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Cari amici lontani e vicini, 

le testate d’informazione sono una giungla quasi inaccessibile per lasciare spazi e tempi alla saggezza divisa fra il dovere della riconoscenza e il diritto del senso pratico. E se i diritti e i doveri si intersecano non bisogna dimenticare i sentimenti. Quando la giungla è in testa ai lettori e ai giornalisti, si scoperchia e si ripresenta l’era del malessere annidato che compare e scompare nell'anima che diventa eclissi. Psicologi e psichiatri sono costretti, con il machete, a farsi spazio nel rispetto di una caccia all’umanità vera assente nell’incarnazione della nuova storia senza motore per il decollo e per ingraziosire l’aria con i ricami dei fumi. Le frasi aggrappate alle parole perdurano nei colori per tornare ad assaporare il gusto del giornalismo come “nacatula” mentre la carta di ieri libera ancora il profumo dell’inchiostro e del petrolio. La volontà deve dimostrare di essere insolitamente feroce per evitare di essere frenata da forze superiori, di quelle che in realtà rendono più fragile la comunità. Il giornalista non ha bisogno di sostegni perché entrerebbe nel conflitto con l'esigenza di decidere cercando i nodi dentro il buio del tunnel. Per il giornalismo del Notiziario c'è abbastanza luce, dentro e fuori.

Dal sole libero delle Eolie, BuoNotiziario a tutti.

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