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Nuova puntata nella lunga storia degli scandali incrociati tra la Curia di Mazara del Vallo, guidata dal Vecovo Domenico Mogavero, e quella di Trapani.

Secondo il settimanale "Panorama", domani in edicola (testata che non è stata mai tenera con Mogavero e che ha più volte raccontato dei presunti buchi nel bilancio della Diocesi di Mazara) la Santa Sede ha smentito il lavoro fatto da Mogavero quando è stato nominato "visitatore apostolico" nella Diocesi di Trapani. Una sorta di ispettore, se vi ricordate, per chiarire le presunte malefatte di Francesco Miccichè. Dopo la relazione di Mogavero (a sua volta oggi al centro di un'inchiesta della Procura di Marsala per un presunto caso di truffa e appropriazione indebita), Miccichè fu costretto alle dimissioni. Fece a sua volta denuncia per diffamazione e rivelazione di segreto istruttorio, e Papa Francesco ha istituito una commissione, nel 2015, per vederci chiaro. E, secondo Panorama, le conclusioni della commissione sono sorprendenti: bisogna "ridare a Monsignore Miccichè l'onore perduto", per le "forzate e ingiuste dimissioni" da Vescovo di Trapani dopo la relazione del Visitatore Apostolico Domenico Mogavero del 2012 sui casi di appropriazione indebita a carico di Miccichè. Quindi per la commissione c'è una sostanziale "assoluzione" di Miccichè, a sua volta da poco rinviato a giudizio per diffamazione.(tp24.it)

---di Francesco Troia e Mario Bernardo*

Le inchieste che hanno investito recentemente Sua Eccellenza Mons. Francesco Miccichè Vescovo emerito di Trapani, finora si fmiccichesono dimostrate il frutto delle testimonianze di soggetti più interessati a compiacere i propri interlocutori e/o i propri ispiratori, piuttosto che alla verità.
Le carte investigative, rese già disponibili dalle dinamiche processuali, tradiscono il limite di una indagine basata su fonti compromesse da tensioni o problematiche personali, ovvero contagiate dalle malevole ed anonime voci che da anni, senza riscontro, pervadono il Trapanese.
Tanto sembrerebbe dimostrare che il mezzo secolo di servizio sacerdotale, in prima linea contro l'immoralità, la criminalità organizzata e le occulte concentrazioni di potere, è una scomoda eredità, un patrimonio che, secondo alcuni, deve essere disperso.
Tuttavia, alla luce dei fatti, il Vescovo risulta indagato solo per astratte ed indeterminate ipotesi di appropriazione dei fondi dell'otto per mille e di beni artistici che, peraltro, nessuno degli aventi diritto ha mai denunciato sottratti.
Invero, le opere sequestrate, sottoposte al vaglio di tecnici esperti, sono risultate per la maggior parte di modestissima fattura, diverse sono le copie di pezzi conservati altrove ed addirittura sono stati riconosciuti dei falsi.
Quanto alle più recenti rivelazioni giornalistiche, atteso che l'unica fonte attendibile sarebbe stata la Procura della Repubblica di Trapani che, viceversa, è chiamata per prima a rispettare e a far rispettare il segreto istruttorio, sono state tutte prontamente denunciate avanti alle rispettive autorità giudiziarie e si procederà alle conseguenti richieste di risarcimento del danno.
Tale situazione ha comunque sollevato un problema che, come operatori del diritto, non possiamo ignorare, poiché abbiamo riscontrato che nel passato i propositi della Procura sono stati spesso percepiti anticipatamente dalla stampa; la impermeabilità degli Uffici dei Tribunali è garanzia di Diritto e di civiltà giuridica, negarne il valore ed ignorarne il pericolo svilisce il lavoro di chi è chiamato a servire lo Stato e le sue Leggi.
Sicché, sarà iniziativa dei prossimi giorni procedere a segnalare e richiedere agli Uffici competenti di intervenire.

*Avvocati

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