Ora è reale! Oggi è stato ultimato l'allestimento del ponteggio che renderà possibili i lavori al frontespizio delle chiesa di Ginostra!
Molto impegno, una fase amministrativa travagliata, tante nuove energie! E' bello vedere gli abitanti di Ginostra rendersi disponibili per dare una mano ove possibile, ognuno con le proprie forze e competenze! E' bene ricordare che così come promesso dal Sindaco Marco Giorgianni l'occupazione del suolo pubblico non è gravato da oneri. Un'esperienza che sta piano piano prendendo forma! Il risultato finale sarà bellissimo. Col favore di Eolo, riporteremo al suo naturale aspetto la chiesetta! Vi terremo aggiornati!
Associazione "Attiva Stromboli"
di Carmelo Gulli*
Ho avuto modo di vedere, ancora 'in itinere' autorizzativo, il progetto per il restauro della facciata principale della Chiesa di San Vincenzo Ferreri, in località Ginostra a Stromboli. Data la particolare qualità architettonica e la singolarità del monumento con il contesto, considero necessarie alcune riflessioni circa gli interventi progettuali previsti. Doveroso, prima di tutto, è sottolineare l'ottimo e lodevole impegno dell'Associazione "AttivaStromboli" che ne è promotrice e anche per la raccolta dei fondi necessari ai restauri.
Le riflessioni si aprono già nel titolo, posto in oggetto, nell'intestazione dei documenti e degli elaborati grafici a corredo del progetto: "restauro e risanamento conservativo"; mentre rimandiamo a dopo il sottotitolo di specifica. Ci scontriamo ancora su questioni di lessico; su termini indirizzati a tutti i beni che costituiscono il costruito e che possono di frequente attivare interpretazioni poco corrette e quindi azioni operative equivoche e dannose. Tali "categorie" d'interventi sono ancora un residuo retaggio dell'art.31 della legge 457/78, che comprende anche il ripristino e il rinnovo di elementi costitutivi l'edificio; terminologia confluita, a livello regionale, nell'art.20, LR 71/78 e LR 37/85, in restauro conservativo, e via di seguito. Ora non voglio indubbiamente intraprendere, per non appesantire lo scritto, la questione in merito ai concetti di restauro, di conservazione e di risanamento, nozioni meritevoli certamente di un approfondimento; base teorica e culturale che bisogna conoscere e possedere per riflettere su cosa si interviene e sul come.
Sotto al titolo, sopra menzionato, segue una specificazione: "intervento di restauro del prospetto Ovest della chiesa, senza variazioni cromatiche, e rifacimento della struttura campanaria". È comprensibile la difficoltà economica di eseguire un restauro esterno completo, ma la chiesa non è costituita da una sola facciata; è un organismo, un'architettura con una spazialità tridimensionale e non può essere quindi percepita come una singola parete e quindi mutila delle sue membra. Ci sarebbe, poi, da comprendere cosa s'intende per "senza variazioni cromatiche" poiché il monumento con l'ambiente 'urbano' sono un insieme formato di elementi vivi che mutano nel tempo e se si accetta il processo trasformativo, legittimo e continuo, è vano voler 'congelare' o riproporre l'attuale cromia o di quel che resta o ricercare lo stato cromatico originario. Quale sarà la 'materia', quel colore, che si rapporterà con l'attuale tessitura muraria, a blocchi, debolmente incisa sulla facciata? Ogni architettura, ambito urbano e paesistico possiedono colori che mutano con il tempo, facendo assumere al contesto una sua logica cromatica, frutto di una lenta sedimentazione e di un continuo assestamento. Per il rifacimento della struttura campanaria sono validi, quasi, gli stessi concetti di base appena esposti sul colore.
L'intervento di ricostruzione del campanile s'imposta come se il tempo non fosse trascorso, una confusione che tende a rendere presente il passato e quindi equivale ad una falsificazione. Attualizzare il passato non fa altro che cancellare il senso della storia. Se risulta spontaneo ricostruire il campanile nella configurazione che appare nella foto di Giulio Conti, del 1977, perché non ricostruirlo come nel disegno dell'Arciduca Luigi Salvatore d'Austria? La riproposizione del campanile è lecita in quanto elemento della chiesa, connesso e con una specifica e necessaria funzione, ma la riproposizione dell'immagine non può essere definita da una semplice e frettolosa scelta, legata al gusto personale o alla preferenza di un determinato periodo storico. Sono scelte motivate spesso da un ingenuo desiderio nostalgico di regressioni alle origini, alla ricerca di una presunta integrità perduta. Di frequente, purtroppo, gli interventi di restauro si concretizzano meccanicamente, con operazioni riproduttive e imitative dell'antico con tecniche di riassemblaggio e ripristini. Può essere, quindi, ricostituita una 'forma' nuova, di sicuro non originaria, ma tuttavia autentica; è un intervento del nuovo, sull'antico. Un problema, sempre attuale, dei limiti delle nuove forme negli interventi sugli antichi edifici. Fondamentale è pertanto, prima di ogni intervento, una approfondita 'conoscenza' dell'oggetto attraverso la ricerca e, dove possibile, dello studio delle fonti, documenti storici, topografici e iconografici.
Similmente profonda deve essere la conoscenza diretta dell'opera architettonica, i materiali costitutivi ed il loro comportamento, con un completo e dettagliato rilievo grafico e fotografico nelle scale metriche necessarie; con l'individuazione delle cause intrinseche, legate alla natura e all'origine dell'edificio e delle cause estrinseche, intervenute dall'esterno, e tutto riportato in elaborati o tavole tematiche. E ancora, un dettagliato studio dei processi di alterazione e dello stato di degrado. Quindi, disegni capaci di far leggere esattamente non solo le linee essenziali dell'edificio, bensì le apparecchiature murarie, i materiali costitutivi e soprattutto rendendo fedelmente, l'odierno stato di fatto. E lì dove sono mancanti gli i così detti "ornamenti" o più esattamente le modanature e le cornici, con quali modalità e forme sarà eseguito il "rifacimento"? E questi elementi dovranno forse essere distinguibili? Si crede ancora che il restauro, e in questo caso quello architettonico, sia azione autonoma e indirizzata prevalentemente al solo risarcimento della 'materia', in realtà rientra a pieno titolo in un campo, più ampio, quello del progetto di architettura. Progetto capace di trasmettere e garantire, alle generazioni future, la piena e corretta leggibilità del monumento-documento.
*Architetto.