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NELLO MUSUMECI

Centrodestra
40,00 %
748.086 voti
SEGGI
Forza Italia
16,30% (281.839 voti), 0 seggi
Idea sicilia - Popolari e autonomisti
7,20% (123.933 voti), 0 seggi
Sicilia vera - Libertas - Rete Democratica - Udc
7,10% (122.614 voti), 0 seggi
#Diventerà bellissima - Per la Sicilia
6,10% (104.701 voti), 0 seggi
Alleanza per la Sicilia (Fdi + Noi con Salvini)
5,50% (95.428 voti), 0 seggi

GIANCARLO CANCELLERI

Mov. 5 Stelle
34,60 %
647.764 voti
SEGGI
Movimento 5 Stelle
26,70% (459.779 voti), 0 seggi

FABRIZIO MICARI

Centrosinistra
18,50 %
346.374 voti
SEGGI
Partito Democratico
13,00% (223.633 voti), 0 seggi
Pdr - Sicilia Futura - Psi
6,00% (102.674 voti), 0 seggi
Alternativa popolare
4,10% (70.728 voti), 0 seggi
Arcipelago Sicilia - Movimento dei territori
2,10% (36.700 voti), 0 seggi

CLAUDIO FAVA

Sinistra
6,20 %
115.912 voti
SEGGI
Cento passi per la Sicilia
5,30% (91.269 voti), 0 seggi

ROBERTO LA ROSA

Indipendentisti
0,70 %
13.429 voti
SEGGI
Movimento siciliani liberi
0,70% (11.640 voti), 0 seggi
(*) 7 deputati (tra cui il Presidente) sono eletti con il listino regionale del candidato presidente(**) 1 seggio è riservato al candidato non eletto più votato(repubblica.it)

LE PRIME PAROLA DEL NUOVO PRESIDENTE DELLA REGIONE NELLO MUSUMECI E DEGLI ALTRI CANDIDATI

VIDEO

Bartolino Leone era in diretta
 
 
DEFINITIVI. Musumeci 2031, Cancelleri 1128, Micari 1076, Fava 201, La Rosa 14
 
Liste: 5Stelle 853, Forza Italia 729, Alternativa Popolare 442, Diventerà Bellissima 453, Pd 451, Sicilia Futura 290, Udc 275
 
Candidati: Calderone Santi 165, Picciolo 86, Leonardo Russo 158, De Domenico 221, Laccoto 87, Ardizzone 325, Sidoti 142, Genovese 187, Calderone Tommaso 167, Formica 117, Germanà 77, Campo Raffaella 65, Croce 261, Galluzzo 42
 

MALFA. di Giancarlo Baldanza

Elezioni regionali Sicilia 2017 sezione di Malfa
Diritto al voto: 999 Votanti: 355 Schede bianche 2 Schede nulle 12
Lista regionale n° 1 M5S= 42 Lista provinciale n° 3= 20 Russo 6, La Spada 3, Raffa 3, Mazzeo 1, De Luca 1

Lista regionale n° 2 Fava= 11 Lista provinciale n°8 Fava= 10 Fava 2, campo 1, italiano 1, rella 2.

Lista regionale n°3 Micari PD= 99 Lista provinciale n°2= 38. calderone 11, picciolo 24, torre 2.

Lista provinciale n° 4= 61 De Domenico 35, giglia 18, sciotto 1. Lista provinciale n°5= 4 Ardizzone 3

Lista regionale n°4 Musumeci= 189 Lista provinciale n°1= 20 Amoroso 10, corona 1, currenti 8, pettinato 1.
Lista provinciale n° 6= 10 Sidoti 4, Lo giudice 4.

Lista provinciale n°7= 93
Formica 1, Barresi 1, calderone 29, genovese 20, germaná 4, Grasso 30. Lista provinciale n° 10= 55 Galluzzo 45, paratore 3, sterrantino 5. Lista provinciale n° 11= 10
Pino 4, Catalfamo 4.

Lista regionale n° 5 siciliani liberi= 0 Lista provinciale n° 9= 0

I "PAPABILI" DI MESSINA E PROVINCIA

La nuova geografia all'Ars, per la Provincia di Messina, porta alcune incertezze da sciogliere nelle prossime ore ma di certo c'è gia che a Palermo ci andrà l'Onorevole Tommaso Calderone. A lui in Forza Italia e a De Domenico nel Pd si deve il crollo del Regno di Brolo che torna Feudo con la sconfitta concomitante di Pippo Laccoto e del giovane rampollo Nino Germanà che paga le scelte infelici del recente passato nella zona tirrenica della Provincia dove raccoglie miserie di voti. L'Avvocato Calderone ha oleato bene la macchina elettorale in questi ultimi due anni e mezzo e, dopo le false partenze precedenti, questa volta centra l'obiettivo e supera di quasi tre mila voti (in attesa di conferma il dato definito) il diretto concorrente Germanà, non sfigurando di fronte alla corazza rappresentata da Luigi Genovese. Anche Laccoto crolla in parte in Provincia ed in parte a Messina dove il mondo accademico, e non solo, gli volta le spalle e sospinge l'uomo dei poteri culturali De Domenico a Palermo. Si parla già di ricorsi ma è roba buona per le prossime settimane. Intanto si delinea il doppio seggio per il M5S che porterebbe a Palermo Valentina Zafarana e, sembra, De Luca che si piazza al momento alle spalle della deputata uscente. nelle fila dell'Udc si annuncia come certo il ritorno a Palermo di Cateno De Luca che batte e di molto Saro Sidoti. A completare il quadro degli 8 deputati ci sono Peppe Picciolo, ridimensionatissimo, ma sempre presente e, salvo sorprese, uno tra Sterrantino, Galluzzo e Paratore per Diventerà Bellissima. Sono sopra soglia anche Idea Per la Sicilia e FdI- NcS ma non vanno a seggio a beneficio di altre Provincie con percentuali di voti più alte. Questo il quadro degli eletti probabili. A Milazzo la buona affermazione di Carmelo Pino (è il candidato di Milazzo più votato di sempre in città con oltre 1.700 preferenze personali) non cambia il trend di una città che non riesce a regalasi un deputato regionale. La performance di Magistri sopra i 650 voti come Catalano e la semi defiance di Ciccio Italiano che non supera quota 600 voti, confermano il trend di preferenze "straniere ben oltre il 70% dei votanti. A differenza, a Barcellona Pozzo di Gotto, quasi il 50% del voto è indigento e gli spiccioli se li dividono tutti gli altri. Messina premia gli sforzi del mondo accademico e la volontà degli attivisti a 5Stelle. Scontato il successo di Luigi Genovese, a secco questa volta restano i Nebrodi che si consolano con la Bernadette Grasso inserita nel listino.(ildiariometropolitano.it)

Il Punto e Virgola. Voti "Piscistoccu e arancini" 

Il lato migliore della piazza è migliore dal lato giusto del letto. Indipendentemente se a una o due piazze. Bisogna cambiare il mondo prima di cambiare se stessi. Questo è il punto "partitoearrivato" dalla Sicilia che è sempre stata madre di tutte le campagne elettorali. Così c'è chi ha preferito farla fuori dal letto politico non andando a votare per pigrizia e per dispetto. Per chi non ha avuto interesse a dare le preferenze si dice che è stato un dispetto a Renzi e alla Boschi che nel momento migliore della campagna elettorale si sono rifugiati all'estero. Un segnale da una parte e l'altra. La Sicilia ha spaccato ancora di più il PD con questo risultato. Un dato sottovalutato ad urne aperte. Il vincitore oggi è l'assenza. Con i suoi veri candidati. I sondaggisti hanno visto giusto il testa a testa fra Musumeci e Cancelleri. Elezioni con i Vespri siciliani "imbraciolettati" da cinque anni di pessima amministrazione Crocetta, inutile negarlo. Da domani si parlerà di equilibri nevralgici proiettati per la conquista dell'Italia. I grillini hanno dovuto pagare il prezzo di Roma e anche di Torino. Palermo non è la Barcellona catalana. C'è la Barcellona Pozzo di Gotto con il suo "pescistoccu" alla messinese con qualche cappero eoliano che aggiunge il suo sapore a chi esce sconfitto quando ha deriso il patto dell'arancino. In attesa di nuove rivoluzioni si nota come il potere del voto ha il suo epicentro nel messinese come lo fu 5 anni fa. Da oggi l'impolitica e l'antipolitica sono le vie di fuga.

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LISTE DEFINITIVI

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CANDIDATI DEFINITIVI.PDF scrutinio di n. 17 sezioni su 17

 

---E' iniziato in Sicilia lo spoglio delle schede per l'elezione del presidente della Regione e dei 70 deputati regionali. Secondo i primi dati forniti dal Viminale, proiezioni su un campione del 5%, sono in parità Nello Musumeci e Giancarlo Cancelleri, al 34%. Micari al 21% e Fava al 9%.

Ieri nell'Isola ieri dalle 8 alle 22 si sono recati alle urne 2.179.474 elettori su 4.661.111, il 46,76% degli aventi diritto, mentre cinque anni fa avevano votato 2.203.165 persone. Solo in tre province su nove la percentuale è più alta rispetto al 2012: a Messina ha votato il 51,69% (51,24%), a Catania il 51,58% (51,09%) e a Palermo il 46,4 (46,28%).

Gli exit poll de La7 davano il candidato del centro destra Nello Musumeci avanti (6,5%-40,5%), ma a un'incollatura c'è Giancarlo Cancelleri del M5s (33,5-37,5). Il Pd crolla. al 16-20%, Fava 6-9%.

A vincere è però "partito del non voto": solo il 46,76% ha votato per l'elezione del presidente della Regione e dell'Assemblea, mentre il 53,23% ha disertato le urne. Rispetto al 2012 quando aveva votato il 47,41%, il dato dell'affluenza è in calo dello 0,65%.

LE REAZIONI

Il primo a commentare i dati, questa mattina dal comitato di Fabrizio Micari, è stato il sindaco Leoluca Orlando: "Su questa esperienza ha pesato come un macigno il disastroso e fallimentare governo Crocetta e l'atteggiamento di alcuni dirigenti del Pd legati troppo a questo esecutivo confermatosi una calamità istituzionale. Anche la decisione del presidente Grasso rispetto alla proposta che gli era stata fatta, è la conferma dell'inadeguatezza di settori del Pd. E ha pesato come un macigno l'egoismo della sinistra, di Mdp, che hanno contraddetto il 'modello Palermo' allo scopo di pesarsi nazionalmente, facendo pagare ai siciliani l'intenzione di danneggiare Renzi ai siciliani". Il primo cittadino di Palermo è comunque "orgoglioso di avere promosso la sua candidatura e di averla sostenuta". La causa di quella che sembra essere una sconfitta sarebbe da addebitare alla mancata realizzazione di un campo largo: "La sinistra non può continuare imperterrita su scelte minoritarie che lasciano campo a soluzioni clientelari".

Già ieri sera ai microfoni di La7, il sottosegretario Davide Faraone, capo dei renziani in Sicilia, aveva ammesso la sconfitta e assegnato le responsabilità dell'accaduto al governo Crocetta, a Pietro Grasso che non ha avuto il coraggio di candidarsi e a quella parte di sinistra che ha deciso di non dare sostegno a Micari: "Lo hanno fatto solo per fare danno a Renzi. Questo è l'unico messaggio che è venuto dalla sinistra, mentre si doveva pensare al bene della Sicilia. Mdp, in base a questi exit poll, del resto, non conta nulla, non ha rappresentato un valore aggiunto, non ha aggiunto nulla a Fava".

Commentando gli exit poll sulle regionali siciliane ai microfoni di La7 il leader di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, parla di miracolo: "Sei mesi fa non c'era partita in Sicilia, veniva data per certa la vittoria M5S, abbiamo fatto un miracolo e messo insieme tutto il centrodestra. Berlusconi ci ha aiutato molto venendo a Palermo".

Soddisfatto anche l'eurodeputato pentastellato del M5S Ignazio Corrao: "Il Movimento 5 Stelle ha corso da solo contro l'accozzaglia di liste piene di impresentabili. Comunque andrà, domani sarà un risultato storico e un momento pazzesco per la Sicilia".

"Sullo stile e l'eleganza dei commenti di alcuni importanti esponenti del Partito Democratico in merito al coraggio del presidente Grasso non resta che confermare ancor di più le motivazioni per le quali il presidente si è dimesso dal gruppo del Pd". Lo afferma in una nota il portavoce del presidente del senato che aggiunge: "Merito, metodi e contenuti dell'attuale classe dirigente del partito sono molto lontani da quelli dimostrati dal presidente".

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di Susanna Turco

Regionali Sicilia: frana il Pd, il centrodestra se la batte con M5S
I dati sono provvisori, ma una cosa è certa: le prove generali delle prossime politiche mandano a picco il Pd renziano. Mentre il centrodestra berlusconiano conferma il suo ritorno, più destrorso di prima, e si dimostra capace di duellare all'ultimo voto con il (pur favorito) Movimento Cinque stelle. Angelino Alfano a rischio sparizione, sinistra radicale che non va né su né giù. Ma il più forte è il partito del non voto: diserta le urne oltre il 50 per cento degli aventi diritto in Sicilia (dove va a votare il 46,76 per cento), mentre a Ostia, X municipio di Roma, restano a casa in due su tre (vota il 36,15 per cento, 20 punti meno delle comunali 2016).

Nella notte, dai provvisori exit poll siciliani fino alla periferia marina di Roma, l'ultima tornata elettorale prima delle politiche restituisce un quadro dalle pennellate completamente stravolte, rispetto alle aspettative dell'anno scorso, ma pure rispetto a quelle di sei mesi fa. Sembra passato un secolo, da quando Renzi lottava per il referendum sognando si sfondare a destra e a sinistra, ma pure da quando la stravittoria dei Cinque stelle pareva scontata. Lo raccontano da un lato le immagini che arrivano dal Pd di Ostia, dove uno stropicciato Roberto Giachetti, già candidato perdente dei dem a Roma, si fa intervistare mentre sfocato, sullo sfondo, si muove il candidato Athos de Luca, attuale candidato perdente del Pd a Ostia; e, all'opposto, le urla da stadio che vengono dalla Sicilia azzurra.

"Abbiamo fatto un miracolo, sei mesi fa davate per certa la vittoria dei Cinque stelle", rivendica infatti l'azzurro Gianfranco Micciché ai microfoni di La7, di fronte a exit poll che in Sicilia danno il candidato del centrodestra, Nello Musumeci, in vantaggio di circa tre punti rispetto al candidato grillino Giancarlo Cancelleri . L'ex ministro, l'uomo che totalizzò nel 2001 il famoso sessantuno a zero in favore dell'ex Cavaliere, azzarda addirittura una previsione sul voto di primavera: "Se in Sicilia raggiungiamo un risultato simile al 40 per cento, potremo vincere tutti e 22 seggi della regione alle prossime politiche". Ottimismo da maggioritario? "I collegi si prendono con un voto in più", rintuzza Micciché.

Meno semplice sarà formare la maggioranza, comunque vada a finire. In Regione, per lo meno. Non a caso i grillini brindano comunque a un risultato storico: le opzioni di diventare partito di maggioranza, o di opposizione pesante, pari sono. Giancarlo Cancelleri esulta su Facebook: "Siamo la prima forza politica in Sicilia e in Italia! Il MoVimento 5 Stelle ha corso da solo contro l'accozzaglia di liste piene di impresentabili! Comunque andrà, sarà un risultato storico e un momento pazzesco per la Sicilia". Con un risultato che, raddoppiando il voto di cinque anni fa, supera il 30 per cento (così gli exit poll), i Cinque stelle saranno comunque un grosso peso, sulla governabilità.

Il Pd frustrato per la sconfitta in Sicilia attacca Grasso: «Non ha avuto coraggio di candidarsi»

«Abbiamo aspettato il presidente del Senato per due mesi. Micari non è stato pavido come lui» dichiara il capo dei renziani nell'isola Davide Faraoni. Pronta la difesa delle sinistre: «Arroganti. Ingiusto attaccarlo per non essersi prestato al vostro trasformismo»
Oltre alla pacifica ammissione della sconfitta netta, nel Pd la prima polemica è dedicata agli ex compagni di viaggio dell'Mdp, a partire dal mancato sì alla candidatura da parte di Pietro Grasso, che avrebbe scombinato in radice i tentativi di fare una coalizione larga – come fa notare Davide Faraone provocando le ire della sinistra. Al netto dei battibecchi, tuttavia, secondo gli exit poll la somma dei voti raccolti da Fabrizio Micari e quelli raccolti Claudio Fava non superano insieme il 25 per cento: anche fosse stato unito, il centrosinistra sarebbe rimasto fuori dai giochi. Come a dire – sempre stando agli exit poll - che la parola gliela avrebbe comunque tolta la storia, a questo giro almeno.(espresso.it)

---In Sicilia per le elezioni regionali, alle 19, dopo il riepilogo di tutte le sezioni, ha votato il 36,39 per cento degli elettori (1.695.182 su 4.661.111) con un calo pari a 1,27 per cento rispetto alle regionali del 2012 quando aveva votato l'37,66 per cento. I dati sono del servizio elettorale della Regione siciliana. Rispetto alla stessa rilevazione di cinque anni fa, l'affluenza è leggermente in calo in tutte le province. La più bassa è a Enna con il 27,23% (30,92%), segue Caltanissetta 29,94% (32,39%). La percentuale di votanti più alta si registra a Messina con il 40,7% (42,16%), seguono Catania con il 39,75% (39,86%), Siracusa con il 38,42% (38,97%) e Ragusa con il 37,6% (37,84%). A Palermo ha votato il 36,34% (37,48%), a Trapani il 35,87% (38,6%), ad Agrigento il 30,19% (32,07%). In totale hanno votato finora 1.696.204 di elettori (1.750.074 nel 2012) su 4.661.111 aventi diritto.

---Primi dati ufficiali riguardanti l'affluenza alle urne. Alle 12, a Messina, hanno votato 29.421 elettori: il 14,9% degli aventi diritto. E' questo il dato ufficiale diffuso dal Comune riguardo l'affluenza dei messinesi per l'appuntamento elettorale di oggi.

Lo stesso rilevamento alle Regionali del 2012 aveva fatto registrare una percentuale del 14,88.

Se da Messina ci allarghiamo all'intera isola, la percentuale dei votanti subisce un netto calo. In Sicilia per queste elezioni regionali, alle 12, dopo il riepilogo di tutte le sezioni, ha votato il 10,8% degli elettori (503.537 su 4.661.111) con un lieve calo dello 0,43% rispetto alle regionali del 2012 quando aveva votato l'11,23%.(normanno.com)

di Paola Benedetta Manca

Oggi gli elettori siciliani sono chiamati al voto per eleggere il nuovo presidente della Regione e l'assemblea regionale. La campagna elettorale di questi mesi è stata costantemente sotto i riflettori per via dei numerosi colpi di scena: ricorsi; ritiri; decisioni del tribunale; accuse di inganni informatici e polemiche sui candidati 'impresentabili'. Il voto in Sicilia, in realtà, è molto più di un'elezione regionale: in occasione della consultazione dei siciliani si misureranno i rapporti di forza e si collauderanno le alleanze per le prossimi elezioni politiche, nella primavera del 2018. La sfida più agguerrita si prospetta tra il candidato del M5S Giancarlo Cancelleri e il candidato del centrodestra Nello Musumeci.

I CANDIDATI - Sono cinque i candidati in campo per la corsa a Palazzo d'Orleans: Giancarlo Cancelleri, Giuseppe Fava, Roberto La Rosa, Fabrizio Micari e Nello Musumeci. Non parteciperà, infatti, alla competizione elettorale, il governatore uscente, Rosario Crocetta, che ha annunciato il ritiro della sua candidatura. Dopo aver scatenato le polemiche di diverse aree del Pd, per la scelta di presentarsi con il suo movimento 'Riparte Sicilia', un errore nella presentazione della candidatura lo ha messo fuori dai giochi e il Tar ha bocciato il ricorso in merito alla sua esclusione.

Giancarlo Cancelleri, 42 anni, è il candidato del Movimento 5 Stelle. Deputato regionale, è stato scelto con il metodo delle primarie online sulla piattaforma Rousseau, nelle quali ha incassato 4.350 voti. A inizio settembre, però, il risultato delle 'Regionarie' è stato sospeso dal Tribunale di Palermo per l'esclusione considerata "ingiustificata" di Mauro Giulivi, candidato all'assemblea regionale. Il tribunale ha accolto il suo ricorso in via cautelativa e il Movimento ha deciso di non ripetere le votazioni. Per Cancelleri, originario di Caltanissetta, è la seconda candidatura a governatore della regione: nel 2012 prese 368mila preferenze, arrivando terzo nella gara elettorale. Originario di Caltanissetta, Cancelleri ha lavorato in una ditta metalmeccanica, prima di intraprendere la sua attività politica. È uno dei fondatori di 'Scorta Civica', un comitato nato a sostegno dei magistrati minacciati dalla mafia. Ad appoggiare in modo molto partecipato la candidatura di Cancelleri, i leader nazionali del M5S, in particolare Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio che si sono recati più volte, quest'estate, in Sicilia. Anche Beppe Grillo si è speso per la campagna elettorale, soprattutto nell'ultimo periodo.

Nello Musumeci, 62 anni, nato in provincia di Catania, è il candidato del centrodestra unito. È la terza volta che si candida a governatore della Sicilia: nel 2012 ha ottenuto 521mila preferenze, arrivando secondo dietro Rosario Crocetta. È sostenuto da Forza Italia (in particolar modo dal coordinatore regionale Gianfranco Miccichè); Noi con Salvini; Fratelli d'Italia; Udc; dalle liste "Popolari e Autonomisti" e "#Diventeràbellissima", nome ispirato a una celebre frase di Paolo Borsellino, rivolta alla Sicilia.

Fabrizio Micari, 54 anni, è il candidato del centrosinistra. Dal 2015 è rettore dell'Università di Palermo, carica da cui si è messo in congedo per intraprendere la campagna elettorale. Micari è sostenuto dal Partito democratico, da Alternativa popolare di Angelino Alfano, e dalle liste 'Sicilia Futura' e 'Micari Presidente'. La sua candidatura è stata fortemente sostenuta dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ed è frutto di una elaborata mediazione che è riuscita a replicare in Sicilia le larghe intese governative.

Claudio Fava, 60 anni, è il candidato dell'area di sinistra che ha scelto di non allearsi con il Partito Democratico. È deputato e, dal 28 febbraio 2017, fa parte del gruppo parlamentare Articolo 1-Mdp. E' vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia. La lista che lo sostiene è "Claudio Fava presidente – Cento Passi per la Sicilia" ed è appoggiata da Articolo 1-Mdp, Sinistra Italiana, Possibile e i Verdi. Catanese, laureato in giurisprudenza, il candidato della sinistra è figlio del giornalista Pippo Fava, ucciso dalla mafia nel 1984.

La lista dei candidati si chiude con il sicilianista Roberto La Rosa, 61 anni, candidato di 'Siciliani Liberi', movimento indipendentista siciliano.

QUANDO SI VOTA - Si vota solo domenica 5 novembre. I seggi saranno aperti dalle 8 alle 22. Le operazioni di scrutinio inizieranno alle 8 di lunedì 6 novembre. Non sono previsti ballottaggi: vince chi prende più voti. I cittadini aventi diritto al voto dovranno portare con sé al seggio un documento d'identità e la tessera elettorale.

COME SI VOTA - Nei seggi l'elettore riceverà una scheda gialla, suddivisa in rettangoli, ognuno corrispondente a una lista provinciale. La scheda contiene il contrassegno di ciascuna lista che concorre nell'ambito provinciale, affiancato da una riga riservata all'eventuale indicazione della preferenza per un candidato alla carica di deputato regionale appartenente alla lista. A destra, infine, è riportato il nome del candidato alla carica di presidente della Regione, affiancato dal relativo contrassegno. Si dovrà barrare con una "X" la lista provinciale prescelta. Poi bisognerà mettere un'altra 'X' sul nome del candidato alla presidenza della Regione. Infine, chi volesse esprimere la preferenza per un candidato deputato all'assemblea regionale, dovrà scrivere il suo nome e cognome nell'apposita riga. Alla competizione elettorale è ammesso il voto disgiunto: è dunque possibile votare per un candidato alla presidenza e per una lista provinciale a lui non collegata. Nel caso in cui l'elettore dovesse indicare solo la preferenza per lista provinciale, invece, il voto andrà automaticamente al candidato della lista regionale.

L'ASSEGNAZIONE DEI SEGGI - Nel 2013 l'assemblea regionale ha deciso la riduzione dei seggi da 90 a 70. Di questi, 62 sono designati con metodo proporzionale su base provinciale, con liste collegate a una lista regionale per la quale è prevista una soglia di sbarramento del 5 per cento. Saranno 16 i deputati eletti nella provincia di Palermo, 13 a Catania, 8 a Messina, 6 ad Agrigento, 5 a Siracusa e Trapani, 4 a Ragusa, 3 a Caltanissetta e 2 a Enna. Dei restanti otto seggi, uno spetta al governatore eletto, sei fanno parte della lista regionale del candidato presidente, una sorta di lista bloccata che funziona da premio di maggioranza per il vincitore delle elezioni, il cosiddetto 'listino del presidente'. Il seggio restante, infine, è destinato al candidato governatore arrivato secondo nelle preferenze.

CHI VOTA - Sono circa 4 milioni e 600mila i siciliani aventi diritto di voto chiamati alle urne domenica 5 novembre.(quotidiano.net)

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