di Ettore Longi
Al sindaco di Lipari, ai 4 assessori, al presidente del consiglio ed ai consiglieri
Ho trascorso 30 anni lavorando come direttore, sorvegliante prefettizio per le esattorie in difficoltà e come titolare di esattorie II.DD. Ora sono in pensione e mi sono ritirato nella mia bella isola di Vulcano. Circa 10 anni fa alcuni amici di Lipari mi fecero presente che l'esattoria aveva chiuso i battenti e aveva abbandonato l'isola. Mi informai con vecchi colleghi che erano passati alle dipendenze di Riscossione Sicilia quali fossero i motivi di questa chiusura e mi riferivano che essendo in deficit cominciava a chiudere le piccole sedi e sarebbero seguite anche le grandi. Per me è stato un trauma sapere di questo deficit finanziario, anche perchè noi privati siamo stati eliminati in quanto guadavagnamo ingenti somme di denaro a spese dei contribuenti,.
I predetti amici mi spinsero data la grave situazione a dare al Comune la mia disponibilità a titolo gratuito sino a portare il predetto Ente a un buon livello di riscossione. Eppure ero disponibile ad accettare una mia gestione. L'assessore dell'epoca, ora presidente del consiglio comunale, accettò la proposta con entusiasmo e convocò delle riunioni, con me presente, per eventualmente poter organizzare il suddetto servizio. Ma quando queste idee vennero conosciute dal signor sindaco, tutta l'operazione si fermò asserendo che vi erano dei problemi piu' importanti e urgenti da risolvere e dell'esattoria si sarebbe parlato in altro tempo che ancora non è arrivato.
Ora c'è la catastrofe. Gli Enti non riscuotono da tanti anni e non hanno quasi la possibilità di pagare i dipendenti. Ogni tanto arrivano delle cartelle di pagamento che si fanno compilare dalle ditte esterne gravando di notevole spese il Comune ed i contribuenti. Ma tutto inutile, nessuno paga. Tutti sanni che non c'è piu' l'esattore e non si può usare il metodo della riscossione coattiva. Ogni tanto qualche intelligentone ha idee genaili (facciamo riscuotere le imposte da legali privati, certo ci sarà da ridere se questa idea va in porto, ne vedremo delle belle).
Ma la cosa assurda e inconcepibile è che l'amministrazione è poco sensibile oltre che per la riscossione, a chiedere conto delle somme non da Riscossione Sicilia, ora in liquidazione, e che per legge, ogni fine di anno la predetta ditta, dovrebbe giustificare le mancate riscossioni delle partite non versate.
Riscossione Sicilia non ha mai fatto e non farà mai quanto precedentemente ho scritto perchè sa che i Comuni non richiedono niente, non so per quale motivo. Ma c'è una responsabilità, specialmente per i tantissimi soldi che si sono prescritti, ma prima o poi penso che la magistratura verrà a conoscenza di ciò e allora saranno guai. Per finire faccio presente che quasi tutti i Comuni in Sicilia hanno nominato o stanno per nominare gli esattori e tutti hanno chiesto i rendiconti delle somme non riscosse a Riscossione Sicilia. Tutto questo per mettere a conoscenza le SS.LL. affinchè ognuno per la parte di propria competenza, possa intervenire per poter risolvere il problema evidenziato.
L'Italia che non c'è
Ho seguito dai giornali le polemiche dopo le dichiarazioni del dottor Fontana candidato per le presidenziali in Lombardia. Dichiarazioni che poi ha disdetto perchè noi italiani siamo tutti ipocriti e non vogliamo riconoscere che il passato era migliore del presente. Io conosco bene l'Africa, per tanti anni era il Continente da me preferito per le mie lunghe vacanze. Ho attraversato il Sahara, sono salito sul Kilimangiaro, ho attraversato il Kenia, il Congo e tutte quelle zone che per me sono le piu' belle e interessanti del mondo. In quella occasione mi sono sono reso convinto cosi'è la razza negra. Sono umili quando hanno bisogno ma appena prendono il potere diventano cattivi e vendicativi. Noi abbiamo avuto tante colonia in Africa, abbiamo li investito denaro e lavoro e lla fine cosa ci resta? Ci hanno buttato via e ora ci disprezzano. Arrivano in massa in Europa, gli diamo un contributo da mangiare e addirittura le case (e tanti nostri concittadini dormono nelle arcate e nelle chiese). Abbiamo dimenticato la politica del vecchio regime quando i nostri lavoratori non emigravano ma si recavano in Africa a creare strutture valide e che eliminivano le disgrazie in quelle nazioni. Alcuni si ribellavano per questioni di potere di Tribu' com'è nel loro carattere ma l'Italia aveva dei militari che riuscivano in poco tempo a mettere in ordine le diatribe tra Tribu' (esempio il maresciallo Graziani). Ma quale fu la fine di tanto lavoro. la nostra gente fu espulsa e il loro lavoro cadde nell'oblio.
---Mi sento agosciato e veramente penso, e me ne rendo conto, che il destino di Vulcano sarà sempre peggio.
Ieri mattina erano circa le nove e come sempre sono sceso al porto per predere il solito caffe, o attraversato mezza isola senza incontrare anima viva, mancavano perfino i soliti due cani bianchi, che sono sempre in giro.
Tutti i negozi chiusi, solo il giornalaio aperto ma con l'interno privo di luce, perchè l'incasso giornaliero non consente il pagamento delle bollette.
Lipari ci ha completamente abbandonato (Comune), le strade piene di buche che si allagano alle prime pioggie.
Il pontile degl'aliscafi ormai da tre anni abbandonato, dopo che fu investito dalla nave di linea. Si diceva che si sarebbe reso agibile il famoso posteggio in quanto il finanziamento statale era arrivato, ma era sicuramente una burla, per non far parlare i vulcanari.
Il suddetto posteggio sarebbe indispensabile in estate, per poter posteggiare le macchine e non rendere caotica la circolazione, anche se i nostri carabinieri fanno ottima polizia stradale, oltre a questo c'era l'idea di fare un impianto da adibbirsi a posto fisso per i famigerati ambulanti, che rendono la zona dei fanghi ove tutt'ora staggionano e rendono quella zona, una Casbah non presente neanche in Africa.
L'altro giorno ho assistito alla discussione di alcuni turisti che cercavano un posto ove dormire e mangiare, e disperati andavano via.
Ma nessuno chiede a i titolari di licenza se ne hanno una annuale o stagionale.
L'Isola che non c'è
Una grande delusione ho provato da dei consiglieri comunali da me interpellati perchè si interessassero di capire le problematiche sulla riscossione delle tasse nel Comune di Lipari e quindi nominare un esattore delle Imposte Dirette per evitare un probabile disastro economico sia per il Municipio che gli altri Enti.
Questa richiesta è stata da tutti ascoltata, ma nessuno ha ritenuto di presentare interpellanze o interrogazioni dicendo chiaramente che non volevano mettersi contro quelli che sono i morosi, e sono tanti, e che da quasi 10 anni, sembrerebbe non pagano le tasse e pertanto era meglio lo status quo.
Vi è da dire che forse per loro fare i semplici consiglieri e amministratori senza affrontare questioni spinose, ma sempre nell'interesse comunale, può significare - probabilmente - avere piu' opportunità e fortune politiche, non parlando di questa problematica.
E ora finalmente capisco da ragazzino quando sentivo i vecchi dire "si stava bene quando comanda va il Podestà...".
Questa volta e il comune di Lipari che non c'è, leggevo che la situazione finanziaria del comune
è abbastaza delicata e si tenta di risolverla con i vari contributi Regionali e Statali e attingendo al ticket che i turisti pagano. Ora mi viene da pensare, che gli amministratori di Lipari forse non sanno o fanno finta di non sapere che da circa dieci anni, manca l'esattoria II.DD di Lipari, che è il cuore pulsante di ogni Comune. Forse non sanno che i bravi cittadini di Lipari, che erano abituati ogni bimestre a pagare regolarmente le proprie tasse. Ora tutti sanno che possono stare tranquilli e questo perchè i nostri bravi amministratori hanno dimenticato che non c'è più la riscossione e quel che peggio, più tempo passa e le imposte e tasse vanno in prescrizione. Un altro argomento che nessuno fa cenno, che Riscossione Sicilia con il riscosso per riscosso, deve dar conto a fine anno il motivo delle partite insolute e non adempiendo a questo obbligo di legge deve versare la somma al comune, cosa che non ha mai fatto (parliamo di diversi milioni di euro). Eppure abbiamo tra gli amministratori gente competente che ha fatto studi di diritto tributario, materia che si supera con la conoscenza e non con bottiglie di buona malvasia delle Eolie.
L'Isola che non c'è.
Non voglio più scrivere di Vulcano,tutto è inutile, principalmente è inutile in quanto sono proprio i vulcanari che non lo vogliono;sono solo buoni a parlare al bar, ma non si fa niente,sono abulici e vedono che il turismo ormai è inesistente,ma loro rimangono tranquilli che non vedono che l'acqua sale loro alla gola.A loro non interessa che le strade sono diventate una pista per fuoristrada,se il consiglio di circoscrizione non si è mai riunito dal loro insediamento ed è proprio quest'ultimo che dovrebbero prospettare al sindaco i vari problemi dell'isola ;i consiglieri locali fanno solo la figura della presenza, non prendono mai la parola; alcuni pensano che sono muti. Parliamo di un problema nazionale che ci riguarda,il flusso di immigrati che dalla Libia sbarca in Sicilia, Tutti parlano di umanità, tutti di parlano che scappano per cercare di trovare lavoro e benessere,ma dove trovarlo in Italia,in una nazione che conta migliaia di licenziati ed disoccupati. Con una politica in tracollo , con un governo che mente sapendo di mentire. Conosco bene questi emigranti,sono stato tante volte in Africa ed ho potuto constatare la loro arroganza quando stanno bene e le loro menzogne quando stanno male. Sono loro che ,per volere essere liberi, cacciarono gli europei che con tanti sacrifici e denaro cercavano di rendere i terreni aridi terreni fertili.Ricordiamoci della nostre ex colonie, dove il passato regime spendeva gran parte del bilancio per rendere produttive quelle zone e loro,dopo la guerra, come ringraziamento ci buttarono fuori. E cosi accadde ai francesi e gli inglesi. Si sta studiando la possibilità di bloccare i barconi prima che salpano delle spiagge africane,ma chi fa questa proposta viene guardato come guerrafondai. Ed allo sosteniamoli in tutto ed anche dare danaro, facciomoci occupare le nostre case- ma il giorno verrà,
L'isola che non c'è
Grazie giovani di Vulcano che questa mattina, muniti di pale, picconi e ruspe stanno pulendo le strade dell'isola ricoperte di sabbia. Lavoro di competenza dell'amministrazione comunale che da sempre resta indifferente ai nostri problemi.
---L'isola che non c'è.
Oggi voglio scrivere della nostra bella Italia che come la nostra bella isola, non c'è.
Mi sono deciso a scrivere queste poche righe per non pensare alla nostra bella Vulcano, ma mi sono convinto che per l'Isola che non c'è non c'è più nulla da fare. Siamo a pochi giorni da Pasqua e c'è nel paese un deserto e la gente e l'amministrazione non fa niente, ma quello che mi fa più pensare è che i vulcanari sono ormai indifferenti e nella loro mente ci sia peggio è meglio è.
Una sola cosa le isole hanno che nessun posto d'Italia ha, l'esenzione assoluta delle imposte e tasse già da tre anni (e di chi è il merito?).
Ritorniamo a parlare della nostra patria, cosa incomprensibile almeno per le mie idee succedono tra i partiti politici, non ho capito più chi è la maggioranza e chi la minoranza, alleanze che si sciolgono e si rifanno tra gente di correnti politiche opposte. Tutti i "Grossi" hanno solo hanno solo prosopopea e parlando non fanno altro che dire bugie, ma le dicono bene e tanti italiani cadono nella loro trappola. Parlano di pericolo di terrorismo, ma cosa si fa per fermarlo? Riunioni di comitati provinciali e regionali, ma intanto migliaia di barconi arrivano in Sicilia, è impossibile identificarli perché privi di documenti e vengono alloggiati in ex residence e vengono addirittura date loro indennità in danaro, cosa che non hanno le nostre migliaia di concittadini disoccupati, vedremo le conseguenze col tempo, e spero non avvenga mai ciò che io prevedo, ma se accade di chi sarà la colpa? Ma qualcuno deve pagare. Si parla ma che cosa si fa per le forze dell'ordine che dovrebbero proteggerci, sono quelle che molti governanti invece di elogiare, li criticano quando stanchi di prendere botte qualcuno si ribella e reagisca, allora i magistrati intervengono e addirittura puniscono severamente chi colpito reagisce. Nessuno parla più dei nostri marinai ancora imprigionati in India.
Mi viene da pensare ai vecchi tempi quando una commissione europea venne inviata a Corfù per fare da intermediaria fra greci e turchi, ma purtroppo fu protagonista di un grave attentato ove morì il nostro generale bellini. Il nostro governo chiese subito i colpevoli ed un ragionevole risarcimento e al diniego e all'assenza di provvedimenti locali, ordinò l'uscita della nostra flotta miltare da Taranto che è arrivata davanti le coste dell'isola aprirono il fuoco e dopo due ore di bombardamento fecero sbarcare i nostri fanti di marina che occuparono l'isola, questa è l'italia!
L'isola che non c'è.
Oggi vi voglio parlare dell'Italia che non c'è. E' un'Italia che io appassionato di storia, non riconosco piu'. Nel vedere in Tv quello che è successo a Roma, mi viene d'istinto di tornare all'estero dove sono stato per tanti anni.
Come si può ammettere che un pugno di barbari ci distrugga i monumenti piu' belli e invade le strade dell'Alma Roma? Ma di chi è la colpa? Mi chiedo e dopo riflessioni sono arrivato alla conclusione che è della nostra pseudo democrazia. Si da la colpa alla polizia, ma se la polizia interviene chissà quanti poveri agenti padre di famiglia sarebbero andati sotto processo per violenza. Le forze dell'ordine ormai sono intimidite non dai suddetti barbari. In pochi minuti li metterebbero a posto, ma dal nostro governo che se smettessero di cianciare e dire bugie ma agissero con decisione salvaguardando sempre la democrazia tutto sarebbe piu' facile.
Era facile bloccare i predetti barbari al confine oppure dividerli in piccoli gruppi ed accompagnarli allo stadio e alla loro reazione ritornare ai vecchi tempi facendo uscire in strada la Pastrengo con ordine di disperderli. Ma siamo in una povera democrazia e si ha la paura dei vari statarelli europei e si dimenticano le antiche glorie d'Italia e si parla di democrazia e diplomazie che tutto può risolvere.
Un'altra situazione che questa volta mi preoccupa non poco è l'ingresso indiscriminato di migliaia di africani e questo problema si sta prendendo sottogamba. Questa gente che arriva a migliaia senza nessun documento e senza avere su di essi nessuna informazione quanti tra di loro sono venuti per lavorare e quanto di loro per commettere attentati? Ma noi italiani siamo buoni accogliamo tutti e lo dice per primo il Santo Padre.
Speriamo che si sveglino sia i nostri governanti che il Santo Padre al tuono delle prime bombe. Vogliono risolvere il problema creando i soliti comitati provinciali e nazionali per risolvere i problemi della sicurezza pubblica. Ma mi ha scioccato il discorso del nostro validissimo ministro degli esteri che per la prima volta dopo decenni ha parlato di guerra ma subito è stato zittito e la parola guerra è stata trasformata in azione diplomatica adducendo il motivo che la zona libica è una zona impossibile da gestire in quanto covo di tristi tribu' che combattono tra di essi e contro tutti. Perciò meglio lasciar perdere. Certo queste tribu' in altri tempi e sotto un'altra amministrazione sono stati zittite e domate. Certo non vive piu' il generale Graziani che per certo non creava comitati di accoglienza per la sicurezza.
IL COMMENTO.
di Michele Sequenzia
Mi permetto di dissentire.
Io non lascio perdere. Non si deve lasciare perdere.
I cittadini italiani sanno reagire alle ingiustizie? Sanno difendere la Costituzione Repubblicana?
Se siamo ad punto morto, di profondo sconforto, senza una guida sicura, lo dobbiamo proprio a questo " lasciamo perdere".
Lasciando perdere nascono le mafie. Cresce la corruzione. Governano i dittatori. Si perdono le libertà. Tutte. Anche quella di scrivere.
Leggo dalla stampa e riporto:
"Decine di migliaia di persone sono in piazza per manifestare e rendere omaggio a Boris Nemtsov:
70mila persone secondo gli organizzatori, 16mila secondo la polizia. "È morto per il futuro della Russia", "Io non ho paura" e "Si è battuto per una Russia libera" sono molti dei cartelli esposti dai manifestanti scesi in piazza in Russia. Altri slogan fanno riferimento ai sollevamenti di piazza di Maidan, a Kiev, nel febbraio 2014.
ore 14.37 - L'opposizione russa sta scendendo in piazza per ricordare Nemtsov: sono migliaia le persone che si sono riunite in strada con ritratti del politico o con cartelli che inneggiano al coraggio. La marcia si dirigerà verso il ponte Bolshoi Kammeny, luogo dell'omicidio, a pochi metri dal Cremlino. Dopo l'agguato di sabato notte si è deciso di annullare la Marcia di primavera dell'opposizione che era stata organizzata per quest'oggi.
ore 14.02 - L' emittente televisiva russa Tse ha trasmesso quello che sembra essere un video del momento dell'uccisione dell'oppositore russo Boris Nemtsov, freddato a colpi di pistola nel centro di Mosca nella notte tra venerdì e sabato. L'omicidio, stando al video, sarebbe avvenuto alle 23.31 locali (le 21.31 in Italia). Il filmato – ripreso da una telecamera molto lontana dal luogo dell'omicidio - mostra anche una persona, forse l'assassino, che sale di corsa su un'auto e si dilegua, probabilmente con un complice.
domenica 1° marzo, ore 10.15 Secondo il presidente ucraino Petro Poroshenko, Boris Nemtsov avrebbe dovuto "presentare prove convincenti della partecipazione delle forze armate russe in Ucraina" e sarebbe stato ucciso proprio per questa ragione.
Intanto sono state ricostruite le sue ultime ore: Nemtsov era stato a cena con la sua compagna Anna Duritskaya e, quando stavano rientrando a casa, lui è stato colpito da numerosi colpi di arma da fuoco sparati da un'auto. L'auto dalla quale i killer hanno sparato è stata trovata: una Lada Priora di colore bianco, trovata nell'area pedonale di Arbat, a pochi chilometri dal luogo dell'attentato.
Il mondo dell'opposizione non ha dubbi sulle radici politiche dell'omicidio e l'uomo politico, poche ore prima di essere ucciso, aveva rilasciato un'intervista nella quale aveva chiesto la cessazione delle ostilità in Ucraina, ribadendo che l'attuale gravissima crisi fosse il frutto della "folle politica" attuata da Putin in Ucraina.
Per questi motivi non lascio perdere.
Mi associo al lutto per la morte di Boris Nemtsov, al dolore di tutti i cittadini liberi che si battono ovunque per la libertà, anche per la mia.
---L'ISOLA CHE NON C'E'...E ANCHE L'ITALIA CHE NON C'E'.
Ritorno a parlare della nostra bella Isola e questo accade, me ne scuso, perchè sempre pare tratti gli stessi argomenti, ma nel mio cuore c'è sempre in un cantuccio l'amore per questo territorio dove mi sono stabilito definitivamente e penso come chi vi è nato sia completamente indifferente ne percepisce, se in grado di percepirlo, che l'isola va a morire.
Non si fa più niente per salvarla, la popolazione è indifferente, neanche ne parla. Si discute solo di calcio, di vino o di birra mentre passano la maggior parte della giornata all'amatissimo gioco delle carte. La circoscrizione non funziona, i nostri consiglieri locali sono completamente assenti, nessuno fa presente all'amministrazione lo stato delle nostre strade.
Chi le percorre è perennemente nel pericolo che se va bene perde qualche ruota. Nessuno si accorge della sabbia che regna indisturbata sul manto stradale o il pantano che si forma dopo ogni pioggia. Ma vi sono le opere pubbliche in corso, il depuratore, il dissilinatore, opere che vengono a costare diversi milioni, ma pensandoci bene a cosa serviranno (se verrano concluse)?
Vedremo quanti cittadini si allacceranno alla fognatura.
Non parliamo del dissilinatore, sempre se sarà concluso, con quali soldi verrà gestito? Abbiamo già l'esempio di quello di Lipari che per quel poco che fa assorbe capitali enormi e Lipari ha sempre sete di acqua che arriva con le famose navi.
Non parlo del danno ecologico, tutti e due collocati nel punto più bello dell'Isola e ne distruggono il panorama incantevole come quello dell'Hotel Orsa Maggiore, un paesaggio incontaminato (ma a che cosa serve il Panorama?), di questi tempi ammalia solo gli illusi. E non parlo del casotto orribile sorto come d'incanto accanto alle Sabbie Nere, ma dicono che questo è il progresso...
In questo momento mi arriva il giornale, cosa rara e preziosa a Vulcano non esistendo più l'edicola, e leggo con mio grande stupore che non si possono pagare gli stipendi ai comunali. Ma il giornalista non dice e non si pone il problema di come mai il Comune non abbia fondi...forse come a tutti i Liparoti conviene che non si scavi in profondità e si dica che senza esattoria non ci sono tasse da riscuotere e perciò il Comune vive con le elemosine della Regione e dello Stato.
LA REPLICA.
Gentile Direttore,
Ogni persona ha il diritto di Criticare e dissentire, ma quando vengono dette cose errate bisogna precisare. La Circoscrizione di Vulcano è presente sul territorio e funziona regolarmente, vi è l'apertura al pubblico settimanale,durante la quale
vengono svolte diverse funzioni dai cambi di residenza alle carte d'identità agli abbonamenti studenti ad altro, basta recarsi presso la sede e consultare l'orario,
i cittadini hanno potuto sempre contare sulla disponibilità anche al di fuori degli orari di apertura.
Tutti i problemi dell'isola vengono segnalati puntualmente, come si può dimostrare dagli atti in archivio, il problema strade è
grande, ma si ricorda che le strade di Vulcano per l' 80% sono provinciali e le provincie sono commissariate, ma nonostante ciò
vengono sollecitate continuamente dall'amministrazione ad intervenire. Durante l'anno vengono svolte le sedute pubbliche del Consiglio.
In questi tempi di ristrettezze economiche è sicuramente impossibile risolvere tutti i problemi, ma si cerca insieme all'amministrazione di risolverli al meglio, ne sono testimoni capi area e Dirigenti che vengono continuamente chiamati al telefono per risolvere i numerosi problemi che quotidianamente si presentano, certo dire è non funziona niente ed è tutto sfasciato
è più facile e coglie più consensi.
La Circoscrizione di Vulcano
L'Isola che non c'è.
Oggi nelle Eolie è lo Stato che non c'è e la cosa piu' grave è che nessuno ne parla e gli amministratori niente sanno e niente vogliono sapere.
Vi sembrerà un assurdo: da tre anni non esiste riscossione di imposte nelle isole. Ogni tanto viene qualche impiegato in gita a Lipari e al piu' presto va via. Ma veramente siamo caduti cosi' in basso. Chiunque può fare evasione fiscale, tanto ormai non succede niente. La guardia di finanza fa controlli alle imprese, iscrizione a ruolo ma poi tutto finisce a tarallucci e vino.
Arriva per posta qualche cartella ed è illegale, sono piene di numeri, di codici che sono anche per me, con 30 anni di servizio come esattore, indecifrabili e impossibile per poter capire il tipo di imposta e per tale motivo il contribuente si deve per decifrarle recare addirittura a Messina.
E mi vengono in mente quando esisteva un normale servizio. Le cartelle erano con tutte le specifiche che anche i meno preparati potevano leggere e non vi erano nascoste barzelli vari che quasi raddoppiano la cifra da pagare.
Ma nessuno parla, nessuno fa niente verso gli amminitratori che ragionano sempre allo stesso modo... "domani...domani".
Forse per aprire l'esattoria aspettano di trovare un amico? Io non credo che continuerà cosi'. Prima o poi la Corte dei Conti o l'autorità giudiziaria interverranno per interrompere questa situazione che a dire il vero è perfettamente illegale.
IL COMMENTO.
di Michele Sequenzia
Caro Bartolino, apprendiamo che a Vulcano esiste un problema: nessuno paga le tasse da tre anni. A Vulcano, sto leggendo Ettore Longi, esiste una evasione fiscale che sembra a nessuno interessi. A Vulcano la legge non esiste? Nessuno proprietario di casa, impiegato, professionista, commerciante, ambulante, turista, facchino, bagnino... paga le tasse? Possibile tanta illegalità? Come puo' essere? Nessuno reagisce? Anche in Grecia e nelle sue innumerevoli isole , città , villaggi...praticamente nessuno paga o ...pagava nulla. Per anni. Lo abbiamo scoperto per caso.
Vulcano come la Grecia? La Grecia ha, oggi, un debito verso l'Unione Europea di 280 miliardi di euro. Renzi ha sempre sostenuto che L'Italia non è la Grecia. Nessun giornalista-politologo-economista- tuttologo di alta professionalità si è sentito obbligato ad una rettifica ..e lo ha corretto? Almeno la Grecia sa come ritornare a spendere: con il suo " emergency liquidity agreement". La Grecia è furba e puo' emettere denaro proprio in circolazione, denaro stampato in casa.Ma il debito non cala. Anzi.
Almeno sulla carta la Grecia ha in programma di saldare il suo debito. Ha alzato la voce. Ha fatto bere l'olio di ricino a chi la pensa diversamente.Il programma greco è tutto un artificio. Di certo non esiste nulla di serio.
Entro il 15 marzo -si dice- Atene restituisce 1,9 miliardi di euro: Come? Nessuno lo sa. Il 15 giugno un' altra tranche .Il 20 luglio altri 3,5 miliardi alla BCE e altri 3,2 miliardi di euro sempre alla BCE. E l'Italia ? Ma se continua l'evasione fiscale, come a Vulcano, il nostro debito non si ferma....ma aumenta.
Se aumenta il debito Greco , aumenta anche la nostra quota di credito ( che poi non è altro che nuovo debito, passività) con la Grecia. Oggi i paesi piu esposti con Atene sono la Germania con il 26,3%, la Francia con il 20,7% e l'Italia con il 18,0%.
Se il governo Renzi non blocca l'evasione fiscale, come si legge a Vulcano, e non la contrasta colpendo gli evasori fino al pagamento di tutto il loro debito...non cambia nulla, noi andiamo a picco come la Grecia.
Se tutti gli indicatori economici italiani sono in ribasso, non si crea ricchezza, non s'investe, non si risparmia, non si pagano le tasse..e allora... come funziona la restituzione del debito della Repubblica Italiana?
Se uno ha voglia di leggersi il rapporto Censis n.48 , l'Italia è descitta come la «società delle sette giare», i poteri sovranazionali, la politica nazionale, le sedi istituzionali, le minoranze vitali, la gente del quotidiano, il sommerso e la comunicazione appaiono come mondi non comunicanti, che vivono di se stessi e in se stessi. Roba da far mettere le mani nei capelli come scrive Ettore Longi.
L'ISOLA CHE NON C'E'...E ANCHE L'ITALIA CHE NON C'E'.
Sono ancora scioccato dalla tragedia di Parigi, ma era prevedibile: in precedenti articoli avevo accennato alla mentalità di quei popoli e oggi non mi voglio più dilungare sulle idee che mi sono fatto su di loro, idee tanto sfavorevoli.
Avevo, due anno or sono, fondato a Lipari un'associazione per l'integrazione degli emigrati nella nostra società, ma il loro modo di fare oggi cambia radicalmente appena raggiungono l'agognato permesso di soggiorno.
Faccio l'esempio di un ragazzo tunisino giunto a Lipari privo di documenti, costui mi supplicava ogni giorno per cercare di metterlo in regola e riuscì ad ingannare anche me fingendosi educato e lavoratore. Pregai il dottore Iacolino affinchè conoscendo la sua moralità lo dichiarasse come bracciante agricolo e così poter ottenere l'agognato permesso e così riuscì a metterlo in regola.
Così, avendo raggiunto la meta, come ringraziamento non andò mai a lavorare presso il sopra detto dottore e quando m'incontrava si voltava dall'altra parte e non ritornò al suo benefattore i soldi spesi per i contributi previdenziali.
Mi sono convinto che la questione dei popoli africani o asiatici deriva dalla loro mancanza di cultura e dall'odio che hanno verso Noi europei, odio che deriva dai tempi antichi delle crociate e che viene ogni volta fuori con la scusa di Allah e della Sharia. Sono parole inutili quelle sentite in tv dal nostro Ministro degli Interni: più controlli, più selezione, ma come si fa a controllare le migliaia che arrivano in Italia e poi spariscono verse altre regioni?
Per fare un esempio: nel caso delle Isole Eolie che sono un puntino rispetto l'Europa, vorrei sapere se i nostri servizi sono a conoscenza di quanti sono, dove vivono e da dove vengono. Il ministro dovrebbe spolverare i vecchi regolamenti dell' OVRA quando tutti eravamo schedati e di tutti si sapeva ogni cosa. Oggi c'è il permissivismo e tra i primi ad applicare questa normativa è il Santo Padre che non fa altro nelle sue encicliche che proteggere quella gente che prima o poi vorrà la sua agusta testa. Mentre i nostri lavoratori licenziati soffrono la fame, questi clandestini pretendono le nostre case e non si accontentano del pasto giornaliero che gli passano i volontari, ma sostengono che il cibo è cattivo e pretendono 40 euro al giorno che gli vengono dati.
In altro regime questi popoli venivano in Italia per sfilare in catene il 28 Ottobre in via dell'Impero. E per finire una cosa mi conforta: che nel meridione il terrorismo portato da questi popoli non potrà mai attecchire perchè sono le organizzazioni criminali che non lo permetteranno poiché il loro concetto fondamentale è che non può esserci un potere accanto al loro potere.
---L'ISOLA CHE NON C'E'.
Contrariamente agli altri anni ho voluto passare le feste in tranquillità a Vulcano, ma con mia grande delusione ho veramente, anche se in cuor mio lo sospettavo, visto quest'isola stupenda in che stato è ridotta.
Sono le ore 9:00 e come ogni giorno da Vulcanello sono sceso al porto, c'era un deserto e non ho incontrato ne macchine ne gente a piedi per tutto il tragitto. Al porto c'erano solo due ormeggiatori di servizio ed una persona anziana che cercava di pescare. Neanche un bar era aperto, sembrava una città fantasma.
Sono scioccato e la mia mente è ritornata indietro fino al lontano 1966, primo anno di mia frequenza in Vulcano: come era diversa allora l'Isola, piena di gente allegra e spensierata ne godeva le bellezze. I locali erano tutti aperti e ovunque si notavano belle ragazze di tutte le nazionalità, erano qui a divertirsi ed il nostro sport preferito era fare amicizia e spesso ci si riusciva.
Mi sono fatto un giro a Vulcanello alta, ove vi erano le più belle ville dei più grossi industriali italiani, ma che tristezza vederle ora abbandonate. Più che ville sembravano case dei fantasmi e in cuor mio cerco di capire di chi è la colpa di ciò, ma non so spiegarmelo e posso fare delle ipotesi: della crisi economica? Ma Taormina, Cefalù, come si legge dai giornali, hanno un turismo in aumento.
Forse è della gente locale che negli anni precedenti era modesta perchè arrivata dai paesi del messinese, privi di risorse, e nella loro modestia ha cercato di fare qualche soldo lavorando qua e la riuscendo, con sacrificio, a crescere, ma l'avanzata economica non è bastata perchè la cultura era completamente assente e senza quest'ultima non si può andare avanti, i loro eredi con le tasche piene di soldi hanno un modo di fare arrogante che ha portato a far cambiare indirizzo ai turisti di una certa levatura. O forse la colpa è dei nostri amministratori di Lipari con il loro concetto che ogni turista che frequenti l'isola di Vulcano è un cliente tolto a Lipari?
Non so trovare altre cause ma so solo che ormai Vulcano è veramente l'Isola che non c'è.
Alla fine penso che la colpa si deve dare ai Vulcanari degli anni 60 che si opposero al referendum per rendere Vulcano comune autonomo.
---Oggi ritorno a parlare di Vulcano e di tutte le cose che non vanno, ma l'argomento che vi voglio proporre è che, sebbene a Vulcano non funzioni quasi niente, strade dissestate, cimiteri al buio, opere pubbliche interminabili e forse inutili, mancanza di ordine pubblico, nessuno si lamenta, tutti sembrano caduti nell'oblio, si parla di questi ultimi nei bar mentre si gioca a carte e si sorseggia una birra. Nessuno pensa a protestare in alto loco o ad organizzare manifestazioni di protesta.
Proprio ieri una notizia nuova: un uomo si è mosso, il presidente della circoscrizione Vincenzo Natoli che da solo e senza consiglieri ha cercato di fare qualcosa di bene per Vulcano, ma sempre con risultati negativi. Nell'amministrazione nessuno lo ascolta e per tale motivo proprio ieri si è dimesso e con le sue dimissioni decadono tutti i consiglieri.
E' il primo politico a mia memoria che si dimette, tutti sono attaccati al potere e perciò il mio elogio va a questo personaggio. Speriamo che questa decisione venga imitata da altri e che si possa modificare qualche cosa e non lasciare abbandonata questa bella isola e così poter avere un'altra volta quel turismo di elite che con tanto affetto noi ricordiamo.
---Oggi non parliamo dell'isola ma dell'Italia che non c'è piu'. Leggendo la carta stampata o assistendo alle proiezioni televisive l'individuo anche piu' forte è preso dallo sconforto. I nostri governanti ottimi oratori, o meglio ottimi imbonitori, ci presentano nuove leggi, modifiche e pur sapendo che il deficit va sempre piu' in alto, cosi' la disoccupazione, ma penso che loro ben consapevoli che dicono delle bugie, perchè sono consapevoli che il popolo italiano è credulone e aspetta la manna dal cielo. Ma per la prima volta sento gli umori degli uomini onesti anche di sinistra che dicono "oggi dovrebbe ritornare un Uomo come quello", ma tra tanti disagi, due di quelli che ancora non credono e che stiamo arrivando ad una invasione da parte degli emigranti che sono di due tipi, come il colesterolo: quello buono e quello cattivo. Quello buono è l'immigrazione dei paesi dell'est che in maggioranza sono diplomati o laureati che pagano con la povertà i danni che ha fatto loro il comunismo costretti a venire in Italia e fare i lavori piu' umili. Poi abbiamo i secondi, gli emigranti che arrivano con i famosi barconi dall'Africa e da loro viene il pericolo, sono analfabeti e con una mentalità che porta all'odio verso i bianchi in genere e quelli che stanno meglio di loro. Appena arrivano sembrano umili ed onesti e degni di essere idonei ad essere aiutati. Ma vediamoli appena si normalizza la loro posizione o sono ricoverati a nostre spese presso i centro sociali ed hanno tutte le agevolazioni possibili ed immaginabili: assistenza, vitto ed indennità giornaliera. Gli italiani che li hanno aiutati sono costretti a subire le loro angherie, i volontari che gli portavano il pasto giornaliero, tante volte vengono assaliti con la scusa che portano mangiare non di loro gradimento e i nostri governanti sono costretti a dare loro anche un contributo per il mangiare. Cominciano ad apporre le loro idee e occupare interi quartieri e con la loro violenza fanno si che il cittadino italiano fugge da quei quartieri. Ma sono protetti anche dal Santo Padre e dalle autorità che fanno la politica dello struzzo. Ma chi vivrà vedrà. Mi dispiace per i nostri figli.
L'ISOLA CHE NON C'E'.
Oggi non mi sento più di scrivere su Vulcano, siamo allo sfascio più assoluto, i cittadini sono diventati apatici e proprio oggi ho incontrato il mio caro amco Vincenzo Natoli che arrancando appoggiato ai suoi bastoni, mi ha raccontato quasi piangendo che ritornava da Lipari ove si era recato per un controllo oculistico, controllo che gli era stato spostato fra tre mesi.
Il Natoli è grande invalido con salute c agionevole e in corp tante malattie da poter scrivere un'enciclopedia medica per non parlare di quante disgrazie gli sono accadute in familgia, digrazie che non si possono augurare al peggior nemico.
Mi sono poi recato come al solito a comparre il giornele all'edicola, ma come al solito non arriva più...penso che solo Vulcano è priva di giornali anche se qualcuno sa leggere e scrivere.
Poi mi sono recato presso l'ufficio postale per prelevare al bancomat e, come al solito, è fuori uso.
Siamo alla fine.
Ma parliamo dell'Italia che non c'è. Si accende la TV e si assiste a sfilate di sciperanti, a disussioni tra partiti che litigano tra loro e vogliono il potere. I sindacati che fortunatamente non contavano più in questo momento di caos cercano di prendere il potere, organizzano manifestazioni, si ssiste a scontro con le forze dell'ordine che vengono poi accusate di essere contro i lavoratori, come se loro non fossero modesti lavoratori. Si cerca successo trascendendo la realtà con un linguaggio incomprensibile e nulla di ciò che viene promesso è attuato. C'è una dissociazione profonda tra la realtà e la sua formazione concettuale. Quante parole inutili, quanti discorsi in Prlamento per il famoso art. 18 e a questo punto mi viene normale pensare alla vecchia storia d'Italia, am non per fare apologia di regime, ma nei famosi anni 20 e seguenti il vituperato presidente del consiglio trovò un'Italia che era il fanalino di coda come redditi e leggi moderne che si rifacevano ai piccoli regni di cui era formata l'italia e il caos regnava indiscusso. Il nuovo governo rimboccandosi le maniche in poco tempo modificò tutto e l'Italia divento un Paese all'avanguardia con nuone organizzaio9ni e nuovi regolamenti (che il nostro attuale governo cerca di modificare rendere peggiori). La vecchia lira superò in valore la sterlina. La giustizia Italiana che prima non esisteva, grazie a un giurista quale Rocco, con i nuovi codici Penale e Civile, rese l?italia un esempio in Europa. Si creò la nuova scuola statale per merito di Gentile ed un nuovo efficiente esercito per merito di Armnado Diaz, fu creato il diritto di famiglia, la nuova agricoltura con l'esproprio dei feudi incolti, ma tutti conoscono questo argomento, ma nessuno ne parla come se fossero tabù.
Ora abbiamo ministri ottimi oratori che con le loro parole promettonmo tutto, ma con i fatti tutto resta lettera morta, ma i compenso abbiamo ai vertici tante donne, belle donne, ma hanno solo questo merito, ma dove dobbiamo arrivare?
Sappiano i nostri governanti che la corda si tira, ma fino ad uncerto punto, poi si spezza e cede e si può arrivare ad un nuovo 28 Ottobre.
--L'ISOLA CHE NON C'E'.
I MIEI LETTORI FORSE RIMARRANNO DELUSI IN QUANTO ANCHE OGGI NON SCRIVO NIENTE SULLA POVERA VULCANO CHE TANTO HA BISOGNO DI ASSISTENZA E BENESSERE. MA IL GRANDE DISASTRO DI GENOVA MI FA TANTO PENSARE.
DUE DISASTRI ENUNZIATI IN POCHI ANNI CON MORTE E DANNI ENORMI, MA IN ITALIA TUTTO PASSA E TUTTO SI DIMENTICA. SI SONO DIMENTICATI ANCHE DEI 35,7 MILIONI STANZIATI PER ELIMINARE IL GRAVE PROBLEMA DI GENOVA CHE APPENA CADE UN PO' DI PIOGGIA STRARIPANO I TORRENTI E INVADONO LA CITTA'.
E NON SI FA NULLA.
E I SOLDI CI SONO MA NON SI SPENDONO.
ANCHE NELLA NOSTRA ZONA 10 MILIONI RIMANGONO FERMI ALLA REGIONE SICILIANA E NON VANNO COME PREVISTO ASSEGNATI AI PROFUGHI DI BARCELLONA. E COME QUESTE TRISTE EVENIENZE CE NE SONO TANTE ALTRE CHE NON E' IL CASO DI ELENCARE. MA IN CHE STATO VIVIAMO. E SEMPRE MI VIENE IN MENTE LA STORIA DEL PASSATO E NON E' ASSOLUTAMENTE CHE VOGLIO FARE APOLOGIA MA UN TEMPO IN ITALIA CON ALTRO REGIME E NON QUESTA ITALIETTA, MA CON UN ITALIA CON LA I MAIUSCOLA LE LEGGI SI RISPETTAVANO E LO STATO CHE UN TEMPO ERA AGLI INIZI E SENZA UNA TRADIZIONE LEGISLATIVA IN VENTI ANNI DIVENTO' UNO STATO EFFICENTE SE SI PENSA CHE LA LIRA AL CAMBIO UFFICIALE ERA UGUALE ALLA STERLINA, E SE NE FECERO MIRACOLI!
ERANO ANCORA IN VIGORE LE LEGGI ALBERTINE CHE FURONO ABOLITE CON IL NUOVO CODICE PENALE E CIVILE ARTEFICE IL FAMOSO MINISTRO ROCCO, FU CREATO L'INPS, LA FORMAZIONE DELLA MADRE DEL BAMBINO, FURONO CREATE TUTTE LE INFRASTRUTTURE DI UNO STATO MODERNO E TANTE ALTRE COSE CHE NON VOGLIO ENUNCIARE PER NON SEMBRARE CHE VOGLIA L'APOLOGIA DI QUEL REGIME.
ORA PER FAR APPROVARE UNA LEGGINA (ART. 18) SUCCEDE UN PANDEMONIO, RIVOLTA, LIBRI LANCIATI AL PRESIDENTE GRASSO. SEMBRA ESSERE IN UN VECCHIO PARLAMENTO MESSICANO. POI ALLA FINE TRA MALAFEDE ED EMENDAMENTI CHE SI CREANO LEGGI MOZZE O ARRANGIATE O ADDIRITTURA NON SI FA NIENTE. MA NON VI VOGLIO PIU' ANNOIARE, SOLO L'ULTIMO ARGOMENTO MI VIENE IN MENTE: "ENNA" LA MIA CTTA' NATIA, NEL 1929 ERA UN SEMPLICE COMUNE AGRICOLO MA EBBE LA VISITA DEL CAPO DEL GOVERNO E QUELLA PICCOLA CITTA' CON LE SUE ANTICHITA', LA SUA STORIA, CON LA FAMOSA ROCCA DI CENERE E IL RATTO DI PROSERPINA AMMALIO' IL SUDDETTO CAPO DI GOVERNO CHE PROMISE DI ELEVARLA A PROVINCIA CON LA CONDIZIONE CHE TUTTE LE STRUTTURE VENISSERO FATTE ENTRO SEI MESI. E COSI' FU. MI RACCONTA MIO PADRE CHE LA CITTA' FU INVASA DA MIGLIAIA DI OPERAI PROVENIENTI DA TUTTA L'ITALIA E CON IL CONTROLLO DEL PODESTA' E DEL FEDERALE IN SEI MESI LA PICCOLA CITTA' DI ENNA DIVENTO' CAPOLUOGO DI PROVINCIA. E TUTT'ORA QUELLE OPERE RESISTONO. SEMBRANO CREATE DA POCHI MESI, ADDIRITTURA IL MAESTOSO EDIFICIO CHE OSPITA LA PREFETTURA CHE SI SCAGLIA MAESTOSO SULLA VALLE DEL DITTAINO ANCORA PRESENTA I PAVIMENTI E LE STRUTTURE ORIGINALI E ADDIRITTURA IL MOBILIO DELL'INAUGURAZIONE. MI SCUSO DI QUESTO MIO SCRITTO MA ME LO HA DETTATO IL CUORE.
DEDUZIONE: L'ITALIA A MIO PARERE NON E' LA PATRIA DEI LUMACONI POCO ONESTI, MA E' LA POLITICA ATTUALE CHE L'HA RESO LA PATRIA DELLA DISONESTA' E DEL DISORDINE.
---Oggi non vi parlerò di Vulcano e dei suoi innumerevoli problemi come le zanzare o l'acqua piovana che invade le strade e perciò non si possono notare i crateri della stessa con grande danno per i mezzi che la percorrono.
Il problema che mi ha colpito e che mi ha fatto tanto riflettere è un problema attuale che in questi giorni è arrivato penso al limite: le registrazioni dei matrimoni gay all'estero. Ritorno indietro di tanti anni quando ancora ragazzini ad Enna vi era un solo gay evidente, meglio chiamato Mariuccia, era il nostro spasso, lo inseguivamo e Lui ci gridava e squittiva dicendo "monellacci".
Certo non era una cosa bella ma si proveniva da una educazione particolare che c'era stata impressa dal caduto regime fascista, ove l'educazione e la virilità andavano di pari passo.
Oggi tutto è cambiato. L'altro giorno recandomi al lido Sabbie Nere ho notato due belle ragazze, una seduta sulle gambe dell'altra, una era nera e l'altra bionda, si baciavano in bocca e nel modo più naturale, davanti a tutti. Sono rimasto inebetito e mi è venuto l'atroce dubbio: forse è la mia generazione sbagliata, siamo nati in tempi diversi. Ricordo che la nostra più grande soddisfazione era quella di andare, appena avevo i soldi, nelle case di tolleranza, si faceva di tutto per entrare, specialmente chi non aveva i diciotto anni, si falsificavano documenti d'identità o si cercava qualche amico ben introdotto nell'ambiente in modo da poter entrare. I tempi cambiano anche la Chiesa comincia a mettere in discussione i matrimoni tradizionali e mi meraviglia il Santo Padre che non parla altro che di immigrazione dai paesi africani e non prende provvedimenti radicali in tutte le diocesi per condannare questa nuova moda, forse anche la Chiesa è in evoluzione o involuzione.
LE REAZIONI.
di Michele Sequenzia
Caro Ettore, hai toccato un punto fondamentale. Ti ringrazio per avere descritto così acutamente il motivo del tuo turbamento. Il tuo turbamento è il mio. Il tuo turbamento è alla base di tutto. E' il segno che tu esisti, che vivi, che senti. Senza turbamento sei un non-essere. Solo una cosa fredda...amorfa. Tutto ciò è stato magistralemnte descritto prima di noi. Ti ricordi " Le metamorfosi" di Ovidio? La nostra cultura viene da lontano, grazie a chi ci ha preceduto.
Rileggiamo insieme Ovidio. Impariamo a riviverlo.. Oggi abbiamo cessato di voler scoprire chi siamo.Oggi siamo in balia dell'orrore. Ovunque il male ha messo radici. La bestialità è fatto quotidiano. L'ignoranza impera ovunque. Si sviluppa come l'erba cattiva. Degli esseri umani hanno massacrato di botte un bambino, perchè secondo loro..era " grasso"!
Negli anni '50, dopo la guerra mondiale, a Verona, in via Mazzini, la via principale che collega Piazza Brà con Piazza delle Erbe, l' Arena con il l'antico Tribunale, esisteva proprio davanti al cinema una piccola bacheca.
La Chiesa, a Verona, vigilava sulle nostre coscienze. Oggi la bacheca non c'è. Esiste un enorme negozio di scarpe.
La gente prima di entrare al cinema, si fermava e leggeva attentamente quanto riportato in bacheca . Ogni santo giorno un nuovo avviso. La Chiesa ti ammoniva: ci sono visioni sconsigliate. Il cinema è pericoloso. Fa peccare. L'amore deve essere censurato. E' ammesso solo se si procrea, ma solo dopo sposati.. nel solo matrimonio religioso. Proibito prima. La donna deve essere vergine, prima.
Quello civile è ancora peccato. La donna non deve " sentire" . Chiudi e sbarra tua moglie in casa. Tua moglie non ha altri compiti, non ha altri sentimenti. Altrimenti siete fuori dalla Chiesa. Proibite altre forme di amore. Ammesso, con prudenza solo tra uomo e donna, ma con il prete benedicente.
Con la maggiore età. Con la benedizione della Chiesa. Assieme a Don Abbondio. Tutte le altre forme sono dannazione eterna. Oggi più che mai. Attenti: anche il cinema è il demonio. Potete fare peccato mortale. Proibite le visioni spinte. Mai un bacio ....una carezza......Nessun accoppiamento. Nessun nudo. Si deve solo " immaginare" .... ma sei già in peccato. Peccato mortale.
Noi facciamo in modo da evitarvelo. Era un foglio bianco con precise direttive emanate da chi? Direttive che portavano le insegne del Vescovo di Verona. Autorità indiscussa. Cosa c'era scritto su quel foglio? Praticamente una guida " sentimentale"..che ti permetteva di non peccare.. Erano film come " Via col vento"...film..assolutamente vietato...censurato...proibito...da non vedersi.....I film di Totò poi....erano proibitissimi, guai a chi li andava a vedere...da scomunica...Totò un eversivo, come Che Guevara....
Un foglio evidentemente benedetto dalla Chiesa di Roma. Mai e poi mai un film " ambiguo".
Molti, tra i passanti si chiedevano: vediamo cosa dicono...possiamo andare al cinema? Controlliamo bene, cosa c'è scritto su quel foglio, prima di acquistare il biglietto. Molti dopo averlo letto, rinunciavano, non entravano al cinema.
Si sentivano peccatori.Si sentivano in colpa persino di aver pensato di andare al cinema. Per lo stesso motivo, oggi ci sono milioni di Alfano, pronti a lapidarti...... .Hai visto, Ettore, al cinema " Una giornata particolare"? Un film raro, stupendo, da far conoscere a tutti.
Caro Ettore, l'attrazione sessuale, dove vivi tu a Vulcano..dove gli Dei hanno casa da secoli........ è assolutamente libera, non ha limiti, non ha confini, non vuole documenti e permessi..... è già esistita fin dalla preistoria...è eterna... .Vulcano ha il suo regno sconfinato ..che ti permette ogni turbamento...
Altresì lo è la tua libertà di scelta. La nostra libertà di scelta. Difendiamo la nostra libertà di scelta.
Caro Ettore, Eros vive di turbamenti.. di tanti turbamenti..scocca ovunque le sue frecce si trasforma , assume forme diverse, sempre nuove.....soprattutto nelle sue Sabbie Nere. Tu sei testimone della potenza di Eros. E lui il più grande rivoluzionario del mondo. Nessuno lo ferma, nessuno lo blocca, fin che esisteremo. Il miracolo dell'Amore. Il miracolo di esistere. Sei fortunato di aver assistito alla potenza di Eros. Quanto è bello innamorarsi! Lasciamo fare agli Dei. Loro sanno cose che noi ignoriamo. Del resto, dall'Olimpo ci guardano, sorridendo.
di Maurizio Pagliaro
Caro Direttore le chiedo ospitalita' per una mia riflessione. A mio, modestissimo, parere non credo che la Chiesa cominci a mettere in discussione i matrimoni tradizionali e non vedo perché il Santo Padre dovrebbe prendere provvedimenti per condannare le richieste di matrimonio dei " diversi", ma buonissimi e praticanti Cristiani. Non si tratta ne di evoluzione, ne di involuzione. La Chiesa ha sempre predicato ed insegnato l'Amore. Quello con la " A " maiuscola, come diceva un opinionista in un recente scritto, prescinde dal sesso, dalla razza, dall'orientamento politico, ( leggere: Edda Ciano ed il comunista di Marcello Sorgi) e dal ceto sociale, ( vedere: la commedia cinematografica Pretty woman di Garry Marshall). Amare non significa " scopare" e neanche " bunga bunga".
---L'Isola che non c'è.
Il caos più assoluto regna in Vulcano in materia di circolazione stradale e specialmente nel centro storico. Le panchine sono sempre occupate dai negozianti con gli articoli più vari e sembra una kasbah araba. Le macchine si fermano dove meglio aggrada gli autisti e le doppie file sono diventate una cosa normale, camion fermi ovunque, ma c'è poco da meravigliarsi. Dove non esiste disciplina manca l'ordine e a Vulcano per tenere l'ordine mancano gli addetti. E' inutile che il comune di Lipari mandi un vigile per qualche ora al giorno, non può far altro che fare un servizio molto relativo. Il vigile deve stare stabile a Vulcano ed intervenire in qualsiasi ora del giorno quando c'è bisogno. Ci sono i CC, ma cosa possono fare tre unita con una stazione si piccola, ma che ha tutti i servizi di una grande stazione, o fa prevenzione o fa servizio amministrativo interno che è altrettanto utile per i cittadini. Forse si stava meglio quando si stava peggio, quando si aveva il posto fisso. Ma la fortuna dei CC è che hanno a loro disposizione i famosi Carabinieri ausiliari che aboliti in tutta l'Italia, esistono solo a Vulcano. Costoro sono sempre attenti anche quando giocano a carte con gli amici guardano, osservano stando sempre attenti a tutto quello che vedono di strano e vanno a riferire al comandante di stazione. Si occupano di riferire in merito alle detenzioni di armi clandestine, costruzioni abusive, depositi illegali di materiali e di tutto ciò che secondo loro non è secondo la norme del c.p.p. Ma tante volte prendono cantonate e il comandante di stazione che interviene se ne esce con brutte figure. Pare che abbino chiesto di poter usare l'uniforme anche se acquistata a spese loro e priva di alamari, ma il comando generale è stato irremovibile. Da voci pervenutemi pare che a giorni si riuniscano per creare la famosa associazione Carabinieri Ausiliari di Vulcano a cui verrà dato il nome Nuova Ovra.
---L'ISOLA CHE NON C'E'.
Nei precedenti articoli ho intervistato alcuni cittadini di Vulcano per sapere come, secondo loro, è andata la stagione e principalmente quali dovrebbero essere le iniziative per migliorare le successive e tutti hanno fatto le loro proposte.
Ora tocca a me trarre le conclusioni.
Per me la vera colpa risiede nei cittadini locali, Loro che cosa hanno fatto per eliminare, faccio un esempio, le buche nelle chiamate strade, cosa hanno fatto per eliminare la sabbia che invade tutto il percorso che i turisti fanno per visitare l'Isola?
Nessuno si è mai chiesto perchè l'Isola appena fa buio non è minimamente illuminata. Come mai nessuno vede e riferisce sugli esercizi abusivi che danneggiano la comunità. Che cosa hanno fatto per far si che il traffico non sia così caotico e non si rispettano le più elementari norme del codice della strada.
Ho tante cose da dire, ma è meglio smettere sennò si arriva alla malinconia.
Un'ultima cosa ho da enunciare, come mai tutte queste persone che parlano nessuno fa arrivare le loro richieste agli amministratori di Lipari. Questi ultimi quando alcune volte mi capita di parlare con qualcuno che a Lipari conta, tutti mi dicono: non ne sappiamo niente e forse è vero, dovrebbe essere il consiglio di quartiere, se questo esiste, a portare le richieste agli amministratori comunali, ma non mi risulta che si sia mai riunito e non so precisamente se esiste un presidente di consiglio di quartiere...
---L'Isola che non c'è
Ormai la Stagione è finita, ho interloquito con alcuni personaggi di un certo spessore e diversa estrazione sociale che hanno dato il loro pensiero con la stagione passata e alcuni consigli per le stagioni a venire. Per primo ho intervistato Antonio Tripi, legale rappresentante della Tidial Srl, del quale riporto sintesi del Suo pensiero
La Stagione volge al termine, comincia il tempo dei bilanci ed anche ricollegandomi a quanto già pubblicamente sostenuto a fine Luglio, desidererei sottoporre alla Vostra attenzione il mio punto di vista ad oggi.
Questo ultimo periodo ha messo a dura prova chi ha scommesso questo territorio.
Per quel che riguarda Noi, l'anno è stato caratterizzato da un'ulteriore flessione dei consumi.
Ci siamo comunque difesi molto bene grazie ad attività promozionali aggressive che ci hanno permesso di sostenere gli incassi, ma che ci sono costate alcuni punti di profitto.
Nel settore della distribuzione organizzata, al quale apparteniamo, non esistono più differenze di convenienza rispetto altri luoghi, anzi, a parità di condizioni offriamo ai Nostri clienti un "prodotto migliore".
Viviamo di opportunità che vanno raccolte quando ci sono e create quando non ci sono.
Memore del florido passato che ha contraddistinto l'Isola di Vulcano, forte dell'incrollabile ottimismo e della grande positività che contraddistingue il mio carattere, ribadisco come intenda mettere a disposizione le mie energie per tentare la risalita, ma, ripeto, fissando pochi, chiari obiettivi e lavorando, poi, alacremente e soprattutto in modo organizzato per raggiungerli, contrariamente alla ormai conclamata incapacità degli operatori commerciali di fare squadra, continuandosi a ravvisare, talvolta, vere e proprie scorrettezze che sortiscono, alla fine, l'unico vero effetto di alimentare una inutile ed infinita "guerra fra poveri".
Siamo orgogliosi del gruppo di lavoro che abbiamo costruito e ringraziamo tutti per il prezioso contributo quotidiano e per averci sostenuto nei momenti difficili.
Mi auguro che questo mio piccolo intervento possa generare, quantomeno, l'inizio di un pubblico approfondimento che laddove, nei luoghi e nelle forme proprie, dovesse concretizzarsi, mi troverà libero da pregiudizi di sorta ed aperto al confronto: perchè sbaglia chi sostiene o voglia farci credere che sia meglio abbandonare tutto ed investire altrove.
---Lino Cerruti, industriale lombardo.
Frequento l'Isola di vulcano da tanti anni, ormai sono vecchio e delle mie esperienze traggo i risultati di come era e come è Vulcano.
Un tempo era l'isola felice, poca gente ma buona e le persone da me frequentate erano dedite a divertirsi nel miglior modo possibile, spendendo nell'isola fior di quattrini. Oggi si vede molta gente, ma come le macchine camminano a benzina, loro vanno a birra ed alcol. Si vedono locali pubblici pieni di ragazzi anche molto giovani che o giocano a carte o litigano con enorme schiamazzo.
Le belle ville che si vedono specialmente a Vulcanello sono quasi tutte abbandonate, sporadicamente si vede qualcuno dei proprietari il sabato e domenica. Sono le case appartenenti agli eredi dei primi abitanti di Vulcano che provenivano dai Nebrodi. Costoro arrivati qui poverissimi e imitando i pochi che investivano a Vulcano si sono arricchiti ma la loro cultura e la loro educazione è rimasta quella della vecchia generazione e perciò non fanno altro che organizzare cene collettive e pranzi tra loro, con schiamazzi che disturbano i limitrofi.
Una delle principali nuove caratteristiche di Vulcano è costituita dai famosi barconi pieni di chiamiamoli turisti che sbarcano nell'isola verso le ore 13:00 e vanno via verso le ore 16:00. Costoro sciamano in giro per il centro dell'Isola e intralciando la circolazione, e guai a rimproverarli perchè rispondono in malomodo, non spendono una lira ed il loro itinerario è Vulcano centro – sabbie Nere andate e ritorno.
---Arturo Sutera, comproprietario del Bar-Albergo Rojas.
La stagione dal punto di vista degli incassi si avvicina a quella degli anni passati.
Solo posso elencare le lamentele che i clienti manifestano, tarsporti in primis, faccio un esempio: una famiglia è partita giorni fa da Vulcano con l'aliscafo per Reggio Calabria alle 6:20 ed è arrivata a Genova alle ore 24:30 (hanno viaggiato in aereo). Tutti si lamentano che l'isola è priva di ordine, mancano completamente il servizio di polizia municipale e quei pochi carabinieri si vedono solo in determinate ore e in determinati punti. Manca l'illuminazione pubblica e i clienti la sera hanno anche paura di uscire. Le strade sono piene di buche e ho visto diversi motociclisti cadere a causa delle stesse finendo alla guardia medica.
Secondo me c'è in seno ai locali una percentuale abbastanza rilevante di evasione fiscale, poi per completare, ciò che è orribile a vedersi sono le famose bancarelle degli ambulanti che non dico che non debbano lavorare, ma che stiano raggruppati in un sito deciso dal comune e non espongano di fronte ai fanghi una enorme quantità di vestiti e vestitini in modo da sembrare un magazzino all'aperto.
---L'ISOLA CHE NON C'E'...O MEGLIO LE ISOLE CHE NON CI SONO....
Gli Arabi durante la loro dominazione in Sicilia, tra le tante azioni veramente all'avanguardia, essendo un popolo molto esperto in materia di diplomazia, crearono le esattorie delle imposte.
Da persone intelligenti quali erano, crearono in ogni sito dei personaggi locali abbastanza ricchi e li incaricarono di anticipare loro le tasse per quel paese di riscuoterle, a rate, trattenendo l'agio concordato, in modo che l'impatto e l'odio con i contribuenti era verso di loro e non verso i dominatori arabi.
I nostri bravi governanti siciliani negli anni 90, purtroppo il promotore fu il mio paesano On. D'Angelo, che con la pretenziosa accusa che i luoghi che gestivano le esattorie erano più o meno mafiosi, eliminarono gli uffici di riscossione privati e crearono l'attuale carrozzone che non avendo l'obbligo del non riscosso come riscosso, divennero il solito polpettone regionale.
Anzi in questo anno non solo non fanno i veri esattori, ma cominciano a chiudere le sedi e ad accorpare i contribuenti in locali lontani decine di chilometri. Anche Lipari ha avuto la stessa sorte o forse la peggiore sorte, prima accorpata a Milazzo e con la chiusura di quest' ultima a Messina. Ma Loro se ne fregano e così anche i contribuenti e gli amministratori che hanno trovato il Bengodi, da tre anni le tasse non le paga più nessuno, solo qualche vecchio pensionato integerrimo che è abituato a dare a Cesare quel che è di Cesare, si recano lontano decine di chilometri per pagare pochi spiccioli e sono puntualissimi.
Appena arriva la famosa raccomandata "con spese a carico", perchè non esiste più in loco il messo notificatore, mettono, facendo un falso nella dicitura, avendo trovato la porta chiusa.
Ma Lipari è Lipari e siamo amici degli amici. E' cosa giusta come fanno gli albergatori non pagare le tasse per cinque anni e il comune di Lipari deve riscuotere da Loro circa cinque miliardi di ex lire ed è buono che questi soldi li tengano in cassa loro e non la tesoreria comunale che non ne ha bisogno..... A pagare c'è sempre tempo.
---L'Isola che non c'è.
La Stagione è agli sgoccioli e il turismo a Vulcano è già sparito, solo quelle orde di persone che alcuni chiamano Turisti e ogni giorno sbarcano nell'isola e creano confusione e caos.
Nessuna delle autorità pensa come regolare l'afflusso di questa gente nell'isola. Amministrazioni passate limitavano l'attracco di alcuni barconi ora sono in numero illimitato. Sciamano ovunque per le strade non ordinatamente sulla destra o sulla sinistra, ma in ordine sparso e guai a rimproverarli per il modo di comportarsi si rivolgono con frasi che non oso ripetere e purtroppo sono costretto a pensare sono meridionali e nella loro forma mentis si sentono padroni e colonizzatori.
Poi si osservano molti di loro che trovando un posto all'ombra escono fuori polli e pasta al forno e si dilettano in lauti banchetti stradali. La mia mente ritorna ai bei tempi passati quando Vulcano era l'isola di elite, io non sono razzista, ma penso che il vecchio proverbio sia ancora valido, il porco col porco, il porcaro col porcaro.
Un altro fattore che elimina il turismo di una certa levatura è dovuto alla musica che per tutta la notte regna incontrastata a volumi altissimi e la miriade di ragazzi che le fanno da coro, non ci sono orari, non ci sono controlli e i vari cantanti di nobile razza ululano a mo di cani di razza accompagnandosi col famoso dum-dum-dum.
Nessuno nel centro storico può dormire, la gente scappa dagli alberghi dopo una sola notte di permanenza e l'Isola resta il regno incontrastato di queste tribù che di notte sciamano nell'Isola o ripartono verso i loro siti di origine. Ma qual'è il segreto per riportare il turismo nell'isola, cercherò con interviste a noti imprenditori di poter trovare la soluzione. E mi meraviglia una cosa che crederete assurda, qualche albergo ha cominciato a fare discoteca danzante all'interno dei propri saloni pur di guadagnare qualche soldo a rischio dei clienti abituali.
---Questa volta vi voglio parlare con mio grande piacere di due cose che nell'isola sono eccellenti.
Il servizio idrico il cui merito non va all'amministrazione che non fa altro che ritoccare il numero delle navi che trasportano il prezioso liquido, specialmente nella stagione stiva, ma va tutto all'addetto dell'Isola di Vulcano che con grandi sacrifici e intelligenza sa dividere quella poca acqua che gli arriva per tutti i quartieri, in modo che se anche per qualche ora, tutti abbiamo l'acqua.
Quest'ultimo si vede notte e giorno perennemente vicino i pozzetti con in mano la sua preziosa chiave non facendo altro che manipolare il famoso afflusso di acqua.
Un altro encomio va al servizio di nettezza urbana, l'Isola è pulitissima e si vedono gli addetti sempre sulle strade a lavorare, accompagnati dai camion che svuotano i cassonetti.
Quello che è semplicemente encomiabile è la pulizia delle strade anche all'alba e in special modo quella che dai fanghi conduce a Vulcanello, strada che durante la notte è la pista dei famosi MAO MAO che dopo aver trascorso la notte nei locali da ballo adiacenti alla strada, rientrano nelle loro favelas buttando a destra e a sinistra bottiglie e bicchieri, sfasciando tutto ciò che capita loro.
---L'ISOLA CHE NON C'E'.
E' Domenica, scendo in centro, l'isola è deserta, deserta i primi giorni di Agosto in tanti anni che sono a Vulcano questo non è mai successo, mi faccio una passeggiata e passo davanti il ristorane Il Palmento, vuoto, passo davanti all'altro locale, l'Approdo, come il precedente.
Ma cosa succede? Il turismo è forse scomparso? Si vede qualcuno seduto sulle panchine che mangia il suo bravo panino e beve la sua fresca birra...così siamo ridotti!
Vado avanti e mi viene all'incontro il farmacista, dott. Piero Buonarrigo, lo fermo e gli faccio alcune domande, mi risponde con parole che mi scoraggiano ancora di più, in farmacia vengono per prendere solo medicine per bambini o cose urgenti. Ho un calo di vendite di più del 40% e non c'è nessuna agevolazione da parte delle autorità, anzi mi comunica che da oggi è in sciopero insieme ai colleghi delle isole minori perchè la regione non paga le indennità di residenza da oltre quattro anni e mi da una notizia a dir poco allarmante "c'è chi mangia poco e chi mangia molto" a noi la regione non ci paga, però i medici di base delle isole minori con poche decine di clienti ed un'ora di lavoro al giorno guadagnano settemila euro puliti al mese.
Vado a trovare il direttore della Tridial, Antonio Tripi, è nel più grosso mercato alimentare di Vulcano ed anche lui mi conferma che le vendite sono crollate di oltre il 30%, si vende solo quello che è in offerta o costa poco, non si cerca il prodotto di marca, ma quello con pochi soldi. Mi dice che non si investe più a Vulcano e non si creano altre opportunità come hanno fatto i miei avi e ora ho fatto io.
Io ancora oggi ho speranze, se vedo secondo me una buona opportunità la studio e cerco di farmene un obiettivo. Certo il passaggio generazionale crea molte difficoltà perchè vi sono due economie che si scontrano, due certezze diverse. Ma dobbiamo sempre andare avanti sperando che la prossima stagione sia diversa.
Mi reco presso la ditta Paolo Romeo, titolare del più grosso noleggio delle Eolie ed intervisto Giuseppe Briglia mi racconta la storia del noleggio, il Romeo cominciò dal nulla nel periodo d'oro del turismo nell'isola e investendo ogni anno gli utili ha creato veramente un noleggio di mezzi nuovi e all'avanguardia però oggi il turismo è quasi inesistente. L'azienda deve investire migliaia di euro solo in assicurazioni per mezzi che restano fermi per settimane a anche la clientela ha cambiato il modo di spendere prima prendeva un mezzo per una settimana o un mese e l'ultima cosa che chiedeva era il prezzo, oggi prende il mezzo dopo aver per diversi minuti mercanteggiato sul prezzo del nolo e poi lo prende per poche ore, massimo per una giornata.
L'ISOLA CHE NON C'E'.
Una notizia veramente allarmante troneggia nella prima pagina dei nostri giornali, l'Italia ha il più alto tasso di svalutazione di interessi bancari e le più grandi percentuali di tassazione sia d'imposte dirette che indirette, si parla del 50% e oltre.
Tutti i governi fanno di tutto con leggi e decreti per cercare di frenare questo stillicidio e a nessuno viene in mente, neanche al nostro caro Presidente Matteo Renzi, che ha idee all'avanguardia di interpellare i nostri amministratori che sono nel genere i deus ex machina.
Loro sono riusciti a far si che gli Isolani non paghino neanche un centesimo di tasse anzi a Lipari non esiste più quella maledetta tabella sopra una porta con la lugubre scritta esattoria II. DD.
Il turismo è alle stelle i più grandi attori e impresari sono residenti nell'isola addirittura alcuni che si erano trasferiti in Russia subito "essendo venuti a conoscenza che i Liparoti sono esenti da imposte e tasse" immediatamente si sono trasferiti nel nostro comune.
Non si vedono più quella marea di turisti mordi e fuggi che non portano altro che spazzatura e confusione e non lasciano neanche una lira e dopo due ore vanno via con le loro carrette e meno male che il sindaco di Milazzo da la possibilità di posteggiare i loro cammelli al porto se no vi figurate la zona dei fanghi piena di cammelli e dromedari liberi al pascolo.
Non si vedono più di notte quelle bande di giovani, specialmente liparoti, che essendo controllati dai cc di Lipari ivi non frequentano più i locali pubblici, ma vengono a Vulcano dove si può fare tutto, bere ubriacarsi litigare e altro ancora che voi vi immaginate.
Certo è bello che senza più ne tasse ne esattoria le cose sono cambiate e con una frase latina – utinam – che si continui così.
---Caro sindaco, ti scrivo questa mia perchè purtroppo sono finiti i bei tempi in cui passeggiavamo e discutevamo amichevolmente per ore. Ora sia fuori che all'interno del tuo studio sei attorniato perennemente dai famosi "lecca lecca", di cui ho parlato in un mio recente articolo. Tu ben sai come è finita l'esattoria di Lipari, prima hanno chiuso i locali in sede per trasferisrsi a Milazzo e per quel che mi costa senza alcuna autorizzazione da parte vostra, ora addirittura mi consta che la sede di Milazzo con il 15 P.V. chiuderà i battenti.
Come faranno i pochi contribuenti che pagano dopo le famose notifiche illegali pervenute tramite posta? Nella cui relata di notifica, si legge inequivocabilmente "avendo trovato il vostro domicilio chiuso, inviamo la presente tramite A.R. A mo di notifica esattoriale" ed includendo sempre illegalmente le spese di notifica a carico del contribuente. Ed inoltre mi chiedo come farà il Comune a sostentarsi senza gli introiti ricavati dalle tasse erariali, come, spazzatura ed acqua ecc. Ti ricomunico che io sono sempre disponibile e sempre a titolo gratuito ad organizzare la direzione dell'esattoria gestita direttamente dal Comune e con solo 2 impiegati. In alternativa propongo "come prevede la legge" di indire un'asta pubblica ove il sottoscritto con certezza parteciperà con i titoli e senza tema di poter perdere la suddetta, conoscendo dopo 35 anni di onorato servizio, il mestiere ed essendo a conoscenza che dopo tanti anni non vi sono esattori di concorso ministeriale in vita, ne vi sono gente in Lipari in grado, se pur laureati di gestire una esattoria II.DD.
---L'Isola che non c'è.
Nell'Isola che non c'è, l'unica cosa che non è mai mancata è la droga, è quasi una tradizione e per le miei vecchie esperienze, ho gestito per tanti anni la più bella discoteca che abbiamo avuto a Vulcano "le ROCCIE ROSSE", ora completamente distrutta e si sa che le discoteche purtroppo sono il veicolo più
frequentato dagli spacciatori. Mi fa anche piacere leggere l'articolo nel quale merito del nostro "VALIDO" comandante di Stazione è stato arrestato un individuo che trasportava 250gr. Di droga leggera. Ma pur
apprezzando l'opera dei C.C. È ben poca cosa di quello che realmente viene spacciata nell'Isola. Pur non facendo più vita notturna incontro a Vulcano loschi individui che io conosco bene, che nel mio ex locale non si avvicinavano perchè sempre accanto all'ingresso vi era posteggiata la Jeep con a bordo il Maresciallo Jimmi Stefani, che era come il Caronte nella Divina Commedia, ed a l'interno avevo un sistema di sicurezza ineccepibile e qualcuno se veniva trovato a spacciare, immediatamente veniva portato nell'adiacente boschetto ove esisteva il nostro tribunale speciale.... certo con la miriade di turisti ed i tanti locali che vi sono adesso con pochi Carabinieri è cosa molto dura svolgere questo sefvizio, anche se a Vulcano abbondano i famosi "CARABINIERI AUSILIARI SENZA UNIFORME" forse per loro questo lavoro è un po' pericoloso ed è più semplice riverire reati più comuni. Un'altra cosa che mi lasci deluso è
quanto scrive, in merito agli individui precedentemente citati, per il reato essendo di lieve entità sono stati subito liberati.... viva la giustizia, viva L'Italia.
---L'Isola che non c'è. Sono costretto a ritornare sulle miei precedenti notizie riguardanti la crisi di Vulcano. Con mia grande meraviglia mi rendo convinto che quello che ho scritto ha colpito l'interesse di alcuni noti imprenditori locali. Finalmente si è capito che i giorni del tutto oro è finito ed è iniziato il tempo per far qualcosa sia per l'economia che per le famiglia. La seconda generazione che oggi ha in mano l'economia locale ha compreso che si deve svegliare che non si può più sperare negli altri. Oggi ho avuto un interessante intervista con il giovane Antonio Tripi che dirige la "TRIDIAL", distribuzione alimenti, l'ho trovato molto preparato ed in allegato trasmetto una sua dichiarazione. Ho avuto una lunga intervista con la signora Leone in Stefani, che dirige i famosi Fanghi a Vulcano, mi riferisce quanto segue: li ingressi dei turisti sono diminuiti e quelli che vengono addirittura cercano gli sconti comitiva per non pagare uno o due euro a persona, alcuni si spacciano per Finanzieri o per entrare gratis dicono che sono impiegati nei vari hotel locali, ed al mio diniego rispondono con poca educazione andando via e mormorando frasi irripetibili. Ho da dire in merito a queste ultime persone che anche nelle ore che sono liberi si dimostrano poco educate e a bordo dei loro mezzi di locomozione sia privati e non circolano in modo sconsiderato rischiando la loro vita e quel che è peggio la vita dei pedoni.
INTERVISTA AD ANTONINO TRIPI DIRETTORE DELLA "TRIAL srl".
di Antonio Tripi
Premesso che il difficile periodo che sta affliggendo l'Isola di Vulcano, non è a mio avviso imputabile ad un singolo fattore, ma è la risultanza di vari componenti, ritengo anche l'eccezionale gravità del momento che viviamo, non ci trova oggi adeguatamente pronti ad affrontarlo. l'unica strategia possibile resta secondo me nell'intervento rischiando forti della convinzione che oggi crisi è spesso fioriera di nuove possibilità. Nel corso della mia vita personale e professionale ho sempre cercato, spesso riuscendoci, di trasformare gli imprevisti in opportunità.
Non considero oggi prioritario realizzare nuove strutture ma scommettere viceversa sulle persone su noi stessi il nostro intuito le nostre capacità e le nostre capacità, fissando pochi chiari obbiettivi e lavorando poi alacremente e in modo organizzato per raggiungerlo. troppo spesso riscontro in tantissimi campi una sorta di mancato passaggio generazionale, importante fattore quest'ultimo di crescita e sviluppo. per chi ha avuto la possibilità di visitare luoghi che non potrebbero per bellezza ed attrattive essere neppure lontanamente paragonabili a Vulcano, fa male verificare che quest'ultimi raggiungono risultati in campo economico sociale per noi a malapena immaginabili, fa ancora più male sentirsi dire da un figlio, me ne vado perché qui non c'è futuro.
Un terribile errore è fin'ora stato quello di non considerare con la dovuta intenzione ciò che gli imprenditori locali chiedono. Sarebbe forse produttivo costruttivo, considerare gli aspetti più importanti per poi confrontarsi in modo regolare e strutturato con l'Amministrazione sulle principali problematiche che caratterizzano il nostro stare insieme. Ritengo imprescindibile non lasciare da sole le aziende che contribuiscono a grande del progresso economico sociale della nostra Isola. Sarebbe utile supportarle ed aiutarle a mantenere le attività, fonte primarie di occupazione locale e di contribuzione a tutti i livelli.
La mia famiglia è arrivata a Vulcano nel 1969, mio padre ha iniziato con mio nonno vendendo frutta al dettaglio e da allora abbiamo sempre cercato di migliorare ponendoci degli obbiettivi e raggiungendoli scommettendo. Oggi siamo una realtà che da lavoro a ventitre dipendenti ed è leader del proprio settore apprezzata per i servizi che offre e per i risultati raggiunti. Vogliamo continuare su questa strada perchè fieri di quello che abbiamo fatto e faremo.
Amiamo questi splendidi luoghi e passeremo qui il resto della nostra vita, continuando testardamente ad investire in ciò almeno dal nostro punto di vista continua ad essere la cosa più importante: l'Isola di Vulcano. Concludo augurandomi che questo mio piccolo e sentito intervento possa tradursi in utile contributo e una spero proficua e quanto più coinvolgente discussione sul presente ed il futuro di questa bellissima parte del mondo.
---L'Isola che non c'è.
Mi dispiace tornare sempre sugli stessi argomenti, ma è più forte di me, amo profondamente questa terra, anche se non è la mia nativa e vedere come è stat ridotta ed abbandonata mi piange il cuore, tutti l'hanno abbandonata, ogni tanto si intravede il nostro Sindaco, ma purtroppo puntualmente viene attorniato dai "lecca lecca di professione" che hanno cambiato la caramella che prima era di marca "Mariano" ed oggi è di marca "Marco" e per cui non si può parlare di argomenti di una certa importanza riguardanti il nostro territorio.
Ho incontrato altri esercenti locali come Francesco Bruno, titolare forse di uno dei più vecchi negozi di Vulcano, che alla mia domanda sul calo delle vendite, mi ha risposto "dopo tanti anni di attività alla fine di quest'anno consegno la licenza, gli attuali incassi non sono sufficienti neanche a pagare il fitto".
Ho parlato con diversi albergatori che mi dicono la stessa cosa, l'hotel è quasi vuoto, si salvano soltanto quelli che hanno contratto si fa per dire.... con le "agenzie" Campane e Calabresi. Due hotel storici sono definitivamente chiusi e sono l'EOLIAN e le SABLE NOIRE, quest'ultimo che era l'orgoglio dell'Isola è stato trasformato in residence, i cui appartamentini sono venduti, ma con scarsi risultati. Mi sono messo in contatto con vecchi amici che hanno delle bellissime case in loco, ma tutti mi dicono "noi siamo anziani ed i
nostri figli non vogliono più sentir parlare di Vulcano, con la scusa che non c'è niente da fare" ho fatto un indagine sui ristoranti più noti, tutti battono la fiacca a mezzogiorno deserti, qualche cliente viene la sera per mangiare un pezzo di pizza. Ora mi domando, cosa si deve fare? Anche se nella mia mente potrei trovare la soluzione ma i nostri Amministratori proprio se ne fregano, faccio un esempio: esiste un Consiglio di quartiere che non si è mai riunito, non si sa chi sia il vero Presidente, la delegazione è sempre chiusa al pubblico. Come era diverso tanti anni fa, gli uffici di Circoscrizione erano sempre aperti con una segretaria e un Presidente, che ascoltavano le lamentele dei cittadini, e non erano costretti "come sono adesso" che anche per un certificato o un rinnovo di carta di identità, sono costretti a fare una lunga fila a Lipari. Povera Isola!!
---Nell'isola che non c'è ormai manca quasi tutto. Mancano i turisti di un certo peso sociale, mancano i locali alla moda che erano presenti alcuni decenni or sono e, ora manca l'sattoria IIDD a Milazzo ove gli isolani di buona volontà si recavano, dopo la chiusura di quella di Lipari.
Ma in che mondo viviamo? Nessuna parla per quella di Lipari, e nessuno dice niente per quella di Milazzo. Certo, non pagare le tasse si pensa che sia una bella cosa, ma senza le tasse come si può vivere in una società civile?
Certo i nostri amministratori lo sanno bene, però forse per non dire niente hanno trovato un metodo per avere altre entrate. Ma se questo è vero lo facciano sapere al nostro presidente Renzi che applicherà lo stesso metodo a Roma, oppure come dicono i malvaggi, i nostri amministratori non hanno capito niente e fanno bilanci e previsioni di spesa senza avere nessuna competenza su entrate e spese certe.
---Nell'isola che non c'è, proseguono le notti del caos assoluto, locali anche in pieno centro storico con musica (forse chiamarla musica è sbagliato) assordante, bande di ragazzi intossicati dall'alcool e forse di altro, che scorazzano sfasciando tutto quello che possono e poi per finire, qualche sera fa, un ragazzo di Vulcano pestato a sangue, tanto da essere trasportato con l'elicottero del 118 e ricoverato in gravi condizioni. E vogliamo il turismo? Tutti si chiedono perchè nessuno o quasi, viene a Vulcano?
Questa mattina parlavo con una persona anziana che ha detto delle cose che fanno riflettere. Cito le sue parole: "Io sono stata sempre di sinistra, ma ora vedendo la nuova gioventu', mi accorgo che il passato regime è stato l'unico a formarla la gioventu' italiana. Fin dalla nascita si chiamavano figli della lupa e poi passando gli anni, inquadrando nel regime, nell'ordine. E il fatto di avere sempre a casa la divisa, nel loro intimo si formava sempre piu' l'educazione.
Ho intervistato diverse persone per sapere quello che pensano dell'attuale realtà turistica di Vulcano. Ho iniziato con una signora straniera, Lidia Zaccavora, pensionata da quasi 15 anni, residente sull'isola: "Dal primo giorno che arrivai a Vulcano mi sono innamorata di questo bellissimo scoglio, paesaggi stupendi, mare da favola, ma ora a distanza di tanti anni tutto è cambiato. La gente non è quella di prima, non c'è nessun ordine, tutto è nel caos. Restano i paesaggi stupendi che nessun uomo, anche volendo può distruggere. Almeno cosi' spero...".
Goffredo De Rossi, titolare dell'Hotel "La Giara", che si può dire nativo dell'isola: "Da diversi decenni gestisco un hotel e prima non avevo nessun problema. L'unica preoccupazione era sempre avere piu' stanze libere per i clienti. Ora il mio problema è riuscire a coprire le spese e i clienti sono sempre di meno e di bassa qualità. Quest'anno prevedo un calo del 4o% e spero che Dio ce la mandi buona".
Agnese Berlingeri, titolare di un negozio di vestiario e regali: "Prevedo un calo di oltre il 40%. Pochi turisti a Vulcano e quelli che ci sono in maggioranza anziani che vivono di pensione e dopo la spesa del viaggio non sono in grado di spendere pochi euro per qualche regalino e penso che continuando cosi' ci aspettano brutti tempi".
Carlo Chiofalo, noto imprenditore locale e titolare di tre negozi di abbigliamento, disperato dice: "Quest'anno ci sarà la catastrofe, forse i pochi introiti mi basteranno soli per pagare i contributi dei dipendenti".
Vincenzo Natoli, presidente della circoscrizione: "purtroppo Vulcano è abbandonata a se stessa. Ho chiesto dei piccoli lavori ma essenziali, un vigile urbano effettivo che abita in sede, una segretaria per la circoscrizione, tutti mi dicono va bene ma non succede nulla".
---L'Isola che non c'è. Nell'Isola che non c'è, una sola cosa fortunatamente non c'è, non è nella rotta dei famosi barconi che sbarcano quotidianamente migliaia di emigranti nelle nostre coste. Alcuni giorni fa mi trovavo ne ragusano e quello che ho visto mi ha semplicemente scioccato, migliaia di questi emigranti che
bivaccavano per le vie aspettando la manna dal cielo come i Proci ad Itaca in assenza di Ulisse, ho visto nostre navi da guerra che imponenti solcavano i mari pieni di questa gente. I centri di prima accoglienza sparsi per tutta la Sicilia ormai sono al collasso, ma dove si vuole arrivare? Tutta l'Africa si deve trasferire in Italia? Quanto costerà alla nostra Nazione questo esodo biblico? Con la crisi interna che abbiamo, lo Stato si può permettere questa politica? Si in Santo Padre si è recato sul posto per intercedere per questi
popoli dal punto di vista umanitario, è una Santa politica, ma com'è dal punto di vista economico? I nostri operai specialmente nel nord muoiano di fame, perchè disoccupati, magari al Sud siamo abituati a queste condizioni, noi siamo come quei cani di campagna che mangiano quel che trovano, ma al nord erano
abituati a ben altre condizioni di vita. Ma poi mi sovviene il passato, non tanto remoto, di quando fondai a Lipari il centro per l'aiuto agli emigranti, fu una delusione, nel mio ufficio che diventò un centro di collocamento, venivano costoro, a cencare lavoro, ed io con i miei collaboratori ci davamo da fare per sostenerli. Ma grande delusione ho avuto fino alla mia decisione di chiuderlo e cito alcuni esempi, un ragazzo privo di permesso di soggiorno veniva ogni giorno in cerca di aiuto, lo raccomandai ad un mio caro amico medico che gli diede lavoro facendogli ottenere il permesso di soggiorno. Per i primi giorni il suddetto si recava con puntualità a lavoro, ma dopo aver ottenuto i documenti, chiese al datore di lavoro un prestito rilevante, per poi sparire completamente, lo incontrai dopo qualche giorno seduto al bar ove bivaccava bevendo birra, lo chiamai facendo le mie rimostranze per il comportamento, egli non mi diede alcuna spiegazione, mi disse solamente di
impicciarmi dei miei affari e da alloro mi sono fermamente convinto che più bene si fa a questa a gente e più male se ne ricava. Hanno tutti i difetti dell'ignoranza ed il loro principio non è la religione di Maometto ma il più sbrigativo detto latino quod placet licet "ciò che piace è lecito" e per ultimo mi vengono in mente quando piccolino arrivavano ad Enna centinai e centinaia di nostri connazionali cacciati come lebbrosi dalle nostre ex colonie, dopo aver portato la civiltà e ricordo che ci raccontavano che proprio questi popoli che noi accogliamo li cacciarono via occupando ed impossessandosi dei loro averi, permettendogli di portar via soltanto una valigia. Ma nella vita tutto cambia e tutto si dimentica.
---Nell'Isola che non c'è un ricordo viene normale nella mia mente, il ricordo dell'Isola turistica di tanti anni fa, io che ormai quasi tutta la mia vita, specialmente nei mesi estivi l'ho trascorsa a Vulcano la malinconia mi
assale, penso e ricordo il Porticciolo pieno di barche bellissime che avevano a bordo i più bei nomi dell'industria e dello spettacolo.
Le strade di notte affollate, negozi pieni di gente che acquistavano, oggi il porto è deserto e non si vedono altro che gente di mezza età che arrivano con barconi dalla Calabria, da Cefalù o Taormina, e si trattengono per un paio d'ore passeggiando per le poche strade transitabili, poiché come già scritto siamo in pieno cantiere e certi lavori si fanno nei mesi estivi, e questa è una tecnica turistica per eliminare il turismo, di chi è la colpa? Ma forse di tutti noi, perchè abbiamo votato e portato al potere gli uomini che hanno creato il non turismo a Vulcano.
Si era così abituati all'abbondanza, che il principio è la nostra vita e come tale va rispettato, ma ciò non si fa più, i prezzi dei locali oramai sono diventati fuori dalla norma, anche in riferimento alla vicina Lipari. La notte come già scritto vi sono dei locali con musica assordante, anche se frequentati da baldi giovani che più che ballare piace adorare il Dio Bacco, non parliamo se i locali di tutti i tipi nell'Isola sono in regola con i vari permessi e licenze, ma tanto... chi li controlla?? siamo nell'Isola che non c'è!
E che cosa dire dei trasporti, gli orari degli aliscafi sembrano fatti da uomini storditi dall'alcool ore intere senza mezzi per poi vederne due o tra che arrivano in contemporanea. Le cose più assurde succedono e faccio l'esempio di un fatto eclatante accaduto due giorni fa, un aliscafo dell'Ustica ha lasciato sul pontile diversi passeggeri da in possesso del biglietto, perchè il Comandante asserviva che era carico "ma perchè si sono staccati biglietti in eccesso?? e come è possibile effettuare tale operazione??
Per incassare più del dovuto o per strafare.. e quel che è peggio, sono rimasti a terra persone anziane, malati ed invalidi e faccio un solo esempio del Presidente di Circoscrizione di Vulcano il sig Vincenzo Natoli, che usciva dopo una degenza dall'ospedale di Lipari per problemi cardiaci, ed il suddetto se bene si sorreggesse su stampelle è stato costretto a rimanere per diverse ore aspettando il prossimo aliscafo. E vogliamo il turismo?
---Nell'Isola che non c'è manca tutto e principalmente manca quel rispetto per i diritti altrui che è l'essenziale per la civiltà di un popolo.
Mi viene istintivo raccontarvi un caso di cui io sono stato protagonista.
Un mio caro amico di Enna avendo da me saputo che si vendevano degli appartamenti nel rimodernato hotel sabbie nere, ed avendo egli stesso in gioventù frequentato il suddetto, ricordando gli antichi momenti trascorsi, è venuto sabato per vedere gli appartamenti in questione e possibilmente con la convinta intenzione di acquistarne uno. La sera del sabato, è stato ospite a casa mia e dopo aver cenato, siamo andati a riposare. Verso la mezzanotte una musica a dir poco infernale ci ha svegliati ed irreparabilmente per quel fracasso ci siamo messi per passare il tempo a giocare a carte fino alle quattro di notte, quando finalmente la buriana e passata. In mattinata l'ho accompagnato presso il suddetto albergo ed appena il mio amico ha constatato il punto di provenienza della musica, così vicina, non ha voluto più neanche
vedere gli appartamenti in questione, asserendo con fermezza che mai avrebbe acquistato un immobile per non poter riposare "come si può fare discoteca sotto un hotel così famoso".
E vogliamo fare.... il turismo a Vulcano!
LA REAZIONE NEL WEB.
Christine Berart: E bisogna anche precisare ai futuri acquirenti degli appartamenti delle sabbie nere (dove tanti anni fa sono stata cameriere ai piani) che proprio a meno di 10 metri è posizionata la vasca di sollevamento del ormai famoso megadepuratore di Vulcano! Magari possono chiedere uno sconticeddu!
---Nell'Isola che non c'è, le cose più assurde possono accadere, una turista Belga di mezza età, passeggiando in questa bella ex Isola turistica, nella zona del porto vicino alla chiesa, a causa delle innumerevoli buche o meglio crateri che sono rimasti dopo la bitumatura dei famosi lavori, scivolava su uno di questi e cadendo rovinosamente a terra si faceva male ad una spalla. Veniva trasportata alla Guardia Medica, ove il Medico di Guardia la inviava con i relativi documenti a Lipari, sospettando una frattura. La signora si recava all'ospedale, ove dopo aver pagato il Ticket e veniva ricevuta in radiologia, che inviava al pronto soccorso, che invitata nuovamente a pagare nuovo ticket, veniva consigliata data l'ora tarda di ritornare a Vulcano e ritornare l'indomani mattina. Al mattino seguente la paziente dopo aver passato una
notte insonne per i dolori, si metteva in lista d'attesa a Lipari e dopo diverse ore di aspettativa, veniva invitata presso il reparto radiologico, dove gli veniva riscontrata una frattura alla spalla ed inoltre gli veniva detto che a Lipari non si poteva fare nulla in quanto privo di reparto ortopedico. La poveretta riprendeva l'aliscafo già in pomeriggio inoltrato e finalmente arrivava all'ospedale di Milazzo, ove dopo aver pagato il solito ticket, gli veniva detto che dato l'ora tarda e non essendoci posti disponibili doveva ritornare a Vulcano per farvi ritorno l'indomani, anzi gli consigliavano di pernottare in albergo. La signora sfiduciata e con dolore atroce si faceva condurre all'aeroporto di Catania e con il primo aereo rientrava a casa sua in
Belgio " e noi pretendiamo il turismo!"
---Nell'Isola che non c'è, vi sono in abbondanza certi animaletti e Animaloni... come tra gli altri feroci zanzare, mosche di vari colori e misura ed enormi topi, negli scorsi anni si intravedeva un furgone che spruzzava del materiale piuttosto puzzolente ma per qualche tempo non si intravedevano più questi fastidiosi ospiti, e neanche i più famosi toponi. Ma quest'anno, qualcuno mi dici che questo benedetto furgone si è intravisto, ma io specialmente a Vulcanello non l'ho mai visto.. ne tantomeno ho sentito il famoso odore.
Interpellati alcuni cittadini e delle malelingue che dicono che gli Amministratori sono animalisti e non intendono arrecare del male a queste nobili specie "sarà vero??". Ma oggi voglio avere il piacere di parlare di Lipari e mi occupo di quest'Isola specialmente dopo aver letto di interviste ad esponenti della nostra amata Amministrazione, costoro, parlano di bilanci di previsione, di residui di gestione, di evasione fiscali non contestate, di somme preventivate esigibili, ma leggendo questi argomenti trattati con estrema
facilità, mi viene in mente che l'intervistato enunzia queste notizie in mala fede o è completamente ignorante in materia di legge fiscale, e perseguitato da questo atroce dubbio ho cominciato a spulciare i bilanci degli anni passati e le riscossioni dei vari anni, sia di Tarsu, Ici, Imu, Tosap, acqua e facendo le
sommate, sono rimasto scioccato come il Comune di Lipari può andare avanti con dei residui di gestione così cruenti e poi mai la Corte dei Conti non si è accorta di questa grave anomalia e non è intervenuta tempestivamente con il suo grande potere "non posso pensare immaginare che i bilanci resi noti, siano non esatti" e come può riscuotere un Comune le quote imponibili al contribuente se l'esattoria IIDD non esiste più in loco ormai da diversi anni?? e da buon cattolico penso che i nostri Amministratori lungimiranti, si siano rivolti al nostro San Bartolo, Santo miracoloso in tutti i campi e forse anche nella riscossione dei nostri tributi.
--L'Isola che non c'è.
nell'Isola che non c'è, in questo periodo il traffico è alle stelle, gli aliscafi e le navi non sono pieni di turisti, ma di operai, materiali e mezzi meccanici che operano in loco, cosa succede? Si vuole mettere a nuovo l'Isola o si perde tempo e danaro in spese "secondo me inutili" io non sono un esperto in lavori pubblici, ma analizzando e forse sbagliando, mi sono reso convinto che si stia facendo di tutto per rendere ancora più danni all'Isola.... lavori in atto.
Dissalinatore, perchè si fa questo impianto, non parliamo dell'impatto ambientale, ma quanto sarebbe stato più economico continuare quel progetto di fare arrivare l'acqua da Lipari e ricordo fu fatto un enorme impianto di tubature fino all'hotel Therasia, quando i lavori erano prossimi alla fine, furono abbandonati come rimasero abbandonati tutti i tubi di materiale particolare e costoso che attraverso il mare si collegavano con Lipari.
Perchè milioni da spendere per il suddetto dissalinatore, non sarebbero stati meglio utilizzati per ampliare quello già esistente a Lipari?
Ho preso informazioni per i costi di gestione per il suddetto, che sono semplicemente esorbitanti, ma chi li dovrebbe pagare??? certamente i contribuenti.. "paga tutto pantalone".
Parliamo anche del nuovo sistema fognante, oltre il costo realizzativo enorme, quale sarà l'utilità e quale il costo per i contribuenti, da più di un secolo abbiamo usufruito dei famosi pozzi neri, che danno creano?, le caratteristiche del terreno dell'Isola assorbe e forse rende i terreni più fertili e non hanno nessun impatto ambientale, ma ubi maior est minor cessat.
Non vi parlo del caos che si è creato giorno 31 dello scorso mese con la famosa gara ciclistica, come si può autorizzare una competizione del genere con tutte le strade interrotte, per mezza giornata tutta l'Isola si era bloccata, non si vedevano altro che liti tra cittadini e tutori dell'ordine che impedivano la circolazione sia degli appiedati che degli automobilisti e non vi dico quei poveri ciclisti, saltare sulle buche come caprioli....
---L'Isola che non c'è.
come faccio da più di trentanni, quando sono a Vulcano il momento più bello, anzi più distensivo è, quei pochi minuti che passo ai primi raggi del sole, seduto al Porto e bevo la prima tazza di caffè e così in pieno relax guardo il porto e ammiro la stupenda baia, le pendici del Vulcano, il fumo che si libera dalle stesse pendici lentamente quasi con noia, ma mentre sono in estasi, la mia mente ritorna indietro e mi vedo proiettato negli anni 70/80 in questa stessa Isola, ma come è cambiata!! allora anche se nelle prime mattinate, l'isola era sempre piena ed allegra e mi ricordo i bar pieni di ragazzi che dopo essersi divertiti tutta la notte nelle tre discoteche esistenti facevano colazione per poi andare a letto. Ora arrivano solo operai esterni e personale degli alberghi "semivuoti" ed i turisti dove sono?? si vedono in giro solo i
locali e qualche sporadico gruppo di stranieri giornalieri con giuda al seguito che sale direttamente sul cratere, andando via immediatamente. Ma dove sono tutte quelle belle persone che venivano a Vulcano??, i Rascel, i Chiari, i Salerno, i grandi imprenditori di moda, con quelle magnifiche barche, mi prende
la malinconia e cerco di capire perchè l'Isola non c'è più. L'Isola dei turisti è diventata l'Isola dei pensionati, mi chiedo, di chi è la colpa di questa metamorfosi?? forse dei vari Amministratori che negli anni si sono susseguiti e che nessuno a fatto il bene dell'Isola, d'altronde, cosa si può aspettare dai Liparoti?? ogni turista che viene a Vulcano è di fatto un turista che manca a Lipari. E' colpa dei locali che non hanno l'idea della cultura del turismo e
pian piano sono riusciti a rendere quest'Isola stupenda un arido deserto, ai posteri l'ardua sentenza "diceva il poeta" e per finire in allegria, mancano quella grande quantità di belle ragazze straniere, a Giugno erano in arrivo le Francesi, a Luglio ed Agosto le Tedesche e la caccia era aperta, ora non si vedono altro, che vetuste matrone (stile anni 70) che appoggiandosi al loro fedele bastone cercano invano di visitare l'Isola e mi dicono le male lingue che esiste un cartello al porto di Milazzo che cita testuali parole: Vietato, per Vulcano, il transito delle inferiori agli anni settanta.... accerterò di presenza.
---L'Isola che non c'è.
Nell'Isola che non c'è una sola cosa è certa, la strada che conduce al porto è interrotta per i famosi lavori. La suddetta chiusa da diversi mesi, dire che va a rilento è una bugia, dire che è ferma è quasi una certezza. L'impresa che se ne occupa è deficitaria sia come operai che per i mezzi, vi sono operai
saltuari che con zappette mettono e rompono qualche tubo. Ma una sola cosa fanno bene, forse da militari erano nel genio... fare delle transenne identiche a quelle di Piazza Mazzini a Lipari... forse è la stessa ditta? Ma la cosa che mi fa tanto meraviglia è l'atteggiamento dei commercianti limitrofi alla suddetta strada, essi non hanno presentato alcuna petizione agli Amministratori Comunali, all'Ufficio tecnico, per far si che i lavori vadano con più sollecitudine, e dalle informazioni che mi sono arrivate " e penso che siano veritiere" i suddetti si sono riuniti decidendo di citare il Comune per i danni, ma come possono ottenere questi famosi danni essendo un'opera di pubblica utilità, e quale giudice potrebbe liquidare una somma considerevole
per il mancato guadagno, se i commercianti come tutti sappiamo a Vulcano con la crisi in atto ed i pochi turisti che abbiamo, hanno dei guadagni irrisori, e loro non sanno che la quantificazione del risarcimento viene effettuato conteggiando il fatturato degli ultimi tre anni ed in relazione ai mesi di interruzione.... e pensandoci bene, chi pagherà l'eventuale danno dell'Amministrazione??? sempre e solo noi cittadini.
---L'Isola che non c'è. Nell'Isola che non c'è, e già da tempo ne sono convinto, l'unico prodotto che esiste veramente, è l'alcool. Si nota al mattino, quando non si vede l'ora di prendere il primo caffè "che è il più buono" molti utenti che chiedono cognak o grappa, ed i più timidi una birra.
Ma quello che più mi fa pensare tra questi consumatori, i più sono giovanissimi.
La sera e per tutte le notti, questi ultimi sono i più assidui frequentatori di locali e poi si notano in giro, in gruppi completamente sbronzi. La mattina, la piazzetta è completamente disseminata di bottiglie di ogni genere di alcool, risultato di grandi bevute, ed osservando ciò... mi chiedo, dove dobbiamo arrivare in questa benedetta Italia con una gioventù simile e con una simile morale.
Nessuno pensa al lavoro, conosco tanti giovani, cerco di spronarli e dicono che non trovano lavoro, io consiglio facendogli leggere le varie gazzette ufficiali quanti ottimi concorsi ci sono, ma loro se escono con la solita battuta... per vincere i concorsi, ci vogliono le raccomandazioni, e noi non ne abbiamo. E poi per ultimo, la cosa che più mi fa tristezza vedendo uomini maturi e padri di famiglia la sera completamente ubriachi buttati a terra in uno stato pietoso ed in questo caso do una certa percentuale di colpa ad i
proprietari dei locali che dovrebbero astenersi a vendere il prodotto quando si è alticci, ed alle forze dell'ordine che dovrebbero intervenire a norma di legge.
---L'Isola che non c'è.
Per la prima volta, non vi parlerò di Vulcano anche se c'è tanto da dire, ma scrivo per un problema che forse interessa tutti, la grande immigrazione che dal nord Africa colpisce principalmente la nostra Sicilia, ogni giorno sbarcano dall'altra sponda migliaia di extracomunitari e ne sono pronti alla stessa traversata altri centinaia di migliaia, che non aspettano altro che dei criminali senza scrupoli li traghettino, e l'Europa fa finta di non vedere ne sentire, lo Stato Italiano si sobbarca ad accoglierli, sfamarli ed intere città costiere vengono invase, occupate da costoro, ma dove dobbiamo arrivare? Si, c'è la questione umanitaria, ma non dobbiamo pensare solo all'aspetto umanitario di chi viene da fuori, a discapito della nostra gente, dobbiamo
pensare anche a migliaia di operai Italiani, e ditte che chiudono, sia per mancanza di lavoro che per mancanza di liquidità, non si può sempre fare i Francescani, ogni aiuto deve avere un limite, i nostri Governanti sempre parlano di provvedimenti essenziali che rimangono perennemente tali, il Santo Padre parla sempre di aiutare i diseredati che come precedentemente ho detto arrivano nelle Nostre città.
Ma il mio pensiero, ritorna a tanti anni addietro, quando bambino assistevo al rimpatrio dei nostri cittadini che si erano stabiliti nelle nostre ex colonie, che alla fine del protettorato Italiano, venivano dai nuovi Governi locali buttati fuori, proprio da questi popoli che ora noi aiutiamo, e i sopraddetti Italiani delle colonie, venivano cacciati, dopo aver reso civili quelle zone e dopo avere con tanti sacrifici costruito città, strade, e reso fertile il deserto, sono stati cacciati via, con il permesso di poter portare al proprio seguito solamente una valigia, ed addirittura assistevano inermi alla
demolizione delle proprie case ed alla spartizione dei propri beni, frutto dei loro sacrifici, come atto di sciacallaggio, ed in diverse città, addirittura, i nuovi padroni distruggevano persino i cimiteri Italiani, buttando a mare con le ruspe i resti dei propri cari defunti.
---L'Isola che non c'è.
Nell'Isola che non c'è. Esiste una sola realtà, l'evasione fiscale e l'evasione legale, che considerata dai paesani che non capiscono che sconfiggere e che perseguitare l'evasione deve essere il compito di tutti e che la suddetta porta benessere solo a chi la fa, e coloro che la subiscono, sono costretti ad avere imposte con aliquote più alte.
Dopo il mio famoso articolo, si, ho avuto molti consensi, ma ho subito tante critiche e minacce velate, cosa che non mi ha minimamente scosso, io che con la mia esperienza trentennale di Direttore e titolare in delle graziose Città della Sicilia come "Corleone, San Giuseppe Iato, Partinico, Barrafranca, Villarosa, sono uscito ben vaccinato e collaudato nel mio mestiere.
E per finire e per capire, il modus vivendi dei paesani, anche le stesse cose che ho subito io sono state subite "affiancate a calunnie sulla sua persona, al fine di screditarlo" dal mio amico D'Angelo Alessandro, che con i suoi articoli interessanti e veritieri, pubblicati nello stesso giornale.
Ai due nostri collaboratori di Vulcano Ettore Longi e Giuseppe Alessandro D'Angelo va tutta la nostra solidarietà. Non saranno certo le critiche, le minacce o le calunnie a fermare i nostri "coraggiosi opinionisti" o questo giornale online, ormai sempre piu' "vaccinato".
---Nell'Isola che non c'è, solo un'istituzione funzionava bene, una delle istituzioni fondamentali ed indispensabile per il buon vivere nell'Isola "La Guardia Medica" con medici sempre all'altezza di qualsiasi evenienza e con grande sacrificio degli stessi che nel periodo estivo, con la marea di gente che c'è a Vulcano, l'Assessorato per risparmiare, ha abolito il doppio turno, per tale motivo, la notte solo un medico fa servizio con le conseguenze del caso, se riceve una chiamata notturna deve abbandonare il posto di lavoro e la situazione delicatissima con cui si trovano le dottoresse che di notte debbono ricevere ubriachi e drogati in locali periferici privi di qualunque sorveglianza.
Con la nuova assegnazione, è arrivato un medico anziano e data l'età si pensava fosse il classico professionista espediente sia nella professione che nella vita, ma purtroppo ci siamo tutti sbagliati, il suddetto non fa che creare problemi agli assistiti, litiga con tutti per le cose più assurde, addirittura è difficile che si alzi la notte quando è richiesta un'assistenza e l'altro giorno delle mamme si lamentavano che aspettando il medico specialista in pediatria dovettero stare fuori la guardia con pioggia e vento, perchè
il medico di cui parliamo non li ha fatti entrare se non arrivava lo specialista ma ci dobbiamo accontentare, a Vulcano tutto è possibile, anche se una branca così importante sembra una commedia di Totò e De Filippo.
---L'Isola che non c'è...
Nell'Isola che non c'è, nessuna cosa viene controllata, e mi sono meravigliato l'altro giorno, quando un Assessore, non so di quale branca, è venuto a Vulcano, per controllare i lavori stradali già da tempo iniziati,
accompagnato da diversi tecnici che secondo me dovevano dare le direttive prima dell'inizio, ma meglio di niente. Ma la cosa che più mi ha meravigliato, vedere i soliti Vulcanari che attorniavano e leccavano l'Assessore, e sono sempre gli stessi che si distinguevano, cercando di farsi notare vestendo la livrea di
collaboratori e cercando di far intendere che loro hanno un peso. E guardandoli attentamente sono gli stessi che contornavano il vecchio Sindaco Bruno ed alla sua non più Sindacatura subito si sono schierati col nuovo "il potere distrugge chi non c'è l'ha".
---Vulcano, l'Isola che non c'è.
Nell'Isola che non c'è manca quasi tutto, e quel poco che c'è viene gestito male.
Tutti aspettano i famosi turisti e i locali cercano di rendere i presentabili i propri esercizi, ovunque si nota un certo fervore e si chiedono con ansietà come sarà la nuova stagione, solo gli Amministratori stanno tranquilli, a loro interessa riunirsi nei vari consigli e cianciare, che poi si conclude nel nulla di fatto.
Si recano a Palermo e a Roma con pompa magna e incontrano i loro famosi amici Nazionali ed Internazionali e poi ritornano in sede sciorinando ai cittadini che tutto è stato fatto e tutto è definito.
Ma una sola cosa c'è nell'Isola di certo e visibile a tutti "la zanzara" che resta incontrastata in tutta l'Isola, nessuno la disturba, almeno negli anni precedenti si vedeva un furgoncino con una pompa che cercava di distrarle nel loro regno incontaminato, ma tutt'oggi non si vede neanche quella famosa pompa, e le suddette zanzare sono felici, si moltiplicano, invitano altre specie per fare più forte la loro armata esse si chiamano tigre, bianca, nera e tutt' insieme fanno una bella famiglia.
Di notte ma anche di giorno vanno a caccia di cibo fresco e principalmente amano i bambini che poi si incontrano in farmacia piangenti sperando ma inutilmente in un inguento che allevi il prurito ed in gonfiore. Ma i nostri Amministratori non se ne curano, hanno la scusa che non ci sono soldi, ma i maligni dicono che sono gli amici protettori di questi insetti e che vogliono diventare i loro protettori per diventare famosi come Vittoria BraMbilla che
protegge a Milano cani e gatti...
-----Nell'isola che non c'è non può esistere niente di legale, tutto è approssimativo, non c'è fiscalità, non esistono quasi tutte le leggi decreti che sono in vigore nella terraferma. Voi forse non mi crederete, ma fate una puntatina nell'isola che non c'è, indagate, guardatevi semplicemente intorno e vi accorgerete quanti locali sconoscono l'uso dello scontrino fiscale, quanti sono privi di licenza, autorizzazioni varie, quanti locali, pur emettendo scontrino, sono privi di fiscalizzazione della propria cassa. Ma parliamo delle spiagge: molti occupano spiagge collocando ombrelloni e sedili e addirittura erigendo strutture approssimative servendo cibi cotti logicamente senza nessuna licenza e non parliamo della vendita di alcolici e superalcolici, somministrata anche ai minori che fanno istruzione per somigliare ai loro padri. Le suddette spiagge sono soggette a sbancamenti selvaggi, per creare posti al sole o addirittura posteggi per auto, avendo la scusante che le suddette sono di loro proprietà, ignorando la legge del 1936 che equipara le isole italiane ai territori di confine, perciò soggette ai vincoli militari. Nell'isola che non c'è, non esiste pulizia ai margini delle strade, specialmente ai siti alberati che sono pieni di arbusti ed alberi secchi. "Dobbiamo sperare che non accadano incendi". Oltre che i proprietari, sono disinterssati anche l'amministrazione comunale che potrebbe emettere ordinanza in modo da obbligare i proprietari alla suddetta pulizia, "come accade in tutti i Comuni del messinese". Ripeto ancora - e non mi stanchero' mai di scriverlo - che l'isola è priva di un vigile urbano stabile, specialmente in questo periodo, con i lavori in corso, le strade sono tutte interrotte e manca un qualsiasi ordine, andando all'avventura per transitare da un luogo all'altro. Addirittura per raggiungere Vulcanello, si attraversa il lido "Sabbie Nere". Un elogio dopo le critiche va fatto al servizio idrico che con l'abnegazione dell'addetto, che pur con un tonnellaggio di acqua ridotta, gli isolani, anche se per poche ore, usufruiscono del prezioso liquido che scorre dai rubinetti. Un elogio va fattio anche per i dipendenti del servizio di nettezza urbana che con un'isola cosi' depressa, con la loro professionalitàe attaccamento al lavoro, cercano di tenere quanto piu' possibile il paese pulito. Che dire inoltre delle discoteche improvvisate ed abusive? Con musica ad altissimo volume che invece di attrarre i turisti fanno in modo che i suddetti al massimo dopo una notte insonne, sono costretti a fuggire da Vulcano e anche sotto questo aspetto, l'evasione fiscale è al massimo, sia nel pagamento della Siae che credono sia un optional, che nella somministrazione delle bevande.
---Per il Comune di Lipari, Vulcano non esiste., E' solo un fastidio che sottrae anzi sottraeva a Lipari il turismo, perchè oggi a Vulcano è quasi inesistente. Nell'estate scorsa vi sono stati locali che hanno ridotto il loro fatturato di piu' del 50%, e nella stagione a venire, già vi sono strutture che non apriranno piu' in via definitiva.
Si sono visti solo orde di turisti "mordi e fuggi" che portano dietro persino l'acqua minerale, riempiendo l'isola come "flotte barbariche", lasciando come souvenirs solo la spazzatura da smaltire.
Nell'isola che non c'è, la strada principale che porta sia a Vulcanello che al Piano è una pista da fuoristrada e dire che ci sono buche è riduttivo.
Non parliamo della sabbia che invade le strade rendendole impraticabili e fortemente pericolose. Arrivano dalle terme fino alla zona del campeggio. E che dire delle giornate di pioggia che riempie le strade trasformandole in una nova Venezia, rendendole praticabili soltanto con l'ausilio delle gondole.
Eppure basterebbe qualche ora di ruspa per renderle agibili. Ma la cosa piu' grave è che non esiste in loco un Vigile Urbano di istanza a Vulcano, nonostante la necessità di regolamentare il traffico specialmente in questo periodo per i noti lavori di fognatura e rete idrica.
Vengono scavate trincee nelle strade che riportano al mio periodo trascorso in servizio militare svolto sull'altipiano di Asiago durante le manovre Nato, solo che almeno quelle avevano i reticolati di protezione, mentre queste sono a caduta libera. A fine lavori i mezzi meccanici di grossa stazza vengono lasciati dove meglio aggrada gli operai.
Ma mi direte...per l'ordine in loco ci sono i carabinieri. Ma cosa possono fare tre militari dell'arma....Vulcano ora è stazione e i cc hanno tutti impegni burocratici-amministrativi di una grossa stazione, pertanto fanno piu' "lavori d'ufficio" che andare in servizio per ordine pubblico! Non era meglio quando a Vulcano vi era postazione fissa...e i militari non avevano tutti gli impegni amministrativi? Ma il progresso tante volte porta al regresso.
Meno male che Vulcano è fatastica specie in questo periodo, ci si confrota riempiendoci i polmoni con l'odore favoloso delle mimose.
----Dopo il "Salva imprese" affossato all'Ars, l'assessore regionale all'Economia Luca Bianchi si è dimesso.
BIANCHI: "IO MI FERMO QUI". «Io mi fermo qui. Nessuno è indispensabile. Non voglio e non posso permettere che la mia fuoruscita da questa esperienza possa essere legata da un biglietto staccato per qualche altra destinazione. Non me ne vado per altri incarichi, la decisione è irrevocabile». Lo ha annunciato l'assessore regionale all'Economia, Luca Bianchi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d'Orleans, a Palermo. «Non cerco paracaduti e me ne torno a fare il lavoro che ho sempre fatto», ha aggiunto.
"DA TROPPO TEMPO FERMI IN UN PANTANO". «In questi giorni complicati e convulsi sentivo il bisogno di tracciare una linea su quello che è stato fatto finora e fare un bilancio. La riflessione ampia parte da ciò che è avvenuto ieri, sullo stop al dl pagamenti delle imprese che rappresenta la fotografia plastica di un pantano in cui siamo da troppo tempo, che ha rallentato alcune decisioni di carattere economico finanziario che richiedono invece decisioni in tempi rapidi. Non si può comunque disperdere il lavoro fatto, quello del Governo che è stato di discontinuità con il passato». Lo ha detto l'assessore regionale all' Economia, Luca Bianchi, nel corso di una conferenza stampa, a Palazzo d'Orleans, a Palermo. «Abbiamo fatto un lavoro importante, che ha potuto contare su una fase di consenso - ha aggiunto l'Assessore -. Partivamo da un disavanzo strutturale che oscillava tra un 1,5 miliardi del 2012 e 2 miliardi nel 2011. Quando siamo arrivati c'erano imprese non pagate da 4 anni, tre downrating, avevamo una credibilità molto deboli sui tavoli nazionali».
"IMPUGNATIVA A FINANZIARIA UNO STOP INGIUSTO". «Nel corso degli ultimi mesi l'azione complessiva è stata appesantita da un clima che ha rischiato di mettere in difficoltà quanto finora fatto. Rivendico la finanziaria fatta e l'impugnativa la considero contraddittoria e uno stop ingiusto a quanto finora fatto, un momento di rottura di un percorso. Ci costringe ad una manovra correttiva profondamente diversa». Lo ha detto l'assessore regionale all'Economia, Luca Bianchi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d'Orleans, a Palermo.
"ERAVAMO BEN OLTRE IL BARATRO". «Eravamo ben oltre il baratro, con l'azione di questo anno abbiamo portato un miglioramento sensibile ed un percorso di risalita. Ma dobbiamo fare ancora molto e i tempi della politica non sembrano andare d'accordo con i tempi dell'azione amministrativa». Lo ha detto, nel corso di una conferenza stampa, a Palazzo d'Orleans, a Palermo, l'assessore regionale all'Economia, Luca Bianchi, che ha annunciato le sue dimissioni.
"PD VICINO A INTERMITTENZA". "La vicinanza del mio partito, il Pd, è stata a intermittenza, mentre non è mancato il supporto dei capigruppo della maggioranza soprattutto nella prima fase". Così Luca Bianchi che dopo un anno e mezzo lascia la delega all'Economia dimettendosi dalla giunta Crocetta. "Il Pd ha commesso degli errori, l'ultimo ieri: trascurare il passaggio in aula del dl pagamenti perche' impegnato in una legittima discussione sul rimpasto o sull'azzeramento in giunta e' stato senz'altro un passo falso". A dirlo Luca Bianchi che si e' dimesso da assessore all'Economia riconsegnando la delega al governatore Crocetta. "Non imputo al segretario Raciti questo errore - ha aggiunto Bianchi - ma oggettivamente c'e' stato un problema". Per Bianchi "i tempi della politica spesso non sono compatibili con i tempi dell'amministrazione e dell'economia".
"CON MONTANTE TUTTO OK". "Silurato da Confindustria Sicilia? No, non c'è alcuna questione aperta col presidente Montante". Cosi Luca Bianchi, che si e' dimesso da assessore regionale all'Economia, ha risposto ai cronisti a proposito delle recenti critiche di Confindustria al dl pagamenti. Proprio in merito al provvedimento, affossato ieri in Assemblea col ritorno del ddl in commissione Bilancio, Bianchi ha detto: "Penso ci sia stata una lettura superficiale del dl pagamenti". "Comunque - ha aggiunto - noi dobbiamo ricostruire un rapporto vero con le imprese e non solo con i loro rappresentanti".
"RISCOSSIONE SICILIA RISCHIA LA CHIUSURA". "Riscossione Sicilia rischia la chiusura". A lanciare l'allarme è Luca Bianchi, appena dimessosi da assessore all'Economia della giunta Crocetta. Nel ddl pagamenti, affossato all'Ars e tornato in commissione Bilancio, c'era una norma che prevedeva una anticipazione di 40 milioni a Riscossioni Sicilia, senza questi fondi adesso la società rischia il collasso. "O questa situazione si risolve in tempi brevissimi - ha ammonito Bianchi - o la società rischia sul serio".
"STOP DDL PAGAMENTI COLPIRÀ SICILIANI". "Il dl pagamenti non prevedeva nessun aumento di imposte, avevamo ottenuto una norma nazionale per coprire il mutuo esclusivamente con i risparmi della sanità e dal 2016 avremmo potuto ridurre le addizionali Irpef e Irap, ipotecando solo un sesto dell'addizionale per trent'anni, ma soltanto come garanzia. Avevamo presentato un emendamento per sterilizzare anche la quota dello 0,35% con ulteriori tagli alla spesa. Ma è stata portata avanti una battaglia demagogica, basata su elementi non reali. Adesso la bocciatura del dl pagamenti colpirà tutti i siciliani". Così Luca Bianchi, che s'e dimesso da assessore all'Economia, in merito allo stop all'Ars del ddl pagamenti col mutuo da 1 miliardo di euro per fare fronte ai debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. "Adesso dovremo pagare interessi di mora pari all'8%, invece del 2,8% previsto col mutuo. A questo si aggiungono le sanzioni che arriveranno dall'Europa. E che possono arrivare anche al blocco delle assunzioni, mettendo a rischio anche le stabilizzazioni dei precari".
---Nessuna intesa fra Crocetta e i leader dei partiti alleati. Il primo vertice sul rimpasto, inizato intorno alle 15, si è conlcuso poco pirma delle 18 ma nulla è stato deciso.
Crocetta vedrà i leader di partito anche domani ma separatamente mentre un altro vertice con tutti i rappresentanti della maggioranza è fissato per giovedì. Il presidente ha confermato agli alleati di non voler cambiare l'intera giunta ma solo qualche assessore. Pd e Udc hanno pressato per inserire esponenti politici in giunta e superare la stagione dei tecnici. Resta il nodo di Articolo 4 e Drs che chiedono spazio non essendo ancora rappresentati in giunta.
---La legge sull'istituzione dei liberi consorzi comunali e delle città metropolitane incassa il via libera del Commissario dello Stato Carmelo Aronica. Lo rende noto il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone che esprime soddisfazione per il sì di Aronica alla riforma delle province. «Il merito - spiega Ardizzone - va a tutto il Parlamento siciliano. Abbiamo inaugurato un nuovo iter legislativo che ha consentito, grazie all'apporto di deputati della maggioranza e dell'opposizione, di migliorare il coordinamento del testo, tanto da superare il vaglio del Commissario dello Stato».
---Il vertice è fissato per domani. A Palazzo d'Orléans Crocetta riceverà i leader di partito e aprirà ufficialmente il capitolo rimpasto. Ma difficilmente il presidente seguirà la linea che si attendono Pd e Articolo 4, i principali interessati al cambio di assessori.
Fausto Raciti, segretario Pd, invoca un azzeramento della giunta per ripartire con un nuovo patto di governo. Ma Crocetta considera intoccabili alcuni nomi: Lucia Borsellino (Sanità), Nelli Scilabra (Formazione) e Linda Vancheri (Attività Produttive). Gli assessori più in bilico sono proprio quelli del Pd: Maria Lo Bello (Territorio), Nino Bartolotta (Infrastrutture) e Luca Bianchi (Economia) hanno perso gli sponsor fra i big di corrente. Crocetta però farà un tentativo per salvare almeno Bianchi, che in alternativa potrebbe avere un incarico nazionale. Giuseppe Lupo, segretario uscente del Pd e interprete dell'opposizione interna a Raciti, anticipa che «chiederemo di inserire assessori politici, in modo che i partiti rispondano davanti agli elettori per il loro operato». Sia Raciti che Lupo si sono detti contrari ad altri tecnici «che possano camuffare eventuali accordi col Nuovo centrodestra». Il Pd tiene blindati i nomi da proporre: uno potrebbe essere quello dell'etneo Angelo Villari (area Cuperlo). Un posto andrà di certo all'area Renzi, oggi non rappresentata: Giuseppe Bruno e Fabrizio Ferrandelli sembrano in pole position ma è probabile che alla fine il Pd esca dal cilindro dei jolly. Così come potrebbe accadere in casa Udc, dove spera in un posto il segretario Giovanni Pistorio. Ma Crocetta è contrario. E dovrebbe perfino ridurre la pattuglia dello Scudocrociato da 3 a 2 assessori: in bilico ci sono sia Patrizia Valenti (che potrebbe correre per le Europee) che Ester Bonafede. La vera manovra in giunta sarà quella per dare spazio all'Articolo 4 che si presenterà al tavolo di domani chiedendo 2 assessori, forte di 9 deputati all'Ars: uno sarà un avvocato siracusano il cui nome resta ancora nel taccuino di Lino Leanza. In pressing ci sono pure i Drs di Totò Cardinale e a sperare in questo caso è Marco Forzese. Ma per dare spazio a questi nuovi partiti Crocetta dovrebbe cambiare ben più dei 4 assessori che si dice disponibile a sostituire e a quel punto anche qualcuno fra Maria Rita Sgarlata (Beni culturali), Michela Stancheris (Turismo) e Niccolò Marino (Rifiuti) dovrebbe cedere il passo. Le candidature alle Europee e l'eventuale elezione di qualche big potrebbero rendere più facile l'incastro del puzzle: se Beppe Lumia andasse a Bruxelles, libererebbe un posto al Senato che potrebbe andare a Marino. Se Cracolici venisse eletto cederebbe un seggio all'Ars e anche la prestigiosa poltrona di presidente della commissione Affari istituzionali.
-----In Sicilia ci sono undici enti regionali che da due anni non producono nulla e attendono solo di essere soppressi. Ma la legge che li cancellerà definitivamente è arenata in commissione Bilancio e così, giorno dopo giorno, i commissari nominati dal governo fanno i salti mortali per pagare le spese di funzionamento, i debiti e il personale rimasto, che comunque non svolge più alcuna attività. La Regione, è vero, non eroga più un euro di contributo, ma i Comuni che ne fanno parte continuano a versare la propria quota che varia da 2 a 6 mila euro. Somme che non riescono a sanare un buco che avrebbe già superato il milione di euro.
Questa è la storia dei consorzi di ripopolamento ittico, nati negli anni Settanta per tutelare la fascia costiera e la pesca siciliana ma ben presto diventati dei carrozzoni clientelari con centinaia di poltrone a disposizione. L'ex governo Lombardo nel 2012 ne ha chiusi sei mantenendone in vita cinque, mentre l'assessorato guidato da Dario Cartabellotta ha commissariato le restanti strutture, a costo zero, in attesa della definitiva liquidazione. Lo scorso mese di luglio la commissione Attività produttive all'Ars, guidata da Bruno Marziano, ha approvato il disegno di legge (promosso tra gli altri dai deputati Lillo Firetto e Marco Falcone) che prevede la liquidazione di tutti e undici gli enti. Ma la norma, approdata in commissione Bilancio, si è arenata e per gli enti è un'agonia senza fine.
«Questi consorzi non servono più a nulla – dice Cartabellotta - nella nuova programmazione comunitaria c'è spazio solo per i gruppi di azione costiera e per le organizzazioni dei produttori della pesca, per cui gli enti vanno cancellati al più presto».
Al consorzio della fascia tirrenica, con sede a Castellamare del Golfo, provincia di Trapani, il commissario Ignazio Gentile, ha da poco dismesso la vecchia sede in affitto trasferendo gli uffici in locali regionali gratuiti. Ma dei 12 dipendenti in servizio è riuscito a trasferirne solo dieci, mentre due sono pagati per non far nulla. «Non è colpa loro – dice Gentile – ma non posso licenziarli». Per pagarli, Gentile attinge alle quote pagate dai Comuni aderenti: Balestrate, Castellammare del Golfo, San Vito lo Capo, Trappeto e, fino a poco tempo fa, anche Terrasini. Ma a Castellammare il futuro liquidatore dovrà fare i conti con un buco di bilancio: c'è da pagare una causa da circa 130 mila euro vinta da un vecchio amministratore e dovrà recuperare i 150 mila euro spesi per una barca nuova di zecca, all'avanguardia, posteggiata in una rimessa e mai utilizzata, sulla quale pende un contenzioso con l'ex Provincia.
Non va meglio al consorzio della fascia Iblea, dove il commissario Francesco Azzaro ha avviato l'azione di recupero delle quote che devono essere versate dai cinque Comuni del consorzio che in media sono sui 4 mila euro annui. L'ente, che ha ereditato le funzioni del vecchio consorzio del Golfo di Siracusa, non ha personale, non ha neanche un sito internet dove pubblicare gli atti. «Siamo in attesa della legge di chiusura» dice Azzaro. C'è poi il consorzio della fascia Eoliana, ex Golfo di Patti, che raggruppa sei Comuni che pagano sui 5, 6 mila euro al mese: Barcellona, Furnari, Patti, Oliveri, Terme e l'ex provincia di Messina. Le spese rimaste sono poche ma ci sono: «Ogni mese - dice Azzaro - l'ente paga 350 euro d'affitto, 50 euro di bolletta del telefono, la luce, l'unico dipendente rimasto. È un momento di confusione».
In difficoltà pure il consorzio della fascia Ionica guidato dal commissario Carmelo Nicotra: «Non portiamo avanti nulla – dice – da quando mi sono insediato ho provato a ridurre tutte le spese. Avevamo un'ordinanza di sfratto e ora aspettiamo il trasferimento presso locali dell'ex Provincia. Ci sono comunque debiti incredibili da affrontare, mentre non tutti i Comuni hanno pagato la propria quota». Quei pochi soldi che entrano servono per pagare l'unico dipendente rimasto, mentre per pagare gli ultimi debiti rimasti mancano all'appello 130 mila euro. Restano ancora in vita anche i consorzi che avrebbero dovuto chiudere i battenti già nel 2012, come quello di Gela. Il commissario Umberto Mulè ammette di non avere più nessuna carta da giocarsi: «Siamo solo in attesa della liquidazione – dice – non abbiamo più neanche una sede per cui le spese sono rimaste davvero minime. I Comuni, quando pagano, sborsano tra i 2 e i 4 mila euro. resta da sanare un debito da 140 mila euro per i costi legati ai vecchi amministratori».
---Un boccione d'acqua da 800 euro, lavori di facchinaggio, bollette di luce e telefono, indennità aggiuntive ai dipendenti, contributi a enti e associazioni: l'elenco delle spese dell'amministrazione regionale, periodicamente pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, comprende una miriade di voci relative a centinaia di uffici. Un problema, quello della frammentazione della spesa, che l'assessorato alla Funzione pubblica guidato da Patrizia Valenti sta provando a risolvere unificando i centri di spesa relativi ad esempio alle utenze telefoniche e a quelle per l'energia elettrica, in modo da ottenere sensibili risparmi. Al momento, però, i costi sostenuti dall'amministrazione nella seconda metà del 2013 arrivano a riempire 40 pagine fitte di importi che variano da poche decine di euro fino ai 165 milioni e 653 mila euro relativi a pensioni, assegni, sussidi e vitalizi. Molti di questi lavori, visti il costo contenuto e l'urgenza, sono affidati in modo diretto. Le spese per telefonia e internet partono dai 24 euro di una singola bolletta ai quasi 10 mila euro alla Telecom per la fornitura di tablet. Per spese di cancelleria si va dai poche centinaia di euro per carta e bigliettini da visita fino ai 7.277 euro del decreto d'impegno per la trattativa per acquistare fogli di carta per fotocopie presso la ditta Manlio Massa.
Approvato il ddl sulla riforma delle province. 62 a favore, 14 contrari e due astenuti.
----Doveva essere il giorno del voto finale. E invece sulla riforma delle Province, che introduce i consorzi di Comuni e le città metropolitane per sostituire gli enti soppressi, sta andando in scena una scontro senza precedenti. Approvati tutti gli articoli, manca solo il voto all'intera legge. Ma, proprio a causa dei molti emendamenti approvati nei giorni scorsi, il governo e il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone hanno sfruttato una norma regolamentare che permette di riscrivere il testo allo scopo di riordinarlo e renderlo armonico. Insomma, un passaggio che doveva solo evitare strafalcioni. E invece, secondo Forza Italia, tutto ciò è servito per riscrivere una parte essenziale e inserire una norma non approvata nei giorni scorsi. L'articolo contestato prevede che «non è ammessa la costituzione di un consorzio, l'adesione di un Comune ad altro Libero consorzio ovvero l'adesione di un Comune alla città metropolitana qualora per effetto del distacco nel consorzio di provenienza la popolazione risulti inferiore a 150 mila bitanti ovvero si interrompa la continuità territoriale tra i comuni che ne fanno parte». A questo punto Forza Italia ha ripreso l'azione osrtruzionistica e l'aula non ha ancora votato.
APPROVATI EMENDAMENTI. L'Ars ha approvato gli emendamenti ai sensi del 117 del regolamento interno che contengono aggiustamenti tecnici alle norme del ddl Province già esitati nelle sedute precedenti.
ARS APPROVA ODG SU MISURE COMMISSARI STRAORDINARI. "Il governo della Regione si impegna ad intervenire tempestivamente nei confronti dei Commissari straordinari delle Province affinché gli stessi revochino i recessi precedentemente formulati, ripristinando le partecipazioni delle ex Province regionali e garantendo, anche economicamente, la continuità di tutti quegli enti, società, consorzi, istituzioni, associazioni, nei confronti dei quali era stato adottato il provvedimento di recesso o dismissione". Lo prevede un ordine del giorno presentato da Baldo Gucciardi (presidente del gruppo Pd) Antonella Milazzo (deputato regionale Pd) e Girolamo Fazio (gruppo Misto) accolto dal governo regionale e approvato dall'Ars, nell'ambito della seduta dedicata al voto finale sul ddl che istituisce i Liberi Consorzi di comuni.
In particolare l'odg invita il governo ad "assumere iniziative utili a far revocare il recesso dal Consorzio Universitario della Provincia di Trapani, dal Luglio Musicale, dalla Biblioteca Fardelliana, dalla Funierice, disposto dal commissario straordinario, in modo da evitare qualunque conseguenza o nocumento di carattere economico-funzionale e/o occupazionale".
---Addio Province. D'ora in poi in Sicilia ci saranno i Liberi Consorzi e le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. L'Assemblea siciliana ha approvato tutte le norme del disegno di legge, rinviando a martedì il voto finale. Ad apertura di seduta il governo aveva presentato un sub-emendamento di riscrittura dell'articolo 10. Il vice capogruppo di Forza Italia, Vincenzo Figuccia, ha criticato la norma riscritta, ha difeso la gestione di ieri sera dell'aula da parte del presidente Giovanni Ardizzone- Il sub emendamento dell'assessore Patrizia Valenti, accolto dalla Presidenza dell'Ars, rinvia a una successiva legge la ridefinizione delle "funzioni da trasferire ai Liberi consorzi, alle città metropolitane, ai comuni, alla Regione e agli enti regionali". La norma prevede inoltre che "i Liberi consorzi e le città metropolitane esercitano funzioni di coordinamento, pianificazione, programmazione e controllo in materia territoriale, ambientale, di trasporti e di sviluppo economico". Il capogruppo del Pds-Mpa, Giovanni Di Mauro, ha comunicato l'astenzione deò gruppo alla riscrittura del governo.
----Seduta parlamentare per l'esame della riforma della Province. Finora sono stati approvati 7 articoli; l'aula sta affrontando l'articolo 8 sugli organi delle città metropolitane, istituite col voto di ieri sera. L'intero ddl è composto da 11 articoli.
ELEZIONE SECONDO LIVELLO SINDACI METROPOLITANI. I sindaci delle tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina saranno eletti dalla Conferenza formata dai sindaci degli enti locali aderenti all'area. Lo prevede la norma (art.8) approvata dall'Ars, contenuta del disegno di legge sulla riforma delle Province. L'aula ha anche approvato la norma successiva che detta i tempi ai comuni che non si trovano nelle città metropolitane per aderirvi, ma deve esserci continuità territoriale, staccandosi prima dal Libero consorzio.
---«Quando ho lanciato questa giunta ho fatto una scelta di giovani in un Paese gerontofilo per sostituire questa classe dirigente che ha la mentalità di autoconservarsi». Lo ha detto il governatore della Sicilia Rosario Crocetta rispondendo ai cronisti che chiedevano se in caso di rimpasto in giunta pensa a inserire giovani. «Mi sembra importante valorizzare i giovani - ha aggiunto - La scommessa è questa». Poi ha aggiunto: «Ogni volta che vado al ministero a Roma trovo gli stessi che c'erano quando ci andavo da sindaco. Senza una rotazione e senza valorizzare i giovani la storia si fermerebbe». «Quali saranno gli assessori vedremo, il mio auspicio è mettere giovani che abbiano voglia di lavorare. Punteremo sui giovani perchè siamo stanchi di vedere che scappano dalla Sicilia» ha concluso.
Il presidente dei liberi di consorzi di Comuni verrà eletto dai consiglieri comunali del territorio. Cade quindi l'ipotesi di ricorrere alle urne e al voto popolare.
L'Ars ha approvato la prima norma della giornata nella lunga maratona che entro la prossima settimana dovrebbe portare al varo della riforma delle Province. L'articolo approvato stabilisce che "il presidente del libero consorzio è eletto dai consiglieri comunali e sindaci dei Comuni aderenti allo stesso, a maggioranza assoluta dei voti, fra i sindaci dei Comuni appartenenti al libero consorzio".
Se nessuno dei candidati ottiene la maggioranza assoluta si va al ballottaggio. Infine, il presidente eletto potrà in futuro essere sfiduciato tramite una mozione approvata dalla maggioranza dei consiglieri comunali e dei sindaci del consorzio.
Il Nuovo Centrodestra ha provato fino all'ultimo a far introdurre la possibilità che ogni consorzio preveda nel proprio statuto l'ipotesi di scegliere anche l'elezione popolare del presidente.
-"Senza un patto sulle riforme non e' possibile fare intese con il Ncd e con nessun altro. Le alleanze si fanno sui contenuti e non sulle poltrone". Lo dice il governatore Rosario Crocetta parlando con i cronisti a Palazzo d'Orleans "Forza Italia e' molto piu' estremista qui in Sicilia dove e' contro la riforma delle Province che a Roma, dove Berlusconi fa l'accordo con Renzi sulla riforma del titolo V e l'abolizione delle Province", ha aggiunto il governatore.
E ancora: "Altre imboscate in aula sulla riforma delle Province? Mi aspetto di tutto. Purtroppo c'e' chi non pensa a confrontarsi sui contenuti, ma ad agire solo per andare contro il governo Crocetta, per renderlo in uno stato di agonia perenne, una strategia che ovviamente non danneggia me ma la Sicilia".
"Ncd deve chiarire da che parte sta. Vuole collaborare? Ben venga", ha aggiunto Crocetta. A quel punto possibile un ingresso in giunta? "Perché no? Si fa a Roma, si potrebbe fare anche qui. Ma senza patto sulle riforme non può esserci intesa", ha concluso Crocetta.
"L'accordo con Ncd? Io non l'ho visto, se non nelle dichiarazioni di qualcuno. Secondo D'Alia Ncd dovrebbe entrare in giunta ma su quali basi se in Sicilia è schiacciato, tranne qualcuno, sulle posizioni di Forza Italia?". Lo dice il governatore Rosario Crocetta parlando con i cronisti a Palazzo d'Orleans.
---Doveva essere il giorno del varo della Finanziaria in giunta. Linea di start di un percorso che avrebbe portato la manovra bis in commissione all'Ars da martedì 4 per poi approdare in aula intorno all'11 marzo. In tempo per sbloccare gli stipendi del prossimo mese. Invece la giunta si è presa qualche altro giorno di tempo per approvare la manovra che assegna 300 milioni agli enti che devono pagare gli stipendi. Formalmente il motivo è che bisogna prima avviare la concertazione con i sindacati e la maggioranza. E nel frattempo intensificare il dialogo istituzionale col Commissario dello Stato, con cui Luca Bianchi ha già avuto un incontro. L'effetto è che la manovra arriverà in commissione all'Ars alla fine della prossima settimana. Sul tappeto restano i tagli a teatri, Eas, Esa, forestali e consorzi di bonifica e per questo motivo l'assessore avrebbe evitato di assegnare 3 milioni al buono scuola e vari altri fondi agli enti teologici e di volontariato di ispirazione cattolica: ma su questo Crocetta non ha voluto sentire obiezioni.
ASSESSORE BONAFEDE "POCHI 5 MILA 546 EURO AL MESE" ED E' POLEMICA. - L'assessore al Lavoro, Ester Bonafede, ha fatto due calcoli e si è spinta ad annunciare che «adesso guadagno meno di un capo di gabinetto. A gennaio ho incassato 5.546 euro netti, senza tredicesima». Di fronte a lei, il presidente Rosario Crocetta si dice sdegnato ma la prende con ironia: «Almeno ora nessuno potrà negare che c'è una ostilità diffusa nei confronti dei miei assessori tecnici».
È bastato che i membri della giunta guardassero con attenzione le prime buste paga del 2014 per capire che, senza tanto clamore, il Parlamento li aveva beffati tagliando loro lo stipendio con una piccola postilla di tre righe una norma varata all'interno della recente legge sulla spending review dell'Ars. In pratica, tutto lo stipendio degli assessori tecnici è sottoposto a tassazione piena a differenza di quello dei deputati che conta su una sostanziosa quota esentasse in quanto considerata diaria. E così in giunta sono passati, a seconda dell'aliquota Irpef di ciascuno, dagli oltre 10 mila euro al mese del 2013 a una cifra variabile fra i 5.500 e i 6.000 euro di quest'anno. Un capo di gabinetto viaggia invece su poco più di 4.500 euro al mese ma conta su tredicesima e premio di rendimento. Per capire cosa è successo bisogna tornare ai giorni «caldissimi» di fine anno. L'Ars vota la legge che riduce lo stipendio dei deputati da 13.780 euro netti a 11.100 lordi. Nello stesso testo si dice che una quota della busta paga verrà considerata diaria, dunque non tassabile. Successivamente una delibera del consiglio di presidenza determinerà la diaria in 4.500 euro e ciò farà sì che il totale netto di ognuno dei 90 onorevoli arrivi mediamente a 8.300 euro. Ma questo meccanismo non si applica ai membri della giunta, almeno non a quelli che non sono anche deputati. E in questo momento nessuno dei 12 assessori è deputato. «Un articolo della legge sulla spending review – ha spiegato Crocetta durante una pausa dei lavori sulla riforma delle Province – dice esplicitamente che nella busta paga degli assessori tecnici non c'è una quota di diaria. Quindi tutto è tassabile». Il presidente aggiunge un dettaglio: «Scritta in questo modo, non è una norma che fa risparmiare. Perchè agli assessori formalmente non viene tagliato lo stipendio. La Regione esce sempre la stessa cifra, solo che una parte va in tasse». Da qui la conclusione del presidente, che diventa un messaggio alla vigilia dell'imminente rimpasto: «È il Parlamento che attacca gli assessori tecnici. Ma io non mollo e continuo a pensare che non ci debbano essere deputati in giunta. E nemmeno ex deputati». Resta il disappunto degli assessori. La Bonafede ricorda che «a parte le responsabilità di cui ci facciamo carico, che da sole meriterebbero uno stipendio almeno pari a quello dei deputati, noi dobbiamo anche pagare da soli l'assicurazione per eventuali danni frutto della nostra responsabilità politico/amministrativa. E così la busta paga si riduce ancora di più». Un disappunto condiviso da molti altri assessori: ieri all'Ars è circolata la voce che la giunta avesse tentato di fare una delibera che determinava una quota di diaria nelle buste paga ma i pareri legali, chiesti informalmente, hanno scoraggiato il governo. gia. pi
LA NOTA DELL'ASSESSORE. Il caso venutosi a creare in seguito alle dichiarazioni che avrei rilasciato ieri sera, rispondendo alle domande di alcuni giornalisti durante una pausa dei lavori d'Aula, mi induce ad effettuare le dovute precisazioni, alla luce delle inesattezze riportate dagli organi di stampa.
1) Nessun giornalista mi ha mai posto una domanda specifica nè ho mai rilasciato dichiarazioni sulla questione afferente al raffronto tra quanto percepito da un Assessore della Regione Siciliana e da un dipendente dell'Amministrazione. Qualche giornalista mi ha chiesto quanto percepissi e ho risposto senza alcun indugio, fornendo i dati relativi;
2) Confermo di avere risposto alla domanda specificamente posta dai giornalisti, evidenziando il momento di demonizzazione della Politica, sottolineando che non è attraverso il ricorso alla demagogia e alla dissoluzione del ruolo ontologico della politica stessa che si riafferma il legame tra questa e il cittadino;
3) Non ho criticato i tagli dettati dal Decreto Monti, confermando, con fermezza, la necessità di procedere all'applicazione della Spending Review;
4) In definitiva, la conversazione aveva semplicemente i contorni di un discorso dai caratteri generali. Le mie parole sono state estrapolate da un dialogo sul valore e sul lavoro degli Assessori della Regioni Siciliana.
UDC CONTRO IL SUO ASSESSORE. Dopo la pioggia di polemiche, anche l'Udc prende le distanze dal suo assessore. Le frasi di Ester Bonafede sullo stipendio ridotto per effetto della spending review non sono andate giù neppure al capogruppo dello Scudocrociato, Lillo Firetto: «È stata una esternzazione infelice».
Firetto va oltre: «È bene ricordare che lo stipendio degli assessori tecnici siciliani è uguale a quello dei loro colleghi tecnici di tutta Italia. L'Udc ha convintamente sostenuto la spending review e fortemente voluto le riduzioni che l'assessore lamenta e si impegnerà ancora sulla linea del rigore e della sobrietà». L'imbarazzo del partito dell'assessore è evidente. Firetto conclude così: «È utile che in questo momento di difficoltà per tante famiglie ed imprese, tutti misurino parole e comportamenti».
- L'Ars ha ripreso l'esame della riforma delle Province. E ancora una volta il Parlamento è piombato nelle sabbie mobili dell'ostruzionismo. Approvati la settimana scorsa gli articoli che creano i liberi consorzi di Comuni in sostituzione delle Province, oggi si dovrebbero votare le norme che istituiscono gli organi di governo di questi nuovi enti e le modalità di elezione (diretta o attraverso la scelta dei consiglieri comunali). Ma si va avanti in clima di scontro fra maggioranza e opposizione. Il centrodestra, con Santi Formica (Lista Musumeci), in avvio di seduta ha chiesto prima la sospensiva e poi il rinvio della legge in commissione. Sarebbe stata la fine della riforma ma, almeno in questa occasione, il governo ha ottenuto i voti per andare avanti. Al momento però non è stato approvato alcun nuovo articolo.
ELEZIONE DEL PRESIDENTE DEI LIBERI CONSORZI, ACCORDO VICINO - Crocetta lo ha proposto prima al Pd e poi al centrodestra, sia quello di ispirazione alfaniana che quello berlusconiano. Matura un accordo all'Ars sulla riforma delle Province. Un'intesa che potrebbe avvenire sul metodo di elezione del presidente dei liberi consorzi di Comuni che sostituiranno le Province. Il testo all'esame dell'Ars prevede che il presidente venga eletto da tutti i consiglieri comunali dei paesi che si consorziano. La proposta di mediazione prevede che ogni consorzio, nel proprio statuto, decida se ricorrere all' elezione diretta da parte del popolo o sull'elezione da parte dei consiglieri comunali. Su questa proposta, che accoglie in larga parte le proposte dell'opposizione, l'aula si è presa una pausa. Se l'accordo verrà siglato, l'opposizione ritirerà gli emendamenti che per ora bloccano la riforma. Sull'accordo però ci sono le perplessità del capogruppo Pd Baldo Gucciardi.
APPROVATO L'ARTICOLO SULL'ISTITUZIONE DEI LIBERI CONSORZI E DELLE CITTA' METROPOLITANE - È stato approvato l'articolo 3 del ddl sull'istituzione dei liberi consorzi comunali e delle Città metropolitane. Dopo una lunga bagarre in Aula all'Ars l'articolo 3 sugli «Organi dei liberi consorzi comunali» è passato con voto segreto: 72 presenti, 50 favorevoli e 22 contrari. Nell'articolo si stabilisce che i liberi consorzi comunali hanno come organi: l'assemblea, il presidente, la giunta. Gli organi del libero consorzio sono eletti con sistema indiretto di secondo grado e resteranno in carica per 5 anni. Il presidente del libero consorzio, i componenti dell'Assemblea e della giunta del libero consorzio esercitano le rispettive funzioni a tutolo gratuito. Le spese relative alle trasferte dei sindaci, come componenti dei liberi consorzi, sono a carico dei comuni di appartenenza.
Sulle città metropolitane la maggioranza avrebbe raggiunto un accordo con il Nuovo centrodestra disponibile a votare l'articolo 7 del disegno di legge sulle Province rinviando la definizione delle funzioni a una successiva legge. E' saltata, invece, al momento l'ipotesi
di introdurre negli statuti dei Liberi consorzi l'elezione diretta dei presidenti, proposta caldeggiata dal Ncd ma che ha trovato la contrarietà di una parte del Pd, in testa il capogruppo Baldo Gucciardi, dai 5stelle ma anche da pezzi della minoranza.
Era stato il capogruppo del Pdl-Ncd, Nino D'Asero, a mettere sul tavolo la doppia proposta di mediazione durante i lavori parlamentari, in realtà già discussa nel corso di colloqui tra Crocetta, il segretario regionale del Ncd Giuseppe Castiglione e il segretario siciliano del Pd, Fausto Raciti. In aula, il presidente della commissione Affari istituzionali Antonello
Cracolici (Pd) aveva 'formalizzato' la mediazione, da qui la sospensione dei lavori disposta dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone. Durante la pausa è stata convocata una
riunione informale per capire se la mediazione sarebbe stata sostenuta in aula: ma all'incontro l'opposizione non s'è presentata, mentre i 5stelle, presenti, hanno chiarito che non avrebbero approvato la norma sul voto diretto dei presidenti da introdurre negli statuti dei Liberi consorzi. Crocetta, Ardizzone e i capigruppi della maggioranza a quel punto hanno preso atto della situazione, mediazione dunque fallita. Subito dopo l'aula ha approvato l'art.3 della riforma che stabilisce che i Liberi consorzi sono organismi di secondo livello. Rimane invece l'accordo tra maggioranza e Ncd sulle città metropolitane.
- Consorzi di bonifica, Eas, Esa, Resais e teatri avranno un finanziamento pari all'80% di quello che era stato previsto nella Finanziaria impugnata dal Commissario dello Stato. I forestali rinunceranno a circa 23 milioni mentre gli istituti per i ciechi e le associazioni antiracket vedranno dimezzato il loro budget rispetto a quanto era stato previsto a gennaio. Infine, tutti i capitoli di bilancio che prevedevano contributi a enti per importi inferiori al milione verranno del tutto azzerati. Eccola la manovra bis, che l'assessore all'Economi Luca Bianchi ha depositato in giunta. Bianchi ha spalmato sulle principali voci di bilancio un budget di circa 300 milioni. Ci sarà quindi un taglio significativo dei finanziamenti perchè gli articoli cassati dal Commissario dello Stato (34 su un totale di 48) prevedevano spese per poco meno di 500 milioni.
- Governo ancora ko con un voto segreto. E' stato approvato un emendamento dell'opposizione, sostenuto anche da pezzi del Pd, che alza la soglia minima di abitanti necessaria per creare nuovi consorzi di Comuni: rispetto alla proposta del governo (150 mila abitanti) si sale così a 180 mila. In pratica, per creare nuovi consorzi che si aggiungono ai 9 esistenti di diritti, i sindaci che si associano devono mettere insieme un territorio con almeno 180 mila abitanti. Con l'emendamento appena approvato sarà più difficile creare il consorzio di Comuni che farà capo a Gela, una delle novità a cui Crocetta lavora da tempo. Gela dovrebbe infatti convincere i sindaci dei paesi vicini a staccarsi dal consorzio originario ma ne serviranno tanti Da mettere insieme, appunto, 180 mila abitanti.
MUSUMECI: "NON SPAVENTANO LE MINACCE DI DIMISSIONI DI CROCETTA" - «Sconfitto già all'inizio nel voto sulla cosiddetta riforma delle Provincie, Crocetta ricorre
all'ultima arma che gli rimane: minacciare le sue dimissioni e mandare tutti a casa. Invece di ricorrere al ricatto e alla rappresaglia, che ci lasciano assolutamente indifferenti, il governatore farebbe bene a ricercare ampie convergenze tra i parlamentari e correggere un ddl che, se approvato, produrrebbe devastanti danni, come la moltiplicazione dei costi e la
espropriazione del voto per 4 milioni di siciliani». Lo dice il deputato regionale Nello Musumeci.
APPROVATO L'ARTICOLO 2. L'Ars ha approvato, con voto segreto, l'articolo 2 del disegno di legge sulle Province, che disciplina l'adesione ad altro Libero consorzio di comuni. Entro sei mesi dall'approvazione della legge, i comuni con delibera dei consigli comunali, a maggioranza di due terzi, potranno stabilire di costituire un nuovo Libero consorzio, purché rispettino il limite minimo dei 180 mila abitanti, come previsto da un emendamento su cui la maggioranza è andata sotto (nel testo originario il tetto era 150mila abitanti). Il voto del consiglio comunale dovrà però passare al vaglio di un referendum confermativo, come prevede un emendamento dei 5stelle, approvato ieri sera. Subito dopo la votazione, il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone ha rinviato i lavori a martedì prossimo, alle 16.
-Voto segreto su ogni emendamento, ostruzionismo, blitz e sgambetti. All'Ars la riforma delle Province procede a passo di lumaca, con un solo articolo approvato finora. Per il governo Crocetta sala d'Ercole è diventato un Vietnam, il pericolo d'imboscata si nasconde dietro ad ogni norma del disegno di legge che i franchi tiratori della maggioranza sono pronti a impallinare alla prima occasione. È accaduto con l'emendamento di Forza Italia che ha azzoppato le città metropolitane ed è accaduto ieri sera con un altro emendamento dei 5stelle che ha introdotto il referendum confermativo per l'adesione o meno dei comuni ai nuovi Liberi Consorzi che si potranno aggiungeranno ai nove corrispondenti alle attuali Province. La maggioranza è in ambasce, i capigruppi non riescono a 'tenerè i propri deputati e i tentativi di compattare la coalizione si squagliano di fronte alle dinamiche parlamentari. Neppure la voce grossa del governatore Rosario Crocetta, che ieri al vertice di maggioranza ha avvertito che o si fa la riforma o tutti a casa, ha fatto presa sugli alleati malpancisti. Il testo non piace alle fronde di deputati che si annidano nel Pd, nell'Udc e anche nei Drs. L'intesa raggiunta al Nazareno da Faraone e D'Alia non esiste più, crollata sotto i colpi del voto segreto, con i falchi della coalizione pronti a sfruttare le mosse del centrodestra e dei grillini per mostrare i muscoli. E finora ci sono riusciti. Per uscire dall'impasse il capogruppo del Pid-Fi, Toto Cordaro, ieri ha teso la mano al governo, mettendo sul tavolo delle trattativa il voto diretto dei presidenti dei Liberi Consorzi, in cambio stop a ostruzionismo e ritiro di tutti gli emendamenti. Crocetta s'è detto disponibile a trattare, ma su questo terreno alcuni componenti della maggioranza, a cominciare da Lino Leanza (Art.4) non vogliono cedere. Ma la proposta, comunque, sta facendo breccia. Tant'è che il presidente della commissione Affari istitutzionali, Antonello Cracolici, ieri s'era spinto, in modo un pò irrituale, a proporre l'introduzione del voto diretto dei presidenti nello statuto dei Liberi consorzi, ognuno dei quali avrebbe deciso se procedere o meno all'elezione diretta. Proposta però subito ritirata in aula al primo sussulto proveniente dai banchi della maggioranza. L'elezione diretta è contenuta tra l'altro in un emdandamento di alcuni deputati del Pd (Giuseppe Lupo, Mario Alloro, Franco Rinaldi, Anthony Barbagallo) che hanno confermato la norma nonostante il capogruppo Baldo Gucciardi abbia chiesto ai propri parlamentari di ritirare tutti gli emendamenti. oggi pomeriggio nuovo round, in aula alle 16.
- Un vertice di maggioranza per tentare di salvare la riforma delle Province. Dopo il Ko di ieri e le imboscate dei franchi tiratori, Rosario Crocetta ha convocato i leader dei partiti di centrosinistra all'Ars. Nel pomeriggio si riprende a votare e l'ordine dei lavori prevede che si parta con l'articolo più importante della riforma, quello che istituisce i liberi consorzi per sostituire le Province.
Crocetta conta sul rinnovato sostegno dei grillini, che però ieri gli hanno votato contro al momento decisivo. L'opposizione conta proprio su questo e invoca la rinascita delle Province e l'indizione delle elezioni per eleggerne i vertici. Il voto segreto è in agguato e per questo motivo il capogruppo del Pd ha rivolto un appello a tutti i deputati per rinunciare al voto segreto.
Un auspicio simile è arrivato dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, che ha anche suggerito di fermare i lavori per sciogliere un nodo giuridico nato dal voto di ieri: le città metropolitane infatti risultano abolite all'articolo 2 ma l'articolo 7 che verrà votato fra oggi e domani ne regola l'istituzione. In questa situazione si rischia di avere città metropolitane che faranno parte dei consorzi di Comuni creando un sistema ingovernabile.
CROCETTA. "Se qualcuno pensa di potermi fare cambiare idea trincerandosi dietro il segreto dell'urna sbaglia di grosso, io non arretro di un solo millimetro e porterò avanti le riforme. Se sarà possibile va bene, altrimenti quando non sarà più possibile vuol dire che ci sono dei parlamentari che si sono stancati di stare all'Ars". Così sul suo profilo facebook il governatore Rosario Crocetta attacca dopo l'ok ieri all'Ars a un subemendamento di Forza Italia che azzoppa le città metropolitane mettendo a rischio l'intera riforma delle Province. Se qualcuno pensa di giocare allo sfascio e che io debba subire questo sfascio, sappia che sta facendo male, anzi molto male i suoi calcoli. Sono pronto a ogni sfida".
I SINDACATI. "E' una politica irresponsabile e incompetente quella che tiene banco oggi in Sicilia, che mette in scena ignobili teatrini mentre l'isola affonda": lo dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia a proposito dell'andamento in Aula della discussione sulla riforma delle Province, ma anche del nulla di fatto ancora sulle variazioni di bilancio, necessarie a seguito dell'impugnativa della Legge regionale di stabilità da parte del Commissario dello Stato. "La politica non capisce- aggiunge Pagliaro- che c'è ormai un malessere diffuso e trasversale che mette a rischio la coesione sociale e anche l'ordine pubblico e di fronte al quale servono risposte immediate". Per Pagliaro "se la riforma delle Province fallisse sarebbe un grave colpo alla credibilità del governo. C'è da dire – aggiunge- che questa riforma è partita male, senza analisi e studi preliminari che evitassero l'approssimazione con cui sono stati formulati i contenuti, per giunta sommersi da emendamenti mirati solo a creare ulteriore confusione, e che favorisce un blocco decisionale che con evidenza però poggia pure su ragioni politiche". Sulla questione degli stipendi che derivano dal bilancio della regione, il segretario della Cgil rileva che "si sta giocando col fuoco, e che è inconcepibile che il governo non sia ancora in grado di dire quante risorse riuscirà a recuperare". "In una fase politica di passaggio sul piano nazionale- sottolinea Pagliaro- c'è ancora più bisogno di avere la certezza di un esecutivo regionale che si fa carico dei problemi. A Crocetta- conclude- chiediamo di adoperarsi in tutti i modi affinchè questo segnale venga e sia chiaramente percepito dai siciliani".
- Governo Ko all'Ars. Salta la parte della riforma che avrebbe istituito le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, che avrebbero affiancato i consorzi di Comuni. È stato approvato con voto segreto un emendamento di Forza Italia, primo firmatario Marco Falcone, che sopprime una delle parti principali della legge voluta dal governo. L'emendamento è stato approvato con 40 voti a favore su 74 deputati presenti. Secondo Falcone i parlamentari dell'opposizione presenti in aula erano 22, dunque ci sarebbero almeno 18 franchi tiratori.
PROROGATI I COMMISSARI. La riforma delle Province fatica a muovere anche un solo passo all'Ars. Ma nel frattempo la giunta ha prorogato fino a giugno gli attuali commissari, scatenando le proteste dell'opposizione che ritengono la proroga illegittima in mancanza di una copertura di legge. I commissari resteranno in carica fino al trenta giugno, ultima data utile per un eventuale ballottaggio in caso di indizione di elezioni che dovrebbero essere convocate entro il 15 aprile in caso di mancata approvazione della legge in discussione all'Ars. Ma per il centrodestra la proroga è illegittima. Prima Santi Formica e poi Gino Ioppolo hanno preso la parola per chiedere al governo di tornare sui propri passi, bloccare la riforma e indire le elezioni per far rivivere le Province. La legge, nei piani del governo, dovrebbe essere approvata entro giovedì anche se oggi non è stato ancora votato neppure un articolo e ci sono anche 650 emendamenti ad appensantire il testo.
CROCETTA: "LIBERI CONSORZI ORGANISMI LEGGERI E CONCRETI" - «Con questa riforma non vogliamo riproporre lo schema delle Province, i Liberi consorzi devono essere organismi leggeri, che non comportino costi e quindi non si capisce perchè dobbiamo limitarne la costituzione, non sarebbe opportuno economicamente e politicamente». Così in aula il governatore della Regione, Rosario Crocetta, ha difeso la
riforma delle Province in discussione a sala d'Ercole.
RIFORMA "SALVA" PER APPENA SEI VOTI - Riforma delle Province «salva» per appena sei voti al primo voto segreto in aula: l'emendamento soppressivo dell'art.1 del ddl proposto da deputati dell'opposizione, quello che prevede l'istituzione dei Liberi consorzi, è stato respinto con 40 contrari e 30 favorevoli, con la maggioranza a quota 36.
VALENTI: "C'E' TEMPO FINO AL 15 APRILE" - Secondo l'assessore alle Autonomie, Patrizia Valenti, l'Ars ha tempo fino al 15 aprile per definire la riforma delle Province, vale a dire 60 giorni prima del termine ultimo per le eventuali elezioni per il rinnovo degli enti nel caso in cui il Parlamento non dovesse approvare il disegno di legge che istituisce i Liberi consorzi.
Valenti ha spiegato la procedura in aula, comunicando la firma dei nuovi decreti di nomina dei commissari delle Province. «Non potevamo lasciare le Province senza guida, poichè i commissari erano scaduti il 15 febbraio». «Le nuove nomine - ha aggiunto l'assessore - sono state varate per coprire il tempo fino al 30 giugno, ultima data utile per gli eventuali ballottaggi nel caso in cui la riforma delle Province non dovesse essere approvata dall'aula e si tornasse al voto». «In questo modo - ha proseguito Valenti - dotiamo le Province di una guida e lasciamo all'aula la serenità per potere approvare la legge nei tempi necessari».
L'assessore ha motivato la scelta della giunta, riunita stamani da Crocetta: «Per i comizi elettorali abbiamo un lasso di tempo che va dal 20 febbraio al 15 aprile, per potere andare alle elezioni, in questo caso l'ultima data utile è il 15 giugno con l'eventuale ballottaggio il 30 giugno e la legge dà 60 giorni di tempo per la firma del decreto. Quindi l'aula ha tempo fino al 15 aprile per potere definire la riforma».
- «Con meno di quattro cambi non ce ne usciamo»: al termine di una giornata trascorsa fra i microfoni di «Un giorno da pecora» e gli incontri per risolvere l'emergenza finanziaria, Rosario Crocetta rompe gli indugi sul rimpasto. «Dopo le Province, entro fine febbraio, chiudiamo questo capitolo» anticipa il presidente.
Operazione complessa, che a questo punto può servire a Crocetta per assicurasi un cammino con meno ostacoli e più duraturo. La voglia di far pace col Pd è segnalata dalle parole su Renzi: «Sarebbe folle non appoggiarlo». E con questa premessa, il presidente si appresta ad aprire al Pd (meglio, a nomi nuovi del Pd) le porte della giunta: gli assessori del nuovo corso democratico saranno due o tre. In uscita Crocetta scrive il nome di Nino Bartolotta, (Infrastrutture) che col suo mentore Francantonio Genovese ha sostenuto la corsa di Lupo alle primarie: «Con l'area Lupo c'è poco da mediare» si lascia scappare il presidente. Ma in uscita c'è pure Mariella Lo Bello (Territorio), espressione dell'area Cuperlo riferibile a Capodicasa e Crisafulli ma che proprio Capodicasa e Crisafulli vogliono sostituire.
Il vero nodo però è la posizione dell'assessore all'Economia, Luca Bianchi. Formalmente indicato da Lupo, Bianchi è diventato un punto di riferimento per tutti. Crocetta lo terrebbe ma sa che molto dipende da equilibri che non tocca a lui gestire: «Se gli danno un incarico nazionale, può esserci d'aiuto anche a Roma. E in ogni caso il problema sarebbe con chi sostituirlo». Di sicuro, Crocetta non cambierà Nelli Scilabra che tra l'altro è l'unica a vantare un'impronta del Pd vicina anche alla nuova segreteria.
Con queste chiavi di lettura il Pd si avvicina al rimpasto. Ma le incognite sono tante anche al suo interno: i renziani oscillano fra la candidatura di Fabrizio Ferrandelli e quella di Giuseppe Bruno. L'area Cracolici spinge per il catanese cigiellino Angelo Villari mentre il Nuovo corso di Capodicasa potrebbe optare per Tonino Russo o Franco Piro.
In realtà la corsa non è neanche iniziata perchè ci sono da risolvere anche altri nodi. Crocetta continua a essere scettico sull'ingresso in giunta di politici e attende di vedere come maturerà la pax fra le correnti: l'area Lupo è forte di un 33% che peserà dentro il Pd.
Il presidente poi non fa mistero del fatto che «bisogna dare spazio anche ai partiti minori». Almeno 1 se non 2 dei posti che si libereranno dovranno andare a Articolo 4, Drs e Megafono (che non a caso si sta strutturando come partito abbandonando la strada del movimento interno al Pd). Il problema è che in questo caso deve essere l'Udc a rinunciare a uno dei suoi 3 assessori. Ma Crocetta spera che questa richiesta non sia lui a doverla fare quanto i leader di maggioranza. «C'è bisogno di un riassetto della maggioranza» ha detto ieri il presidente. E non è un caso neppure se è a un passo dall'annuncio la costituzione di un intergruppo parlamentare che mette insieme i 22 deputati di Drs, Megafono e Articolo 4. Una forza che varrebbe più del doppio dell'Udc (i centristi contano su 10 deputati). E infatti ieri uno dei leader e papabili assessori di questo vasto fronte, Marco Forzese, ha dato il via alla corsa: «La vittoria di Raciti apre una nuova fase. È giunto il momento di un tagliando per il governo regionale». Passaggio che si incastrerà anche con la nomina dei 17 manager della sanità. Poi, con un nuovo governo e un nuovo patto fra alleati, Crocetta chiederà il voto sulla Finanziaria bis.
-"Col Pd abbiamo fatto pace. Rimpasto? No, qualche aggiustamento. Raciti è un bravo giovane. Mi sembra una persona con cui si può discutere". Così il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, alla trasmissione radiofonica "Un giorno da pecora". Intanto Raciti lavora all'unità e punta ad una maggioranza coesa che possa sostentere il governo regionale. "Con l'Udc si è aperta una fase di chiarimento, l'accelerazione di Casini rispetto a un riavvicinamento al centrodestra sta dentro un quadro in cui immaginava elezioni anticipate, che si stanno allontanando". L'ha detto il segretario siciliano del Pd, Fausto Raciti, in merito all'alleanza in Sicilia con l'Udc.
"FOLLE NON APPOGGIARE RENZI" - «Sarebbe folle non appoggiare Renzi, lui è passato attraverso le primarie interne ed è il nostro segretario». L'ha detto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, a 'Un Giorno da Pecora, su Radio2. «Renzi si è candidato alle primarie perchè voleva fare il premier, mica si è candidato per fare il segretario di partito», ha aggiunto Crocetta. Ai conduttori che gli fanno notare che anche dal Pd accusano Renzi di non essere stato eletto dai cittadini, Crocetta spiega: «Anche Enrico Letta non ci era passato, e poi un governo era necessario. Realisticamente Renzi durerà almeno due anni, anche se lui dice di più». Per Crocetta «la durata dell'esecutivo dipende da Angelino Alfano. Lui deve stabilire se sta in un governo anti Berlusconi per dare il De Profundis al Cavaliere oppure se vuole fargli il magnificat, magari tra un anno. Renzi è capace di sfasciare tutto e andare ad elezioni, una carta che Letta non si è mai giocato», ha concluso.
"SONO GAY MA MI PIACCIONO ANCHE LE DONNE". "Sono sempre gay, ma perché non dovrebbero piacermi anche le donne?", ha dichiarato Crocetta. "Le piacciono le donne anche dal punto di vista fisico?", gli è stato chiesto. "Certo", ha risposto. Il governatore ha poi confessato la sua "passione" per "la nuova fidanzata del Presidente francese, la Julie, almeno così ci richiamiamo alla Francia". E alla domanda se avesse mai avuto rapporti anche con donne? ha risposto: "E lei pensa che non ho mai avuto contatti con donne? In passato, però. Ormai la mia età è quella della pensione e della riflessione".
- Cambia ancora la riforma delle Province. Per superare gli scontri che di nuovo oggi hanno tenuto bloccato il testo all'esame dell'Ars, i partiti della maggioranza hanno riscritto una delle parti fondamentali della legge che dovrebbe far nascere i consorzi di Comuni per sostituire le soppresse Province.
È il metodo di elezione dei vertici dei consorzi a cambiare. L'intesa raggiunta a Roma lunedì notte prevedeva già che l'assemblea del consorzio (paragonabile al vecchio consiglio provinciale) venisse eletta da tutti i consiglieri comunali del territorio. Ma della giunta del consorzio potevano fare parte solo i sindaci. Ora invece si dà più peso ai consiglieri comunali che potranno non solo far parte delle assemblee ma anche della giunta. Inoltre il presidente del consorzio verrà eletto non solo dai membri dell'assemblea - come prevedeva l'accordo di lunedì notte - ma direttamente da tutti i consiglieri comunali dei Comuni consorziati.
La riscrittura della riforma sembra non convincere ugualmente l'opposizione ma dalla parte del governo si sta schierando il Movimento 5 Stelle che potrebbe così assicurare i suoi 14 voti, decisivi per superare anche l'ostruzionismo interno e sotterraneo ai partiti della maggioranza.
- Tensione alle stelle nella maggioranza sulla riforma delle Province, tanto che le opposizioni hanno abbandonato la riunione, in corso a Palazzo dei Normanni col governatore Rosario Crocetta. Alcuni deputati della minoranza, presenti al vertice, riferiscono che l'intesa che era stata raggiunta dalla maggioranza a Roma "in realtà non esiste". "E' stato imbarazzante assistere alle liti tra Crocetta e Cracolici", dice il capogruppo del Pid-verso Forza Italia, Toto Cordaro. In questo clima, le opposizioni hanno deciso di lasciare il vertice e di rimanare in attesa di segnali da parte della maggioranza nel caso in cui riuscisse a raggiungere un accordo.
Nella stanza del governo di Palazzo dei Normanni, dove si sono riuniti capigruppi e giunta, il clima s'è surriscaldato quando Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali, ha riferito di avere chiesto un parere agli uffici su alcuni emendamenti del governo al testo base, incardinato in aula, e ha cominciato a leggere un documento. A quel punto Crocetta lo avrebbe interrotto più volte, provocando la reazione di Cracolici che ha stracciato il foglio.
Le opposizioni, intanto, avevano posto tre quesiti di mediazione a maggioranza e governo: elezione diretta dei presidenti o delle assemblee dei Liberi Consorzi, numero dei consorzi e competenze. "Il testo del governo è incostituzionale, su questo non c'è dubbio: l'elezione diretta è indispensabile", dice il capogruppo della Lm-verso Forza Italia, Santi Formica, che già ieri in aula aveva posto la pregiudiziale, poi respinta dal voto parlamentare.
AGGIORNAMENTO DELLE 14.50. A Palazzo dei Normanni prosegue senza le opposizioni, che hanno abbandonato la riunione, il vertice sulla riforma delle Province con la maggioranza che sta tentando, a fatica, di trovare un accordo complessivo da sottoporre poi alla minoranza prima di tornare in aula questo pomeriggio. La seduta è prevista alle 16.
TORNA IN PISTA TESTO CONDIVISO A ROMA, APERTURE A OPPOSIZIONI. Dopo una lunga discussione, a tratti molto accesa e un faccia a faccia tra Rosario Crocetta e Antonello Cracolici (Pd), le colombe della maggioranza, guidate da Lino Leanza, sono riuscite a mediare e a ricompattare la coalizione, riunita a Palazzo dei Normanni col governatore, attorno al testo di riforma delle Province condiviso nel vertice al Nazareno.
Stemperate le tensioni, la maggioranza sta tentando il coinvolgimento delle opposizioni, che sono tornate al tavolo della riunione, nella stanza del governo.
Rispetto al testo emendato dal governo, l'ipotesi sul tappeto è quella dell'elezione del presidente dei Liberi Consorzi da parte dei consiglieri di tutti i comuni che aderiranno al consorzio senza voto ponderato dunque, che rimane valido invece per la composizione delle assemblee.
SEDUTA ARS APERTA E SUBITO SOSPESA. Seduta lampo all'Ars, aperta e subito rinviata alle 18. Il vice presidente dell'Ars, Antonio Venturino, ha informato l'aula che il rinvio è stato chiesto dai capigruppo. Si cerca ancora una intesa sulla riforma delle Province tra maggioranza e opposizione, una strada che appare in salita. Nonostante le colombe della maggioranza abbiano mediato, all'interno della coalizione rimangono i mal di pancia di alcuni deputati sul testo emendato dal governo, mentre l'opposizione non è affatto convinta delle proposte messe sul tavolo: elezione dei presidenti dei Liberi consorzi allargata a tutti i consiglieri dei comuni che aderiranno al consorzio (dunque la conferma dell'elezione di secondo livello) e funzioni per i futuri consorzi da assegnare con una successiva legge entro sei mesi mantenendo del testo attuale solo competenze generiche.
- Bagarre in aula durante la discussione generale del ddl sui Liberi Consorzi in sostituzione delle Province. Tredici deputati, richiamandosi all'articolo 101 del regolamento parlamentare, hanno chiesto la 'sospensiva", procedura che se fosse stata messa ai voti e approvata dall'aula avrebbe «affossato» la riforma delle Province.
Il vice presidente di turno, Salvo Pogliese, in un primo momento aveva accolto la richiesta di sospensiva e stava avviando la procedura prima di metterla ai voti, ma prima il presidente della commissione Affari istituzionali Antonello Cracolici e poi il capogruppo del Pd Baldo Gucciardi hanno definito il richiamo al regolamento un «blitz» al cospetto della decisione assunta dai capigruppo di concludere questa sera la discussione generale sulla riforma e rinviare a domani l'esame dell'articolato. Cracolici e Gucciardi hanno quindi avvertito la Presidenza «di non prestarsi a blitz» invitandola a convocare immediatamente i capigruppo e a informare il presidente Giovanni Ardizzone: richiesta accolta da Pogliese che, dopo aver sostenuto comunque la legittimità della richiesta di sospensiva, ha interrotto i lavori convocando i capigruppo.
Il richiamo alla 'sospensiva' è stato fatto dopo che l'aula aveva respinto in precedenza la pregiudiziale per incostituzionalità avanzata dal deputato Santi Formica (Lm-verso Fi).
«Il governo ha finalmente trasmesso gli emendamenti al disegno di legge sulle Province». aveva detto in apertura della seduta parlamentare il presidente del'Ars, Giovanni Ardizzone, comunicando che i singoli parlamentari avrebebro potuto presentare gli emendamenti al ddl entro le 20, termine di chiusura della discussione generale sulla riforma. «Spero che domani pomeriggio si possa lavorare in aula sugli emendamenti» aveva aggiunto.
SUPERATO LO SCOGLIO DELLA PREGIUDIZIALE. Il ddl sui Liberi consorzi passa lo scoglio della pregiudiziale di incostituzionalità sollevata dal capogruppo della Lista Musumeci-verso Forza Italia, Santi Formica. L'Assemblea ha respinto la pregiudiziale, votata per alzata e seduta. A favore della pregiudiziale erano intervenuti Vincenzo Vinciullo (Pdl-Ncd) e Gino Ioppolo (Lm-verso Fi) mettendo in guardia il governo Crocetta dalla scure del commissario dello Stato ritenuta "certa" da parte di pezzi dell'opposizione. Prima del voto, l'assessore alle Autonomie Patrizia Valenti ha illustrato all'aula gli emendamenti del governo che modificano in gran parte il testo esitato dalla commissione Affari istituzionali.
APPROVATO DDL PER APERTURA 2 CASINÒ. L'Assemblea regionale sicialiana ha approvato il disegno di legge-voto per l'apertura di due casinò in Sicilia, uno a Taormina e l'altro a Palermo. Il testo adesso passerà al vaglio del Parlamento nazionale che dovrà legiferare poichè la regione non ha potestà legislativa primaria in questa materia. Il ddl-voto è passato a maggioranza, col voto contrario dei 12 deputati 5stelle e con 4 astenuti.
-Nonostante l'accordo raggiunto nella maggioranza a Roma, non decolla in aula la riforma della Provincia. La discussione generale sui disegni di legge prevista per ieri pomeriggio è slittata a oggi. La decisione è stata presa dai capigruppo, riuniti dal presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, dopo che i capigruppo dell'opposizione Toto Cordaro (Pid) e Santi Formica (Lm) hanno riferito in aula «di non conoscere nulla delle modifiche al testo già incardinato stabilite dalla maggioranza», chiedendo un rinvio di 24 ore dell'esame. Dopo una breve sospensione dei lavori, Ardizzone ha comunicato all'aula la decisione, assunta dai capigruppo, di fissare a alle 13 i termini per la presentazione degli emendamenti ai tre ddl sulle Province incardinati. I capigruppo oggi torneranno a riunirsi in sala Rossa alla presenza dell'assessore alle Autonomie locali Patrizia Valenti e del presidente della commissione Affari istituzionali »per cercare una sistesi. La discussione generale in aula sulla riforma delle Province è prevista oggi.
- Raggiunta nella notte una prima intesa sulla riforma delle Province, che l'Ars inizierà a discutere oggi pomeriggio. I partiti della maggioranza hanno deciso di rendere più facile la costituzione di consorzi di Comuni, che sostituiranno le soppresse Province. In pratica, mentre all'inizio i consorzi saranno coincidenti con il perimetro delle vecchie Province, in seguito entro sei mesi più Comuni potranno staccarsi per rendersi autonomi. E' una delle richieste che aveva avanzato il presidente Rosario Crocetta alla vigilia del vertice, a cui però non ha partecipato perché bloccato dall'influenza. La riforma andrà approvata entro venerdì e poi scatteranno sei mesi perché vada a regime. Nell'attesa è prevista la proroga degli attuali commissari. Al vertice che si è svolto a Roma hanno partecipato Davide Faraone, Gianpiero D'Alia e i leader di Pd, Udc, Drs, Megafono e Articolo 4.
- I centristi non escludono che possa saltare, il Pd teme che diventi invece l'occasione in cui tutti gli accordi si rompono. È appeso a un filo il vertice convocato per lunedì sera a Roma. Doveva sancire il nuovo patto fra Pd, Udc e Crocetta alla vigilia del voto sulla riforma delle Province e sulla manovra economica da riapprovare all'Ars ma gli alleati ci arrivano in un clima da resa dei conti. Complici le ultime dichiarazioni pubbliche del presidente della Regione, l'approssimarsi della campagna elettorale per le Europee e i sospetti dei centristi sul maturare di nuovi equilibri all'Ars.
Oggi per tutta la giornata il renziano Davide Faraone ha provato a riavvicinare l'Udc a Crocetta. I centristi temono che sia in corso una manovra per trovare un nuovo assetto della maggioranza sull'asse Pd, Drs, Articolo 4 e Megafono. Inoltre gli uomini del ministro D'Alia non hanno mai nascosto lo scetticismo sul testo della riforma delle Province uscito dalla commissione dell'Ars guidata da Antonello Cracolici (Pd).
Se lunedì sera al vertice non si troverà una intesa, martedì si andrà in aula in un clima da liberi tutti. E in questa situazione il governo pensa di far slittare anche la Finanziaria bis fronteggiando le prime emergenze grazie a una sessantina di milioni già individuati nel bilancio.
- Dopo giorni di ansia per i problemi finanziari legati al blocco della spesa, la Regione siciliana oggi ha pagato gli stipendi di gennaio ai 18 mila dipendenti. Intanto, come annunciato, i 'regionalì sono scesi in piazza in circa tremila per manifestare contro il governo Crocetta. Lo hanno fatto per rivendicare la riorganizzazione degli uffici, il rinnovo del contratto nella sua parte giuridica, la concertazione nelle scelte e lo sblocco delle quote del salario accessorio accantonate dal governo con la finanziaria. Nonostante il governatore ieri sera abbia aperto al dialogo in un incontro con i sindacati autonomi, i regionali stamattina hanno manifestato. Davanti alla sede della Regione il Cobas/Codir, sindacato più rappresentativo tra i regionali, ha mostrato una gigantografia della busta paga di un usciere che guadagna 992 euro nette al mese. «Non è vero che i dipendenti hanno stipendi da nababbi - dicono Marcello Minio e Dario Matranga, segretari sindacali - .Ci sono 5 mila regionali con meno di mille euro al mese. Basta con l'indicare i regionali come il male della Sicilia, è falso e i politici lo sanno ». Il fronte sindacale comunque è spaccato. Tant'è che Cgil, Cisl e Uil hanno radunato i loro iscritti davanti alla sede dell'assessorato all'Economia, sempre a Palermo, dove un centinaio di regionali hanno protestato contro la recente legge finanziaria approvata
-Una maxi busta paga ma solo nel formato perchè l'importo è di appena 992,08 euro, lo stipendio di un usciere della Regione. A mostrare la gigantografia in piazza sono i dipendenti regionali del Cobas/Codir che stanno manifestando davanti a Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione. «Ecco la verità - dicono Marcello Minio e Dario Matranga del Cobas/Codir - E i dipendenti della Regione che guadagnano meno di mille euro al mese sono 5 mila». Alcuni manifestanti ricordano le parole del governatore Rosario Crocetta, quando dichiarò di guadagnare meno di un usciere della Regione. «Guadagna almeno venti volte tanto», affermano.
"Siamo qui per lanciare un messaggio chiaro - dice il segretario regionale della Fp Cisl, Gigi Caracausi davanti all'assessorato all'Economia -. La finanziaria è stata un pasticcio. C'è il rischio che 25 mila dipendenti tra addetti dell'Eas, dei teatri, dell'Arpa, dei consorzi di bonifica e degli altri enti collegati alla Regione rischiano di restare senza stipendio. La manovra bis deve essere discussa e condivisa con i sindacati".
Dello stesso avviso anche il responsabile del pubblico impiego della Uil, Gianni Borrelli. "E'una situazione straordinaria, servono misure straordinarie. Vogliamo assumerci responsabilità - dice Borrelli - dobbiamo sederci attorno a un tavolo e trattare le vicende che riguardano migliaia di famiglie siciliane".
DIPENDENTI IMBAVAGLIATI. Dipendenti 'imbavagliati', con le sciarpe sul viso. Così alcuni regionali, stamani in piazza davanti alla sede dell'assessorato all'Economia a Palermo per la manifestazione di Cgil Cisl e Uil, hanno voluto contestare la circolare con la quale il ragioniere generale della Regione, Mariano Pisciotta, ha vietato al personale di parlare con i giornalisti annunciando provvedimenti disciplinari per chi trasgredisce. Il provvedimento è stato diramato agli uffici nei giorni scorsi.
- La Regione si ferma. Dipendenti aderenti a sindacati autonomi, colleghi iscritti alle sigle confederali, dirigenti, impiegati della formazione professionale: oggi scendono tutti in strada per una giornata di proteste che ha numeri record e potrebbe estendersi fino agli enti locali.
A meno di sporadiche eccezioni, nessun ufficio pubblico oggi funzionerà. Anche se le manifestazioni in programma - formalmente assemblee e sit-in - hanno sede e motivazioni differenti a seconda di chi le ha organizzate. I primi ad annunciare l'intenzione di scendere in strada sono stati i Cobas Codir e il Sadirs, le sigle autonome più rappresentative, che porteranno i propri iscritti dalle 9 sotto Palazzo d'Orleans a Piazza Indipendenza. Gli autonomi protestano in linea generale contro la politica sul personale messa in atto dal governo Crocetta: sotto accusa il blocco del rinnovo contrattuale e le riduzioni di alcune voci di finanziamento a indennità. Misure che l'assessore al Personale Patrizia Valenti ha collegato a identici provvedimenti di carattere nazionale.
- di Riccardo Vescovo
Parte dei 500 milioni sbloccati da Roma dovrà essere utilizzata dalla Regione per tappare subito il buco in bilancio: significa che non tutte le spese in programma potranno essere assicurate. Insomma, i soldi non basteranno e già tremano i 40 mila lavoratori di centinaia di enti nell'orbita regionale, molti dei quali quest'anno non hanno ancora percepito alcuna retribuzione. Mentre l'assessorato all'Economia prova a fare quadrare i conti, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, comunque assicura: daremo priorità agli stipendi e al funzionamento di teatri e enti che operano nel sociale.
Il problema riguarda i cosiddetti residui attivi, ovvero tre miliardi e mezzo di euro di crediti difficilmente esigibili ma iscritti ugualmente tra le entrate in bilancio. Un espediente usato a lungo che però, nell'ultima Finanziaria, è stato bocciato dal commissario dello Stato, Carmelo Aronica, figura che verifica che le norme regionali rispettino la Costituzione. Sono state così congelate spese per 500 milioni paralizzando l'amministrazione regionale. Il governo si è rivolto quindi a Roma per chiedere aiuto e, grazie ai conti in ordine e agli sforzi già intrapresi per risanare il deficit, ha ottenuto la possibilità di sanare il deficit con un piano decennale. Ma una quota dovrà essere versata subito in un fondo rischi: a quanto ammonterà? Da dove sarà prelevata?
- La Regione adotta, con un decreto del presidente Rosario Crocetta, un pacchetto di disposizioni contro la corruzione e in nome della trasparenza degli uffici. Una serie di documenti (ossia il Piano triennale di prevenzione della corruzione, il Programma triennale per la trasparenza e l'integrità, il Piano di formazione del personale e il Codice di comportamento dei dipendenti) con i quali si fa ordine nella vasta materia, già disciplinata da varie norme, e si ribadiscono obblighi, procedure e comportamenti.
Norme che si integrano con il codice antimafia adottato nel 2009 (il cosiddetto codice Vigna) e con il codice contro le molestie sui luoghi di lavoro, varato dal governo Crocetta poco dopo il suo insediamento.
Il cuore delle disposizioni - predisposte dal dirigente del dipartimento Funzione pubblica, Luciana Giammanco, che in qualità di responsabile ha firmato il piano - riguarda il personale, oltre 16 mila dipendenti in tutto. Fra le novità introdotte, innanzitutto un obbligo più stringente di rifiutare regali, anche quelli di «modico valore». Il codice ribadisce di non sfruttare all'esterno la propria posizione e di non nuocere con il proprio comportamento all'immagine dell'amministrazione e impone ai dirigenti obblighi di controllo, anche sui casi di «doppio lavoro».
Per evitare il rischio di corruzione, il piano impone che i dirigenti possano ricevere incarichi per un periodo di 5 anni rinnovabili mentre per il personale indica in massimo 5 anni la permanenza nello stesso settore. In caso di conflitto d'interessi si ribadisce l'obbligo di astensione da procedure e autorizzazioni, una direttiva sarà emanata entro aprile per puntualizzare questo aspetto. Previsto un monitoraggio di tutti i rapporti fra amministrazione terzi, individuando anche eventuali parentele. Ed entro sei mesi invece sarà adottato un altro provvedimento per disciplinare gli incarichi extraistituzionali, definendo quelli vietati e quelli autorizzabili. Per individuare rischi e le contromisure adottate, nella prima fase di attuazione del piano saranno individuati dei dipartimenti pilota. Ogni anno, entro il 15 novembre, inoltre sarà predisposto un report sui tempi di ciascun procedimento ed eventuali ritardi. Nei rapporti con il cittadino maggiore trasparenza, con una e-mail dedicata e un numero verde, oltre alla sezione ad hoc del sito istituzionale. Ma è previsto anche un questionario online per misurare la «customer satisfaction», così come sono in programma le «giornate della trasparenza» e si ribadisce l'accesso civico, ossia il diritto del cittadino ad ottenere dati e informazioni. Previsto infine un percorso di formazione per il personale che verte sui temi della corruzione e dei rischi ad essa connessi, degli appalti pubblici, della sicurezza informatica e della tutela dei dipendenti che segnalano eventuali illeciti.
- Da Roma arriva l'ok per salvare i conti della Sicilia. Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta dei ministri dell'Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, per le Riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, per la Pubblica amministrazione e l'Innovazione, Gianpiero D'Alia, e per gli Affari regionali e le Autonomie locali, Graziano Delrio, uno schema di decreto legislativo che corregge un altro decreto legislativo sull'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi. La norma varata viene incontro ad alcune regioni in difficoltà. È il caso proprio della Regione Sicilia che nei giorni scorsi ha visto il Commissario dello Stato impugnare buona parte della finanziaria regionale.
La norma varata oggi prevede per le regioni in difficoltà la previsione di un piano di rientro decennale, che per la Sicilia dovrebbe essere esteso ad undici anni. Le somme così liberate andranno in una Finanziaria bis, chedovrebbe andare in Aula all'Ars nei prossimi giorni. «Il decreto costituisce la più ampia e organica riforma, di contabilità degli enti territoriali mai realizzata in Italia, diretta a garantire la qualità e l'efficacia del monitoraggio e del consolidamento dei conti pubblici ed a superare l'incapacità del vigente sistema contabile di dare rappresentazione ai reali fatti economici (ad esempio misurare i debiti commerciali)», spiega Palazzo Chigi nella nota diffusa dopo il Consiglio dei Ministri- Lo schema di decreto legislativo verrà trasmesso alla Conferenza unificata e successivamente alle Commissioni parlamentari (di merito e per il federalismo fiscale) per i pareri necessari.
di Giacinto Pipitone
"Le risposte che Crocetta attendeva sono arrivate. Il vertice fra il governo regionale e quello nazionale si è appena concluso e il presidente della Regione avrebbe avuto la certezza che le spese impugnate potranno essere sbloccate.
Anche se sulle procedure da seguire c'è ancora qualcosa da mettere a punto e sarà necessario un nuovo incontro, domattina.
A Roma si sono incontrati oggi Crocetta, l'assessore Luca Bianchi, i ministri dell'Economia e degli Affari Regionali – Fabrizio Saccomanni e Graziano Delrio – e il vicepremier Alfano. Presente anche Gianpiero D'Alia, ministro per la Pubblica amministrazione. "E' stata fatta un'analisi delle norme impugnate e – sottolinea Bianchi – è stato accertato che dal punto di vista degli equilibri di bilancio tutte le spese che la Regione aveva inserito in Finanziaria sono sostenibili". Inoltre il governo nazionale ha confermato che sarà risolto a livello nazionale, cioè con una norma valida per tutte le Regioni, il problema dei residui attivi: le somme iscritte fra le entrate in bilancio ma che sarà difficilissimo incassare. I residui attivi in Sicilia valgono 15 miliardi e almeno 3 è già certo che non entreranno mai. Da qui l'obbligo di cancellarli e prevedere misure compensative del buco che ne nascerà. E' uno dei motivi principali dell'impugnativa del Commissario dello Stato.
Forti di queste prime rassicurazioni Crocetta e Bianchi incontreranno domani i tecnici del ministero degli Affari regionali per fissare il cammino che porterà allo sblocco di tutti o quasi i 570 milioni rimasti impigliati nell'impugnativa del Commissario dello Stato. C'è da decidere, come sembra ormai probabile, se bisognerà riapprovare le norme all'Ars.
Solo dopo questi passaggi verrà pubblicato il bilancio e la parte della Finanziaria non soggetta a obiezioni del Commissario dello Stato. Da qui il rinvio della pubblicazione, che era prevista per oggi. Ci sarà quindi un ulteriore ritardo nel pagamento degli stipendi, che per ora restano bloccati, ma Bianchi assicura che si tratta ormai di pochi giorni.
ARONICA. Il Commissario dello Stato, Carmelo Aronica, non parteciperà all'incontro di domani al ministero degli Affari regionali per decidere come salvare le norme della Finanziaria impugnate.
Malgrado in un primo momento il governo regionale avesse auspicato la sua presenza, il prefetto Aronica non può infatti partecipare a incontri con soggetti di cui è poi chiamato a valutare gli atti. Nè il Commissario potrebbe ritirare l'impugnativa (in tutto o in parte). In ogni caso quindi, secondo quanto si apprende, il governo dovrà tornare all'Ars per una nuova legge che corregga le norme impugnate alla luce delle nuove direttive che verranno stabilite domani dal tavolo tecnico al ministro degli Affari regionali.
- Non c'è alcun pericolo per lo stipendio degli impiegati alle dirette dipendenze della Regione. Subito dopo la pubblicazione della finanziaria, saranno immediatamente pagati. Nessun fondo è stato tagliato dal Commissario per tali lavoratori. Chiediamo pazienza, ma bisogna verificare bene tutto. E' questione di qualche giorno". Lo dice il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, per rassicurare i 18 mila dipendenti della Regione in attesa dello stipendio e i 12 mila pensionati regionali che aspettano l'assegno mensile.
"I ritardi non sono la conseguenza di mancate entrate a copertura delle spese, ma frutto della decisione tecnica del Commissario di volere velocemente riformare il fondo rischi per i residui attivi - aggiunge Crocetta - Il governo regionale negli ultimi due anni ha operato risparmi diretti alla diminuzione di spesa per 2 miliardi 800 milioni, finalizzati a coprire il buco di bilancio del 2012 effettuato dal precedente governo, lavorando alla ricostituzione del fondo e alla realizzazione di un bilancio che non prevedesse entrate fittizie producendo disavanzo nuovo. Il bilancio 2014 tende a disavanzo zero ed è questa la prova del buon governo e della buona gestione dei fondi".
"FINORA SOLO CRITICHE DEMAGOGICHE". "Sento alcuni che dicono che si poteva proporre l'esercizio provvisorio. Così al disastro dei posti di lavoro già a rischio, si sarebbero aggiunti anche i 18.000 precari che venivano cacciati perché la legge nazionale imponeva la previsione di spesa e risparmio triennale che non poteva essere effettuata con il bilancio provvisorio. Altra affermazione demagogica".
"Altri ancora affermano 'troppe spese caricate' - aggiunge - Questi soloni della finanza che avrebbero tagliato? I fondi per i teatri? L'assistenza per i ciechi? per i disabili? per i banchi alimentari? I fondi per le Asi? Per i consorzi di bonifica? Demagogia pura e se mi si consente, assenza totale di competenza su tecniche finanziarie. La manovra del governo è corretta".
"Il Commissario pretende che noi paghiamo tutte le spese necessarie per rimpinguare quel fondo rischi distrutto in passato senza mai alcuna impugnativa da parte del Commissario medesimo. Non voglio però polemizzare col Commissario - prosegue - va ripreso il dialogo, ma continuare a dire che la manovra era errata, magari da forze politiche o singoli deputati che hanno avallato il dissesto del passato, è ipocrita. Noi ci batteremo e siamo sicuri che il governo nazionale capirà perché si faccia un'azione progressiva di risanamento che consenta di ripristinare il fondo residui, ma senza massacro sociale e garantendo alla Sicilia il diritto alla vita".
"CANCELLATA ANCHE LA LOTTA ALLA MAFIA". Non solo ritardi nel pagamento degli stipendi e 26 mila lavoratori a rischio licenziamento, in Sicilia il blocco della spesa 'cancella' anche la lotta alla mafia. Tra i 558 milioni spostati nel fondo indisponibile per via dell'impugnativa del commissario dello Stato ci sono anche le somme che il governo Crocetta aveva destinato alle vittime di Cosa nostra, ma anche alle associazioni che si battono in nome di Falcone e Borsellino e le risorse che la Regione storna ai carabinieri. In totale sono saltati quasi 6 milioni di euro. "E' drammatico, la lotta alla mafia è stata cancellata", dice all'ANSA il presidente della Regione Rosario Crocetta, che domattina sarà a Roma per incontrare a Palazzo Chigi il governo Letta nel tentativo di trovare una soluzione al blocco della spesa. Associazioni, Fondazioni e centri antiracket perdono 520 mila euro, fondi assegnati ogni anno dalla Regione come contributo a queste strutture impegnate a fianco degli imprenditori che denunciano il pizzo, ma anche in attività di divulgazione della memoria di Falcone e Borsellino nelle scuole e tra i giovani. Chi denuncia il pizzo non riceverà i 510 mila euro a valere come rimborso degli oneri fiscali, misura introdotta per sostenere le vittime del racket. Persi anche i 180 mila euro stanziati nel fondo a disposizione della Regione per la costituzione delle parti civili nei processi contro la mafia.
Saltano anche i fondi per pensioni straordinarie e vitalizi a favore delle vittime del dovere, della mafia e della criminalità organizzata (34mila euro), 15 mila euro di contributi in favore di imprenditori e liberi professionisti per l'acquisto e l'installazione di impianti elettronici di rilevamento di presenze estranee e di registrazione audiovisiva e altri 110 mila euro come una tantum per chi subisce danni da attentati a immobili, mezzi di trasporto e lavoro.
L'Arma dei carabinieri deve rinunciare a 2,5 milioni di euro e non ci sono più i contributi per i consorzi dei comuni (258 mila euro) che si occupano esclusivamente della gestione e della valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata per le spese di funzionamento.
- I 20 mila dipendenti della Regione oggi non riceveranno lo stipendio. La tradizionale scadenza del 27 sarà rinviata, nella migliore delle ipotesi, di un paio di settimane: se ne riparlerà fra il 5 e il 10 febbraio. E andrà peggio ad altri 40 mila dipendenti di una galassia di circa 200 enti, consorzi e agenzie che gravitano nell'orbita della Regione: nessuno, neppure il governo, è in grado di calcolare in questo momento chi non riceverà lo stipendio e per quanti mesi. È l'immagine di quello che Rosario Crocetta descrive come «l'embargo finanziario in cui è caduta la Sicilia».
L'impugnativa quasi integrale della Finanziaria (34 dei 48 articoli) da parte del Commissario dello Stato provocherà già oggi i suoi effetti più evidenti. Il prefetto Carmelo Aronica ha contestato alla Regione la previsione di maggiori spese per 570 milioni che non avrebbero copertura e che invece verranno dirottati in un fondo rischi che servirà a colmare un buco presumibile di tre miliardi: è il valore dei cosiddetti residui attivi che il governo iscrive in bilancio ma che la Corte dei Conti ritiene di fatto non esigibili perchè frutto di crediti o tasse non riscosse da più di 15 anni.
- Tremano i 26 mila forestali, ma soprattutto restano col fiato sospeso decine di consorzi e associazioni che dalla Regione ricevono annualmente sostentamento. Una galassia sterminata di sigle e strutture i cui dipendenti rischiano di non ricevere lo stipendio a causa della scure del commissario dello Stato sulla Finanziaria. Ieri l'Ars ha dato il via libera al governo per pubblicare la manovra senza le parti impugnate (cadono dunque 34 articoli su 48) per svincolare il bilancio e le poche misure non incappate nella bocciatura: precari e fondi a Comuni e Province.
Ieri Crocetta ha avvertito che «con i pochi soldi che ci sono rimasti possiamo andare avanti forse per un paio di mesi». Ci sarà quindi una manovrina subito e una manovra bis entro marzo.
La bocciatura della Finanziaria da parte del commissario di Stato ha generato non poche critiche al presidente della Regione Rosario Crocetta. Tanto più queste sono arrivate da più parti dell'opposizione.
STOP ALLA FINANZIARIA. LE CRITICHE DELL'OPPOSIZIONE. «Crocetta deve fare chiarezza, se è un errore tecnico lo risolva, Bianchi si dimetta e dica qualcosa anche il Pd» ha detto il coordinatore regionale del Ncd Dore Misuraca, parlando, a Palermo, a margine del comitato regionale del partito. «Non mi piace l'idea che dietro ogni manovra ci sia qualcuno che trami nell'ombra - ha proseguito - È da un anno che Crocetta ci racconta che c'è sempre qualcuno che frena le sue iniziative, adesso ad ordire c'è qualcuno dietro il prefetto Aronica. Pensare tutto questo è volgare». «È stata bocciata la copertura finanziaria, lo aveva già detto la Corte dei Conti - ha continuato - di andare a rivedere i residui attivi, entrate non rispondenti al vero». Alla domanda se Ncd è disponibile a collaborare con il governo, ha detto: «Deve essere Bianchi a proporre una manovra bis. Non so cosa voglia fare Crocetta, vanno date risposte ai siciliani. C'è bisogno di capire come vuole andare avanti. Annulli questa giunta, vada in aula e spieghi ai siciliani qual è il programma per risolvere i problemi».
Un risultato prevedibile e già annunciato è quanto pensa Forza Italia: «La bocciatura del commissario di Stato alla finanziaria pensata da Crocetta e dal suo governo, non fa altro che confermare quanto noi di Forza Italia denunciamo da settimane» sostiene il senatore Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia. «Misure discutibili dalle coperture, nelle migliori delle ipotesi, dubbie, il provvedimento finanziario è l'ultima e più lampante prova dell'inconcludente azione di Crocetta - aggiunge - La politica del Governatore è fumo negli occhi dei siciliani: nessuna programmazione, nessun progetto concreto, solo spot e parole». Per Gibbino: «La Sicilia deve cambiare: i cittadini di questa splendida isola devono farsi protagonisti di una vera rivoluzione culturale e riprendersi il proprio futuro. La Sicilia ha bisogno di fatti e non di chiacchiere. A Crocetta diciamo basta».
Non mancano le critiche dei Cinquestelle: «Anche le argomentazioni rocambolesche possono dare la misura della difficoltà politica. Il Presidente Crocetta ha provato con la sua nota arguzia retorica ad attribuire i propri guai con la Finanziaria ad una carenza di tutela della Regione dovuta all'assenza dell'Alta Corte per la Regione Siciliana, prevista dallo Statuto». Lo affermano in una nota congiunta i senatori del M5S Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino. «In verità - aggiungono - le competenze dell'Alta Corte sono state assorbite dalla Corte costituzionale, per cui la Regione si avvale del giudizio di un organo terzo legittimamente titolato a vagliare l'impugnativa del Commissario dello Stato. Come già fatto in molte altre occasioni nel recente passato. Purtroppo, quindi le dichiarazioni del presidente Crocetta lasciano il tempo che trovano». «Sarebbe auspicabile - concludono i due parlamentari del M5S - un atteggiamento meno attento agli aspetti mediatici e più volto alla sostanza. Una virata politica nella amministrazione della Sicilia deve essere posta in essere. Adesso».
-II governo Crocetta chiede aiuto a Palazzo Chigi. L'impugnativa di buona parte della finanziaria da parte commissario dello Stato ha «bloccato» 500 milioni di euro, spostandoli in un fondo a salvaguardia dei residui attivi (crediti difficilmente esigibili), lasciando senza copertura finanziaria le leggi di rifinanziamento della spesa, con migliaia di dipendenti di enti, consorzi e associazioni che non potranno ricevere stipendi. L'assessore regionale all'Economia, Luca Bianchi, ha già preso contatti a Roma col ministero del Tesoro e col dicastero degli Affari regionali «per dimostrare carte alla mano l'infondatezza dell'impugnativa».
Intanto il governo Crocetta intende portare in Assemblea regionale, entro una settimana, un disegno di legge di variazione per garantire almeno il pagamento degli stipendi del personale di enti, teatri, consorzi e associazioni, scoperti in bilancio. Due le ipotesi: trattare col commissario dello Stato il recupero di almeno 200 milioni dal fondo sui residui attivi oppure recuperare le risorse tagliando ulteriormente dal bilancio, che intanto sarà pubblicato dopo l'ok dell'aula, convocata per oggi pomeriggio.
«Sono veramente indignato perchè questo è un attacco all'autonomia siciliana». L'ha detto il presidente della Regione, Rosario Crocetta, intervenendo a Gela, all'inaugurazione di un centro di radioterapia. Il presidente ha anche sostenuto che in Sicilia «bisognerebbe costituire l'Alta corte e abolire la figura del Commissario dello Stato».
Il governatore, è tornato ad attaccare il Commissario dello Stato che ieri ha impugnato gran parte della finanziaria regionale: «Non può scoprire la presenza dei forestali nel 2014. Lo doveva scoprire 20 anni fa; come non può scoprire adesso che la società Resais ha 3.600 dipendenti, l'avrebbe dovuto scoprire quando dava parere positivo alle assunzioni».
«Non è che il commissario si salva la coscienza rispetto alle omissioni degli anni passati, cominciando ora a fare il rigorista sociale e mandando al massacro i poveri?». Per Crocetta «è una balla il fatto che non c'è copertura finanziaria sulla legge di stabilità. C'è una lettera del ministero dell'Economia in cui si afferma che la copertura finanziaria esiste».
«L'unico che non applica il rigore in Italia sui dipendenti pubblici è lo Stato. La Sicilia ha meno dipendenti pubblici della Lombardia e del Lazio, siamo pronti a consegnare allo Stato quei dipendenti che in Sicilia svolgono funzioni statali». conclude Crocetta.
«In Sicilia è in atto un attentato all'ordine sociale da parte dello Stato». È la dura reazione del governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, all'impugnativa da parte del commissario dello Stato delle norme di spesa della finanziaria, 500 mln bloccati. «Ci sono 40mila persone a rischio», dice Crocetta. «Il commissario dello Stato non ha mai tutelato la Sicilia. Perchè fino al 2012 ha permesso l'assunzione in società della Regione di migliaia di persone di aziende in crisi? Perchè fino al 2012 ha permesso che si allargassero le maglie del precariato? Perchè ha concesso l'erogazione di denaro pubblico sotto forma clientelare?».
«Da questa impugnativa emerge la rottura storica del patto sociale Stato-Regione siciliana nel '46. Se fosse accaduto in Lombardia, Bossi avrebbe organizzato un referendum per la secessione e sarebbe stato applaudito dalla classe dirigente». «Si sta uccidendo la Sicilia e la sua autonomia».
Sulla possibilità di un eventuale mandante politico: «Un mandante politico? Sarebbe gravissimo, sarei un ascaro di Roma?»
Il governatore Crocetta ha aggiunto: «Con questa impugnativa, il commissario dello Stato ci dice che dobbiamo chiudere i musei, i teatri pubblici, che dobbiamo abbandonare i disabili, i ciechi, i sordi, le persone disagiate». «Il commissario Carmelo Aronica prosegue Crocetta - è colpevole di gravissimi omessi controlli commessi fino a due anni fa e ora si ripulisce la coscienza con un pronunciamento che vuole scaricare sul mio governo i disastri del passato - ha lamentato Crocetta - Io non ci sto».
«Per il commissario dello Stato tutti i tagli alle spese ed eventuali aumenti di tasse devono andare a coprire disavanzo e residui attivi fatti dai precedenti governi, certamente non dal mio. È una logica assurda: così lo Stato va contro il sistema sociale, va contro lo sviluppo. Deprime l'economia, ci toglie l'autonomia».
-Il Commissario dello Stato per la Regione Siciliana ha impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale 33 dei 48 articoli della legge di stabilità approvata dall'Assemblea regionale nei giorni scorsi, comprese le norme sulle coppie di fatto.
Non hanno costituito oggetto di impugnativa le disposizioni relative alla proroga per i lavoratori precari, ai trasferimenti a Comuni e Province, e per il settore del trasporto pubblico. Il testo integrale del ricorso alla Corte Costituzionale è stato pubblicato sul sito www.comstasicilia.it.
Il commissario dello Stato ha impugnato la norma sulle coppie di fatto e oltre la metà della manovra finanziaria regionale siciliana. Tra le norme impugnate c'è anche l'articolo cosiddetto "salva petrolieri", con la riduzione dal 23 al 13 per cento delle aliquote sulle estrazioni. Secondo il commissario dello Stato manca la copertura per il taglio delle royalties. Inoltre c'è una previsione di incassi, "aumentata a 15 milioni", che "risulta inspiegabile". Impugnato anche l'articolo 17, la cosiddetta 'mini-tabella h', che finanzia con 262 milioni di euro alcune norme di spesa, enti e associazioni.
Tra le norme della finanziaria che passano il vaglio del commissario dello Stato per la Regione siciliana c'è la proroga e la stabilizzazione dei contratti dei 24 mila precari dei comuni siciliani. La norma era stata inserita nella manovra a conclusione di un lungo confronto tra il ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D'Alia e il governo Crocetta. Salvi anche i trasferimenti a Comuni e Province e per il settore del trasporto pubblico.
Le norme "bocciate" dal commissario dello Stato estendevano agevolazioni, benefici e contributi previsti per la famiglia anche alle coppie di fatto e ai nuclei monoparentali, che avrebbero avuto anche gli stessi diritti in tema sanitario. In totale il prefetto, Carmelo Aronica, ha impugnato 33 dei 50 articoli della legge di stabilità, approvata dall'Assemblea regionale lo scorso 15 gennaio. A questo punto il governo si trova di fronte a due soluzioni, promulgazione della finanziaria senza le parti impugnate con un ordine del giorno da votare in aula o andare allo scontro di fronte alla Corte costituzionale, pubblicando la legge in Gazzetta con le parti cassate dall'ufficio del commissario dello Stato. La conferenza dei capigruppo aveva già fissato per domattina, alle 11, una apposita seduta parlamentare, con all'ordine del giorno ''comunicazioni in ordine all'eventuale impugnativa del commissario dello Stato sui disegni di legge di bilancio e di stabilità della Regione''.
- Il segretario Giuseppe Lupo è volato a Roma e da lì ha annunciato che il Pd siciliano non andrà al vertice di maggioranza convocato da Crocetta. Poi per la seconda volta in quattro mesi ha chiesto ai suoi assessori le dimissioni. E, a differenza di quanto accaduto a fine settembre, l'assessore all'Economia Luca Bianchi ha ammesso che sta valutando l'addio alla giunta. È stata un'altra giornata di tensione, al termine della quale Crocetta ha però teso una mano al Pd: «Disponibile a discutere di una nuova giunta».
Crocetta è stretto nella morsa delle segreterie nazionali. Per questo motivo Bianchi, espressione del Pd, nel pomeriggio non ha potuto assicurare al presidente di resistere, come avvenne a settembre: «La situazione oggi è più complicata. A settembre era prioritario mettere in sicurezza i conti e l'abbiamo fatto approvando la Finanziaria. Attenderò di capire come si evolvono i rapporti fra Pd e Crocetta, poi deciderò più serenamente. Questa volta nella crisi c'è un coinvolgimento più diretto della segreteria nazionale».
SALTA IL FACCIA A FACCIA FRA CROCETTA E DEPUTATI PD. Rinviata la riunione del gruppo Pd all'Assemblea regionale, che era in programma nel primo pomeriggio. Sarebbe stato il primo faccia a faccia dei democratici col governatore Rosario Crocetta, che fa parte del gruppo, nel pieno delle polemiche sullo scandalo delle "spese pazze". Il gruppo Pd si riunirà giovedì prossimo, subito dopo i lavori parlamentari, in calendario alle 11.
Il segretario regionale Pd, Giuseppe Lupo, è a Roma per discutere con Davide Faraone sulla situazione politica in Sicilia. Domani è prevista la riunione della direzione del Pd siciliano.
- Si riscalda il clima tra il Pd siciliano e il governatore Rosario Crocetta che oggi parteciperà ad una riunione del gruppo Pd all'Assemblea regionale siciliana e che per mercoledì ha convocato un vertice di maggioranza che i democratici hanno intenzione di disertare. Il segretario regionale del partito Giuseppe Lupo fa sapere che non parteciperà alla riunione perchè «il pd non è più nella maggioranza. Da mesi non esiste una maggioranza». «Se è un vertice di maggioranza non ci saremo - aggiunge - Se è un confronto su provvedimenti utili per la Sicilia, come l'abolizione delle province, le zone franche urbane e l'acqua pubblica, allora parteciperemo all'incontro».
«A Crocetta non chiediamo nè poltrone nè rimpasto ma riforme e interventi concreti per lo sviluppo ed il lavoro». Lo ha detto il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo. «Non condividiamo - ha aggiunto - l'apertura di Crocetta al Ncd di Alfano e la sua politica fatta di riforme promesse in tv e rimaste sulla carta. È ridicolo che il presidente della Regione tenti di usare il tema del rimpasto per nascondere la verità. Il tempo delle promesse è scaduto. Finchè non ci saranno fatti veri per le riforme ed il lavoro non parteciperemo a vertici di maggioranza». «Non è più tempo di rinvii, vogliamo entro un mese - ha concluso Lupo- la soppressione delle province e l'acqua pubblica che Crocetta ha promesso agli elettori durante la campagna elettorale nel 2012».
Crocetta ribatte stupito: «Lupo non fa più parte della maggioranza? Il pd in questi mesi ha partecipato ai vertici. Che Dio assista Lupo».
I rapporti tra Crocetta e il suo partito sono diventati più tesi dopo che il governatore ha frenato sull'ipotesi di rimpasto su cui i vertici siciliani democratici spingono da mesi. Dopo l'esplosione dell'inchiesta sulle spese dei fondi dei gruppi politici all'Ars con oltre 80 tra ex e attuali deputati indagati Crocetta aveva detto: «Chi è indagato non può chiedere di entrare in giunta. Non penso che chi ha grande sensibilità me lo chiederà». E sul rimpasto aveva aggiunto: «I partiti hanno diritto di chiedere la rimodulazione della giunta in qualsiasi momento, ho già convocato la coalizione, rispetto ai politici coinvolti nell'inchiesta ho auspicato una valutazione con gli alleati, con Renzi e D'Alia».
Oggi Lupo vedrà a Roma Davide Faraone, il deputato siciliano nella segreteria renziana, anch'egli indagato per i fondi dell'Ars, che Crocetta ha citato più volte polemicamente invitando il Pd a valutare la sua situazione e quella degli altri indagati del partito. Faraone su Crocetta aveva poi detto: «Fino ad oggi niente rivoluzione, solo tanta continuità con un passato che non ci piace». E allora «o si cambia o in Sicilia meglio tornare al voto, questo galleggiamento non serve a nessuno».
Crocetta, comunque, vedrà i suoi compagni siciliani di partito oggi prima della prevista riunione di maggioranza. La discussione porterà a una ricucitura?
- "Se il Pd si dichiara insoddisfatto di questo governo, non saremo noi a garantirgli una maggioranza. Crocetta è un uomo solo mentre a un presidente si chiede di essere il leader di una squadra. E su questo lui mostra tutti i suoi limiti»: Giovanni Pistorio, segretario dell'Udc, conferma l'esistenza di un accordo con il Pd per spingere Crocetta a siglare un nuovo patto di governo. E così i prossimi 4 giorni saranno cruciali per il futuro della maggioranza in Sicilia: Pd e Udc mettono sul tappeto perfino l'ipotesi di un ritorno alle urne. Il presidente attende le prossime mosse, pronto a convocare un vertice di maggioranza in cui sfidare i partiti: in caso di sfiducia potrebbe dimettersi mandando la Regione al voto e candidandosi in autonomia indebolendo il centrosinistra. Chiusa la Finanziaria con un successo, gli alleati si attendevano che Crocetta aprisse il capitolo rimpasto, forti di una promessa fatta alla fine dell'estate. Ma gli 86 avvisi di garanzia piovuti sul Parlamento regionale e gli attacchi di Crocetta («se ascoltassi i partiti avrei la giunta più indagata d'Italia») hanno fatto esplodere la maggioranza.
FORESTALI NEI MUSEI. Forestali, soccorritori del 118, operai degli enti collegati: la Regione chiama a raccolta l'intera galassia dei dipendenti delle aziende di cui è socia per ridurre la spesa ed evitare la beffa del ricorso ad appalti esterni. Perché a disposizione ha un esercito di 7.300 persone impiegate in società che, hanno evidenziato i magistrati della Corte dei Conti, guidati da Maurizio Graffeo, a fronte di una produttività in molti casi pressoché nulla, sono costate negli ultimi quattro anni quasi 1,1 miliardi, soprattutto per pagare gli stipendi. Così in Finanziaria alcune norme consentono di avviare trasferimenti, bloccare appalti esterni e sfruttare la manovalanza tutte le volte che sarà necessario. Del resto, lo stesso assessore all'Economia, Luca Bianchi, ha spiegato che «non è importante quante società chiudiamo, ma quello che fa il personale, se è realmente produttivo e se è impiegato al posto giusto». Le disposizioni scatteranno dopo la pubblicazione della legge in Gazzetta ufficiale e dunque dovrebbero essere operative già entro questo mese.
MUSEI, ARRIVANO I RINFORZI
Gli oltre duemila dipendenti della Sas, la Servizi ausiliari Sicilia, potranno essere impiegati nei servizi aggiuntivi dei musei, cioè in librerie, caffetterie, servizi di accoglienza e biglietterie. La Sas è una delle società partecipate più grandi, nata dalla fusione di tre strutture, Multiservizi, Biosphera e Beni culturali. L'articolo della Finanziaria prevede che, tramite una convenzione con il dipartimento regionale dei Beni culturali, possano essere impiegati in parchi e musei. Un'altra norma consente al dipartimento di inserire nei bandi di gara per l'affidamento di servizi aggiuntivi apposite clausole che prevedano l'utilizzo dei dipendenti Sas.
FORESTALI PER TUTTI
L'intera galassia di enti regionali potrà avvalersi dei 30 mila forestali per svolgere tutta una serie di mansioni previste dalla legge. Gli operai potranno occuparsi non solo di aree verdi e giardini, ma anche di convegni e pubbliche manifestazioni e di fornire assistenza tecnica a enti pubblici o privati in materia forestale. Il tutto chiaramente previa stipula di una convenzione col dipartimento Azienda foreste. Gli enti regionali avranno però il divieto assoluto di esternalizzare i servizi.
SOCIETÀ PARTECIPATE, SI CAMBIA
Un articolo della finanziaria consente di trasferire per mobilità, da una società all'altra, i dipendenti delle partecipate. Il tutto tenendo conto dei fabbisogni di personale e dei profili professionali. Il personale potrà transitare da un ente all'altro previo accordo quadro da sottoporre all'attenzione dell'assessorato all'Economia. Sono 11 le società partecipate che resteranno in piedi, mentre altre 21 saranno chiuse o le quote dismesse. Il personale ancora in capo alle società da cancellare sarà assorbito dalle altre. La norma consente infatti di assumere in deroga al divieto ma solo per l'espletamento dei servizi affidati e nei limiti dei reali fabbisogni di personale. Nei nuovi contratti non saranno però riconosciuti superminimi e indennità aggiuntivi.
EX PIP A SOSTEGNO LIMITATO
Stop al sostegno economico agli ex Pip, storico bacino di precari palermitani, se dimostreranno di avere un reddito Isee superiore a 20 mila euro all'anno. E chi rifiuterà le proposte lavorative dell'amministrazione sarà cancellato dall'elenco che ad oggi racchiude oltre tremila persone.
SOCCORRITORI ANCHE NEGLI UFFICI
Nell'ambito del sistema sanitario regionale alla società Seus, Sicilia emergenza urgenza sanitaria, possono essere affidati servizi ausiliari secondari. Lo prevede un articolo denominato «spese di pulizia e servizi ausiliari», che indica così quali altre attività potranno essere svolte dagli oltre tremila dipendenti.
VIA AI TRASFERIMENTI AL 118
Sempre in tema di servizio di emergenza e urgenza, scattano i cambi di postazione di tutti gli autisti soccorritori. Non è una disposizione contenuta in Finanziaria ma fa parte di un percorso di razionalizzazione del personale. Dopo aver fissato delle graduatorie con relativi punteggi, adesso su base volontaria i dipendenti potranno chiedere il trasferimento o accordarsi tra loro per cambi «incrociati» di sede. Il via alle istanze è scattato il 15 gennaio e ci sarà tempo fino al prossimo 28 febbraio per presentare domanda.
-Rosario Crocetta apre all'opposizione ufficialmente. E lo fa nell'aula parlamentare, nel corso del suo intervento sulla manovra finanziaria. «Le cose si fanno insieme, si media e si va avanti, perchè nessuno ha la bacchetta magica - ha detto il presidente della Regione
siciliana - Le riforme si fanno insieme e mi rivolgo al Nuovo centrodestra ma anche ai grillini». Poi conversando con i cronisti al termine della seduta, Crocehha ha aggiunto: «Dialogo non significa fare accordi di potere e cogestione». «Il governo - ha proseguito - vuole dialogare con l'opposizione, l'opposizione vuole essere costruttiva?». «Questa è la sfida che lancio - ha concluso - voglio essere ottimista, anche se ho più volte fatto questi
appelli e analizzando quanto accaduto dovrei essere pessimista»
BIANCHI: "ENTRATE IN BILANCIO? SIAMO TRANQUILLI" - «Sulle entrate del bilancio siamo assolutamente tranquilli, così come accadde l'anno scorso faremo una relazione tecnica dettagliata in particolare sui piccoli cespiti come i canoni demaniali». Così l'assessore regionale all'Economia, Luca Bianchi, conversando con i cronisti a Palazzo dei Normanni in merito ai dubbi sollevati dal presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, in apertura dei lavori
parlamentari proprio sulle entrate del bilancio