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di Felice D’Ambra

La Civiltà del Bere & Vinitaly Verona 2018. 

Vinitaly di Verona Fiere è senza ombra di dubbio una tra le più grandi fiere di vino e distillati del mondo. La 52ma edizione della degustazione di "Grand Tasting 2018", fiore all'occhiello della Fiera, è curata e condotta dal famoso enologo e viticoltore Riccardo Cotorella e da Ian D'Agata, direttore scientifico di International Academy, e da Luciano Ferraro, giornalista del Corriere della Sera.

Territorio e ricerca dell'innovazione e magia delle vigne vecchie di ottant'anni, i trenta anni di Vinitaly di "Amarone", le donne del vino e tanto altro, sono il "motivo conduttore" delle giornate di degustazione "su inviti", firmate Vinitaly 2018.

Di grande interesse è il rinnovo della collaborazione tra Verona Fiere, Wine Research e WRT per la degustazione di 15 vini internazionali conosciuti e apprezzati in tutto il mondo: Francia, Italia, Giappone, Palestina, Romania, Russia e Stati Uniti d'America. Curiosare nella più grande vetrina di Vinitaly all'insegna del vino, cibo, arte, musica, incontri, divertimento e anche di grandi bevute è, un'esperienza unica, indimenticabile. Migliaia di visitatori, imprenditori e addetti ai lavori con orgoglio preparano la presentazione delle proprie eccellenze vitivinicole da offrire ai visitatori di tutto il mondo.

Un impegno non indifferente per le aziende vinicole che affrontano con grande sacrificio e soltanto chi vuole veramente il meglio, si presenta al Vinitaly di Verona, della 52ma; edizione straordinaria della Fiera internazionale della "civiltà del bere". Vinitaly e Verona sono un affascinante connubio che coinvolge gli appassionati della coltivazione della vite, di tutto il territorio del nostro "Bel Paese"e non solo.

Un evento di tutto rispetto che coinvolge migliaia di espositori italiani ed esteri e 140 Nazioni, per un volano economico stimato in svariati miliardi di euro. Il Vinitaly è anche ricordato per la massiccia e particolare partecipazione delle raffinate ed eleganti Gentil Donne Manager in carriera, che ormai seguono e rappresentano le loro aziende vitivinicole. Donne bellissime, di tutte le Regioni italiane e non solo, che nelle prime edizioni del Vinitaly, era rappresentata di soli uomini.

La prima apparizione al Vinitaly di Verona e che diede un tocco di classe che effettivamente mancava, si ebbe con la presenza dell'allora giovanissima e bellissima attrice Ornella Muti. Allora fu un grande successo, le donne colsero l'occasione come un'attrazione fatale, e d'allora, la loro bellissima presenza è sempre stata una mossa"strategica, vincente" nel mondo del saper bere, e non solo di vino.

Le prime edizioni di questa magnifica Fiera, ricordano anche i personaggi di quei tempi: Mario Soldati promotore del 1967, e lo storico Luigi Veronelli, il "Vate" della storia del vino italiano, che sognava un prodotto sempre più colto. In ogni cantina di prestigio sia al Nord sia al Sud, Sicilia e Sardegna, è quasi d'obbligo la graziosa presenza femminile, che assume un aspetto importante, anche per la conoscenza diretta del prodotto, e per un brand di marketing.

L'organizzatissima e Fieristica di Vinitaly di Verona Fiere, scandiscono anche l'evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale e internazionale, raggiungendo una leva economica tra la più travolgente e strategica per l'internazionalizzazione delle imprese italiane, che entrano nel piano per la promozione straordinaria del Made in Italy. finanziata dal Ministero dello sviluppo economico, quale Fiera di riferimento del comparto enologico.

Non a caso questo importantissimo evento ha raggiunto un carattere internazionale, ed è uno tra i più importanti appuntamenti dell'enologia mondiale, dove i numerosi viticoltori che hanno capito la grande importanza del Vinitaly nel mondo, sono a presentare i loro interessanti vini e non solo.

Un richiamo importante dunque che ogni anno sempre più numerosi e non solo imprenditori, ma anche migliaia di visitatori turistici che ritornano nella città del vino, dell'Arena e dei celebri innamorati Giulietta e Romeo, come le più agguerrite importanti aziende vitivinicole di tutto il mondo. Verona Fiere e Vinitaly, negli anni hanno fatto accrescere la cultura vitivinicola come il Vinitaly in The World un progetto per promuovere l'eccellenza dei vini italiani nel mondo.

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Un Omaggio a Fabrizio Frizzi, "Il Gentleman".
Aveva sessant' anni appena compiuti, un'aria scanzonata, un po sorniona quasi imbarazzata quando parlava, come se si sentisse in colpa a pensare sempre bene di tutto. La vita l'ha lasciato una notte, proprio quando aveva una missione, tenere duro per Stella, la sua bambina di 5 anni Fabrizio Frizzi era un uomo d'altri tempi, un uomo bonario dal faccione sempre sorridente.

Avrebbe dovuto condurre prossimamente assieme ai suoi cari amici, Antonella Clerici e Carlo Conti, la nuova edizione de "I Migliori Anni". In Fabrizio Frizzi c'era quella romanità bonaria di Corrado Mantoni, che oggi, non ritrovi più neppure nelle vecchie trattorie, come se fosse soltanto un'immagine di qualche ricordo, o di qualche vecchio film di una volta. Eppure in lui, non c'era l'eleganza di Lord Byron, né l'arte amorosa di Giacomo Casanova, e neppure il fascino latino di Rodolfo Valentino. Egli non aveva neanche la retorica di Sir Lawrence Olivier, e non rassomigliava neppure al "Grande Marcello Mastroianni".

Non era neppure un genio, se il genio, è solo quello del "Grande"Leonardo da Vinci, di Galileo Galilei, di Albert Einstein, di Johann Wolfgang Goethe, o di Bobby Fisher, il più giovane campione del mondo di scacchi. Niente di tutto questo, ma se nel mondo esista il genio della comunicazione umana, per rendere un'atmosfera più affascinante, sociale o per fare sentire le persone a proprio agio, Fabrizio Frizzi, aveva ed era veramente un genio dell'arte della retorica. 

Egli aveva una bell'anima, possedeva doti umane di rara sensibilità, era una persona per bene, educata, che non rappresentava un personaggio pubblico, ma una persona di famiglia. Nelle sue ultime puntate dell'eredità, ha dimostrato a milioni di spettatori di Rai1, la sua umiltà. la sua grande sensibilità umana, quando per salutare Andrea Saccone, quel ragazzo 19enne di Cortona che per 14 giorni diventò il campione in assoluto, Fabrizio Frizzi istintivamente, commosso, per 2 volte fortemente abbracciò per due volte quel bravo ragazzo, come volesse salutarlo, per l'ultima volta. Proprio ieri sera alle ore 18,45, Carlo Conti nel riprendere la trasmissione, ha così annunciato l'inizio: "Lo spettacolo deve andare avanti, salutando Fabrizio Frizzi e facendo continuare la trasmissione di Rai 1, l'Eredità". 

Fabrizio Frizzi, era una persona semplice ma speciale, era una parte di noi; e gli italiani, tutti, gli hanno voluto bene e lo hanno amato, come un fratello. Il pubblico televisivo e non solo, perde un artista gentiluomo, uno Show Man, perde il galantuomo della TV Nazionale. Milioni d'italiani all'unisono hanno affermato la stessa frase, che significa che Fabrizio Frizzi, con la sua nobiltà d'animo è stato l'unico conduttore della porta accanto, una persona straordinaria, un mattatore, che non si poteva non volergli bene. Ecco perché la sua prematura morte è stata un grande dolore per milioni d'italiani, quasi come, un lutto nazionale.

E così per 40 anni di brillante carriera, egli non perse mai, la sua innata bonarietà e la sua bella risata comunicativa. Da Grande Professionista Fabrizio Frizzi, presentatore o conduttore che fosse, accompagnava sempre con molto garbo, qualsiasi ospite della sua trasmissione facendolo sentire sempre a proprio agio. Come asserisce Pippo Baudo, Fabrizio Frizzi aveva questa sua capacità di essere assolutamente se stesso, in ogni occasione. Pochi nella nostra Penisola sapevamo quanto fosse grande il cuore di Fabrizio Frizzi, a tal punto che tanti anni dopo, al termine di una partita del cuore, una bambina corre ad abbracciarlo e gli dice: "Io sono la tua sorellina".

Era Valeria, la bambina alla quale egli con grande coraggio, le aveva donato il midollo per salvarla da morte sicura. Tra non molto la giovane Valeria, convolerà a nozze, e lo farà nel ricordo del fratellino: Fabrizio Frizzi.
Fabrizio sarà anche ricordato per essere stato il più longevo conduttore di 18 edizioni della popolare trasmissione della ragazze più belle del nostro "Bel Paese" "Miss Italia". In quella del 2002 conosce e s'innamora di una di loro, Carlotta Mantovani, sua moglie, ora purtroppo vedova Frizzi.

Fabrizio Frizzi nella sua carriera, si è ispirato ai maestri di allora: Renzo Arbore e Gianni Boncompagni di Alto Gradimento, al portamento istituzionale di Pippo Baudo, alla bonarietà e allo spirito di Corrado Mantoni, alla leggerezza e ironia di Raimondo Vianello, e all'umiltà di Mike Bongiorno, Di tutti questi maestri, Fabrizio Frizzi in realtà, è stato l'unico erede di Corrado Mantoni, creatore della Corrida, che presto ritornerà fra gli spettacoli della Rai, di Viale Mazzini. Fabrizio Frizzi ci ha donato 40 anni della sua brillante carriera artistica, fatta con passione, dedizione e con grande Professionalità.

Un Grazie di cuore a Fabrizio Frizzi, all'uomo del sorriso, per tutto quello che ha fatto, per i bei momenti che ha regalato a noi italiani, sino all'ultimo respiro. Milioni d'italiani commossi hanno reso l'ultimo saluto, lungo tutto lo stivale tricolore, Isole Sicilia e Sardegna comprese, il più sentito tributo a quest'uomo solare e galantuomo, che la Rai Italiana nel mondo, abbia mai avuto. Come ripete Gianna Nannini nella canzone dedicata alla figlia Penelope "Se penso che ci sei non vorrei morire".

Peccato che la vita s'è portato via questo ragazzone che sulla vespa si leva il casco per salutare, mentre stacca uno dei suoi simpatici sorrisi!!!
Che Dio ti dia la pace che meriti Fabrizio Frizzi, cuore puro e generoso, e che Dio aiuti la Tua sposa Carlotta e la tua adorata "Stella" il tuo piccolo gioiello di figlia.

Lipari & Divagazioni.
Alcuni secoli orsono, Attila il Capo degli Unni sterminò l'Europa. Alcune settimane fa, la più solida politica italiana, ha subito il più potente scossone, un terremoto del 7mo grado della scala Ritter, che la storia elettorale ricordi. Non è stato come si vocifera in tutto il nostro "Bel Paese", un voto di protesta o di ribellione giovanile, ma è stato come il lancinante urlo della celeberrima opera di Edvard Munch, che il Movimento 5 Stelle, sia riuscito a dipingere di arancione il profondo Sud, Sicilia e Sardegna, fino alla Toscana e parte dell'Umbria. Naturalmente, com'era prevedibile, non ha però scalfito, ma tutt'altro, l'onda lunga della benestante e blasonata "Padania", regno della Repubblica del Nord. La sconfitta è stata talmente bruciante, che ha "forse" colto di sorpresa e sconvolto ogni qualsiasi previsione del più grande partito italiano.

Nulla lasciava prevedere questo terremoto del cambiamento. Secondo la mia opinione, la freddezza era già nell'aria; causata anche dalle continue lamentele. I giovani sono senza lavoro, i cervelloni scappano all'estero, il popolo non considerato è alla fame, stanco di non arrivare a fine mese, di mangiare sempre la stessa minestra", di vedere sempre le stesse facce di quei politici che hanno usato a vita, e "non solo", gli scanni del parlamento italiano" Il Capoluogo dell'Arcipelago Eoliano è senza ombra di dubbio, un'Isola di rara bellezza, selvaggia, primitiva. Non ha voluto né ha bisogno di un Aeroporto (come dice l'amico Ing. Vincenzo Cincotta, progettista dell'Avvio pista ormai il progetto è stato cancellato e sepolto), come d'altronde anche la stessa fine ha fatto le terme di San Calogero, mentre il porto in sicurezza, non è mai nato. In pratica siamo fermi all'età, della pietra, e quando si viaggiava con i vecchi piroscafi, però, a casa si tornava. Da quando la politica italiana ha negato alle mamme Eoliane di far nascere i propri figli lontano dal proprio paese, mentre a Lipari, per l'isolamento, si muore. L'assurda situazione che penalizza l'intero Arcipelago Eoliano, dovrebbe far riflettere con urgenza i politici, locali, provinciali e la Regione Sicilia. Eppure, la nostra "Penisola"la più bella fra le Nazioni dell'Europa Unita, che ben conoscano le condizioni meteo marine dell'Isola e il continuo isolamento che affligga, offende e umilia gli abitanti, costretti ancora a emigrare da un porto all'altro e da un ospedale all'altro, anche per delle visite specialistiche: Milazzo, Messina, Patti, Taormina. E' semplicemente terrorizzante sentirsi dire "l'Aliscafo o la nave non parte", e la sera, non poter rientrare a casa, dai propri figli, famiglia, e per giunta pernottare e non solo, negli alberghi di Milazzo a proprie spese. Perché la Regione Sicilia non debba avere il buonsenso, il potere di prendere una seria decisione, di creare un piccolo porto, e rendersi conto che la città di Lipari, non è "Nassau", la Capitale delle Isole Bahamas e dei diamanti.

Costruire a Lipari come si vorrebbe, un "Mega Porto" con colate di tonnellate di cemento, equivarrebbe alla distruzione della fisionomia della bellezza del, Capoluogo Mondiale Umanità. La comunità Liparota, non chiede la luna nel pozzo, non vuole la metropolitana di superficie, non vuole l'autostrada, ma chiede il sacro santo diritto di tornare a casa, di dormire nel proprio letto, di partorire nel proprio paese dove risiede, alle "Eolie", come avviene regolarmente nelle sperdute praterie del Far West, delle Pampas argentine e nei sperduti villaggi del mondo. A cosa serve far pagare il pedaggio di 5 Euro di sbarco ai vacanzieri che soggiornano negli alberghi, appartamenti, e a quei turisti mordi e fuggi. A cosa serve avere una ricchezza archeologica, il più rinomato e antico Museo, una cultura storica millenaria, favolose bellezze naturali, quando non si abbia neppure la cultura dell'accoglienza, dell'ospitalità, e dove il degrado e l'indifferenza, sono ovunque. Non lo scrivo soltanto io, poiché, queste notizie sono pubblicate e lette ogni giorno sul Notiziario Eolie di Bartolino Leone che naviga, in 100 Nazioni del mondo.

Quest'anno come previsto, ci sarà ovunque in Italia e soprattutto al Sud, Sicilia e Sardegna, un grande fermento turistico. Vedo su Face Book, molto utilizzato dagli imprenditori Eoliani e non solo, che dopo il rituale letargo invernale, gli operatori si stanno preparando a offrire al meglio il loro locale e mettere a disposizione dei turisti, la loro eccellente professionalità. Gli addetti all'Ambiente, al Turismo ai Lavori pubblici, stanno tenendo conto di, rendere la Città all'altezza? La SS. Pasqua di Resurrezione è dietro l'angolo! Auguri di Buon Inizio e anche di un buon proseguimento di stagione! Un grande in bocca al lupo a tutti!

Turismo & destagionalizzazione "Autunno in Barbagia".
Non è un racconto d'altri tempi, ma un modo semplice consolidato, di fare turismo per destagionalizzare, i periodi chiamati di bassa stagione, e lanciare eventi in autunno, Un modo antico come il mondo, per far conoscere ai visitatori, paesi caratteristici dell'arcaica terra di Barbagia.

Potrebbero farlo tutte quelle Regioni che hanno mare e montagna e non solo. Ovunque nel territorio barbaricino tutto sembra circondato da uno spettacolare romantico caldo autunno, che ben si adatta per scoprire l'altra faccia turistica, dell'interno, lontano dal mare.

Un meraviglioso autunno particolare, senza storia, con personaggi che rappresentano la vita quotidiana di un popolo dedito alla campagna, che ha la sensazione di vivere in un mondo di vari colori, di una magia particolare, di case addobbate a festa, di un museo a cielo aperto laddove, il tempo si ferma.

Ambientato nei paesi sparsi del meraviglioso territorio della catena montuosa del Gennargentu, dove in una incontaminata Sardegna tutta da esplorare, si vive nella manifestazione di "Autunno in Barbagia". Molti operatori turistici, Agenzie di viaggio, Bus Travel, offrono pacchetti completi anche di volo e di soggiorno, per l'evento Autunno in Barbagia, da venerdì a domenica e non solo. Per l'occasione ogni borgo si trasforma in scena di teatro, le case diventano musei e mostre di prodotti tipici di ogni genere, le botteghe d'artigianato degli artisti, pittori, scultori presentano i loro pezzi unici. Le donne nelle case, magazzini mostrano: coperte di lino antico, merletti, arazzi, tappeti, pregiati scialli, camicie di lino e fazzolettini per fidanzati, ricamati a mano da bellissime ragazze, che nell'insieme sono i tesori di "Autunno in Barbagia". La Barbagia, per chi non la conosce, è il polmone verde di macchia mediterranea che circonda la tormentata terra dell''antiche intatte tradizioni, che il mondo del consumismo moderno, fortunatamente, non è ancora riuscito a scalfire, spero non succeda mai..

La manifestazione autunnale è semplicemente un carosello unico, dove l'arte si mescola alle originali tradizioni. Autunno in Barbagia, nasce tanti fa, da un'idea di "ASPEN" l' Azienda Speciale della Camera di Commercio di Nuoro, e con la collaborazione di circa 30 Comuni, Pro Loco, Provincia di Nuoro/Ogliastra e la Regione Sardegna, che da allora continua con entusiasmo nell'Evento.

Quest'indimenticabile emozionante viaggio itinerante, che da settembre a prima di Natale, ha lo scopo di far conoscere ai visitatori la vera e autentica tradizione di enogastronomia e di prodotti tipici, e di assistere in diretta all'emozionante preparazione dell'antico pane dei pastori: il famoso "carasau" chiamato anche carta da musica,"oppure alla lavorazione del torrone di Tonara, o alla "Carapigna"di Aritzo, e non solo.

Il famoso gelato o granita al limone, fatto a mano, nel pozzetto con la neve conservata negli affranti rocciosi, che dal 1400 e ancora oggi, allieta le sagre paesane, le festose cerimonie nuziali, e anche i turisti dei villaggi e alberghi della Costa. E' quasi impossibile descrivere le emozioni di questo straordinario evento di "Autunno in Barbagia", il video dimostra la realtà dell'evento, che risale al 2011..

La manifestazione oltre a riconoscere le realtà di ogni singolo paese, è anche un volano economico e anche un grande interesse turistico, antropologico, storico culturale, voluto e creato per destagionalizzare, il turismo e per far crescere queste terre bellissime,diversamente, in agonia.. E' soltanto una manifestazione povera, senza pretese, ma di un'intensa e straordinaria fierezza di un popolo, che sa come si usa accogliere gli ospiti. E' famosa soprattutto nella Sardegna dell'interno, la sacra ospitalità di questa gente fiera, di antichi uomini semplici, bruciati dal sole e dalla fatica, che con riservatezza e umiltà, sono capaci di emozionare chiunque. Questo è solo "Autunno in Barbagia".

---Nel pomeriggio dopo quattro intensi giorni fervevano i preparativi per la chiusura della grande bevuta di vino per migliaia di visitatori, imprenditori e addetti ai lavori che con un pizzico di malinconia e nostalgia; si preparavano alla calata di quel sipario che gli ha visti attivi attori e comparse dell’anniversario della 50ma; edizione straordinaria della Fiera internazionale della civiltà del bere.

Vinitaly e Verona un connubio che coinvolge gli amanti del fascino della coltivazione della vite, di tutto il territorio del nostro “Bel Paese”e non solo. Una storia di successo di tutto rispetto che con oltre 4.000 espositori italiani ed esteri e con 140 Nazioni per un fatturato di 5,4 miliardi di euro, numeri che la rendano la prima fiera mondiale del settore vitivinicolo. 

Il Vinitaly 2016 sarà anche ricordato per la particolare partecipazione delle raffinate ed eleganti Gentil Donne Manager in carriera, che al Vinitaly, rappresentano le loro aziende vitivinicole. Donne bellissime, di tutte le Regioni italiane e non solo, che dalle prime edizioni del Vinitaly, in un mondo fatto di soli uomini, hanno fatto la loro prima comparsa, le donne dando quel tocco di eleganza importante e insostituibile che mancava e che da quando, per la prima quasi cinquant' anni fa, ecco la presenza dell’allora giovanissima e bellissima attrice

Ornella Muti, accompagnata da un imprenditore produttore del vino, fece capolino al Vinitaly. Da allora le donne sono sempre state un’attrazione fatale nel mondo del saper bere, e non solo vino. Le prime edizioni di questa magnifica Fiera, ricordano anche i personaggi di quei tempi: Mario Soldati promotore delle prime giornate del 1967, e lo storico Luigi Veronelli, il vate del vino italiano che sognava un prodotto colto.

In ogni cantina di prestigio sia al Nord sia al Sud, Sicilia e Sardegna, è quasi d’obbligo la graziosa presenza femminile, che assume un aspetto importante, un tocco di classe e di raffinata eleganza, ma anche della conoscenza diretta del prodotto e per un brand importante di marketing. A proposito di vite e di vino e quanto dice il vecchio proverbio latino, ancora oggi supportato da tante vecchie dicerie, non si fa altro che parlare di "vino veritas" (nel vino è la verità), significa che quando una persona è alticcia, ha i freni inibitori rilassati e può facilmente rivelare fatti e pensieri che da sobrio non direbbe mai.

Dalla nascita della famosa “Fiera del Vino” diventata negli anni sempre più famosa, e per la solennità del traguardo raggiunto, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, domenica 10 aprile, alla presenza di migliaia d'imprenditori, ha tagliato il nastro augurale dando un grande prestigio all’importante traguardo della 50ma edizione del Vinitaly.

Prestigio tutto italiano che va anche al Ministro delle Politiche Agricole e forestali On. Maurizio Martina, al Presidente del Veneto Luca Zaia, al Sindaco Flavio Tosi, ai vertici di Verona Fiere e a tutti quegli imprenditori partecipanti e presenti che dal Nord al Sud, Sicilia, Sardegna e resto del mondo, che con la loro presenza rendano ancora più importante l’evento del saper bere.

L’organizzatissima Fieristica scandisce anche l’evoluzione del sistema vitivinicolo Nazionale e Internazionale, raggiungendo una leva economica tra la più travolgente e strategica per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, che entrano nel piano per la promozione straordinaria del Made in Italy, finanziata dal Ministero dello sviluppo economico, quale Fiera di riferimento del comparto enologico.

Non a caso questo importantissimo evento ha raggiunto un carattere internazionale, ed è uno tra i più importanti appuntamenti dell’enologia Europea. Un richiamo importante che ogni anno migliaia di visitatori anche turistici tornano nella città del vino, dell’Arena e dei celebri innamorati Giulietta e Romeo, come le più agguerrite importanti aziende vitivinicole di tutto il mondo.

Verona Fiere e Vinitaly, negli anni hanno fatto accrescere la cultura vitivinicola come il “Vinitaly in The World” un progetto per promuovere l’eccellenza dei vini italiani nel mondo. Durante l’Expo Milano 2015 dello scorso anno, nel padiglione del vino – A taste of Italy, il primo evento dedicato alla storia del vino, dell’Expo Universale, è stato proposto un percorso culturale e di degustazione di 3.600 etichette, 150.000 bottiglie e circa 800.000 degustazioni. Il Padiglione è stato visitato due milioni e più di visitatori, e il 20% dei visitatori, stranieri, in prevalenza cinesi.

Lo scorso anno alla chiusura dell’Expo Universale Milano 2015, il Padiglione del vino ha ricevuto il Premio” Class Expo Pavilion Heritage Awards” per il miglior Padiglione dell’unico prodotto alimentare. “Chi beve vino e mangia bene, dorme bene, chi dorme bene non pecca, chi non pecca va in paradiso. Perciò, se vogliamo andare in paradiso, beviamo vino e mangiamo eccellente!

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