Lipari&Tribunale, non doversi procedere per palermitano - Notiziario delle  isole Eolie # Eolie News

Lipari - Non doversi procedere per maturata prescrizione.

L.S.G. 44 anni, di Lipari. E' stata difesa dall'avvocato Antonino Amata

La sentenza è stata emessa alla sezione distaccata del tribunale di Lipari dal giudice Noemi Genovese (piemme Rita Lazzara, assistente giudiziaria Rita Villanti). 

Secondo il capo d'imputazione era accusata di illecito edilizio.

La vicenda risale al 25 maggio 2017.

 

 

Lipari - Non doversi procedere per maturata prescrizione.

B.S., 37 anni, di Filicudi, è stato difeso dall'avvocato Mario Trifilò. 

La sentenza è stata emessa alla sezione distaccata del tribunale di Lipari dal giudice Noemi Genovese (piemme Rita Lazzara, assistente giudiziaria Rita Villanti). 

Secondo il capo d'imputazione era accusato di illecito edilizio.

La vicenda risale al 24 settembre 2013.

Non doversi procedere per maturata prescrizione.

B.D., 50 anni, di Milazzo e C.M, 43 anni, di Napoli, sono stati difesi dagli avvocati Giuseppe Lo Presti e Francesco Pirri.

La sentenza è stata emessa alla sezione distaccata del tribunale di Lipari dal giudice Silvia Maria Spina (piemme Francesco Cannavò, assistente giudiziaria Rita Villanti). 

Secondo il capo d'imputazione trasportavano rifiuti speciali privi di autorizzazione.

La vicenda accaduta a Vulcano risale al 16 ottobre 2014.

Non doversi procedere per maturata prescrizione.

R.E., 72 anni, e M.N., 50 anni, di Lipari, sono stati difesi dagli avvocati Giovanbattista Freni e Franco Nicosia.

La sentenza è stata emessa alla sezione distaccata del tribunale di Lipari dal giudice Silvia Maria Spina (piemme Francesco Cannavò, assistente giudiziaria Rita Villanti). 

Secondo il capo d'imputazione erano accusati di illecito edilizio. 

 Non doversi procedere per maturata prescrizione.

G.V., 33 anni, di Policoro, (Mt) è stata difesa dall'avvocato Daniela Pitto.

La sentenza è stata emessa alla sezione distaccata del tribunale di Lipari dal giudice Silvia Maria Spina (piemme Francesco Cannavò, assistente giudiziaria Rita Villanti). 

Secondo il capo d'imputazione era accusata di illecito edilizio.

La vicenda risale al 16 ottobre 2014.

 

 Non doversi procedere per maturata prescrizione.

G.G., 60 anni, di Santa Marina Salina, è stato difeso dall'avvocato Giuseppe Cincotta.

La sentenza è stata emessa alla sezione distaccata del tribunale di Lipari dal giudice Noemi Genovese (piemme Rita Lazzara, assistente giudiziaria Rita Villanti). 

Secondo il capo d'imputazione aveva realizzato tre colonne ed un massetto.

La vicenda risale al 12 maggio 2014.

Non doversi procedere per maturata prescrizione. 

A.B., 69 anni, di Vulcano è stato difeso dall'avvocato Giuseppe Cincotta.

La sentenza è stata emessa alla sezione distaccata del tribunale di Lipari dal giudice Silvia Spina (piemme Francesco cannavò, assistente giudiziario Rita Villanti).

Secondo il capo d'imputazione aveva realizzato una rampa, un muro e 3 terrazzi.

La vicenda accaduta a Vulcano risale al 26 gennaio 2017.

 

Non doversi procedere per maturata prescrizione.

B.B., 71 anni, di Lipari, è stato difeso dall'avvocato Gaetano Orto.

La sentenza è stata emessa alla sezione distaccata del tribunale di Lipari dal giudice Silvia Spina (piemme Francesco cannavò, assistente giudiziario Rita Villanti).

Secondo il capo d'imputazione aveva depositato dei rifiuti in un suo terreno.

La vicenda risale al 7 aprile 2017.

Non doversi procedere per intervenuta prescrizione. Donatella Orsoli, 70 anni, di Firenze e residente a Civitella Val Chiana e Filippo Angiolo Bigazzi, 76 anni, di San Giovanni Valdarno e residente a Castelfranco di Sopra, sono stati difesi dall'avvocato Virgilio Pazzecco. La sentenza al tribunale di Barcellona è stata formulata dal giudice Ennio Fiocco (piemme Silvana Messina). Secondo il capo d'imputazione "in concorso tra loro in qualità di proprietari, su locale destinato a vano tecnologico (ma in realtà utilizzato con indebita modificazione d'uso come vano di civile abitazione) realizzavano: un terrazzo lato nord con relativa copertura; una copertura sulla parte est costituita da orditura di travi con incappucciato; sulla parete lato est un elemento in muratura con lavabo e cucina;
una finestra in luogo del previsto vano porta; una finestra lato ovest; in zona sottoposta a vincolo paesaggistico e dichiarata di notevole interesse pubblico senza avere ottenuto il nulla osta della Soprintendenza competente (o comunque in difformità dello stesso). I fatti accaduti a Malfa risalgono al 18 luglio 2013.

 

 

 

Quattro mesi di reclusione, oltre le spese giudiziali in favore dell'Erario (pena sospesa) ed il risarcimento dei danni in favore della costituita parte civile - da liquidarsi in separata sede -, nonché a rifondere a quest'ultima le spese legali, che ha liquidato in € 1.800,00 oltre accessori. Salvatore Barresi, 50 anni, di Messina, residente a Leni è stato difeso dall'avvocato Giuseppe Imbruglia che ha anche rappresentato Lorenzo Barresi, di Messina, 70 anni, residente a Malfa, che è stato assolto perché non si raggiunta la prova della colpevolezza. La sentenza è stata emessa dal giudice Ennio Fiocco (piemme Silvana Messina). Secondo il capo d'imputazione "in concorso tra loro deterioravano l'autovettura di una donna, ammaccando lo sportello anteriore lato passeggero e arrecavano una strisciatura verticale di circa 15 cm. Con abrasione della vernice del veicolo. Con l'aggravante di aver commesso il fatto su cose esposte per consuetudine, destinazione o necessità a pubblica fede. Con l'aggravante di avere commesso il fatto con minaccia, consistente nel puntare il dito verso la donna e dall'intimarle che "questo era solo l'inizio". La vicenda accaduta a Leni risale al 9 marzo 2011

 

Assolto perché non si è raggiunta la prova della colpevolezza. Pietro Quinzi, 81 anni, di Roma e residente a Stromboli, è stato difeso dall’avvocato Giuseppe Puglisi. La sentenza è stata emessa al tribunale di Barcellona dal giudice Ennio Fiocco (piemme Silvana Messina). Secondo il capo d’imputazione “al fine di trarne profitto e con violenza sulle cose, consistita nel manomettere il contatore tramite allaccio diretto alla rete Enel, si impossessava di energia elettrica sottraendola alla società Enel S.p.A”. La vicenda risale al 23 febbraio 2007.

 

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