Lipari, presentato il libro di Stefania Barzini "L'isola che mi amava" e in "passerella" anche le top model eoliane...
di Martina Costa
Isole, puntini vulcanici, distese in mezzo al mare, avvolte dal loro inconfondibile profumo di ginestra.
Fuochi sempre alimentati, boati che incutono paura e destano meraviglia: lì dove la natura comanda ed esegue.
Isole: le ami o le odi, le apprezzi o ne stai lontano, luoghi che hanno il potere di stringerti tra sé o non farti più tornare.
Magia, storia e mito, terre degli dei e testimoni di una religiosità vergine.
Madre, figlia, amica: l’isola è un’anima che non dorme mai, che, al contrario, veglia sui suoi figli, molti dei quali sparsi per il mondo.
“L’Isola che mi amava”, come recita il titolo di questo romanzo.
L’isola ti ama per davvero, lo fa per tutta la vita: chi ci nasce, difficilmente, pur andando via molto presto, dimentica le sue radici.…
E, poi, c'è chi, invece, sull’isola non nasce, ma ne sente il richiamo.
Come la nostra autrice, Stefania Barzini, che così bene racconta in questo romanzo la sua storia. Una storia di vita, un regalo che restituisce alla sua Alicudi, una terra che l’ha fatta innamorare.
Non importa da dove vieni, “isolana”, lo puoi sempre diventare. Ci vuole coraggio, tanto amore e soprattutto una forte resistenza, sia fisica che mentale.
“Isolani isolati”, dice qualcuno. E non possiamo dargli torto: almeno una volta nella vita ad ognuno di noi è venuto in mente di abbandonare tutto e andare via.
Ma, forse, è proprio nel nostro essere “isolani isolati” che ci ritroviamo ad essere cittadini del mondo.
Insulari e peculiari, proprio come le nostre isole, comprendiamo che siamo diversi, ma non per questo inferiori a nessuno.
Alcuni miei amici che vivono in grandi città mi chiedono come io faccia a rimanere a Lipari: sono gli stessi che quando al telegiornale sentono la notizia di uno Stromboli in eruzione mi scrivono su Whatsapp: «Tutto bene? Avete evacuato?».
In questi anni, sono arrivata alla conclusione che non si può spiegare l’isola a chi si percepisce grattacielo. A chi esclude l’una per innalzare l’altro.
Non esiste luogo perfetto nel mondo: tutti lo sono e nessuno lo è. Siamo noi a farne un luogo privilegiato. Ecco perchè “Casa” è il luogo che percepisci come tale, è un’emozione: non è cemento.
L’autrice, Stefania Barzini, conosce Alicudi, se ne innamora e rimane.
Compra una casa, a 475 gradini dal porto: come lei stessa scrive “sceglie di vivere in un altro blu”. Vuole riappropriarsi del Tempo, quello con la ‘T’ maiuscola che intanto scorre, fuori e dentro, le nostre isole. Perché, spesso, le isole che fanno più paura sono quelle interiori: rocciose, piene di sassi, con tantissimi scalini. Allora si sceglie di approdare in un’altra isola, che è quella fisica, materiale, quella in grado di amarti e restituirti al mondo.Aggiornato in una versione migliore di te.
Allora, grazie all’autrice Stefania Barzini, che con il suo romanzo, “L’Isola che mi amava”, ci regala una bellissima storia d’amore. La sua. Con l’isola dell’ “ultimo scalo”, quella che, silenziosamente, grida: “Non lasciatemi da sola”.