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di Felice D'Ambra 


Buonpomeriggio Bartolino,
Milazzo Lipari della compagnia di navigazione Liberty Lines, che di certo non ha colpa di far pagare 5 euro di sbarco a un emigrante e proprietario di abitazione privata.

Comprendo il cattivo gusto di far pagare il biglietto come tutti i turisti, ma pagare per lo sbarco mi offende e sono certo faccia lo stesso effetto a tutti gli isolani nativi nell’Arcipelago.
Non sono cinque euro che incidono, ma è il gesto di mancato riconoscimento che offende ogni esule che ritorna nel proprio paese nativo.

Questo comportamento dimostra la mancata delicatezza nei confronti di tutti gli Emigranti che hanno lasciato il proprio paese.

Non mi prolungo, perché non ne vale la pena!
Grazie pe l’attenzione Direttore, cordiali saluti

 

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Le reazioni

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di Gianni Iacolino

Leggo ,sempre più spesso ,di lagnanze accompagnate da risentimento da parte dei nativi cui le compagnie di navigazione negano i loro legittimi diritti .
Queste società di navigazione hanno saputo applicare con zelo norme legate prettamente ad una visione esclusivamente burocratica ed amministrativa del trasporto, tralasciando volutamente l'aspetto umano, storico e, permetemi, sentimentale. Aspetti che, aggiunti al tecnicismo delle regole, non avrebbero arrecato danni economici alle compagnie ma, di contro, evitato continue mortificazioni per i nativi.

E se noi, giustamente, ci sentiamo offesi ed ingiustamente discriminati perché viene volgarmente disconosciuto un diritto " naturale " di nascita, proviamo ad immaginare cosa può provare colui cui viene negata persino la cittadinanza italiana, pur essendo nato nel bel paese col grave torto, però, di avere un colore diverso della pelle o ascendenti venuti da latitudini diverse dalla nostra.
Nella gara dei diritti chi la spunterà per primo? I nativi eoliani o i nativi italiani? Auguri per gli uni e per gli altri

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di Giovanni Finocchiaro da Sydney

“Nativi” Eoliani? Un fiorino!!

Chi sono i “nativi”?
Si tratta di parenti ed amici che, nati e cresciuti nelle Eolie, ci sono rimasti fino a venti, trenta, quarant’anni e più. Poi per motivi di lavoro in genere, ma anche motivi di studio o anche semplici scelte di vita li hanno portati a risiedere lontano dall’isola.
Un’isola che, ovviamente, non e’ riuscita a dare risposte occupazionali alle centinaia di giovani diplomati e laureati e che esporta ancora oggi, annualmente, in Italia e all’estero. Un’isola dove anche le occasioni di studio e di specializzazione vedono collocare centinaia di giovani fuori dal nostro territorio, dove spesso poi mettono su famiglia. Ma è indubbio che tutti questi Eoliani per forti valori culturali, religiosi e sociali trasmessi, mantengono un rapporto molto stretto con i propri familiari, con la comunità in cui sono cresciuti e con gli scogli natii.

Possiamo senza ombra di dubbio considerare “i Liparoti” una comunità allargata dove la famiglia di origine continua a risiedere sull’isola mentre figli e nipoti vivono nel resto della penisola e in molti casi all’estero.
E ogni volta che c’è un ritorno a casa è mortificante vedersi tra le mani un biglietto dove accanto alla scritta “tariffa ordinaria” figura anche la dicitura “contributo di sbarco” o “tassa di sbarco”. Un obolo, “un fiorino” per dirla alla Troisi nel film “Non ci resta che piangere”, per rimettere piede sul proprio territorio che dovrebbe riabbracciarli e farli sentire padroni di casa e non ospiti.

Si tratta di emigranti molti dei quali occupati che, ovunque si siano REGOLARMENTE insediati professionalmente e familiarmente, con grande disponibilità e serietà, propagano le tradizioni di laboriosità e di grande senso del dovere del popolo Eoliano, costituendo il miglior biglietto da visita nonché la più efficace politica di marketing per le Eolie tra le varie realtà in cui vivono.
Ebbene, il Sindaco e il consiglio comunale hanno sentito la necessità di inserire nel regolamento del contributo di sbarco l’esenzione per i nativi.
Una sensibilità che non mi pare possa essere sottaciuta per i figli di Lipari. Ma quest’anno per diversi motivi, tutto è cambiato………..
Una mortificazione quella della “tassa di sbarco” che va quanto prima cancellata restituendo a centinaia se non migliaia di persone la dignità di Liparoti.

Si tratta di Eoliani, che già per altri motivi hanno scontato la loro condizione di emigranti e di isolani isolati e non possono pagare dazio se vogliono riabbracciare i propri cari e/o vogliono semplicemente ritrovare la propria isola e la propria comunità. Debbono sentirsi sempre padroni di casa e non ospiti a cui far pagare un contributo, se pure di cinque euro, per rimettere piede sul suolo isolano.

Ritengo, che in attesa di una positiva conclusione della diatriba in atto per vedere riconosciuto il biglietto residente a quelli che mi piace chiamare “figli delle Eolie” si dovrebbe essere più sensibili e ognuno fare la loro parte. Avere oggi questa sensibilità, avvertire questa necessità, attivarsi per dare un segno tangibile della condivisione, da valore ed onore al ruolo di rappresentanti istituzionali e soprattutto avvalora quella scelta politica di considerare la nostra una comunità allargata che chiede a gran voce dimostrazioni di inclusione e non di discriminazione, di appartenenza e non di estraneità.
Prepararsi al peggio, sperare per il meglio

Indo...vinello

Congratulazioni a tutta la Calabria dei calabresi e di chi ama il turismo, quello vero! Tropea dunque è la città del Tirreno che ha vinto il "Borgo dei Borghi più belli d'Italia 2021" Onore al merito a Tropea, a tutta la cittadina, agli abitanti, che hanno saputo sigillare la bellezza di quest'angolo di paradiso terrestre, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, soprattutto da una moltitudine di turisti tedeschi. 

Tropea è dunque la punta di diamante del comparto turistico di tutta la Calabria, dei calabresi, che amano questo eccellente territorio dell'antica "Mgna Grecia". 

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