di Salvatore Miano*
Caro Vittorio, perdonami l’immediato tono confidenziale, ma non vorrei risultarti poi troppo ossequioso, e d’altronde, come milioni di italiani, ti conosco da tanti anni. Sei stato, alcuni giorni fa, ospite della mia Regione in BIT, e la cosa mi ha fatto molto piacere, non lo sai ma ero seduto a pochi metri dal posto in cui tu raccontavi alla stampa della tua esperienza in Sicilia.
Ero un po’ distratto, non amo le conferenze stampa, soprattutto quando ci sono politici in mezzo, e poi ero fiducioso dell’esito, c’eri tu, persona che intellettualmente e culturalmente apprezzo, da sempre, a parlare della mia Regione. Ad un tratto però le tue parole hanno colto la mia attenzione e il suono della tua voce, è diventato immediatamente sgradito ai miei sensi.
Dopo aver parlato dello scempio dell’eolico, e io sono d’accordo con te, sul quale si sta indagando per infiltrazioni mafiose, te ne sei uscito con l’asserzione che la mafia non esiste e che sia invenzione di magistrati anti mafia, per pagarsi lo stipendio. Allo stesso modo hai disprezzato alcune categorie di turisti che soggiornano a Panarea ballando in discoteca fino alle 5 del mattino e poi “grattandosi” per il resto del tempo.
Insomma, in conclusione hai raccontato tali nefandezze da scoraggiare chiunque a visitare la mia terra, e poi dichiarato che non avresti più messo piede in Sicilia.
Eri “ospite” della Regione, è come se fossi venuto a prendere il caffé a casa mia e avessi cominciato a parlare male della mia famiglia ed evocato l’ostracismo per il mio nome dal balcone del mio appartamento.
Non offendere la tua smisurata intelligenza, Vittorio, non puoi far finta di non sapere, da animale logico che sei, che questa Regione, e la sua gente, hanno così tante sfaccettature che potremmo classificarle in una matrice le cui dimensioni tendono all’infinito in tanti multiversi paralleli, scusa lo dico in italiano, le cui caratteristiche sono molto diverse gli uni dagli altri, e da cui spiccano elevate eccellenze, personalità uniche nella cultura, nella letteratura, nell’arte, nella scienza, e i cui luoghi sono così drammaticamente diversi da accontentare i gusti di tutti i visitatori.
La profondità dell’essenza dei Siciliani, e la forza e potenza di questa terra, sono tali che la Sicilia, le cui sillabe che compongono il nome già evocano pronunciandole gusti forti contrastanti ed armonici nello stesso tempo, riesce a penetrarti e restarti dentro per sempre. Conosco decine e decine di persone che una volta venute nella terra del sole non riescono a fare a meno di tornarci, malate di sindrome eno-gastronomico-balneare-culturale-emozionale.
I siciliani e la Trinacria, hanno tanti difetti, caro Vittorio, gli stessi difetti che agli stessi siciliani fanno necessitare tanto coraggio ogni mattina di alzarsi e mettersi all’opera spesso, e insisto spesso, in solitudine, ma, come ti dice Michela Stancheris, c’è tanta gente che ha voglia di fare, tanti giovani attivi, che hanno bisogno, non per necessità economica, ma per darsi una dignità e per amore per la propria terra, di fare, di costruire, di progettare un futuro. Chi pensa ai soldi, purtroppo emigra. Ciò vale soprattutto nel mondo a cui appartengo, quello del turismo, degli agenti di viaggi, dei tour operator.
So già che mi chiamerai capra come tutti quelli che dissentono dalle tue opinioni, pazienza, meglio capra che pecora. Tanto, malgrado tutto, neanche tu riuscirai a fare a meno della profonda passionalità che distingue la mia gente e la mia terra, sappi che sappiamo anche perdonare.
Baciamo le mani!
*Agenzia Mianotour, Barcellona Pozzo di Gotto