L'INTERVENTO DA SYDNEY DI GIOVANNI FINOCCHIARO

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di Giovanni Finocchiaro

Caro Direttore, concordo con la disamina di Angelo Sidoti su alcuni temi scaturiti dall’intervista di Gennaro Leone sopratutto quello degli aiuti alle imprese.

Il decreto legge, invece di dare liquidità alle imprese, sembra a mio parere che faccia aumentare l’indebitamento delle imprese. Le banche hanno facoltà di non concedere i prestiti garantiti dallo stato e possono ritirare in ogni momento le garanzie. E gli stessi possono richiedere il rientro immediato all’imprenditore.
In caso di società le banche analizzano la situazione reddituale delle imprese e possono richiedere le garanzie accessorie dei soci.

Dal decreto l’ammortamento sembra in 6 anni (un po’ poco), almeno doveva essere 10-15 anni, vista l’entità dell’emergenza. Sicuramente l’opzione migliore doveva essere un finanziamento a fondo perduto, al 30-50% a carico dello stato come sembra che verrà attuato in Veneto.

Le banche dovrebbero ricevere dalla banca centrale europea il denaro con interessi <0,75%.

Le aziende del comparto turistico alle Eolie in questo momento sono a sotto zero fatturato, meno meno cashflow e costi fissi che al contrario si sommano sulla scrivania di ogni imprenditore. Comprendo benissimo e capisco che il Comune non può fare la sospensione o riduzione di suolo pubblico e bollette varie se lo Stato non garantisce le coperture finanziarie.

Finora come si dice nei paesi anglosassoni e quindi anche qui a Sydney “Talk and no action” tutto fumo e niente arrosto.

Come al solito in un sistema quello Italiano attanagliato da tanta burocrazia, un po' di liquidità giungerà alle imprese Eoliane ma giungerà forse troppo tardi.
Come dire, l’operazione è riuscita ma il paziente e’ morto!!!

In dialetto Liparoto “mentre u medicu studia, u malatu sinnivaci. A presto.

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