Accoglimento parziale del Riesame proposto da tutti gli indagati e dalle società L&A e Ge.Pa. Srl. Per tutte le ipotesi di riciclaggio contestate, il sequestro è stato revocato. Per i Giudici del riesame di Messina, residua solo il fumus del delitto di sottrazione al pagamento delle imposte, più di 4 milioni.
La lettura del dispositivo depositato oggi, a due giorni dalla lunga camera di consiglio, nel corso della quale la difesa ha contestato punto su punto il decreto di sequestro, dice a chiare lettere che nessuna ipotesi di riciclaggio sussiste, in relazione alle somme detenute, sin dagli anni 70, in paesi esteri dal senatore Luigi Genovese, trasferite negli anni al figlio Francantonio e da questi rimpatriate.
Il Tribunale del Riesame ha accolto in pieno la tesi difensiva della insussistenza del delitto di riciclaggio contestato a tutti i miei assistiti, confermando il sequestro solo in relazione alle residue ipotesi di sottrazione al pagamento delle imposte.
Due ed entrambi importanti, dunque, i risultati ottenuti in questa prima fase di contraddittorio: la esclusione delle condotte di riciclaggio e la drastica riduzione dell'ammontare del sequestro, da 16 a 4 milioni circa di euro. Dopo il deposito della motivazione, ricorreremo senz'altro in cassazione per vedere annullato, nella sua interezza, il provvedimento cautelare.(messinaoggi.it)
di Alessandra Ziniti
Un nuovo ciclone giudiziario travolge la famiglia Genovese a Messina coinvolgendo anche il neo baby deputato appena eletto al Parlamento regionale siciliano con quasi 18.000 preferenze. Riciclaggio ed evasione fiscali i reati ipotizzati nell'avviso di garanzia notificato questa mattina a Luigi Genovese insieme al sequestro di un ingente patrimonio di famiglia, per più di 30 milioni di euro, tra contanti e immobili che l'ormai ex deputato Francantonio Genovese, condannato a 11 anni di reclusione per lo scandalo della formazione professionale in Sicilia, avrebbe cercato di sottrarre al sequestro penale ma anche il fisco con quello che i magistrati della Dda guidata dal procuratore Maurizio de Lucia definiscono una "reiterazione criminale con pervicacia di un piano articolato e strategico".
Più di venticinque milioni di euro in contanti su un conto intestato ad una società panamense offshore all'istituto di credito Julius Bar di Montecarlo, altri conti all'Unicredit, alla Banca di credito peloritano di Messina, il sequestro della villa di Ganzirri dove la famiglia abita, di alcuni appartamenti tra Roma, Messina e Taormina, le quote societarie della L&A e della Gepa, trasferite al figlio Luigi, il patrimonio al quale la Guardia di Finanza di Messina ha posto i sigilli in esecuzione del provvedimento disposto dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dai sostituti Fabrizio Romeo e Antonio Carchietti con il visto del procuratore De Lucia.
Già negli anni scorsi, le indagini della Guardia di Finanza avevano scoperto l'esistenza di conti all'estero nella disponibilità di Francantonio Genovese e della moglie Chiara Schirò sui quali erano stati movimentati fondi provenienti da evasione fiscale commessa dal padre dell'ex deputato, Luigi Genovese. Una polizza per 16 milioni di euro era stata accesa presso il Credit Suisse, ma poi nel 2015, dopo la condanna di Francantonio Genovese al processo "Corsi d'oro", l'istituto di credito svizzero aveva fatto sapere che quel cliente era indesiderato e buona parte dei fondi erano stati trasferiti a Montacarlo.
L'anno scorso, con una girandola di movimenti bancari, Genovese era riuscito a far rientrare in Italia parte delle somme per pagare una minima quantità delle sanzioni nel contempo comminate dall'Agenzia delle entrate che vantava un credito di venti milioni di euro. Proprio per mettere al riparo il patrimonio, secondo la Dda di Messina, Francantonio Genovese nel 2016 avrebbe ideato una strategia che prevedeva il trasferimento di denaro a diversi familiari, figli, sorella, nipoti, la compravendita di immobili da alcune società scatole vuote che a lui facevano riferimento e le cui quote sono state cedute, in toto, al figlio Luigi, il neodeputato eletto all'Assemblea Regionale Siciliana tre settimane fa.
Una cessione fittizia naturalmente per far sì che Francantonio Genovese diventasse sostanzialmente nullatenente.
I provvedimenti della magistratura, oltre ai Genovese padre e figlio, riguardano anche la sorella dell'ex deputato Rosalia Genovese e il nipote Marco Lampuri.(repubblica.it)
PARLA GENOVESE JUNIOR
Luigi Genovese ha dichiarato: "Sto già valutando insieme al mio legale di fiducia le iniziative da assumere in sede giudiziaria, certo di dimostrare la linearità e la regolarità della condotta mia e dei miei congiunti, nella gestione dei beni di famiglia. Anche se la tempistica di questo provvedimento può apparire sospetta, voglio credere che non vi sia alcuna connessione con la mia recente elezione all'Assemblea Regionale Siciliana. Per quanto detto, non consentirò nessuna eventuale strumentalizzazione in chiave politica. Ringrazio le centinaia di persone che già in queste ore mi hanno manifestato grande solidarietà e affetto".