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Carissimo direttore,

Non so se si ricorda di me... Sono quell'artigiano che quasi due anni fa è stato costretto a lasciare casa con la sua attività di falegname per trasferirsi a Barcellona per continuare a lavorare per campare, visto che le amministrazioni non mi hanno dato la possibilità di impiantare la mia falegnameria nella mia proprietà nonostante le continue richieste e autorizzazzioni.  Però noto con molto dispiacere che Canali continua a proliferare di capannoni e nessuno controlla...
Mi viene sono una cosa da dire.... VERGOGNA! Tra questi capannoni c'è ne uno che ho anche segnalato una sanatoria non chiara.... Ma chissà dove è andata a finire!? E le promesse del sindaco? Cosa sta facendo per gli artigiani? Il consorzio artigiani inattivo cosa sta facendo? Dove sono sono finiti i famosi progetti delle aree artigianali dove anche io sono proprietario? Possibile che nessuno tocca l'argomento visto che la buona parte svolgono attività in luoghi non idonei o abusivi? Grazie per il suo ascolto e confido nell'informazione e nella legalità. Cosa che al riguardo non si sa cosa sia. Colgo l'occasione per porgere cordiali saluti.

Vincenzo Tesoriero

LA REPLICA.

di Fulvio Pellegrino*

Carissimo direttore, da quando ho assunto la carica ho sempre avuto un solo obiettivo, ovvero quello di istituire delle aree artigianali che consentissero alla categoria di lavorare con decoro e nella legalità. Non riesco, personalmente ad essere rammaricato nel vedere un giovane artigiano compiangersi per non aver potuto realizzare - illegalmente - un capannone in una zona sottoposta a vincolo.

Questo mentre decine di artigiani finanziano il consorzio da me diretto e attendono da decenni la realizzazione di un'area a loro dedicata. Il sig. Tesoriero - forse mal consigliato da politicanti della parola ondivaga - di bypassare la normale prassi e ha scelto di acquistare un fondo già oggetto di assegnazione con lotti e consorziati, ove era stato già avviato un procedimento di progettazione. Lo stesso successivamente attraverso una serie di progetti non conformi alle norme, ha tentato di realizzare un capannone che è stato bloccato dall'intervento delle forze dell'ordine.

L'iter del sig. Tesoriero ricalcava una pratica in uso negli anni trascorsi (vedi torrente Valle) ove era stato permesso l'impianto di manufatti che rappresentano a tutt'oggi dei veri detrattori ambientali. Ritengo che il sig. Tesoriero facendo tesoro della sua giovane esperienza, debba intraprendere un cammino diverso da quello fin qui perseguito e se ritiene far parte del consorzio (pagando le dovute quote), verrà messo al corrente sull'iter delle progettazioni delle aree artigianali e troverà in me un sincero amico e consigliere per la realizzazione del comune progetto.

Per quanto riguarda la segnalata sanatoria del mio capannone (non chiara secondo il Tesoriero) è giusto che si tratta di oblazione integrativa che il Comune ha inteso rigettare e contro il quale provvedimento è stato avviato un ricorso secondo legge.

E' noto che sono innumerevoli gli illeciti avversati da ricorsi e/o da art.13 giacenti all'ufficio urbanistico del Comune in attesa di definizioni. Gli artigiani liparesi lottano da 20 anni per l'affermazione di un loro diritto e non sarà l'insufficiente senso civico di alcuni elementi che usano la "mala politica" come promozione personale, a minare la volontà di realizzazione cercando di vanificare anni di lavoro proteso alla finalizzazione dell'agognato progetto da parte del consorzio da me rappresentato. Il consorzio vive di vita propria e non retrocede dal cammino intrapreso....

Ogni impedimento verrà combattuto con forza... ogni energia profusa con abnegazione e siamo certi che con l'ausilio delle attuali forze di maggioranza - se questa maggioranza vorrà - l'area artigianale diventerà realtà. Tanto dovevo in risposta all'articolo da Ella pubblicato.

*Presidente del consorzio artigiani.

capannoni

LE INTERVISTE DE “IL NOTIZIARIO”. Lipari, il dramma di Vincenzo Tesoriero. Falegname con sfratto e sequestro della struttura

Posted on 4 novembre 2013
 

Lipari – Da un dramma a un altro dramma. Da Canneto Dentro a Candali. Dalla storia di Antonio Mirabito a quella di Vincenzo Tesoriero, giovane falegname, sposato, 2 figli piccoli, rimasto senza lavoro.

image.jpgDa anni attende le autorizzazioni dal Comune. Non sono giunte e ora si ritrova con lo sfratto e la struttura non autorizzata posta sotto sequestro. Tre persone hanno anche perso il lavoro. Eppure a Candali vi sono state autorizzazioni e proliferano le baracche e i capannoni.

L’intervista a Vincenzo Tesoriero e alla moglie.

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http://www.bartolinoleone-eolie.it/vincenzo-tesoriero04112013.wmv

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