Filippo_Barbera.jpg

di Filippo Barbera*

PATTI: FURONO ARRESTATI NEL 2008. ASSOLTI DOPO 7 ANNI DA OGNI ACCUSA FRANCESCO FIORE E MARCO ROCCHI: NON VI FU NESSUN REATO.

E' finito con un clamoroso colpo di scena il processo di appello a carico di due pattesi: Francesco Fiore e Marco Rocchi, entrambi di anni 31, seguiti e difesi nell'intera vicenda dagli avvocati Franco e Filippo Barbera, sono stati assolti, come richiesto dai difensori, con la più ampia formula "perché il fatto non sussiste" da tutte le originarie pesanti accuse che, nel luglio del 2008, avevano addirittura portato al loro arresto in flagranza. Lunga la lista di reati di cui Fiore e Rocchi erano chiamati a rispondere: resistenza a pubblico ufficiale, ingiurie e minacce aggravate, rifiuto di fornire le proprie generalità e inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità.
Ad emettere la sentenza finale, che ha letteralmente ribaltato quella di primo grado, è stata la Corte d'Appello di Messina. I tre giudici, accogliendo integralmente la tesi portata avanti dagli Avvocati Barbera, hanno spazzato via la condanna ad 1 anno e 10 giorni di reclusione (per Rocchi) e 6 mesi e 20 giorni (per Fiore) che era stata pronunciata sette anni prima dal Giudice Mazzeo della sezione di Lipari del Tribunale Penale di Barcellona, assolvendoli da tutte le accuse.
C'è di più però, perché la sentenza di ieri si aggiunge a quella di pochi giorni addietro (di cui il nostro giornale aveva già riferito), con cui il Tribunale di Barcellona aveva condannato per lesioni gravi Nunzio Fanelli, cioè uno dei Carabinieri che all'epoca avevano arrestato i due giovani oggi assolti. Altra sentenza di condanna per ingiurie e minacce a carico di un altro carabiniere che aveva partecipato all'arresto, Giovanni Cucinotta, era stata inoltre emessa in precedenza.

La complessa vicenda, ricca di colpi di scena, nasce nel luglio del 2008 a Panarea, dove i due giovani pattesi, insieme ad un terzo amico, si erano recati in gommone per trascorrere una breve vacanza.
Secondo l'accusa, che era interamente basata sulla testimonianza di tre Carabinieri, Fiore e Rocchi, al ritorno da una serata in una nota discoteca, avevano dato luogo ad una nottata assai movimentata, opponendosi in ogni modo ad una pattuglia.
In particolare, dopo aver minacciato ed ingiuriato i Carabinieri in servizio nei pressi del locale, e dopo essersi rifiutati di mostrare i documenti, i due – secondo la denuncia dei militari - erano fuggiti per evitare una perquisizione (poi effettuata). Non solo: inseguiti dai Carabinieri, i giovani si erano prima barricati all'interno del bagno di un'abitazione e, una volta usciti, si erano scagliati con violenza contro i carabinieri con spintoni commettendo il reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Acciuffati dai Carabinieri, i due erano stati tratti in arresto e presentati davanti al Tribunale di Lipari che, per direttissima, li aveva condannati rispettivamente a pene di 1 anno e 6 mesi.

Sembrava dunque che non vi fosse più niente da fare per i due giovani, che si erano inutilmente proclamati sempre innocenti ed avevano sostenuto che si era trattato di una "montatura" dei militari.

All'indomani del processo di primo grado, invece, cominciava una lunga battaglia processuale, ricca di colpi di scena.
Anzitutto il terzo componente del gruppo di giovani, Renzo Orlando, rimasto estraneo alle vicende dell'arresto ed affidatosi come gli atri due agli avvocati Franco e Filippo Barbera, presentava una documentata denuncia contro i carabinieri, accusando in particolare uno di loro di avergli causato danni all'udito con un violento schiaffo durante le fasi dell'irruzione in casa.
Non solo: anche Fiore presentava denuncia per ingiurie e minacce nei confronti di un altro dei carabinieri operanti.
Dalle indagini avviate, saltavano dunque fuori due prove nuove e clamorose: una registrazione effettuata da uno degli arrestati dentro la caserma ed un "supertestimone", ossia il proprietario della casa in cui i giovani erano alloggiati.

Negli anni la situazione, grazie alla determinata azione dei legali dei giovani, si è dunque completamente ribaltata: prima è arrivata la condanna di uno dei carabinieri per minacce e ingiurie del Giudice di Lipari, poi – proprio pochi giorni fa – quella dell'altro carabiniere per le lesioni gravi procurate ad Orlando (con relativa condanna ai risarcimenti dei danni, in favore dei giovani, sia dei Carabinieri che dei Ministeri dell'Interno e della Difesa).
Adesso è giunta anche la totale assoluzione dei due giovani arrestati, che sancisce la loro innocenza rispetto a tutte le originarie accuse, con la legittima soddisfazione espressa dai loro difensori: "Non abbiamo mai avuto dubbi – hanno dichiarato gli Avvocati Barbera – sul fatto che, alla fine, la verità sarebbe stata consacrata dalle sentenze e, con esse, sarebbero stati restituiti dignità e decoro ai nostri assistiti. Adesso che le reali responsabilità sono state chiarite, il nostro impegno continua perché sia anche assicurato il giusto risarcimento a chi in questi anni ha patito ingiustizie".

*Avvocato

 

sententa-fiore-rocchi.pdf

lavilletta-orizz.jpg