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di Rosita Rijtano

Ad Alicudi gli indirizzi si trovano contando i gradini di una mulattiera fiancheggiata da ginestre e fichi d'india. Si sale su abbandonando il mare per abbracciare il cielo. E poi ci si ferma a metà, tra cielo e mare. Scalino 357, benvenuti nella biblioteca Franco Scaglia. Circa 7mila libri, tra cui edizioni rare e preziose, che appartenevano alla collezione del giornalista, scrittore, morto nel 2015. E adesso sono a disposizione di tutti. Si possono consultare, prendere in prestito, amare. Un regalo con cui la moglie, l'attrice Mascia Musy, ha scelto di omaggiare quest'isola che ha appena 70 abitanti d'inverno, 500 turisti d'estate, e nessuna strada.

"Franco e i libri si muovevano insieme - spiega Musy -. Ogni volta che dovevamo traslocare, la scelta della nuova casa doveva passare un test. Misuravo le pareti delle stanze sia in verticale che in orizzontale e solo se la libreria entrava, la prendevamo. Quando mi sono ritrovata con quest'enorme patrimonio, ho pensato: non mi basterà una vita per leggerli tutti, non volevo diventassero soprammobili". Da qui l'idea di donarli ad Alicudi, la "più tranquilla dell'arcipelago eoliano" direbbe il cormorano Carmelo, alter ego pennuto di Scaglia che proprio su quest'isola vide lo scoglio più bello della sua vita e decise di prendere quella che noi, "bipedi senza ali, chiamiamo pausa di riflessione".

Un progetto tanto sensato sulla carta quanto praticamente folle. A partire dal trasporto del singolare bagaglio: novantuno scatoloni zeppi di poesie, romanzi e saggi. "Non è stato facile, ma ce l'abbiamo fatta: li abbiamo caricati sulla nave e poi a dorso di mulo". Un'impresa raccontata da un documentario andato in onda su Rai Storia che ha seguito il lungo viaggio della biblioteca da Roma fino al gradino 357: una caratteristica casa delle Lipari con colonne cilindriche, le cosiddette pulere, a sorreggere il pergolato. Il tempo che si impiega per arrivare dal porticciolo a qui è solo una questione di passo. Ci possono volere pochi minuti, o un'ora. Ma una volta su, lontano dal vociare dei villeggianti, rimane solo il mesmerizzante frinire di cicale e il miagolio di un gatto a cui piace far baruffa. Le lancette sembrano essersi fermate.

La terrazza si affaccia sul mare. Mentre l'interno ospita la scuola più piccola d'Europa e da un anno anche questa biblioteca unica nel suo genere visto che ad Alicudi "non esiste un'edicola, né tantomeno una libreria", avverte Musy. Chi la vive d'inverno, lo sa: finite le vacanze, l'isola può aprire abissi di solitudine. Soprattutto per i più giovani. Ed ecco che i libri possono arrivare in soccorso: accorciare distanze, diventare un ponte verso altri mondi. C'è solo da scegliere. In alto troviamo la sezione dedicata alla fantascienza con le prime edizioni di Urania, la storica collana Mondadori che ha portato in Italia i romanzi di Asimov, Dick e Le Guin. Più in basso si ripercorre la storia delle Americhe. Poi tocca all'Italia dal 1500 ad oggi. Con qualche chicca, come tutti gli scritti di Casanova.

Inaugurata ufficialmente il 26 agosto 2017, la biblioteca "Tra cielo e mare" è diventata operativa a pieno ritmo solo a metà luglio di quest'anno, quando i libri sono stati sistemati su scaffali a vista in ordine alfabetico, grazie al lavoro dei volontari. Ad oggi si contano trenta prestiti, soprattutto da parte di turisti, racconta la bibliotecaria Elisa che quattro anni fa ha mollato Parigi per trasferirsi ad Alicudi. Ma il successo più grande l'ha incassato una settimana fa, all'ingresso di un'isolana che ha adottato un libro di fiabe per sé e il figlio. "Prima di andare via, ha chiesto se doveva lasciare in pegno del denaro. Si è stupita del contrario". Segno che c'è ancora molto da fare.

Il prossimo passo è la catalogazione dei volumi. E poi le idee non mancano. "Vorrei trasformare questo posto in un ritrovo culturale. E, perché no, in una residenza artistica per giovani scrittori o amanti dei libri", dice Musy. Altro che libraio in un resort di lusso alle Maldive. L'attrice ci spera, anche se non ha fretta. Come dimostrano i suoi gesti: lenti, misurati. Isolani. Perché "qui i ritmi non sono quelli di città, ogni cosa richiede un tempo tutto suo. Basta saper aspettare".(repubblica.it)

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