di Diego Celi
La cecità dell'opposizione
Mentre in Europa i governi di Francia e Germania presentano una crisi irreversibile, in Italia il cosiddetto fronte repubblicano inneggia a Landini, nuovo leader di una opposizione che oppone solo parole e slogan. Al contempo nel mondo tre potenze manifestano un disegno imperiale. Russia, Cina e Turchia non nascondono più i loro disegni egemonici e fanno la voce grossa. In medio oriente Israele si oppone a questa palese egemonia per sopravvivere, ma è ostacolato e combattuto da tante anime pie occidentali che si battono ipocritamente il petto e gridano al genocidio.
Eppure la Corte Penale Europea e l'Onu non hanno chiesto l'arresto per i capi della teocrazia iraniana, nè si comprende come le forze Unifil non si siano accorti dei tunnel comunicanti con i loro alloggi, nè da dove siano arrivati i soldi per la loro costruzione o gli armamenti per Hamas e Hezbollah.
Non si vuole sapere o si preferisce ignorare per giustificare i sentimenti antisionisti e la pavida filosofia del politicamente corretto che fanno tanto chic.
Eppure la storia dovrebbe insegnare a comprendere che gli imperi non si sono realizzati per caso, al contrario sono stati pensati, perseguiti e sognati, come dimostra la conquista di Costantinopoli da parte degli ottomani guidati da Amhed II, che mise fine all'impero romano d'oriente.
Ma se il 29 Maggio del 1453, segna la fine della civiltà greco-romana, grazie al diritto romano, alla cultura greca e al cristianesimo (nonostante la caduta dell'impero) l'Europa ha mantenuto una sua storia e identità producendo benessere e riscatto sociale per secoli. Oggi non pare che i valori su cui l'Europa è fondata esistono più! Al contrario il fondamentalismo religioso e il sogno imperiale, sempre coltivato dai popoli asiatici e medio orientali, incombe sulla vita e l'esistenza degli Stati Europei.
Non sarebbe opportuno allora riflettere e agire in difesa di questo mondo occidentale, tanto denigrato dagli intellettuali e dagli analisti politici della sinistra, anche in relazione al fatto che una Eurasia comporterebbe la fine dei diritti LGBT, dei lupi e di tutte le evangeliche battaglie sulle diseguaglianze e le integrazioni. Ciò richiede tuttavia uno sforzo: distinguere diritti e doveri. Ma forse questo sforzo non coincide con il consenso e la visione sociale di questa opposizione.