08 la discesa (2)
Adriano Gatta, free-rider, alpinista, ex nazionale di judo, appassionato di fotografia, prima motoscafista e poi velista si è reso protagonista di una nuova avventura (come sempre, ben documentata a livello fotografico): sciare sul vulcano di Stromboli, dopo essere arrivato in barca a vela. Ecco il suo racconto:

00 stromboli e il suo pennacchioSTROMBOLI: SCIARE CON IL VENTO IN POPPA……
di Adriano Gatta

Eh già, perché è proprio con il vento in poppa (anzi al gran lasco) e con il gennaker che il Bravo Papà 3 con il suo bel portasci(avete capito bene, portasci) è andato all’appuntamento che aveva preso con i lettori del GdV la scorsa estate…. Ricordate ? nella quarta puntata del racconto “ un bresciano in Sicilia” mi ero ripromesso di festeggiare il mio 60° compleanno con una discesa con gli sci da Stromboli. Non pensiate che sia impazzito, altri l’avevano già fatto prima di me parecchi anni fa scendendo direttamente dalla Sciara di fuoco, quella( per chi è stato a Stromboli) sul versante NW, ma che, dopo l’eruzione dello scorso anno, è off-limits per la presenza di lava incandescente e la continua caduta di blocchi di lava bollente. Beppe ed io l’avevamo studiata per benino già la scorsa estate ed avevamo individuato una possibile discesa lungo la sciara della tranquillità( il nome ci dava una certa sicurezza sulla temperatura della sabbia), detta dai locali Forgia vecchia, una, appunto, vecchia colata sul versante SE a poca distanza dal paesino di San Vincenzo.

02 forgia vecchia in rosso salita e passaggio con corda, in giallo discesaDurante la stagione invernale mi son dato da fare:
trovato lo sponsor, che ringrazio: Gialdini Adventure Team, il più fornito negozio di articoli per l’Outdoor di Brescia e provincia. Ci ha fornito sci e scarponi, ci ha vestito da capo a piedi( non che ci volesse molto, calzoncini corti, t-shirt e bandana sponsorizzati), oltre allo striscione da mettere sulle draglie della barca ed ha organizzato la spedizione del materiale presso la sede dell’efficientissimo Magmatrek, un gruppo di guide con sede a Stromboli. Ho contattato una simpaticissima guida vulcanologica locale, Marco Tomasello, maestro di sci sull’Etna ed in Francia che, d’estate, organizza, oltre alle salite al vulcano, escursioni in tutte le Eolie. marcotomasello@hotmail.com e www.aitnemed.com se vi interessa sciare sull’Etna (anche sulla neve) o escursioni alle Eolie ed in Sicilia. Incredibile: è di Catania ed in famiglia sono 5 maestri di sci.

bravo papÖ 3, la barca portasci (1)Ma veniamo al resoconto dell’ epica impresa.
Come sempre proveniente da Trapani(dov’è all’ormeggio), nel Luglio scorso, il Bravo Papà 3, dopo le immancabili soste a Marettimo, con panoramica salita sul Monte Falcone(tanto per allenare un po’ le gambe) ed imperdibile cena alla Scaletta da Giovanni “talafia” Majorana, e ad Ustica tra immersioni da sogno con Mauro Maniscalco ed il suo diving Altamarea ed escursioni sull’isola in E-bike, con una fantastica navigazione notturna arriviamo(Beppe, sua moglie Patti ed io) ad Alicudi all’alba in un tripudio di delfini che ci accompagnano sino a Filicudi dove raccogliamo Lucilla e poi via sino a Vulcano a recuperare mia moglie Margherita. Tanto per tenere le gambe allenate saliamo al gran cratere ad ammirare l’alba e le fumarole e poi, via Panarea, Dattilo e Basiluzzo( devo farla breve, è il resoconto di una sciata non di una crociera……) arriviamo a Stromboli, con il profilo di “IDDU”( “ESSO, LUI” così i locali chiamano familiarmente il vulcano) che ci accompagna per tutta la navigazione.

bravo papÖ 3, la barca portasci (2)Diamo fondo nella rada di Scari, di fronte al paese, il mare è una tavola. Cena in barca e poi a terra col tender per conoscere di persona Marco, la guida, nella sede di Magmatrek. Manco sapevo che faccia avesse, ci eravamo sentiti solo per telefono….<< scusi c’è Marco ?, ah si sta scendendo con i clienti sarà qui per le 22……>> Ci stendiamo sul muretto dietro la chiesa di San Vincenzo ed aspettiamo, sopra di noi un cielo stellato meraviglioso; non c’è luna, il buio è totale perchè a Stromboli, per esaltare l’effetto delle esplosioni del vulcano, non c’è illuminazione. Una infinita scia di luci scende sul sentiero che proviene dal cratere; le guardiamo ammirati….e ci addormentiamo…..

<< scusate, scusate, cercavate forse me, sei Adriano ? >> Mi sveglio di soprassalto, un ragazzotto(rispetto a me) sui 35 anni con la faccia sorridente mi sta delicatamente scuotendo. << Marco Tomasello ? piacere, sì sono Adriano >> Rapido breafing, controllo dell’attrezzatura ed appuntamento per domattina alle 5. Notte burrascosa, non per le onde o la risacca ma per il caldo afoso( dormo in coperta) e per l’agitazione. Non ho mai sciato sulla sabbia, chissà come sarà e poi Marco ci ha raccontato che il giorno prima era andato in esplorazione ed aveva dovuto aprire un passaggio col machéte perchè la vegetazione aveva invaso un canalino; sono anni che nessuno passa da lì. E poi c’è da calarsi un pezzo con la corda….mica ho portato l’imbrago….e non posso certo usare il banzigo……

04 la salitaMercoledì 22 luglio 2015: il giorno fatidico
quando suona la sveglia del cell alle 4,30 siamo già pronti, lo zaino con due bottiglie d’acqua ed un paio di calzoni lunghi di scorta (la sabbia è peggio della carta vetrata) è pronto.
Saliamo silenziosamente sul tender per non svegliare le donne e puntuali ci presentiamo all’appuntamento con Marco.
Ci accompagnerà e scenderà a piedi facendo foto e filmati, anche Simone, un simpaticissimo e loquace diciassettenne bellunese e prossimo maestro di sci, nipote di Marco.
Leghiamo gli sci allo zaino e mettiamo dentro pure gli scarponi… gli sci da pista con piastra e addirittura skistopper( oh a caval donato…..) sono pesanti, il caldo pure; sta albeggiando ma la temperatura è già alta. Lungo il percorso troviamo dei vulcanologi americani che ci guardano stralunati.

La salita è faticosa soprattutto per il caldo e la sabbia nera che si appiccica alla pelle fra schiena e zaino e che ci fa sprofondare ad ogni passo

06 la salitaMa il panorama è grandioso, sotto di noi un mare cobalto, all’orizzonte, avvolto nella foschia, il sole sorge dietro l’Etna…un segno…ed un sogno…..prima o poi giù anche da lì…..sulla lava nera….black powder…..e chi fa fuori pista sa cosa intendo.
800 mt di dislivello che copriamo in 2 ore e mezza.
Alle 8 calziamo gli scarponi ed agganciamo gli sci, lo zaino diventa leggerissimo.
Lo sciatore che da oltre 50 anni è in noi sta riprendendo il sopravvento e le gambe fremono( non tremano !!!) dalla voglia di scendere…..
La pendenza non è eccessiva, saremo attorno ai 35°( N.B. 45° corrispondono al 100% di pendenza) nella parte alta e poco meno in basso, ma ne’ io ne Beppe abbiamo mai provato la sabbia compatta, chiediamo consiglio a Marco, la guida che ci raccomanda di stare molto arretrati, quasi accovacciati sugli sci e lasciarli correre…..ma come io, abituato al superripido sulla neve delle Alpi mi aspettavo di dover fare curve saltate con controllo della curva ed invece …..

08 la discesa (3)Mentre ci pensiamo Marco parte a canna giù dritto verso il blu quasi 1000 mt sotto di noi….. e pensare che questa discesa continua per altri 2500 mt sotto il mare….. peccato non poterla fare tutta.
Eh no, noi montanari, Skiatori da generazioni, mica possiamo farci battere da un maestro di sci “Terù” e per giunta isolano…..

Giù, tracciando ampie curve per non rallentare troppo e fermare gli sci.
Ad un certo punto prendo troppa velocità e chiudo troppo la curva.
Risultato un capitombolo dal quale mi rialzo completamente coperto di sabbia nera appiccicata al corpo.
Miiinchia( è proprio il caso ed il luogo migliore per dirlo) non avevamo indossato la maglietta dello sponsor. E la bandana ? noooo con sto caldo, noooo!!!
Ci fermiamo per rassettarci mentre Simone scende con grandi salti sollevando nuvole di sabbia nera.
Si va ad appostare per le foto all’attacco del canale che dovremo superare con la corda.

08 la discesa (6)Siamo già a metà discesa ci voltiamo per ammirare le nostre scie…….grande delusione,
non è mica neve fresca; la sabbia compatta combinata con la luce del sole sembra non avere tracce, peccato !!!
iniziamo la parte più “alpinistica” o sarebbe meglio dire più tropicale della discesa.
Dobbiamo aggirare una falesia che non ci permette di proseguire, passando in uno stretto canalino ripidissimo completamente invaso da una folta vegetazione: ginestre altissime, rovi etc. che nei giorni scorsi Marco ha diradato con un rudimentale machéte.

09 il passaggio nel canale (2)Ci togliamo gli sci ed i bastoncini e li infiliamo nel tunnel lasciandoli cadere nel vuoto…
Ci caliamo tenendoci ad una corda che Marco ha posizionato e dopo pochi metri siamo nuovamente sul terreno aperto.
Percorriamo per circa 10 minuti un sentiero fra le rocce della falesia e finalmente sbuchiamo sull’ultima parte della discesa; ormai il mare è vicino, ne sentiamo il profumo, ma, soprattutto non vediamo l’ora di tuffarcisi dentro.
Sono quasi le nove e il caldo è soffocante ma la soddisfazione è indescrivibile.

Ultime curve(molto larghe) ultime foto e poi, dopo un passaggio sci ai piedi in mezzo ai rovi e qualche grosso masso rotolato fin lì, ci ritroviamo sulla spiaggia di Forgia vecchia, forse una delle più belle dell’isola, raggiungibile a piedi solo dopo una lunga camminata su un sentiero difficile.

10 la discesa parte bassa (4)Davanti a noi solo il mare, blu, profondo, immobile e, a pochi metri dalla spiaggia, il nostro portasci galleggiante: il bravo papà 3, che le donne, da sole, dopo aver “tirato su” l’ancora( le donne non “danno fondo o spedano”….le donne ”mettono giù o tirano su” l’ancora) hanno portato a pochissimi metri dalla riva.

12 l'entrata in acqua (2)Ululanti ci infiliamo in acqua sci ai piedi, facendo attenzione a non affogare visto che il fondale picchia giù subito a 50 mt.
Bagno ristoratore in un mare da sogno: degna conclusione di un’impresa da tempo sognata. Forse saremo un po’ matti ma come dice un detto veneto: “ se i no zè màti, no li volemo” e, sinceramente, chiamatela sindrome di Peter Pan, follia, o altro ma, alla nostra età, ci divertiamo così…..
Buon vento a tutti !!!

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