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di Diego Celi

Scappati di casa

L'espressione colorita venne formulata da Silvio Berlusconi, uomo dal multiforme ingegno, per definire i grillini. Dopo tanti anni, il giudizio si è rivelato profetico. Il caso Todde, Presidente Regione Sardegna, ne è plastica raffigurazione. Non interessa l'aspetto giudiziario, ma non si può non rilevare l'incompetenza e la sciatteria di chi ha ritenuto di potersi presentare come una novella Grazia Deledda. Le giustificazioni, poi, sono ridicole al pari dell'ostentata sicumera manifestata nelle interviste passate e presenti rilasciate a conduttori e giornalisti di pura fede antifascista e depositari del Verbo. Alessandra Todde e il M5S hanno superato il muro del ridicolo e del suono, perchè privi di contenuti e di basilare preparazione.

Un vecchio saggio recita che "i nodi vengono al pettine", infatti nessuno parla più di decrescita felice e di scie chimiche o di altre amenità, responsabili di iati finanziari che hanno fatto crescere a dismisura il debito pubblico e peggiorato il tessuto sociale. L'arroganza morale è ciò che resta del mondo grillino, ma poichè chi di spada ferisce, di spada perisce non possono essere sottaciuti i fatti di cronaca che hanno reso protagonisti i faraoni del giustizialismo grillino (de Raho e Scarpinato) nè può passare inosservato il parricidio consumato nei confronti di Grillo, su cui la nuova Deledda sarda ha espresso giudizi poco lusinghieri.

Hanno dimenticato, questi scappati di casa, che il comico è stato il loro dio Horus. La gratitudine, diceva Andreotti, è sentimento del giorno prima, ma fra ingratitudine e parricidio c'è una grande differenza. La stessa che esiste fra moralità e amoralità. Ma il mondo del M5S non ha letto la "Politica" di Plutarco, è stato il frutto di un declino della politica e di una selva oscura su cui si spera possa arrivare la luce.

Baciami ancora...

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L' Epifania di Giorgia Meloni

L'Epifania celebra la manifestazione di Gesù all'umanità. Il Presidente del Consiglio, dopo l'incontro con Trump in Florida, si è manifestata nitidamente a tutta la comunità internazionale che le ha tributato il giusto riconoscimento. La strada dell'underdog non era facile: succedeva a Draghi stimato in tutto il mondo e ha avuto da subito l'ostilitá della stampa nazionale. I suoi compagni di viaggio spesso non sono stati Visir avveduti, al contrario le hanno creato problemi, nonostante ciò Giorgia Meloni con schiena dritta e caparbietà ammirevoli si è conquistata un ruolo politico internazionale non previsto dalle Cassandre.

Aleggia, pertanto, sconforto fra i denigratori per i quali si preannuncia una lunga quaresima durante la quale dovrebbero praticare efficaci esercizi spirituali. La protervia di cui è malata questa opposizione non permetterà riflessioni adeguate nè resipiscenze, di conseguenza il prestigio che la premier ha conquistato per sue indubbie capacità, si rafforzerá per l'insipienza dei suoi oppositori. L'attraversata del deserto del cosiddetto campo largo rischia di fare perdere l'orientamento alle truppe cammellate guidate da guide improbabili. Giorgia Meloni deve temere di più l'intemperanza dei suoi alleati: il resto non è in grado di arrecarle danni.
Petrarca definirebbe Schlein e soci "nugae nugellae".

La necessità politica di un centro

La bontà di due forze politiche, che si alternino nel governo del Paese è espressione di maturitá e permette agli elettori di scegliere e giudicare l'operato del vincitore (il cosiddetto bipolarismo).

Succede così in molti Stati: Gran Bretagna e Stati Uniti sono esempi dove tale formula elettorale è compiuta. In Italia il bipolarismo zoppica, perchè i partiti più votati non hanno la forza da soli di governare. Sono nate quindi le coalizioni, che manifestano crepe perchè costituite da forze politiche spesso non omogenee e animate solo dal desiderio di piantare bandierine identitarie per racimolare qualche voto in più. Centrodestra e centrosinistra sono infatti due luoghi astratti tenuti insieme dal premio di maggioranza, piuttosto che da una visione programmatica e da una coesa e comune azione di governo. Le diatribe quotidiane, anche nel blocco consolidato del centrodestra, ne sono plastica raffigurazione.

È ipocrisia spiegare i contrasti con la giustificazione della diversa sensibilità politica o della dialettica costruttiva. Ne deriva la necessità di un soggetto politico, consistente per consenso, capace di equilibrare e evitare deragliamenti inopportuni. La nascita di un centro moderato-liberale-riformista, che faccia da punto di gravitá non solo parlamentare ma soprattutto politico, appare ineludibile e terapeutico per affrontare le sfide epocali che attendono il Paese.

Ma il centro non può essere inteso come un punto geografico o una zona franca dove sistemare personaggi in cerca d'autore, esso deve rappresentare un laboratorio permanente dove la politica è intesa come "arte dello Stato", scienza al servizio dei cittadini, non un palcoscenico dove recitare un copione scadente. Che la politica sia arte non Zelig, Renzi e Calenda lo hanno sperimentato: dagli errori si dovrebbe imparare.

L'altra faccia della Legge

Non è il titolo di un film western, ma una obiettiva riflessione. Il Pm Michele Ruggiero, colpevole di reati gravissimi non è stato interdetto dal suo ruolo, è stato solo sospeso per due anni con riduzione del 50% dello stipendio e per di più designato ad altra sede. In pratica questo magistrato non è sospeso dalle sue funzioni per gli orrori commessi su cittadini incolpevoli, ma viene cautelato e pagato con una nuova funzione. Gli si garantisce in tal modo la possibilità di reiterare misfatti assegnandolo alla Giustizia civile, come se tale giurisdizione fosse più lieve e meno importante. Palamara, invece, è stato espulso con ignominia, ma aveva svelato "Il Sistema": reato imperdonabile.

È opportuno segnalare come tanti medici, per reati meno gravi di quelli per cui è stato condannato Ruggiero sono stati privati del ruolo e radiati dall'Ordine ed è strano che il Dott. Santalucia, insigne giurista e sindacalista delle toghe, non esprima il suo autorevole commento! Nonostante ciò sono numerosi quelli che si indignano, profetizzando una dittatura, e si oppongono di fronte ad una sacrosanta riforma della giustizia. I due partiti schierati come muro macedone a difesa dei magistrati sono noti: PD e M5S. Il primo mostra riconoscenza perchè graziato da Mani Pulite, il secondo è espressione del nulla cosmico e di un giustizialismo cinico, opportunistico e privo di principi. Open, Open Arms, Consip, Trattativa Stato-mafia, Beniamino Zuncheddu e migliaia di altri casi di malagiustizia, dovrebbero indurre il legislatore ad approvare una riforma della giustizia senza tentennamenti e condizionamenti. La separazione delle carriere è il primo step: con questa si rompe il rapporto patologico fra Pm, Gip e Gup, che rende questi ultimi figurine pavide e succubi dell'azione del pubblico ministero.

Bisognerebbe, poi, ridimensionare il concetto sacrale della obbligatorietà dell'azione penale (fonte di sorprusi intollerabili) e imporre la assoluta certezza della prova nella fase delle indagini preliminari per impedire inchieste costruite per scopi ideologici e mediatici. Altro punto fondamentale è la responsabilità civile dei magistrati: non è comprensibile perchè qualunque categoria professionale è soggetta a tale responsabilità, mentre i magistrati ne sono esenti. Ciò li renderebbe più responsabili e meno arroganti. Soprattutto non ci sarebbe un'altra faccia della Legge.

Prodi e Schlein scrivono a Babbo Natale

Il padre nobile e la movimentista della sinistra, illudono il loro campo facendo balenare elezioni anticipate ossia la caduta del governo Meloni. È vero che Babbo Natale accoglie tutte le richieste, ma purtroppo non riesce a esaudirle tutte. Quando, infatti, Babbo Natale ha ricevuto queste letterine, le ha cestinate perchè consapevole di non potere accontentare la richiesta. Dispiaciuto ha fatto pervenire, tuttavia, ai due richiedenti una risposta: "per sostituire questo governo non basta desiderarlo".

Prodi e Schlein speravano di potere disarcionate l'esecutivo con una richiesta e di sostituirsi ad esso, memori di un recente passato. Le condizioni sono mutate e non hanno visto arrivare questo insolito cambiamento: governa chi vince le elezioni. Non debbono disperare, perchè non essendoci un regime dittatoriale, possono partecipare e magari vincere quando a scadenza della legislatura, saranno indette nuove libere elezioni.

Sembra, però, che questa lineare procedura non appartenga ai due tenori e nemmeno al coro che li sostiene nel loro canto. Forse si illudono, che i conduttori TV amici, possono convincere Babbo Natale ad esaudire i loro desideri. Sarebbe più opportuno imparare a fare opposizione e spiegare ai cittadini come intendono risolvere i problemi con proposte realistiche e concrete. Ad oggi sembrano più interessati a spiegare il sesso degli angeli, argomento che non affascina più gli elettori.

Il vaso è colmo

Ascoltare e leggere le argomentazioni del sindacalista delle toghe, il Dott.Giuseppe Santalucia, lascia sgomenti e fa comprendere i motivi per i quali consenso e credibilità del terzo pilastro dello Stato (la magistratura) sono ridotti a numeri relativi. In un talk show, il presidente dell'Anm, ha dialogato con la figlia di Enzo Tortora. Argomento: la non opportunità di istituire una giornata di commemorazione per le vittime di malagiustizia. La tesi sostenuta dal togato è una difesa della casta attraverso uno schermo per impedire di vedere le conseguenze di una malagiustizia: istituire una giornata per le vittime di una Giustizia ingiusta, per Santalucia, creerebbe nocumento al prestigio e alla credibilità della magistratura.

Questa tesi lascia basiti, ma dove l'apostolo delle toghe ha raggiunto l'apoteosi dell'ineffabile è quando ha equiparato malagiustizia e malasanità. Ignorante è colui che ignora (non è quindi un'offesa): in questa equiparazione il Dott.Santalucia ha dimostrato tutta la sua ignoranza. Un medico che risulta colpevole subisce una condanna civile e penale, non risulta che il magistrato che ha condannato Enzo Tortora sia stato punito, addirittura siede nel Csm, organo giudicante dei magistrati (Aldo Grasso: Corriere della Sera). Migliaia sono i casi di malagiustizia, ingenti i risarcimenti che lo Stato paga (mentre i magistrati non pagano)!

L'equiparazione malagiustizia e malasanità è pertanto incongrua e mistificatoria e gli Ordini dei Medici dovrebbero fare sentire la loro voce. Da tangentopoli il Paese è succube di una teocrazia giudiziaria che condiziona ogni aspetto della vita civile, ciò perchè la magistratura "non amministra la giustizia si ritiene essa stessa Giustizia". Ha interpretato l'art.32 della Costituzione - da diritto alle migliori cure in diritto di guarigione - causando un aumento dei contenziosi medicolegali non giustificabili. Come per gli altri reati si assiste, poi, in ambito sanitario al 95% di assoluzioni. Il danno, però, è irreversibile sia per l'erario pubblico (leggi medicina difensiva), sia sotto l'aspetto psicologico (leggi burnout).

Nonostante ciò la politica è pavida e il potere legislativo balbetta per approvare una riforma della giustizia necessaria sotto l'aspetto civile e economico. Indipendenza non significa sovrastare il potere legislativo e del governo, come la cronaca quotidianamente evidenzia (migrazione, riforma della giustizia, inchieste giudiziarie politiche). Il Presidente della Repubblica, custode della Costituzione e capo del CSM, non pare sensibile a questo vulnus, mentre mostra interesse per ogni altro aspetto della vita sociale e politica di questo Paese: dovrebbe invece da Magister intervenire.

Rose e spine del governo Meloni

Il giudizio di "Politico e Economist" su Giorgia Meloni conferma, se ce ne fosse stato bisogno, le virtù politiche del Presidente del Consiglio. Non stupisce l'acredine dell'opposizione e del cantore di Prodi (leggi Giannini), che dopo essere stato destituito per manifesta incapacità da Direttore della Stampa, è ospite fisso e fustigatore nel programma condotto con partigianeria vomitevole dalla pasionaria rossa Gruber. Ma i fatti contraddicono la narrazione della gauche nostrana: l'underdog ha vinto.

Fiore all'occhiello è la politica internazionale e il credito di cui gode nelle cancellerie per la linearità delle posizioni assunte e la lealtà dimostrata nei confronti del patto atlantico. Sicuramente la crisi politica francese e tedesca associata agli inciampi di Sanchez l'hanno favorita: resta il fatto che, da politica avveduta e pragmatica, ha saputo cogliere le opportunità che si sono presentate. La nomina di Fitto a commissario europeo con il ruolo di vicepresidente esecutivo, nonostante la contrarietà del PD, ha sancito una vittoria personale e del governo che presiede. La stabilità dell'esecutivo è un altra medaglia, che l'opposizione fa fatica ad accettare e metabolizzare, in virtù di una prassi consolidata che più volte le ha permesso di governare, senza avere il consenso, per meccanismi parlamentari definiti eufemisticamente "ribaltoni".

Non dovendosi preoccupare di una opposizione irrilevante per contenuti e strategie, la premier può inciampare solo se Lega e FI per narcisismo e incompetenza politica vorranno deragliare dalla retta via e tradire gli elettori. Il protagonismo sterile che spesso caratterizza gli alleati di governo rappresenta una spina acuminata, che può causare una grave infezione se non estratta in tempo utile. Sicuramente personaggi come Andrea Del Mastro delle Vedove e il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, farebbero bene a non palesare il frutto neuronale della loro corteccia cerebrale, il silenzio conferirebbe ad ambedue maggiore prestigio e considerazione.

I commentatori politici giudicano insufficiente la classe dirigente di FdI, a volte a ragione, ma piacerebbe sapere il loro giudizio su Bonelli, Fratoianni, Conte e Schlein....solo per arricchire la nostra conoscenza.

La cecità dell'opposizione

Mentre in Europa i governi di Francia e Germania presentano una crisi irreversibile, in Italia il cosiddetto fronte repubblicano inneggia a Landini, nuovo leader di una opposizione che oppone solo parole e slogan. Al contempo nel mondo tre potenze manifestano un disegno imperiale. Russia, Cina e Turchia non nascondono più i loro disegni egemonici e fanno la voce grossa. In medio oriente Israele si oppone a questa palese egemonia per sopravvivere, ma è ostacolato e combattuto da tante anime pie occidentali che si battono ipocritamente il petto e gridano al genocidio.

Eppure la Corte Penale Europea e l'Onu non hanno chiesto l'arresto per i capi della teocrazia iraniana, nè si comprende come le forze Unifil non si siano accorti dei tunnel comunicanti con i loro alloggi, nè da dove siano arrivati i soldi per la loro costruzione o gli armamenti per Hamas e Hezbollah.

Non si vuole sapere o si preferisce ignorare per giustificare i sentimenti antisionisti e la pavida filosofia del politicamente corretto che fanno tanto chic.
Eppure la storia dovrebbe insegnare a comprendere che gli imperi non si sono realizzati per caso, al contrario sono stati pensati, perseguiti e sognati, come dimostra la conquista di Costantinopoli da parte degli ottomani guidati da Amhed II, che mise fine all'impero romano d'oriente.

Ma se il 29 Maggio del 1453, segna la fine della civiltà greco-romana, grazie al diritto romano, alla cultura greca e al cristianesimo (nonostante la caduta dell'impero) l'Europa ha mantenuto una sua storia e identità producendo benessere e riscatto sociale per secoli. Oggi non pare che i valori su cui l'Europa è fondata esistono più! Al contrario il fondamentalismo religioso e il sogno imperiale, sempre coltivato dai popoli asiatici e medio orientali, incombe sulla vita e l'esistenza degli Stati Europei.

Non sarebbe opportuno allora riflettere e agire in difesa di questo mondo occidentale, tanto denigrato dagli intellettuali e dagli analisti politici della sinistra, anche in relazione al fatto che una Eurasia comporterebbe la fine dei diritti LGBT, dei lupi e di tutte le evangeliche battaglie sulle diseguaglianze e le integrazioni. Ciò richiede tuttavia uno sforzo: distinguere diritti e doveri. Ma forse questo sforzo non coincide con il consenso e la visione sociale di questa opposizione.

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