di Geri Palamara

DA "EOLIE SOSPESE NEL TEMPO". STORIA URDINARA.

Grande amico del povero Giacomino Casamento era Jacopo Biviano detto Japucu du' Capistieddu che,dopo la vendemmia,faceva l'urdinaru,cioe' il trasportatore,a dorso d'asino,di otri di mosto dal palmento alle botti nelle cantine delle case padronali.

In altri periodi trasportava qualsiasi altra masserizia ma soprattutto vino,in botticelle di rovere.
Japucu non si poteva dire che avesse alcuna deformazione professionale,al contrario amava molto quel vino che trasportava.

Tra lui e quel liquido rosso si era creata una simbiosi evidente,i suoi abiti infatti profumavano di sano sudore campagnolo e di vino,le cui macchie sulla camicia a girocollo e sul gilet di pelle di capra,creavano gradevoli nouances color...vinaccia.
Da giovanissimo Japucu si era ammalato di una forma di periartrite bilaterale alle spalle che sopportava con stoico fatalismo,arreso all'ineluttabilita' del malanno.

Egli era sempre disponibile con tutti,anche se nessuno lo vide mai sorridere.I suoi occhi neri e febbricitanti,esprimevano l'antica rassegnazione alle privazioni,delle tante generazioni di contadini che lo avevano preceduto e,la solitudine che gli attanagliava il cuore in qugli anni del boom economico,la esprimeva guardando alto e lontano,a dorso del suo asino,quando percorreva lento e dignitoso,il corso principale del paese.

A sera,quando tornava dai suoi viaggi per i sentieri dell'isola,prima di andare a dormire nella stalla con gli asini,si fermava volentieri alla bottega del vino dei Tarlato e parlava,parlava con il suo bicchiere di vino.Raccontava i suoi viaggi e le sue esperienze,con un inaspettato senso di humor.Quasi sempre,i pochi avventori smettevano di giocare a padrone e sotto,per stare ad ascoltare,affascinati,l'evocazione di quel mondo,neanche molto lontano,ma irrimediabilmente perduto.

Furono tante quelle serate trascorse in allegria dai Tarlato,ma in una di quelle sere Japucu non riusci' ad alzare il bicchiere per il brindisi finale e il vino si rovescio'sulla tovaglia di plastica.La sua spalla,ormai ferma,era troppo dolorante.Il giorno seguente,come al solito all'imbrunire,lo videro sfilare al centro del corso,a dorso del suo asino,sfiorato da una moltitudine di macchine e camions strombazzanti e veloci.Senza badarvi egli continuo' lento la solita strada ma i suoi occhi ora guardavano in basso e,giunto alla bottega del vino,prosegui' per la via.

Sindaco Giorgianni, l'ennesima stagione turistica sta per arrivare, provveda ad ultimare i lavori di piazza Mazzini. Non se ne può piu' di questa vergogna! La piazza è il suo biglietto da visita per le genti del mondo! "All'amici di fora ca ni vardanu stuortu allu statu attuali nun ci pò dari tuortu!...

L'INTERVENTO.

di Geri Palamara

Ricevo e trasmetto da uno straniero .

di Glenn Russell

Come un turista in giro per le isole, è deludente vedere come è ridotta la piazza principale dell'isola.  E come un disprezzo per un posto bellissimo. Chi fa i controlli? Se i lavori non psi possono finire, almeno risolvere la cosa in modo che non è un tale pugno nell'occhio. La mancanza di cura per l'isola è disgustoso. E' un posto così bello... Il turismo è la vostra economia principale, e dovreste abbracciarlo, e renderlo migliore, non solo lasciare, con il pensiero che la gente verrà in ogni caso.  Bisogna fare sempore meglio!!!

foto di Geri Palamara.

 

....E la villa Mazzini (piazza) incompleta e chiusa anche quest'estate? Qualcuno prende in giro il popolo...

LE REAZIONI NEL WEB.

Dora Esposito: Già da parecchi anni, ahimè....

Giancarlo Baldanza: Ma va'!

Alessandro la Cava: Vedrai che sarà riaperta qualche mese prima delle elezioni. Abbi fede!

Giovanni Tauro: Tanti sig. Geri, si tratta di pap-art allo stato puro!

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