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A Malfa, terzo Comune di Salina, è quasi pronto il nuovo porticciolo da oltre 20 milioni di euro. E’ stato voluto voluto dalla giunta municipale guidata da Clara Rametta dopo che piu’ volte nei decenni passati era stato continuamente danneggiato dalle mareggiate. Stavolta per renderlo piu’ sicuro si è dovuta anche approvare una variante di progetto, che ha riguardato il prolungamento della diga foranea, necessario per dare maggiore protezione dalle violente mareggiate invernale che si abbattono anche sull’isola eoliana..

La struttura di Punta Galera sarà utilizzata dai diportisti, come scalo d’alaggio per i pescatori e, non è da escludere, come scalo alternativo per aliscafi e traghetti di linea, considerato che sovente per le condizioni meteo aliscafi e navi non possono attraccare negli altri due scali di Santa Marina e Rinella.

Il porticciolo potrà ospitare un centinaio di yacht e natanti. Il progetto è stato anche adeguato al nuovo piano comunale di protezione civile, in modo tale da poter utilizzare l'infrastruttura portuale quale via d'esodo principale e di approdo dei mezzi di soccorso in caso di eventi calamitosi. Il finanziamento regionale è arrivato dall’assessorato alle Infrastrutture e anche dalla rimodulazione delle risorse liberate dalla misura 6.03 del “Por Sicilia 2000/2006”.

Il Comune di Malfa che negli ultimi anni ha fatto un notevole salto di qualità a livello turistico e sta anche per realizzare una pista per organizzare collegamenti con elicotteri da e per gli aeroporti principali della Sicilia, raccoglie anche i consensi dell’operatore economico Francesco Fenech “Il sindaco Rametta fa fatti non parole…”.

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Malfa, il nuovo porto che ha resistito bene alla violenta mareggiata mentre in passato era stato danneggiato continuamente 

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Le reazioni nel web

Angelo Ferlazzo Ho espresso in altri tempi e anche di recente il mio pensiero su un porto polivalente in zona diversa da Lipari Marina Lunga e Pignataro. L’esempio del braccio esposto è l’esposizione di Malfa mi confermano che la mi visione di questa nuova portualita’ alternativa potrebbe esistere. Noi nell’Isola di Lipari oltre quelle tue località citate potremmo pensare di costruire con lo stesso concetto un porto turistico e allo scopo anche con approdo commerciale alternativo ad Acquacalda. Perché questo luogo. Per tanti motivi, 2 fondamentali, Il primo perché zona svantaggiata e fuori dal centro di economia foportistica, oggi desiderosa di messa in sicurezza che abbiamo visto i classici scogli o tetrapodi non risolvono se non in maniera brutale.

Il secondo è che con un fondale tra i 18 e 25 metri finì ad una distanza di oltre 200 metri dalla costa, permetterebbe di avere posizionate una diga foranea a protezione di cassoni adibiti ad ormeggio e che di per sé sono posti di lavoro e motivo di sviluppo economico per la presenza di impabarcazioni. Un braccio che si sviluppi da dove adesso comincia la scogliera dove iniziano le case a San Gaetano e prosegue fino quasi in direzione del bivio da cui partirebbe un’altro braccio adeguatamente inclinato a protezione dell’ imboccatura. Nella parte a monte in banchina mento potrebbe essere dato in concessione per pontili galleggianti e parti libere per il diporto locale.
 
L’esposizione di Acquacalda sarebbe perfetta per ospitare uno scalo alternativo per l’aliscafo quando lo scirocco non permette lo scalo di Lipari Sottomonastero e Punta Scaliddi.
Il tempo da Nord come abbiamo visto con Malfa non inciderebbe molto se l’opera è protetta dalla diga fatta da massi e tetrapodi. Sarebbero protette anche tutte le case adiacenti e con fronte esposto alle mareggiate, mentre la spiaggia più avanti non subirebbe nessuna modifica né alterazione a favore della balneazione. Non sono un tecnico di ingegneria idraulica, ma credo che è una ipotesi da valutare nella sua fattibilità, darebbe alla frazione una spinta all’economia non indifferente, ne gioverebbero tutti. Perché non pensarci e sentire anche gli abitanti della frazione, che sono sempre più abbandonati. Buon anno a tutti 
 
Massimo Giacomantonio Credo che il problema principale siano però i collegamenti con Lipari, necessari se si vuole fare un grande porto. La strada è stretta e tortuosa e credo che sia molto difficile allargarla o farne un'altra
 
Angelo Ferlazzo Falso problema perche la ex Pumex faceva transitare i tir, oggi transitato i bus gran turismo quindi i normali collegamenti sono facili e presti abili. Bisogna solo che la strada  che ieri mattina hanno CHIUSO a tempo indeterminato sia ripulita sempre da sterpaglie che dimorano lungo il ciglio da mesi e mesi e così da sempre.
 
Armando Restuccia Vedo che ha ben resistito alle intemperie del mare e spero che il dio Eolo non si accanisca con venti più violenti da fare andare in fumo la bontà del progetto. Complimenti al progettista
 
Nino Cincotta da Melbourne E a Lipari quando nel 3000...
 
Fausto Cortese da Melbourne Ma che dici a Lipari avimu Punta Scaliddi o seno putimu attraccari sutto o Palu...
 
Gaetano Giuffrè (Reuccio dei pescatori)  Non ci sono parole, solo dico un porto in mezzo al mare sottoposto a continue mareggiata soprattutto invernali, ma tutto si è reso possibile perché hanno capito quello che conta è lo sviluppo e vi posso garantire che li a Malfa sono ambientalisti,
ma l'uomo e parte integrante della natura a Lipari, ancora l'evoluzione deve arrivare, vi domandate perché chiedetevelo voi, esame di coscienza di ognuno, per le prossime generazioni che cosa abbiamo creato? Prima di ogni progetto ,ci vuole la volontà forza e coraggio, per fare la qualsiasi cosa che veramente sia un bene per tutta la comunità questo ancora a Lipari è venuto meno si è parlato tanto, senza prendere delle decisioni importanti, per cambiare il futuro, dei nostri figli hanno studiato fuori per mancanza di lavoro sono rimasti fuori.
 
Rita Mandarano dal Piemonte Dovevano farlo a Lipari? Non ci sono progetti?
 
Beppe Cardile Molto molto bene! Non si dovrebbe criticare tutto per forza... Le mareggiate sono in ogni porto, non solo a Malfa. E se si pensa che andrebbe fatto a Lipari, come si sa o Comuni sono diversi. A Lipari esiste il progetto, molto più costoso e impegnativo. Speriamo che Gullo lo realizzi.
 
Angelo Ferlazzo Vorrei ricordare a tutti che il nostro treno lo abbiamo perso quando agitati da pochi, in molti non hanno capito che oggi avremmo avuto la nostra Marina, attrezzata con un porto degno di questo nome. Lo avevano capito pure i Romani che lo costruirono sotto i nostri piedi, ora piangiamo un porto. E sono passati 20 anni, con la stessa filosofia e sfumato un eliporto e un piccolo aeroporto… vogliamo ma quando si tratta di cedere qualche cosa scatta la conservazione. Siamo sottosviluppati economicamente e ancora zappiamo il nostro piccolo orticello, senza avere una visione globale delle cose.
 
Smettiamola di esaltare i risultati degli altri, battiamoci per i nostri di risultati mancati.
So di irritare parecchi ma non mi frega nulla, mi dispiace per la nostra gioventù che è costretta a emigrare se vuole trovare uno straccio di lavoro o mettersi in proprio. Chi vorrebbe investire nel nostro territorio sa bene che deve superare oltre agli ostacoli burocratici, vincoli, mareggiate e tempeste anche noi che siamo maestri nel mettere il bastone tra le ruote quando vogliamo, ma nello stesso modo sappiamo fare grandi cose … solo se lo vogliamo e ci crediamo.

 

L'intervento

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di Francesco Fenech

Buongiorno Bartolino, vedo e mi fa piacere che un semplice video del rifugio-porticciolo di Malfa causa una reazione sul web del Notiziario perché fa reagire le persone sul problema portualità delle Eolie in particolare nel periodo invernale.

Questo è sinonimo che c'è volontà di voler fare un qualcosa di fattivo e suscita nelle persone una giusta reazione ed allora bisogna passare ad fatti. Sulla grande Zia Clara bisogna ragionare in grande senza però tralasciare l'impatto ambientale cosa che a Malfa si vuol perseguire ed allora bisogna mettere in campo le giuste regole e condizioni che tutti ma dico tutti devono seguire senza fare uno scempio con un impatto ambientale pulito.

Tutto ciò equivale anche al problema igienico sanitario e ossia: ospedale, servizi servizi ecologici, spazzatura, approvvigionamento idrico e sviluppo energetico eolico oppure marino. Trovare le fonti rinnovabili di energia non essere stantii con le solite sterili decisioni che restano sulla carta. Bisogna essere concreti, non fare solo chiacchere ma fatti.

Scusate le mie chiacchiere e meditate gente eoliana. Meditate per il futuro dei nostri figli in particolare eoliani. E beveteci sopra che è sempre meglio. Buona salute a tutti...

Eolie, scoperta una nuova sottospecie di coleottero 

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Quando avviene su piccole isole che si suppone siano ben conosciute, la scoperta di una nuova sottospecie può suscitare un certo stupore. Eppure, ancora oggi, il puzzle della biodiversità può arricchirsi di nuovi tasselli grazie al meticoloso lavoro di ricerca di biologi e naturalisti.

In questo caso, grazie alla collaborazione tra i ricercatori di Nesos e altri colleghi siciliani, è stato possibile descrivere una nuova sottospecie di Cicindela campestris, uno splendido coleottero dalla livrea metallica e vivacemente colorata.

La nuova sottospecie – chiamata didyme, dall’antico nome di Salina – vive nelle zone sommitali di Monte Fossa delle Felci; un’altra popolazione si trova a Lipari, nell’area compresa tra Monte Chirica e Poggio dei Funghi. Le differenze tra le cicindele eoliane e quelle presenti in Sicilia e in Italia consistono in alcuni caratteri morfologici e, soprattutto, nella loro colorazione, tendente al rosso-bruno con riflessi rameici.

L’articolo dove viene descritta la sottospecie è appena uscito sulla rivista “Biodiversity Journal” a firma di Ignazio Sparacio, Pietro Lo Cascio, Calogero Muscarella, Salvatore Surdo, Amedeo Falci e Francesco Allegrino ed è liberamente scaricabile dal sito biodiversityjournal.com.

Le cicindele sono coleotteri predatori di altri piccoli insetti e sono particolarmente sensibili alle trasformazioni ambientali, tanto da essere spesso utilizzati come indicatori biologici. La scoperta di una nuova sottospecie endemica testimonia, ancora una volta, la ricchezza della biodiversità dell’arcipelago, un aspetto giustamente sottolineato dall’IUCN – l’organizzazione mondiale per la tutela della natura – che nel 2007 aveva proposto di estendere il riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità” anche ai valori biologici delle Isole Eolie.

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