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di Chris Murphy 

110 anni fa mio nonno Giovanni Ferlazzo, lasciava quest'isola da giovane diciassettenne. Ha intrapreso un viaggio dall'altra parte del mondo che avrebbe cambiato la sua, la mia e quella di innumerevoli altri.

Questo sono io che metto piede per la prima volta nella terra dei miei antenati e antenati.
Devo loro, e questo, tantissimo.

La cultura degli Eoliani (eoliani) della cura, della famiglia, del cibo e del duro lavoro è infusa nella nostra cultura familiare.

Se un ragazzo diciassettenne, spaventato a morte e risorse limitate, può creare attività di successo, e trova una linea di grandi famiglie, immagina quanto ancora possiamo realizzare, con tutti i nostri vantaggi.

Vale sempre la pena ricordare le nostre radici culturali e celebrarle.

Chris Murphy ha studiato presso The University of Melbourne vive a Bullarto South - Melbourne

Sposato con Janet Murphy

L'intervista: precisiamo che è stata organizzata all'ultimo momento e di prima mattina tenuto conto che era in partenza. Parla solo in inglese e non c'è stato il tempo di far intervenire un interprete.

In ogni caso, all'arrivo a Melbourne sarà organizzata intervista con il fratello che parla perfettamente l'italiano che sarà curata dal nostro grande fratello Gennaro con Skype.

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VIDEO

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Ci sono dei film dove, se lo spettatore non entra per diventare anch’egli protagonista della storia, tutto si perde in modo irrimediabile. Questo Wim Wenders lo sa bene dall’alto della sua carriera straordinaria che lo ha portato a essere uno dei più importanti registi  contemporanei.

E dopo angeli che volteggiavano su Berlino, la scoperta di artisti straordinari nei suoi leggendari ritratti ecco Wenders ritornare, a  quarant’anni di distanza, a Tokyo per saldare un debito di riconoscenza verso l’autore che forse più di tutti ha amato, Yasujirō Ozu.

Perfect days doveva essere un lavoro su commissione sulla struttura dei servizi igienici nella metropoli giapponese. Nelle mani di Wenders diventa una delle più splendide elegie che il cinema ci abbia raccontato negli ultimi anni. L’elogio della semplicità della vita, la pienezza della quotidianità contro il vuoto che la frenesia moderna lascia nelle nostre vite. 

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