è necessario mantenere un’informazione corretta e adeguata che dia sempre la giusta misura della vicenda all’opinione pubblica, senza destabilizzarla ingiustificatamente”.

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