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Dettagli...

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E' morta Monica Vitti. Aveva 90 anni.

Alle Eolie, in particolare a Panarea, nel 1959 girò il film "L'Avventura", diretto dal regista Michelengelo Antonioni. 

(ANSA 1° LANCIO) Vitti: le Eolie non dimenticano la Claudia de "L'avventura"

Anche gli eoliani piangono la scomparsa di Monica Vitti, che nel '59, a Panarea (in particolare sull'isolotto di Lisca Bianca), con la regia di Michelangelo Antonioni, fu un'indimenticabile Claudia nel film "L'avventura" che tra gli interpreti annovera anche Lea Massari, Lelio Luttazzi, Gabirele Ferzetti. La pellicola vinse il Premio speciale della giuria al festival di Cannes del '60.

A Monica Vitti, per ammissione dello stesso Antonioni, si deve la nascita de L'Avventura, un'idea scaturita da un fatto realmente accaduto: l'attrice era in vacanza con il regista sull'isola di Ventotene, s'inoltrò verso l'interno e si perse. E nel film il personaggio di Claudia, interpretato dalla Vitti, sparirà nel nulla.

In quello stesso periodo Paolo Tilche e Myriam Beltrami sbarcavano sull’isola fondando il “Raya”, l’albergo-discoteca cult, simbolo di Panarea, che ha ospitato anche una mostra fotografica di Andrea Fusco dedicata a Monica Vitti, al cast de L'avventura e ai luoghi del set. Un omaggio al film e alle Eolie che a quel tempo era un paradiso poco frequentato, anche se prima di Antonioni era arrivata la “Panaria film” del Principe Francesco Alliata di Villafranca che per prima girò immagini subacquee in 35mm e documentari sulle Eolie. Poi fu la volta di "Stromboli (terra di Dio)", di Roberto Rossellini, con Ingrid Bergman.(ansa)

La splendida attrice la vogliamo ricordare con il nostro "Album".

PANAREA, I RAPPRESENTANTI DI VENTO EOLIANO "SI INTITOLI UNA VIA..."

Al Sindaco del Comune di Lipari Rag. Marco Giorgianni

Oggetto: Richiesta intitolazione di una via dell’isola di Panarea alla compianta attrice Monica Vitti

Gentile sig. Sindaco, Con la presente le chiediamo di voler valutare la possibilità di intitolare una via dell’isola di Panarea all’attrice Monica Vitti.
La richiesta ci è stata formulata da numerosi abitanti ricordando che proprio nell’isola di Panarea ed in particolare nell’isolotto di Lisca Bianca furono girate le scene, nel lontano 1959, del film “L’avventura” diretto dal regista Michelangelo Antonioni.
Film che contribuì a far conoscere e lanciare turisticamente le Eolie, in particolare Panarea, in tutto il mondo. L’intitolazione di una strada alla grande attrice Monica Vitti sarebbe un giusto tributo di riconoscenza e rafforzerebbe la memoria della nostra storia recente.
Certi di un positivo accoglimento alla nostra proposta inviamo: Distinti Saluti

Gianluca Giuffrè (responsabile isole e decentramento Avv. Annarita Gugliotta Avv. Francesco Rizzo consiglieri comunali di Vento Eoliano

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Vitti: consiglieri, intitolarle strada a Panarea

“A Monica Vitti, che a Panarea girò il film ‘L’Avventura’ nel 1959, si intitoli una strada”. La richiesta è stata fatta dai consiglieri comunali di Vento Eoliano, Annarita Gugliotta, Francesco Rizzo e dal coordinatore Gianluca Giuffrè, al sindaco Marco Giorgianni. “Numerosi abitanti e villeggianti – hanno evidenziato -  hanno ricordato che proprio nell’isola di Panarea ed in particolare nell’isolotto di Lisca Bianca furono girate le scene, nel lontano 1959, del film “L’avventura” diretto dal regista Michelangelo Antonioni. Film che contribuì a far conoscere e lanciare turisticamente le Eolie, in particolare Panarea, in tutto il mondo. L’intitolazione di una strada alla grande attrice Monica Vitti sarebbe un giusto tributo di riconoscenza e rafforzerebbe la memoria della nostra storia recente”.(ANSA 2° lancio)

L'INTERVENTO

Un ricordo di Francesco Guadagnuolo di Monica Vitti tra cinema e pittura

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di Francesco Guadagnuolo 

Monica Vitti ci ha lasciato e con lei scompare un’icona della cinematografia mondiale.

Consacrata dal regista Michelangelo Antonioni, nella trilogia dell’incomunicabilità girato in bianco e nero L’avventura - 1960, La notte - 1961, L’eclisse - 1962 il cui atto conclusivo con l’apporto del colore ne Il deserto rosso. Monica Vitti è stata anche amante dell’arte visiva, basti ricordare che dal 1994 al 1996 cura, all’interno della rivista internazionale Cahiers d’Art Italia, una rubrica dal titolo L’occhio innocente. Nel percorrerne il passato, emergono tratti di pensiero sull’arte che Monica Vitti ha senz'altro concorso con Michelangelo Antonioni nei momenti del loro rapporto artistico e che ne risulta comprendere meglio il nome della rubrica L’occhio innocente. Frequenta artisti tra gli anni Cinquanta e Sessanta, di cui parlava nella sua rubrica. Conosce pittori come Mark Rothko e Saul Steinberg a New York; frequenta Giorgio Morandi, di cui compera due opere; incontra gli espressionisti astratti e la Pop Art americana, i metafisici e gli informali. Anche l’arte visiva contemporanea piange la morte di Monica Vitti. La ricorda il pittore transrealista Francesco Guadagnuolo il quale gli chiese una collaborazione per la sua mostra che stava realizzando per la scomparsa di un’altra colonna portante del cinema mondiale il regista Federico Fellini. Lei, con la sua voce tipica, fu chiamata come doppiatrice ne Le notti di Cabiria del regista.

Cosi si esprimeva Monica Vitti nella sua testimonianza autografa “Per Federico” riservata a Guadagnuolo per la realizzazione dell’opera pittorica:

«Ho conosciuto Federico al doppiaggio, appena uscita dall’accademia. La mia voce roca gli piaceva molto e ho doppiato un personaggio in “Le notti di Cabiria” mi pare anche ne “La strada”.

Eravamo amici. Mi ha subito dato dei diminuitivi “Monichina, Monicuccia”. Le cose che ricordo di più, sono il suo modo di guardare, di parlare, di sorridere mentre continuava a pensare. Guadava anche me come guadava tutto e tutti: con attenzione, dandomi l’impressione che trovasse in me qualcosa che io non sapevo di avere. Gli occhi di un artista sono acuti, attenti, attraversano il cuore e cercano di capire cosa c’è dietro una faccia.

Abitando vicini, ci incontravamo in queste stradine di sera, si faceva qualche passo insieme ridendo e poi con un bacio si andava a dormire. Il dolore per la sua morte, non ha fatto che aumentare la mia amicizia e la mia ammirazione.

Per fortuna, un artista non muore mai e le sue immagini, le sue parole continueranno ad ispirare ed aiutare gli artisti ed il pubblico di tutto il mondo. Viva Federico! » Monica Vitti.

Queste ultime parole possono essere indicate anche per la scomparsa della grande attrice, che un artista non può mai morire, perché rimane sempre nell’immaginario collettivo.
È del ’93/’94 la mostra di Guadagnuolo dal titolo Incantesimo dei Luoghi e dei Simboli- in memoria di Federico Fellini, l’artista costruisce opere con la presenza di prosa, musica, poesie autografe, inserendo testi e testimonianze che vede coinvolti importanti attori, registi, musicisti e scrittori che hanno ammirato Fellini o che hanno operato con lui da Monica Vitti, Nanni Loy, Enrico Vanzina, Palma Bucarelli, Edoardo Cacciatore, Franco Fortini, Tonino Guerra, Mario Lunetta, Mario Luzi, Valerio Magrelli, Stanislao Nievo, Plinio Perilli, Vito Riviello, Emilio Servadio ad Andrea Zanzotto e spartiti musicali autografi di Nicola Piovani.

Scrive il critico Renato Mammucari: «Francesco Guadagnuolo si è occupato del binomio “arte e cinema”, secondo la sua esperienza e la sua intuizione ci fa vedere come il tempo appartiene anche all’arte e nell’arte di Guadagnuolo le situazioni temporali si combinano tra loro e quindi passato, presente e futuro con la realtà diventa un aspetto di ancoraggio senza tempo, dove vengono espresse rappresentazioni da una parte e dall’altra sempre in continuo svolgimento e ci ha fatto capire che il tempo appartiene anche all’arte. “Visualizzare il tempo, se così è lecito dire - scriveva il filosofo Rosario Assunto sulle opere di Guadagnuolo - in una sola e unica immagine, per sovrapposizione e intreccio di linee, delle linee consapevolmente alternando lo stacco netto ed il fluente generarsi l’una dall’altra, contrarre un intero racconto”. Dice ancora Rosario Assunto “…Guadagnuolo, ci porta a esplorare il tempo che è anche una maniera di rincontrare il tempo, fornendoci una riconquista contro il suo passaggio inesorabile e quindi della morte”».

Con la morte di Fellini nel 1993 ed ora nel 2022 con Monica Vitti è come attraversare il tempo tra cinema e arte, nel suo passaggio inesorabile, possiamo pensare al loro incontro con un lungo abbraccio in un luogo celeste senza più il tempo.

 

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NOTIZIARIOEOLIE.IT

Nel 1959 Michelangelo Antonioni sbarcava a Panarea per girare L’Avventura, film col quale vinse il premio speciale della giuria a Cannes nel ‘60. Tra gli interpreti Lea Massari, Monica Vitti, Gabriele Ferzetti e Lelio Luttazzi. Le Eolie erano ancora un arcipelago incontaminato, remoto e misterioso. Non fu però il primo a scegliere queste isole come sua location, qui fu fondata infatti la Panaria film, mitica casa di produzione cinematografica che per prima girò immagini subacquee in 35mm e documentari sulle Eolie.

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Già erano stati girati capolavori come Stromboli terra di Dio e Vulcano, tra le furie della Magnani che inveiva contro “Iddu”, dove l’ex compagno Rossellini girava con la sua futura moglie Ingrid Bergman. Fu però Antonioni, regista di origini ferraresi, a girare il primo lungometraggio a Panarea, e nello specifico sull’isolotto di Lisca Bianca. In quegli stessi anni Paolo Tilche e Myriam Beltrami sbarcavano sull’isola per rivoluzionarne l’architettura e la mondanità e fondare il Raya, l’albergo-discoteca cult, simbolo di Panarea, che ospita oggi questa mostra fotografica.

L’autore Andrea De Fusco, regista e fotografo che frequenta l’isola dalla nascita, espone una serie di polaroid dall’aspetto antico scattate con una vecchia macchina, che sembrano testimonianze degli anni d’oro di questi mari. Un omaggio al film di Antonioni così come un omaggio all’avventura Eoliana in senso lato, a quel tempo in cui l’arcipelago era un paradiso lontano e sconosciuto, per pochi, coraggiosi, eletti.

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Il vernissage 

Ha avuto inizio sulla spiaggetta di Lisca Bianca, tra gli scogli, proprio dove nel film di Antonioni scompare il personaggio di Anna, interpretato da Lea Massari. La mostra si è poi trasferita tra gli archi affacciati sul mare del ristorante "Raya" si può visitare fino al 14 agosto 2018.

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