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Si è tenuta presso la Sala Giunta della Camera di Commercio di Messina, la conferenza di presentazione della prima edizione di ME-doc, la rassegna sulle tre Doc messinesi (Faro, Malvasia delle Lipari e Mamertino) che avrà luogo nelle giornate del 18 e del 19 marzo presso il Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Si sono alternati alla parola il presidente AIS regionale Francesco Baldacchino, il delegato AIS Taormina e responsabile regionale eventi AIS Sicilia Gioele Micali, il sindaco della Città Metropolitana di Messina Federico Basile, la responsabile regionale AIS Sicilia della comunicazione Giusy Mauro, il delegato AIS Messina area tirrenica Francesco Italiano, la presidente del Consorzio di tutela Faro Doc Enza La Fauci, uno dei rappresentanti del Consorzio di tutela del Mamertino Nino Cambria e da remoto ha mandato un saluto il Presidente Consorzio di tutela malvasia delle Lipari e del Salina Igtdel Mauro Pollastri.

Applaudito anche l’intervento di Salvatore Geraci titolare dell’azienda messinese Palari, nonché vicepresidente del Consorzio di tutela Faro.
L’Associazione Italiana Sommelier Sicilia intende volgere pertanto il suo sguardo allo straordinario territorio messinese, areale produttivo di incomparabile bellezza, circoscritto fra le vette dei monti Peloritani ed i suoi panoramici promontori e valli, talvolta a strapiombo sui mari Tirreno e Ionio ed anche compreso dentro il suggestivo arcipelago delle isole Eolie. Luoghi celebri per la mitologia greca e anche per la storia antica dove generazioni di uomini da sempre eroicamente producevano uva da vino. Due giorni interamente dedicati ai vini delle Doc: un importante contenitore di appuntamenti tematici ed iniziative dedicate. Dal meeting d’apertura, volto all’approfondimento della storia, dell’ampelografia e della potenziale ricchezza di questi vocati territori ancora non del tutto scoperti, fino alle sfide e agli obbiettivi futuri per queste tre Denominazioni d’origine, impreziosite da una parentesi dedicata al binomio “vino e salute”.

Tutto sotto la conduzione del giornalista nonché responsabile regionale del gruppo dei Degustatori di AIS Sicilia Luigi Salvo alla presenza dei rappresentanti dei consorzi di tutela e del mondo del vino, docenti dell’Università degli Studi di Messina, pubbliche autorità locali e rappresentanti regionali e nazionali di AIS Sicilia e AIS Italia. Protagonista dell’evento sarà anche il primo concorso enologico ME-doc che vedrà impegnati i degustatori ufficiali AIS della Sicilia per premiare le eccellenze, l’innovazione, la piacevolezza e la compatibilità gastronomica delle etichette dei vini che si fregiano delle menzioni delle citate Doc.

Inoltre seguirà un’interessante proposta di cinque imperdibili degustazioni guidate per scoprire tutte le sfumature dei vini delle tre DOC insieme ad una ricca e intensa giornata di banchi di degustazione con le aziende produttrici in rappresentanza del territorio. Iniziativa che sarà realizzata grazie al patrocinio del Comune e della Città metropolitana di Messina insieme al supporto operativo e la disponibilità del Teatro Vittorio Emanuele. ME-doc, in definitiva, si prefiggerà l’audace obbiettivo di regalare alla città peloritana e alla sua provincia la meritoria visibilità ai vini ed alle aziende del territorio coinvolte ed invitate per l’occasione.

VIDEO

I PREMIATI

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Altissima la qualità media delle cinque categorie di vini: Faro, Malvasia delle Lipari, Mamertino Bianco, Mamertino Rosso e Mamertino Rosso Riserva, hanno mostrato ottime caratteristiche varietali, con un occhio alla tradizione delle diverse tipologie pur mostrandosi contemporanee ed al passo con i tempi.

Ecco i risultati dei vini vincitori che spessissimo hanno prevalso su altri per pochissimi centesimi di punto.

FARO

Premio Vino Top                     Palari 2015

Premio Vino Innovativo         Cantine Bonfiglio Piano Cuturi 2015

Premio Vino Piacevolezza       Az. Ag.Ciccolo Due Pini2015

Premio Vino Gastronomico    Tenuta  Gatto Chiano Conti 2015

MALVASIA DELLE LIPARI PASSITO

Premio Vino Top                     Virgona 2015

Premio Vino Innovativo         Colosi Na ‘Jm 2020

Premio Vino Piacevolezza       Punta Aria Quinta Espressione 2016

Premio Vino Gastronomico    Fenech 2021

MAMERTINO BIANCO

Premio Vino Top                     Terre del Levriero Selene 2021

Premio Vino Innovativo         Cantine Paone 2022

Premio Vino Piacevolezza       Tenuta Moreri Guzman2021

Premio Vino Gastronomico    Gaglio Vignaioli Flora 2022

MAMERTINO ROSSO

Premio Vino Top                     Tenuta Gatti Curpanè 2011

Premio Vino Innovativo         Vasari 2020

Premio Vino Piacevolezza       Laudini Primo Jonico2020

Premio Vino Gastronomico    Az. Agr.Lipari 2021

MAMERTINO ROSSO RISERVA

Premio Vino Top                     Vigna Nica 2019

Premio Vino Innovativo         Guzman Tenuta Moreri 2019

Premio Vino Piacevolezza       Cambria Mamertinum2011

Premio Vino Gastronomico    Antica Tindari Imperium 2016

NOTIZIARIOEOLIE.IT

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di Mauro Pollastri*

La prima volta che sono stato alle Eolie ero un ragazzo di dodici anni, in vacanza con la famiglia. In quei paesaggi vedevo, affascinato, i luoghi che furono di Ulisse, in quei porticcioli mi immaginavo i vascelli dei mercanti greci e romani, immaginavo la gente che lavorava la terra e coltivava le viti su quei terrazzamenti oggi abbandonati. Nel 1988 mai avrei pensato che sarei diventato un produttore di Malvasia e che il legame con l'Isola di Vulcano sarebbe diventato per me così intimo. Da sempre le Isole Eolie sono state una terra ricca di fascino che ha stregato molte persone, vuoi per la bellezza dei paesaggi, vuoi per la presenza dei vulcani, vuoi per quel particolare senso di isolamento e di microcosmo, vuoi per quell'essenza di Mediterraneo che evocano. Abitate già nel Neolitico, fin dai tempi dei greci la rilevanza economica della coltivazione della vite alle Eolie è testimoniata da diversi reperti storici.

L'origine del vitigno della Malvasia di Lipari è invece dibattuta tra chi ne sostiene l'origine Micenea (XIV – XVI sec.a.C.), l'origine greca (con la colonizzazione dei Greci Cnidi del 1580 a.C.) e chi ne sostiene l'origine veneziana risalente all'instabilità politica verso la fine del Basso Medioevo che ha portato una comunità veneziana appunto alle Isole Eolie. Quest'ultima, e più recente, ipotesi pare essere suffragata da analisi del DNA (condotte da Manna Crespan, responsabile del Servizio identificazione delle varietà di vite del CREA) che ha identificato analogie tra la Malvasia di Lipari e vitigni risalenti a quelle zone. Sicuramente il periodo d'oro della Malvasia delle Lipari (e delle Eolie) è stato l'ottocento, quando, durante le invasioni napoleoniche, casualmente gli inglesi si impossessarono di alcune barche che contenevano nelle proprie stive della malvasia. Fu a causa di questo evento che incominciò a svilupparsi un fiorente commercio grazie al quale il prezioso nettare veniva esportato anche in tutto il Nord Europa.

L'avvento della fillossera all'inizio del novecento purtroppo segnò la fine del periodo d'oro delle Eolie determinando un quasi completo abbandono della viticultura, con il conseguente spopolamento. Le difficoltà logistiche e di comunicazione che caratterizzano questi luoghi hanno poi impedito un ritorno ai livelli economici raggiunti. Queste difficoltà caratterizzano tutt'oggi la viticultura (e le altre attività) in queste isole come una viticultura eroica oltre a costituire una barriera naturale allo sfruttamento intensivo del territorio. E' solo con il partire dagli anni ottanta del novecento che si è registrato un risveglio della viticultura eoliana, risveglio lento ma che dura tutt'oggi e che si sta consolidando sempre di più con con l'introduzione di nuovi impianti a Vulcano dall'inizio degli anni duemila, successivamente a Lipari e negli ultimi anni anche a Stromboli e ancora a Salina e Vulcano. Ad oggi tuttavia i terreni vitati alle Eolie ammontano solo ad un centinaio di ettari, ancora enormemente al di sotto del livello dei livelli di sviluppo raggiunti nel XIX secolo.

I numerosi vulcani contribuiscono a rendere i terreni molto variegati in termini di caratteristiche e struttura: si passa da terreni molto fertili sull'Isola di Salina a terreni ricchi di pomice e ossidiana a Lipari a terreni più poveri e formati da cenere lavica sull'isola di Vulcano. A Salina poi la maggior parte dei vigneti di Malvasia hanno una esposizione a Nord-Est o si trovano sulla sella tra i due monti a 400 metri di quota, mentre a Vulcano i vigneti di Malvasia si trovano nella parte meridionale con esposizione Sud e Sud-Est. Ciascuna delle sette isole dell'arcipelago è diversa dalle altre sorelle, così come lo sono i vini. La pianta di Malvasia di Lipari ben si adatta al clima dell'arcipelago: essa richiede poca acqua e in Estate trae buona parte del proprio fabbisogno dall'umidità che si deposita sulle foglie durante la notte.

La fertilità delle gemme è di tipo distale, quindi occorrono potature con tralcio lungo, tipicamente il guyot; l'impianto è tipicamente a spalliera. Il disciplinare della Malvasia delle Lipari (notare la differenza con il nome del vitigno - Malvasia di Lipari) prevede poi una piccola percentuale (tra il 5 e l'8%) di Corinto Nero: uva dagli acini piccoli e che conferisce alla Malvasia delle Lipari quel caratteristico colore ambrato scuro. L'uva viene raccolta, a seconda delle annate, mediamente tra la prima e la terza settimana di Settembre, dopodiché viene sottoposta ad un processo di appassimento, da tradizione su dei cannizzi (tavole per appassimento in canne di bambù intrecciate) disposti al sole o sotto dei portici. Dopo qualche settimana, raggiunto il giusto grado di appassimento, le uve vengono pressate e lavorate. Ogni produttore qui ha i propri piccoli segreti: chi fermenta solo il mosto, chi aggiunge le bucce, chi lavora con vasche in acciaio, chi lavora in legno ecc. Il vino che ne deriva ha comunque sempre delle caratteristiche che lo rendono molto adatto all'invecchiamento: può invecchiare anche decine di anni (se si resiste a non berlo prima) e più invecchia, più migliora.

Il Malvasia di Lipari è un vitigno semi-aromatico e le uve sottoposte ad appassimento, le caratteristiche del vino che ne derivano sono dei sentori di albicocca essiccata, senza però una predominanza di quest'ultima, infatti si notano subito dei sentori più complessi che possono spaziare dal mandorlato, al rosmarino, al balsamico e ad altri sentori che ricordano la macchia mediterranea. In bocca il Malvasia delle Lipari si caratterizza, oltre che per la componente dolce, anche per la componente sapida e per la freschezza. Vino pieno, persistente, in cui si sente tutta la potenza del sole. Parlando di abbinamenti, oltre che eccellente per la meditazione, questo vino è ben abbinabile a dolci, ma soprattutto a cioccolati ad alto tenore di cacao, a formaggi erborinati (es. gorgonzola piccante), a piatti a base di acciughe in salamoia o capperi. Come vino da aperitivo si sposa bene con tartine a base di acciughe sotto sale, capperi e ricotta.

Ecco alcuni dati:

Alle Eolie ci sono circa 140 ettari vitati di cui circa il  60% è Malvasia di Lipari, il resto si divide in Catarratto, Insoglia, Grillo,
Corinto Nero.

Come bottiglie, dai dati di produzione, siamo a circa 300.000 tra Malvasia e Salina di cui 100.000 Malvasia e 200.000 Salina. I dati sono bassi perché alle Eolie ci sono anche delle produzioni di Terre Siciliane  IGP.

Rispetto all'ottocento (epoca d'oro) oggi siamo a circa 1/10 della produzione vinicola.

Ad oggi le aziende iscritte al Consorzio sono 11 per la DOC Malvasia delle Lipari e 13 per il Salina IGP.

Le aziende associate rappresentano l'87% della produzione della Malvasia delle Lipari e il 98% della produzione del Salina.

*Presidente Consorzio di tutela malvasia delle Lipari  e del Salina Igt

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