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di Bartolino Ferlazzo

PROVOCAZIONE E PROVOCATORE (non rispondere, significa isolare l'ignoranza)

Cos'é la provocazione, in latino provocatio-onis, significa invito alla lotta, al duello (giusto per dire che anche noi un po di cultura i nostri veri Prof, ce l'hanno insegnata.-
Chi provoca, vuol ribaltare le regole esistenti e sostituirle, secondo lo stesso, con regole fondate sul potere del più forte o presunto tale, impostando una, ipotetica, relazione sul rapporto , in questo modo si vuole controllare l'altro, cercando di orientarlo verso comportamenti aggressivi, che il provocatore conosce benissimo, perché è il suo quotidiano comportamento.-

La provocazione manifesta, in questi signori, o presunti tali, la paura di non essere visti, di non essere ascoltati, di essere nulla, di essere soli con la conseguenza, che potrebbero essere esclusi dal sistema, pertanto la provocazione è un modo, sbattuto in faccia alla gente, per essere accettato. Reagire con aggressività alla provocazione, vuol dire cadere nella trappola del provocatore, che usa tale comportamento, per sviare le domande a cui non potrà dare vere risposte, per sviare le attenzioni, su quanto non fatto e non saputo fare, scappare dalla critica delle persone, coinvolte in precedenza in sproloqui vaneggianti, illusori, inattuabili; non reagire alla provocazione fa perdere la testa al provocatore, non trovando più, lui, la soddisfazione di ricevere risposta che si aspetta, questo non vuol dire ignorare l'atteggiamento del provocatore, ma il più delle volte, sapendo chi ti sta di fronte, girare le spalle, non è paura, non è impreparazione, non è debolezza ma solamente intelligenza.-

La provocazione è un'azione, che quotidianamente viene posta in essere in politica; è una tecnica ampiamente utilizzata, da parte di chi non può far altro che arrampicarsi sugli specchi, addossare ad altri le sue stesso colpe, coinvolgere persone, che non lo degnano nemmeno dello sguardo, cercando e raschiano dal fondo del barile delle "bufale", i coinvolgimenti a cui addossare le sue stesse colpe; ma questo modo di agire rivela, senza dubbio, i suoi fallimenti, la sua frustrazione, la sua gelosia, la sua rabbia e principalmente, il suo scarso ascendente, su tutti gli altri che non siano indottrinati.-
In politica la provocazione e il provocatore, sono strumenti che permettono, a proprio piacimento, e senza dati di fatto, di manipolare l'opinione pubblica, giocando sul sospetto per screditare il provocato; la provocazione consente, a questi personaggi particolari, di cambiare la narrazione di uno o più particolari eventi o argomenti e, naturalmente usando, come grancassa di risonanza, i social media e internet che, sono diventati il modo principale, per distribuire contenuti politici, di parte, evitando il confronto con la gente.-

Uno dei modi più comuni di questo, fare, consiste nell'utilizzare un linguaggio, spesso carico di emozioni per provocare reazioni specifiche, a chi ci crede, generare una controversia intorno ad una questione o ad un evento particolare, senza essere in possesso di nessun riscontro, cercando di ottenere sostegno, per la propria posizione o azione, e verso una barca che ormai va sempre più a fondo; il provocatore può, anche, utilizzare vari strumenti in merito, come la generazione di false informazioni o l'evidenziazione di dubbi, su un particolare argomento, per influenzare il pensiero e il comportamento delle persone; quando fai questo, quando metti in atto questi giochetti, non sei nella alla frutta e nemmeno al caffè, come si dice in gergo, scusate il francesismo, .-

Ma si utilizza, in politica, la provocazione ? certamente per diversi scopi, tra cui il provocare per distogliere l'attenzione da problemi più gravi, dove si sa che le colpe sono del provocatore, può anche essere usata per ottenere il sostegno a un particolare argomento o azione, diffondendo un linguaggio molto controverso.-
Il provocatore può agire in tre modi: pungolare, spiazzare e mettere in difficoltà, ma perché lo fa ? in genere per prendere vantaggio nella problematica, per gestirla secondo il suo smisurato ego, ma è anche, un modo per attirare l'attenzione, per emergere dall'anonimato, in altri casi è una forma di difesa, attacca per prevenire critiche e spostare l'attenzione su altro.-
Come reagire alla provocazione o al provocatore: non reagendo come lui, non rispondendo alle provocazioni, non giustificando, tanto i fatti sono sotto gli occhi di tutti, non sentire il dovere di spiegare nulla, se il provocatore, ha fatto delle illazioni, qualcosa dovrà avere in mano, altrimenti sarà solo , mettere in atto un gesto per lui inaspettato, ridere, mettere in atto tutta l' indifferenza possibile, guardandolo con distacco, un muro di gomma.

La provocazione e il provocatore, si possono riferire ad una persona o a un gruppo, il cui scopo è screditare un'altra persona o un gruppo di persone. Bisogna ricambiare il rispetto con rispetto, affrontare, se si vuole, la provocazione o il provocatore e regalare, l'ipocrisia all'indifferenza, questa è la differenza tra uomini e quelli che vivono solo per il potere e, poi siamo sinceri questi personaggi, per favore, lasciamoli giocare con l'unico e solo neurone a disposizione, perché bisogna ricordarsi che, rimanere in silenzio davanti alla provocazione o al provocatore, fa capire una cosa importante, non sei NESSUNO, perché sappiamolo tutti, le persone dallo smisurato ego, vivono la provocazione come un'opera d'arte, perché questi personaggi, considerano un'insopportabile provocazione, la mancata reazione alla loro provocazione; perché la provocazione in politica non è altro che una grandissima bugia, buttata la, giusto per vedere cosa succede.-

Non esiste una cura verso un male incurabile come la provocazione, chi la mette in atto è stato, è, e sarà sempre un suo fido condottiero, non potendo contrastare con certezze dati di fatto su cui non si posseggono certezze e, questo a lungo andare potrebbe sconfinare oltre la politica, ma in altri ambiti, e dare risposte alla loro coscienza, per chi ancora la possiede.-
Io fui, io sono, io sarò sono dei modi di un verbo essere, da usare con cautela, che vengono sbattuti in faccia a secondo della situazione, questa è democrazia ? questa è compartecipazione ? questa è distensione ? non crediamo, vorremmo sbagliarci e, saremo ben felici di rientrare da queste nostre posizioni, è solamente l'arroganza, la presunzione di chi sta nella stanza dei bottoni, ma state attenti alcune volte i bottoni, si scuciono, cadono e non si trovano più.-
Аугури Липари.

Lipari, per i leader di Forza Italia prove tecniche...a tavola

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foto di Arianna Martello

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