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di Gianni Valentino*

In merito alle notizie circolate sulla carta stampata e sui social network a proposito della manifestazione contro l’ordinanza sindacale n.29, che si è svolta a Stromboli il giorno lunedì 26 giugno scorso, il Marosi non solo intende fare chiarezza sulla dinamica degli avvenimenti ma intende anche presentarsi brevemente per chiarire la differenza tra un progetto artistico-culturale sviluppato nel corso degli anni - cercando sempre un dialogo pro-attivo con il territorio - e il concetto generalizzato di movida. Marosi infatti è un progetto articolato che nasce a Stromboli - di cui il festival costituisce solo una piccola parte, per quanto fondamentale - perché è lì che avviene l’incontro con un pubblico più ampio, fatto di abitanti e turisti (molti di questi, con volontà e consapevolezza, raggiungono l’isola proprio nei giorni in cui si tiene il festival, anche grazie a sinergie coscienziose instaurate con le compagnie del trasporto pubblico).

Oltre al festival, Marosi conduce un progetto di alta formazione dedicato al ricambio artistico generazionale, un progetto di arte e comunità le cui attività laboratoriali sono rivolte a bambini e ragazzi e ne costituiscono il centro. Inoltre ospita sul territorio isolano, in periodi di bassa stagione, una residenza artistica all’anno. Marosi sta cercando con le proprie forze di estendere sempre di più le tante attività formative sull’isola, prolungandole in un periodo più esteso, capace di andare oltre i mesi estivi e cercando di contribuire alla destagionalizzazione di tali attività. Dal 21 al 25 giugno abbiamo realizzato un festival ricco di proposte con un cast internazionale (Giappone, Germania, Stati Uniti, Slovenia) che ha avuto una bella e armoniosa risonanza sul territorio, confermata da una presenza consistente di pubblico, sempre in crescita. E confermata ancora una volta da report, segnalazioni e interviste con gli organi di informazione [Rai Radio3; Radio24; Vogue; Artribune; CinecittàNews; Ondarock; Ansa; Dire; Tg3 Rai; Repubblica-Robinson; TPI – The Post Internazionale; Teatro.it].

L’impossibilità di svolgere la festa conclusiva del festival Marosi, a cui era stato invitato a suonare uno dei più noti musicisti, dj e producer del panorama nazionale e non solo, è stata vissuta da noi curatori e da numerosi abitanti come un’occasione mancata, che è andata ad inscriversi in un quadro più ampio e complesso, che prescinde il festival, e che riguarda la normativa che regolamenta gli intrattenimenti musicali e danzanti e, più in generale, la vita sociale, aggregativa e culturale di Stromboli.

Certo, per noi come festival, è stata una delusione dover rinunciare a un momento conclusivo che intendeva celebrare tutto il percorso attivato nei giorni precedenti, che ha portato sull’isola e per l’isola, diverse performance sonore, fisiche, danzate, molto seguite e apprezzate da tutta la comunità e da tanti addetti ai lavori. La festa era pensata non come movida fracassona e passiva né come intrattenimento fine a se stesso, ma come momento di elaborazione e rilascio condiviso della densità appena traversata. Di sedimentazione di tutti gli input ricevuti. Di cura e celebrazione di tutti e per tutti i presenti sull’isola.

Di fronte alla volontà dei cittadini dell’isola di dimostrare la loro opposizione a una normativa che ritengono repressiva, in una dialettica di confronto con le istituzioni, gli artisti invitati al festival (in gran parte musicisti e danzatori) hanno ritenuto di far sentire la loro vicinanza alle rivendicazioni espresse e di partecipare attivamente come individui a un’iniziativa promossa da un gruppo di abitanti in modo pacifico, allegro e creativo. Fiduciosi che una azione simbolica e dimostrativa potesse contribuire ad aprire anche su questo tema (musica, arte e cultura) un dialogo costruttivo tra l’amministrazione e la cittadinanza.

Non vi era alcuna intenzione di polarizzare il confronto; al contrario, sentiamo la volontà di ribadire la necessità di altri incontri tra amministrazione e cittadinanza, una prassi inaugurata proprio dal sindaco Riccardo Gullo attraverso assemblee e incontri volti a sentire la comunità con puntuali assemblee cittadine partecipate.
Sappiamo bene, visto che Marosi è dentro l’isola e non realtà esterna, che sull’isola vi sono altre urgenti questioni da affrontare come la sanità, la politica ambientale, le infrastrutture e la scuola, ma pensiamo, come soggetto nazionale artistico-culturale riconosciuto dal MiC, che sia importante ribadire che anche la cultura debba avere un ruolo centrale nello sviluppo dei territori, delle economie e delle comunità.

*Referente Marosi Festival

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L'INTERVENTO

Egregio signor Sindaco,
Siamo dispiaciuti per il tono e le parole del comunicato stampa del 28 Giugno in merito al corteo da noi organizzato lo scorso 26 Giugno a Stromboli, perché crediamo che i nostri propositi siano stati fraintesi e la nostra speranza disattesa; speranza di trovare un canale di dialogo diretto e costruttivo con lei, in particolare quando il dialogo riguarda la cultura.
Vogliamo anche sgomberare il campo da illazioni e falsità riportati da alcuni media: 1) nessuno di noi si augura la malamovida con musica ovunque, tutti i giorni, a tutte le ore, a tutto volume. 2) nessuno di noi ha contatti con politici e la politica in generale, quindi non c’è alcuna stumentalizzazione politica contro di lei da parte nostra. Anzi, molti di noi sono suoi eletttori e sostenitori.

Con questa nostra lettera vorremo chiedere inanzitutto un incontro con lei per illustrare le nostre preoccupazioni per un silenzio che sta avvolgendo le nostre isole; non un silenzio di pace ma un silenzio di assenze. Ovviamente non riteniamo che le assenze siano dovute alla sua ordinanza, ma crediamo che le eccessive restrizioni non aiutino il turismo già in difficoltà e la socialità dei suoi abitanti. L'estate è una stagione di fondamentale importanza per la nostra isola e per tutte le Eolie, una stagione in cui il paradiso in cui viviamo ci invita ad uscire, a stare all'aperto, a danzare e a cantare.

Per questo non capiamo il senso della sua ordinanza, il voler chiudere le persone all'interno dei locali, reprimere la musica, il ballo e altre manifestazioni di gioia in nome di un silenzio che apprezziamo e riteniamo essenziale per le nostre isole, ma che crediamo non debba essere l'unico attore delle notti eoliane. Vorremmo incontrarla per provare a trovare accordi in deroga per questa estate, che soprattutto per la nostra isola si spera possa essere normale dopo una serie di devastanti tragedie: _ 2019: 2 eruzioni parossistiche. Per questo la facilità con cui lei ha usato il termine eruzione l'abbiamo trovata alquanto sgradevole, come fuori luogo anche il riferimento ai tragici eventi di Torino del 2017, dove 30 mila persone in una piazza sono piu paragonabili alle 4mila dei barconi che quasi quotidianamente si imbottigliano per via Roma e si ammassano sul molo, situazione che è assai pericolosa in un isola con un vulcano attivo. _ 2020 e 2021: Lockdown e Covid _ 2022: incendio e alluvione.

A causa degli eventi tragici accaduti l’anno scorso, come sa, c’era veramente poca voglia di festeggiare, per questo la sua ordinanza non creò grandi disagi per i turisti e gli abitanti dell’isola. Ora questa identica ordinanza ci impedisce di tornare a cantare e ballare, a manifestare la nostra gioia per un po’ di normalità. Riteniamo inoltre che un'ordinanza motivata dalla necessità di regolamentare l’isola di Lipari non possa essere applicata indiscriminatamente a tutte le isole, senza
tenere conto delle specificità del territorio e dalla diversa tipologia di visitatori di ciascuna isola.
In attesa di un suo cortese riscontro, con la speranza di un dialogo aperto e costruttivo, le porgiamo i nostri migliori saluti.

Movimento spontaneo “Note a margine”

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Il servizio del TG5 nella rubrica "L'Indignato speciale" curata da Andrea Pamparana dedicata ai problemi di Stromboli e realizzato da Max Di Dio

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